28 November, 2024
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Al Policlinico Duilio Casula verranno eseguiti gli interventi contro il tumore al pancreas. Grazie a un protocollo di intesa tra l’Azienda ospedaliero universitaria (Aou) di Cagliari e l’Azienda ospedaliero universitaria (Aoui) di Verona i pazienti potranno essere operati nell’Isola in sicurezza. È stato già avviato un intenso percorso di formazione dei chirurghi della Struttura complessa di Chirurgia Generale Polispecialististica diretta dal professor Pietro Giorgio Calò che si avvale della grande esperienza della struttura veronese, tra le più importanti al mondo a fare questo tipo di operazioni. 

Il primo intervento al Policlinico sarà venerdì 16 febbraio. Alle 8,30 entreranno in sala operatoria il professor Claudio Bassi, direttore della Chirurgia Generale e del Pancreas dell’Aoui (tra i massimi esperti mondiali di questo tipo di tumore), il professor Calò e il dottor Massimiliano Tuveri, chirurgo dell’Aoui. Sarà un’operazione particolarmente complessa, che durerà circa 5 ore, su un paziente affetto da tumore alla testa del pancreas. Di pomeriggio (alle 16.00, aula 1 asse E Cittadella Universitaria) professor Bassi terrà una lezione anche prendendo come punto di riferimento l’intervento della mattina. 

Il carcinoma pancreatico è una malattia molto aggressiva che al momento della diagnosi si presenta nell’80% dei casi in uno stadio molto avanzato. Rappresenta, nei paesi occidentali, la quarta causa di morte per tumore. In Italia si verificano più di 8mila nuovi casi l’anno, soprattutto nella popolazione adulta, e ancora di più in quella anziana. In Sardegna tra 70 e 100 pazienti ogni anno necessitano di un intervento per neoplasia del pancreas a cui si aggiungono i più rari (ma non eccezionali) casi di neoplasie delle vie biliari e del duodeno. Solo il 20% circa di questi tumori è asportabile radicalmente al momento della diagnosi. La chirurgia rimane oggi l’unico trattamento radicale per questa malattia. Nonostante ciò circa l’80% dei pazienti sperimentano comunque una recidiva entro 3 anni dal trattamento chirurgico.

La cura delle neoplasie pancreatiche è però possibile. La terapia è nella maggior parte dei casi multimodale. La chirurgia resta l’elemento terapeutico essenziale per garantire una sopravvivenza a lungo termine e una eventuale guarigione, ma non rappresenta più l’unica arma a disposizione per prolungare la quantità e la qualità di vita.

In base a dati epidemiologici del registro tumori degli Stati Uniti (SEER) relativi al periodo 2007-2009, l’1.47% della popolazione (1 persona su 68) nata in questi ultimi anni svilupperà un carcinoma del pancreas durante la vita, nella fascia di età più a rischio (tra 50 e 70 anni) lo 0.56% degli uomini e lo 0.40% delle donne. In ambito europeo, i dati dell’organizzazione non-profit inglese Cancer Research relativi all’anno 2008 mostrano che l’incidenza cresce in maniera lineare con l’età, a partire dai 40 anni con un tasso di medio standardizzato per età di 9 casi/100.000. La stima per l’Unione Europea (sempre relativa all’anno 2008) è di 70.000 nuovi casi. In Italia l’incidenza media standardizzata è di 9 casi/100.000 nelle donne e di 12 casi/100.000 negli uomini.

Stime affidabili ritengono che l’adenocarcinoma pancreatico nel 2030 sarà secondo solo al carcinoma del polmone come causa di morte per tumore. 

Negli ultimi 10-15 anni il panorama epidemiologico delle neoplasie pancreatiche è tuttavia radicalmente mutato. La causa va ricercata nella sempre maggiore diffusione e applicazione sul territorio di metodiche radiologiche avanzate (la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica), che hanno permesso di diagnosticare un cospicuo numero di neoplasie ritenute un tempo estremamente rare, tra cui le neoplasie cistiche e le neoplasie neuroendocrine.

