27 November, 2024
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Ci sono una serie di concerti e di partecipazioni ad alcuni dei più importanti festival italiani di musica di qualità fra i premi che andranno al vincitore dell’11° “Premio Andrea Parodi”. È l’unico concorso italiano di world music, organizzato a Cagliari dall’omonima Fondazione ed in programma il prossimo autunno con la direzione artistica di Elena Ledda.

Il vincitore avrà l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2018 dell’“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (SA), del Mei di Faenza, dello stesso Premio Parodi e in altri eventi che saranno man mano annunciati. Oltre a questo, avrà diritto a una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di master class, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Al vincitore del premio della critica andrà invece la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi.

Su www.fondazioneandreaparodi.it è disponibile il nuovo bando. Per la nuova edizione l’iscrizione è come sempre gratuita ed aperta ad artisti di tutto il mondo. Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2018, tramite il format presente suwww.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com).

Dovranno contenere:

– 2 brani (2 file mp3, provini o registrazioni live o realizzazioni definitive; indicare con quale dei due brani si intende gareggiare);

– testi ed eventuali traduzioni in italiano dei due brani;

– curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);

Il Premio intende valorizzare le nuove tendenze nell’ambito della musica dei popoli o “world music”, ovvero artisti che mescolano la cosiddetta musica folk o etnica con suoni e modelli stilistici di diversa provenienza.

Tra tutte le iscrizioni la commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà, in maniera anonima, da otto a dodici finalisti; i finalisti si esibiranno a Cagliari al festival “Premio Andrea Parodi” 2018, davanti a una giuria tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una giuria critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

La manifestazione è nata per omaggiare un grande artista come Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Le precedenti edizioni sono state vinte: nel 2017 da Daniela Pes (Sardegna), nel 2016 dai Pupi di Surfaro (Sicilia), nel 2015 da Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio), nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

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Nei giorni scorsi gli operai della So.Mi.Ca., a Carbonia, hanno disegnato le nuove aree di sosta, corrispondenti a 27 stalli adibiti al parcheggio delle automobili nel tratto di viale Trento compreso tra via della Vittoria e via Cannas. La città potrà così contare su ben 137 metri in più di strisce bianche in un’area ad alta densità di traffico, lungo le due arterie stradali di via della Vittoria e viale Trento.

«Si tratta di 137 metri di nuova segnaletica stradale finalizzati a regolamentare nel miglior modo possibile le nuove aree di sosta, lasciando libero il marciapiede e restituendolo così alla sua funzione originaria, ossia quella di consentire il transito dei pedoni – ha detto l’assessore delle Manutenzioni con delega So.Mi.Ca., Gian Luca Lai -. Una misura necessaria per porre fine alla pratica, fino ad ora invalsa, di parcheggiare le automobili a cavallo tra la strada e il marciapiede, occupando quindi una parte della corsia di circolazione e una porzione dello spazio destinato al passaggio dei pedoni. Con la realizzazione di 27 nuovi stalli, gratuiti, le macchine potranno sostare nelle aree a ciò deputate.»
Inoltre, sempre in un’ottica tesa al miglioramento della viabilità, la So.Mi.Ca. ha provveduto a sistemare uno specchio stradale di fronte a via Risorgimento, in prossimità di un incrocio la cui visibilità risultava ostruita dalla presenza delle macchine parcheggiate.

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Giovedì 1° febbraio, alle ore 15.00, nella sala riunioni della Torre Civica, a Carbonia, si svolgerà il secondo incontro avente per oggetto la prossima istituzione del Centro commerciale naturale. L’assessore delle Attività produttive, Mauro Manca, alcuni consiglieri comunali e i commercianti della zona si erano già incontrati due settimane fa per cominciare a parlare di questo nuovo strumento proposto dall’Amministrazione comunale con l’obiettivo di contribuire concretamente alla rivitalizzazione e riqualificazione della città. Al termine della riunione non si era però giunti ad una soluzione condivisa. «Soluzione che ci auguriamo di trovare al termine del prossimo incontro – ha affermato l’assessore delle Attività produttive Mauro Manca -. Abbiamo esaminato i principali aspetti e le criticità emerse nello scorso incontro e siamo pronti a gettare le basi per la nascita di una moderna forma di aggregazione e cooperazione tra tutti gli operatori economici del centro urbano, finalizzata a realizzare politiche comuni di marketing, pubblicità e comunicazione. Una nuova entità di cui il comune di Carbonia sarà socio onorario».