Sino a oggi la metà dei tumori pancreatici dei pazienti sardi venivano operati presso strutture extra-regione, in particolare l’Istituto Pancreas di Verona, Centro di Riferimento nazionale per la chirurgia del pancreas riconosciuto a livello europeo e internazionale; la struttura ricovera ogni anno oltre 1200 pazienti da tutta Italia. La maggior parte degli interventi eseguiti dall’equipe è rappresentata dalle resezioni pancreatiche maggiori che raggiungono oggi nel loro insieme quasi 400 casi/anno, primo Centro Nazionale e tra i primi 5 nel mondo, cui si aggiungono oltre 2.000 duodeno-cefalo-pancreasectomie (intervento demolitivo della testa del pancreas considerato tra i più difficili in ambito chirurgico) nell’arco degli ultimi 15 anni. Questa esperienza rappresenta una delle prime quattro al mondo ed è stata riconosciuta dal Council della European Hepato-Pancreato-Biliary Association (EHPBA).

La convenzione tra l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e l’Aoui di Verona definisce uno specifico protocollo diagnostico e assistenziale per i pazienti affetti da patologie del pancreas, delle vie biliari e del duodeno che potranno ora essere operati al Policlinico. Inoltre i pazienti operati a Verona potranno effettuare visite specialistiche e di follow-up presso l’AOU di Cagliari.

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L’opera del grande artista fiammingo Rembrandt arriva in Sardegna. E’ questa la punta di diamante delle attività 2018 del Magmma, il Museo d’arte grafica Marchionni di Villacidro.

Dopo anni di intensa collaborazione, il Magmma e il Modern Art Museo Ca’ La Ghironda-Città metropolitana di Bologna hanno messo in piedi un progetto espositivo dedicato ai grandi maestri, tra i più innovativi del loro tempo nell’arte incisioria e fra i più grandi maestri dell’arte classica.

Un progetto di ampio respiro che si apre con l’esposizione di 24 lavori di arte incisoria di Rembrandt: la mostra “Rembrandt incisore” sarà a Villacidro dal 14 aprile, dopo essersi fatta ammirare, dal 25 febbraio, a Bologna.

Per l’occasione il Magmma ritornerà nella sua sede originaria: il Palazzo Vescovile, luogo in cui opera il Centro culturale di alta formazione con cui l’istituzione artistica collabora sin dalla sua nascita. L’attuale sede museale (la Casa anziani di via San Gavino) sarà invece dedicata alle accademie: oltre  all’Accademia di Belle arti di Urbino, con cui da due anni il Magmma collabora proficuamente, è in vista una collaborazione anche con l’Accademia “Mario Sironi” di Sassari.

Non sono solo queste le novità in arrivo nel nuovo anno. Il Magmma intende esportare il proprio progetto e aprire nuovi luoghi collaborando con altre istituzioni isolane, con l’obiettivo di promuovere l’arte grafica e incisoria, attraverso la creazione di un polo sinergico con sedi stabili. In questo senso sono previsti accordi con il Centro Culturale il Lazzaretto di Cagliari, mentre sono in corso i primi contatti con la nuova e giovane amministrazione di Arzachena per esportare il modello Magmma in Costa Smeralda.

Il progetto del Magmma e del Ca’ La Ghironda, siglato dai direttori Walter Marchionni e Vittorio Spampinato, vuole non solo omaggiare alcuni degli artisti precursori e innovatori  di una fra le tecniche incisorie più importanti (entro il 2021 arriveranno anche le opere di Manet, Goya, Morandi e Freud), ma anche proporre un momento di osservazione e di riflessione artistica su un’arte, quella appunto dell’incisione, che si manifesta nella precisione e nella definizione dell’immagine attraverso il segno e la materia. Pertanto sarà una sottolineatura sull’efficacia delle tecniche di incisione, quale scelta tecnica dell’artista tra la pittura oppure  il disegno o la scultura,  per rappresentare un pensiero, un volto, un paesaggio. Un momento di divulgazione a scopo didattico per educare il pubblico a superare quella banale espressione di semplice “stampa”.