Un’innovativa leva di sviluppo a cui guarda con favore anche il sindaco Paola Massidda: «il Centro commerciale naturale può rappresentare una risposta alla crisi dei centri storici tradizionali e alle difficoltà del commercio al dettaglio, soprattutto a seguito dell’espansione della grande distribuzione organizzata, sviluppatasi in particolar modo nelle zone periferiche. La presenza di questa nuova entità può contribuire in modo determinante al riequilibrio del rapporto tra centro e periferia».

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, oggi ha emesso un’ordinanza che prevede il divieto di utilizzo dell’acqua per usi potabili e alimentari per le abitazioni situate nei quartieri di Serbariu e Medadeddu.

Il provvedimento è stato adottato in seguito alle comunicazioni effettuate dall’ATS Sardegna – ASSL Carbonia – Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione. Le analisi effettuate su un campione d’acqua prelevato in data 24 gennaio presso il rione di Serbariu, in via Filzi 5, sono risultate non conformi agli standard di qualità previsti dal d.lgs. n. 31/2001 per il superamento del parametro di ferro.
«Si tratta di un provvedimento cautelativo e urgente a tutela della salute pubblica. Il divieto di utilizzo dell’acqua per usi potabili e alimentari è previsto fino alla revoca dell’ordinanza», ha affermato il Sindaco Paola Massidda.

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«La decisione dell’Ufficio regionale del Referendum in merito al quesito sull’insularità, pur nella sua correttezza formale, non può non stupire. Per il tema trattato, per il grande sostegno popolare, per la natura consultiva del referendum che non avrebbe esposto a rischi ma avrebbe avuto, come in Lombardia e in Veneto, un forte impatto politico. Nel recente passato lo stesso organo fu molto più tollerante e applicò la normativa in maniera estensiva permettendo, senza sollevare particolari problemi formali, la celebrazione di quesiti addirittura in palese contraddizione con lo Statuto d’autonomia.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, presidented ella commissione Autonomia del Consiglio regionale.

«L’atto burocratico non deve però essere confuso con la rinuncia a ogni iniziativa sul tema – aggiunge Francesco Agus –Credo che sul tema, referendum o no, sia indispensabile la chiusura dei tanti ragionamenti aperti. L’insularità è una condizione geografica oggettiva dalla quale derivano per la nostra regione condizioni di innegabile difficoltà. Condizioni che devono essere superate garantendo il diritto dei sardi ad essere pari rispetto ai cittadini della penisola. Questo tema è causa, trasversalmente e inesorabilmente, di parte dei problemi legati alle dinamiche di sottosviluppo a cui oggi è interessata l’isola. Negli ultimi anni nella legislazione statale e regionale sono stati fatti importanti passi in avanti che ora occorre concretizzare.»

«L’art. 4 c. 5 della Legge di stabilità regionale 2017 prevede che il Consiglio regionali approvi e proponga allo Stato le modifiche al trattato di adesione dell’Italia alla UE affinché alla Sardegna sia riconosciuto in ambito europeo lo status di regione insulare. A questo si sono aggiunte le norme inserite per merito dei parlamentari sardi nell’ultima legge di bilancio dello Stato che prevedono, tra l’altro, l’istituzione di un comitato paritetico stato-regione che definisca al meglio ogni proposta di modifica dei trattati. Su questi temi e per dare concretezza a quanto approvato dal Consiglio e dal Parlamento nelle prossime settimane – conclude Francesco Agus – verrà convocata un’apposita riunione della commissione “Autonomia” del Consiglio regionale.»

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Venerdì 26 gennaio 2018, a Lisbona, presso la sede della Rete Rurale Portoghese, si sono tenuti due eventi internazionali di presentazione dei progetti di cooperazione del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari.

Gli obiettivi degli incontri sono stati: la costruzione dei partenariati istituzionali internazionali e la definizione delle azioni dei progetti di cooperazione con i GAL francesi, portoghesi e sardi.

Hanno preso parte all’incontro: il GAL Pays Vichy Auverghe, il GAL Pays de Chaumont, il GAL Arde, il GAL Adrepes, il GAL A2S, il GAL Adritem, il GAL Grater, il GAL ATA, il GAL Adrepes, il GAL Adeliacor, il GAL Nuorese Baronia, il GAL Sinis e il GAL Ogliastra.

Il GAL Sulcis intende presentare due progetti di cooperazione internazionale: Accorciamo le distanze – filiera corta tra terra e mare, attraverso cui si intendono realizzare degli eventi internazionali, che divengano lo strumento per la promozione dei territori coinvolti e che sappiano valorizzarne le specificità e gli attrattori agroalimentari e ittici, ambientali e culturali. Attraverso il progetto di cooperazione si vuole creare un format di evento internazionale, capace di promuovere i prodotti e le eccellenze dei territori, coniugando anche la promozione territoriale delle aree rurali e costiere; Memoria e web TV – raccontiamo i territori ha l’obiettivo di riscoprire, salvaguardare e valorizzare le competenze e i saperi delle aree rurali con il coinvolgimento attivo degli attori locali e delle nuove generazioni, attraverso l’utilizzo di tecniche innovative di apprendimento legate alle nuove tecnologie di informazione e comunicazione. Si prevede, la creazione di una piattaforma digitale attraverso la realizzazione di un format televisivo (web tv), quale strumento che raccolga e diffonda le esperienze e i documenti realizzati dalle scuole secondo un principio di condivisione e scambio di esperienze tra i ragazzi di diversi paesi europei partner di progetto.