 

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Quattro navi, di cui due saranno destinate alla famiglia Onorato e le restanti a GNV. L’armatore Achille Onorato annuncia un importante accordo, siglato ieri a Pechino con i cantieri GSI, che prevede la costruzione a Guangzhou, in Cina, di nuove unità adibite sia al trasporto passeggeri che a quello merci.

Le navi, che saranno LNG-ready, confermano l’intenzione della famiglia Onorato di investire in modo importante sul trasporto passeggeri, con navi di ultima generazione, per offrire ogni giorno uno stile di navigazione garantito da oltre 130 anni di tradizione ed esperienza nel settore dei trasporti marittimi.

Con una capacità di 3.765 metri lineari, servizi di bordo tra cui ristorante, self service, bar, 536 cabine per ospitare fino a 2.500 passeggeri e l’equipaggio, le nuove unità avranno una velocità di 25 nodi e saranno caratterizzate da elevati standard di comfort, in linea con il posizionamento della Compagnia. Aree comuni ampie e caratterizzate da linee semplici ed essenziali, spazi dal design razionale e pensate per rispondere alle esigenze di chi viaggia e di chi lavora a bordo, sono tra gli elementi innovativi previsti per le nuove unità.

La due nuove navi destinate alla famiglia Onorato, la cui prima è prevista entro aprile 2021, sono state progettate per ridurre l’impatto ambientale in osservanza di tutte le normative europee e internazionali: qualora le infrastrutture lo permettano sarà inoltre possibile operare le unità utilizzando LNG quale propellente. 

Il contratto prevede inoltre la possibilità di opzionare l’ulteriore costruzione di altre quattro unità ro-pax gemelle di ultima generazione, di cui due destinate alla famiglia Onorato e le restanti a GNV.

«Oggi si compie un ulteriore passo verso quel processo iniziato da tempo di poter offrire ai nostri clienti merci e passeggeri il miglior network di partenze con mezzi giovani, efficienti ed a basso impatto ambientale – dichiara l’armatore Achille Onorato -. Questo ulteriore step ci consentirà, proseguendo ad investire in un’ottica di lungo periodo, di fornire un servizio sempre migliore consolidando ancora di più la nostra volontà di portare orgogliosamente per mare il brand Italia ed il voler essere una risorsa ed una infrastruttura al servizio del nostro Paese, continuando a creare nuovi posti di lavoro

Il Gruppo Onorato Armatori dimostra ancora una volta di puntare sulla qualità e sul comfort, garantendo una vasta scelta di orari e collegamenti, con 41.000 partenze per 34 porti programmate per il 2018. All’interno delle navi Onorato Armatori il divertimento, la cura degli ambienti e l’eccellente offerta gastronomica rendono ogni viaggio l’inizio della vacanza. Non a caso Moby è stata insignita, per la quarta volta consecutiva, del “Sigillo di Qualità 2017-2018″, della prestigiosa Green Star sulle due navi ammiraglie ed è stata eletta dai passeggeri migliore compagnia di traghetti all’”Italia Travel Awards 2017″.

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Mettere in campo le strategie più efficaci per valorizzare le risorse storiche, culturali, paesaggistiche e naturali del territorio in un’ottica di sviluppo turistico sostenibile. Questo in sintesi il percorso formativo che ha caratterizzato la settimana del corso “Buoni turismi per una buona crescita”, promosso dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, che si è tenuto a Iglesias in collaborazione con L’Alta Scuola di Turismo Ambientale, l’associazione Vivilitalia e l’AIGAE.