L’evento fa seguito a numerosi eventi realizzati nel territorio del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari con i GAL sardi e i dirigenti scolastici del territorio.

«Siamo molto soddisfatti – ha detto il presidente del GAL Luciano Cristoforo Piras – per l’ottimo risultato ottenuto! Il coinvolgimento dei GAL portoghesi e francesi ci permette di costruire dei progetti di cooperazione che permettano lo scambio di buone pratiche ed esperienze per le nostre aziende e per gli istituti scolastici del nostro territorio.»

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Le Università di Cagliari e Sassari realizzeranno due progetti pilota per lo sviluppo di Smart Grid e rendere più efficienti dal punto di vista energetico le strutture degli atenei. Su proposta dell’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, la Giunta ha approvato i programmi di intervento presentati dalle due Università e individuati nell’ambito del Patto per la Sardegna siglato da Regione e Governo. Il costo è di 24 milioni di euro, 12 per ciascun intervento, con risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020. Si tratta di azioni che rientrano tra quelle previste dal Piano Energetico Ambientale Regionale e si inseriscono nella più ampia strategia energetica della Regione che punta modernizzare il sistema, passando da un modello centralizzato a uno regionale, distribuito, integrato, interconnesso e, soprattutto, sostenibile.

«Quando abbiamo deciso di coinvolgere in questa strategia le due Università sarde, lo abbiamo fatto perché sono i poli della ricerca in Sardegna e sono il veicolo migliore per divulgare una nuova cultura dell’energia – afferma l’assessore Maria Grazia Piras -. Grazie ai due progetti finanziati, gli atenei dell’isola diventeranno un luogo di buona pratica, oltre che di interesse da parte di altri ricercatori. Luoghi dove soprattutto i giovani potranno essere sensibilizzati su un tema che costituisce uno dei punti forti del PEARS, cioè l’efficienza e il risparmio energetico. Con l’implementazione dei progetti, i sistemi energetici dei due poli universitari saranno trasformati in una configurazione integrata e intelligente. Oltre ai vantaggi ambientali ed economici, ciò consentirà di sviluppare nuove attività di ricerca, approfondire l’uso di nuove tecnologie e integrare il sistema con la mobilità elettrica. Stiamo investendo risorse importanti per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici pubblici, e i progetti delle due Università rientrano in quest’ottica. Gli obiettivi sono molteplici: risparmiare sui costi, migliorare la qualità del servizio energetico e ridurre le emissioni climalteranti.» 
I programmi presentati dai due poli universitari consistono nella realizzazione di smart grid a servizio del Campus di Monserrato e del Polo di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari e dei Poli di Agraria, Monserrato, Bionaturalistico Piandanna e Giuridico dell’Università di Sassari. L’ateneo cagliaritano ha proposto la realizzazione della smart grid attraverso interventi di tipo infrastrutturale che prevedono l’utilizzo di un sistema di cogenerazione alimentato con gas naturale, per la copertura dei consumi elettrici e termici di base nel periodo invernale, e l’installazione di impianti fotovoltaici per il resto dei consumi. Si tratta, quindi, di un progetto che integra la gestione di fonti rinnovabili non programmabili, come il fotovoltaico, con fonti non rinnovabili a basso livello di emissioni, quali il gas. Il tutto sarà integrato con la mobilità elettrica attraverso la sperimentazione nel settore della e-mobility: una flotta di veicoli elettrici da destinare al car sharing e car pooling grazie ai quali i docenti e il personale amministrativo potranno raggiungere il campus partendo dalle proprie abitazioni. L’Università di Sassari, invece, realizzerà una smart grid, per ciascuno dei poli più energivori dell’ateneo, dotata di impianti di produzione fotovoltaica e di storage che consentiranno di minimizzare gli assorbimenti di energia da rete e di innalzare il livello di autosufficienza energetica del singolo polo. Inoltre, nel polo di Monserrato è prevista la realizzazione di un impianto ad alta concentrazione fotovoltaica che produrrà energia elettrica e termica per integrare l’attuale centrale termica dell’Ospedale Veterinario, sia per la climatizzazione invernale che per quella estiva. Infine, anche nella proposta dell’Università di Sassari, è previsto un intervento per promuovere la mobilità elettrica grazie all’installazione di stazioni di ricarica e al car sharing con veicoli elettrici.