Dal lavoro in aula e dai laboratori sul campo sono venuti fuori diversi approcci metodologici per analizzare e valutare il fenomeno del turismo in relazione al paesaggio e alle dinamiche territoriali. Si è approfondito il tema dell’ambiente, le ricchezze minerarie del territorio e si è dedicata particolare attenzione al rapporto tra paesaggio naturale e storico-archeologico con uno sviluppo che preservi tutti i valori paesaggistici e culturali del territorio, proponendo un miglioramento della qualità dell’offerta turistica.

Tante proposte di cui hanno fatto parte integrante le escursioni guidate ai siti minerari di Porto Flavia e di Rosas, due esempi importanti di quell’archeologia industriale mineraria, che rappresenta oggi per questi nostri territori un’opportunità di rilancio economico in chiave turistica e sostenibile. 

Questa iniziativa è solo la prima di una serie di laboratori formativi che il Parco vuole promuovere nei siti minerari presenti sul territorio. I prossimi appuntamenti si terranno al sito di Sarrabus Gerrei nel Comune di Villasalto e nell’Area Guspinese Arburese di Montevecchio. 

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La rivista online “Siti”, organo dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO (www.sitiunesco.it), ha dato conto della carta gialla conferita recentemente al Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna che comporta la permanenza per ulteriori due anni nella Rete Internazionale ed Europea dei Geoparchi.

L’articolo chiarisce in maniera ufficiale e chiara le motivazioni sottese alle decisioni della Commissione Nazionale Italiana UNESCO, la quale ha assegnato la medesima valutazione anche al Parco delle Madonie.

L’appuntamento è tra due anni per la nuova valutazione dei due importanti Geoparchi UNESCO.

Di seguito il testo integrale.

Il Consiglio dei Geoparchi Mondiali dell’UNESCO, che si è riunito nel settembre dello scorso anno in Cina, ha comunicato gli esiti delle proprie valutazioni ed ha conferito la carta gialla a “Parco Geominerario della Sardegna” e “Madonie”, dunque una conferma di validità per due anni al termine dei quali i due geoparchi verranno riesaminati per verificare l’attuazione delle prescrizioni indicate. A comunicarlo la Commissione Nazionale Italiana UNESCO, che spiega anche come la “Sesia Val Grande” abbia ricevuto una carta verde, che conferma lo status di Geoparco per ulteriori quattro anni, e alcune raccomandazioni.

«UNESCO, in particolare, ha sollecitato i tre geoparchi affinché partecipino maggiormente alle attività e agli incontri organizzati dalla Rete Internazionale ed Europea dei Geoparchi ed ha chiesto un maggior impegno nella comunicazione e nella visibilità, verso i visitatori e verso le comunità che vivono nei territori dei geoparchi. In questo ambito è stato suggerito di presentare i geoparchi sui siti web e sui pannelli descrittivi in loco anche in lingua inglese, utilizzando un linguaggio non troppo tecnico e comprensibile a tutti – specifica la comunicazione della Commissione -. Infine, l’UNESCO ha sottolineato l’importanza della identificazione di strategie chiare per definire i criteri di partenariato con dei geoparchi, prevedendo anche la sottoscrizione di accordi formali.»

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Sono iniziati nei giorni scorsi, a Stintino, i lavori per la realizzazione del secondo lotto della piazza Cala d’Oliva. Si avvia così a conclusione il progetto della piazza che collegherà il centro del paese con il lungomare Cristoforo Colombo. I lavori avranno un costo di 163 mila euro e sono stati aggiudicati alla ditta Sagile di Santa Maria Coghinas. La vecchia piazza, realizzata su un terrapieno, è stata già completamente smantellata e la cabina elettrica, un tempo posizionata proprio al di sotto, è stata già spostata nell’area della banchina del porto nuovo.

La seconda fase dei lavori, seguita dall’assessorato comunale Lavori pubblici guidato da Antonella Mariani, prevede la realizzazione di tre discese a gradoni, due laterali che consentiranno anche la seduta e una centrale con gradini più bassi. Ai lati della piazza, inoltre, saranno realizzate aree verdi con aiuole senza alberi. La piazza, così prevede il contratto, dovrà essere realizzata in 120 giorni dalla data dell’apertura del cantiere.

Il pavimento della piazza sarà in cemento architettonico mentre i gradini saranno in pietra. In sostanza i lavori riprenderanno lo stile già adottato per la realizzazione del primo lotto della piazza, sulla quale si affaccia la chiesa parrocchiale.

A breve, inoltre, sarà aggiudicata la gara per i lavori di restauro conservativo della torre di Capo Falcone, per i quali sono previsti interventi per 79mila euro.

Gli interventi sulla torre mirano a mitigare i processi di degrado e dissesto avvenuti negli anni, che hanno portato in questi tempi a distacchi e crolli, anche importanti, di molte parti della struttura originaria già oggetto nel corso della prima e seconda guerra mondiale di costruzioni che niente avevano a che vedere con l’impianto originario dell’edificio.

Lo scorso inverno, infatti, è crollata la garitta costruita sul tetto della torre. I lavori, adesso, consentiranno di rimettere a posto la copertura e chiudere il buco lasciato dal crollo. Importanti anche gli interventi di muratura all’esterno della torre per reintegrare la parti crollate.

Nel progetto è prevista anche l’eliminazione della scala esterna, alta circa 4 metri e costruita in epoca recente, quindi la sua sostituzione con una adeguata alla normativa vigente.

L’iter progettuale è redatto per soddisfare le intenzioni stilate con un protocollo d’intesa tra l’Agenzia del Demanio e l’amministrazione comunale guidata da Antonio Diana. L’obiettivo è la riqualificazione dell’intera area di Capo Falcone come attrattiva turistica, come centro studi per la salvaguardia e il recupero degli habitat naturali della fauna e della flora locali e come punto di osservazione naturalistico-faunistica per il “Santuario dei Cetacei”.

Infine, tra i lavori pronti ad andare in gara d’appalto quelli per la realizzazione di un breve tratto di pista ciclabile sulla strada panoramica, tra la scuola elementare e il belvedere situato difronte al museo della Tonnara. Su entrambi i lati saranno realizzati percorsi ciclopedonali a livello stradale. Sarà creato quindi un piccolo belvedere mentre resteranno i parcheggi fronte museo.

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Il carro “Il popolo laborioso”, presentato dallo storico gruppo Sturmtruppen, ha vinto l’edizione 2018 della sfilata di Carnevale 2018 di Carbonia, svoltasi questo pomeriggio, condizionata dalla pioggia caduta per quasi tutto il percorso da piazza Ciusa a piazza Roma, attraverso piazza Rinascita, via Turati, via Brigata Sassari, via Gramsci, via Fosse Ardeatine e via Manno (il percorso è stato sensibilmente ridotto rispetto alle scorse edizioni, per ragioni di sicurezza). 

Sette i carri e gruppi a piedi (numero inferiore rispetto al recente passato) che hanno risposto all’invito degli organizzatori, il comune di Carbonia e l’associazione “Il Centro rinasce”provenienti non soltanto dalla città di Carbonia, ma anche da Quartu Sant’Elena, San Giovanni Suergiu, Gonnesa e Perdaxius.

Al secondo posto si è classificato il carro dei “Flintstones”, al terzo “Assalto alla diligenza”.

La partecipazione del pubblico è andata via via crescendo, con la punta massima all’arrivo in piazza Roma, quasi piena, come documentano le foto allegate.

La sfilata è stata preceduta, al mattino, dall’iniziativa “Aspettando la sfilata”, in piazza Roma, dedicata ai bambini che hanno potuto, i bambini potuto partecipare ad una serie di attrattive, offerte gratuitamente: musica, animazione, giochi gonfiabili, zucchero filato, marshmallows e bibite.