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Esito Referendum popolare consultivo su insularità

«L’Ufficio del Referendum, nella sua piena autonomia, ha assunto una decisione per la quale esprimo il massimo rispetto. Al di là delle questioni tecnico-giuridiche affrontate dall’Ufficio, ritengo comunque che non vengano meno le ragioni di merito su questo argomento per noi così importante.»
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, in riferimento alla non ammissibilità del referendum sull’insularità. «Decine di migliaia di cittadini sardi, con la loro partecipazione – aggiunge il presidente Pigliaru -, hanno mostrato chiaramente, infatti, la volontà di esprimersi sul tema dell’insularità inteso come svantaggio permanente per lo sviluppo della nostra regione. Qualunque sia l’esito finale del ricorso ora annunciato dal Comitato promotore, ritengo fondamentale portare avanti con decisione il percorso di riconoscimento dell’insularità con il pieno coinvolgimento dei cittadini sardi.»
«Questa Giunta ha lavorato fin da principio sulla questione insularità come fattore strutturale di svantaggio: dal dossier sui costi che ne derivano presentato al Governo italiano e dal quale è scaturito il Patto per la Sardegna con risorse per mitigare alcuni di quegli svantaggi, al costante lavoro fatto in questi anni con Baleari e Corsica per un’azione congiunta a favore delle isole periferiche, sino alla forte richiesta al Governo perché si attivi per ottenere dall’Unione Europea una concreta attuazione dell’articolo 174 del TFUE, richiesta che si affianca all’iniziativa dei Parlamentari sardi nell’ultima legge di stabilità nazionale. Per questo ogni proposta legittima che possa rafforzare l’azione comune per il raggiungimento dei nostri obiettivi – ha concluso il presidente della Regione – è non solo da auspicare ma da sostenere.»

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L’Ufficio regionale del Referendum della Presidenza ha deliberato in merito alla richiesta di referendum popolare regionale consultivo, recante il seguente quesito: «Volete voi che la Regione Autonoma della Sardegna intraprenda le iniziative istituzionali necessarie a richiedere allo Stato il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità mediante l’inserimento di detto principio nella Costituzione in coerenza con l’art. 174, terzo comma, del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea?» 

L’Ufficio regionale del Referendum della Presidenza, provveduto alla disamina della documentazione relativa, ha dichiarato illegittima la richiesta referendaria e la sua non ammissibilità.

L’illegittimità deriva dal fatto che tale richiesta non rientra in nessuna delle categorie delineate nell’art. 1 della L.r. n° 20 del 17 maggio 1957 e in particolare non rientra quanto stabilito nella lettera f): «Esprimere parere su questioni di particolare interesse sia regionale che locale».

Inoltre, l’Ufficio regionale del Referendum ha rilevato che l’iniziativa referendaria in esame, oltre a non essere contemplata dalla normativa regionale che disciplina la materia dei referendum popolari regionali, appare rivolta a modificare la Carta costituzionale – anziché lo Statuto speciale – preludendo così al determinarsi di sviluppi relativi all’autonomia della Regione Sardegna che eccedono i limiti costituzionalmente previsti.

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Sedici consiglieri del centrosinistra hanno presentato una mozione consiliare (primo firmatario Roberto Desini, del Partito dei Sardi), con la quale chiedono4p0 la revoca dei contributi regionali destinati al Coni, fino a quando non sarà data piena attuazione alla legge approvata, lo scorso 3 agosto dal Consiglio, per garantire l’abbattimento dei costi per le trasferte sportive nelle isole della Maddalena e Carloforte.

«Una situazione paradossale – ha attaccato Roberto Desini – che vanifica i recenti sforzi dell’assemblea sarda per risolvere un serio problema che penalizza società e atleti costrette a sostenere i costi del trasporto marittimo per raggiungere La Maddalena e Carloforte.»

«La vicenda – ha aggiunto il consigliere Pds, Piermario Manca – è l’esempio calzante di come la burocrazia rappresenti, in molti casi, un vero e proprio ostacolo all’attuazione delle misure e dei sostegni individuati dal legislatore sardo. Oggi lo fa il Coni nello sport ma è una pratica diffusa in enti ed agenzie regionali.»

Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni del capogruppo del Partito dei Sardi, Gianfranco Congiu («ci sentiamo defraudati  per il mondo col quale sono pregiudicati i diritti degli sportivi») che ha auspicato la discussione della mozione, nel Consiglio regionale, in tempi compatibilmente brevi.