 

                           

                            

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È stato inaugurato ieri, a Carbonia, un dojo stile giapponese. La Yama Arashi Dojo Club guidata dal maestro Amos Muscheri, società che si occupa di promuovere e divulgare lo studio del ju jitsu e delle arti marziali, ha deciso di creare in città un dojo, luogo per la ricerca della conoscenza.

In Giappone le abitazioni hanno una sala dedicata allo studio e all’allenamento per la crescita personale. La Yama Arashi ha voluto ricreare a Carbonia un luogo caldo e familiare per la pratica delle arti marziali, per la meditazione e la ricerca del benessere psicofisico di bambini e adulti, nel quale verranno praticate, oltre alle arti marziali anche discipline di meditazione, massaggi e studi della cultura orientale.

L’inaugurazione del nuovo dojo si è svolta alla presenza del soke Maurizio Silvestri, 9° dan e capo della scuola occidentale ed orientale, massimo grado al mondo di ju jitsu e direttore tecnico internazionale della World Ju Jitsu Kobudo Securuty Association; del presidente della commissione sport del comune di Carbonia Manolo Cossu; del direttore tecnico regionale Antonio Ruggiu, 5° dan, e di tutti gli atleti, genitori, amici e simpatizzanti della Yama Arashi. Il soke Maurizio Silvestri ha tenuto uno stage di altissimo livello sabato per i bambini e domenica per gli adulti.

 

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Si svolgerà domani, lunedì 12 febbraio, alle ore 16.30, presso la Sala Conferenze della provincia del Sud Sardegna (in via Mazzini a fianco ex scuola media Pascoli), a Carbonia, l’incontro pubblico dal titolo “Urologia, un’eccellenza della sanità al Sirai. L’ innovativa tecnologia con laser a Tullio“, con l’intervento del dott. Andrea Solinas, direttore del Reparto di Urologia dell’Ospedale Sirai di Carbonia.
L’evento è promosso da Unisulky S’Ischiglia Network – Università Popolare del Sulcis.

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Il Cagliari è uscito imbattuto dal Mapei Stadium nello scontro diretto con una concorrente per la salvezza, il Sassuolo, e torna in Sardegna con un prezioso punto che costituisce un nuovo significativo passo in avanti verso il traguardo finale, considerato che i punti di vantaggio sulla terz’ultima posizione, occupata dalla Spal, sono ora 8.

Quella disputata oggi nell’anticipo di mezzogiorno e mezza non è stata certamente una bella partita, condizionata sicuramente dall’importanza della posta in palio.

Diego Lopez ha tenuto inizialmente in panchina Leonardo Pavoletti, non in perfette condizioni fisiche, schierando in attacco la coppia brasiliana formata da Joao Pedro e Farias. Al posto di Paolo Faragò ha esordito dal 1’ Charalampos Lykogiannis.

Nel primo tempo il Cagliari ha controllato senza difficoltà tutti i tentativi del Sassuolo, cercando anche di creare qualche problema alla porta avversaria. Perso Luca Cigarini per infortunio al 25′, sostituito da Marco Sau, Diego Lopez ha tenuto gli equilibri facendo arretrare Joao Pedro in mezzo al campo.

In avvio di ripresa il Sassuolo ha sfiorato il goal con Domenico Berardi che ha sprecato calciando alto da favorevolissima posizione. Ci ha provato anche Babacar, sul quale ha fatto buona guardia Alessio Cragno. Nonostante la pressione del Sassuolo, la porta rossoblu non ha corso grossi rischi e lo 0 a 0 finale è arrivato come risultanza inevitabile di una partita equilibrata, con pochi lampi.

Il Cagliari conferma di essere in salute e sabato giocherà ancora in trasferta, un altro scontro salvezza, sul campo del Chievo, battuto in casa oggi dal Genoa di Davide Ballardini.