27 November, 2024
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L’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna si è riunita sabato a Cagliari alla presenza del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria. Tutte le componenti dell’UdP, compresa la rappresentanza del ministero della Salute, hanno fatto il punto sul piano di eradicazione e sullo stato della malattia nei diversi territori dell’Isola.

Il presidente Pigliaru ha ricordato, ringraziando le donne e gli uomini impegnati ogni giorno sul campo, l’enorme sforzo che sta facendo la Regione per vincere questa battaglia di civiltà che ha un enorme valore economico e simbolico. Un impegno annunciato già dai primi giorni della legislatura e che, nonostante alcuni momenti difficili, sta iniziando a dare dei risultati anche sul piano culturale, dove la mentalità sta pian piano cambiando facendo intravedere la possibilità di un futuro di nuovo sviluppo economico, soprattutto per le aree interne della Sardegna. Francesco Pigliaru ha spiegato inoltre che la Regione si sta impegnando a tutto campo coinvolgendo i soggetti, compreso il governo nazionale, che a vario titolo possono garantire un sostegno per l’eradicazione della malattia. Uno degli ultimi passaggi c’è stato proprio la settimana scorsa a Nuoro, quando il presidente Pigliaru ne ha parlato direttamente con il ministro dell’Interno, Marco Minniti.

L’impegno messo in campo dalla Regione Sardegna nella lotta alla PSA è stato apprezzato e riconosciuto dalla componente ministeriale dell’UdP guidata dal direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del ministero della Salute, Silvio Borrello. Il team giunto da Roma ha evidenziato il forte sostegno politico impresso dalla Giunta Pigliaru nella lotta alla malattia, invitando tutti a proseguire con il piano di eradicazione.

Se nel 2013, stagione in cui vi fu l’ultima grande ondata di PSA fra i suini domestici, si erano contatti in Sardegna 109 focolai nel 2017 si è scesi a 17, mentre quest’anno si è registrato un focolaio ad Aritzo. Dei 17 casi segnalati la scorsa stagione ben 12 si erano verificati nella vecchia provincia di Nuoro, 2 in Ogliastra, 2 a Cagliari e 1 nella provincia di Olbia-Tempio. A seguito delle attività intraprese a partire dal 2015, con le campagne di regolarizzazione ed emersione dall’illegale per gli allevatori e con i depopolamenti dei suini al pascolo brado non censiti, la situazione epidemiologica della PSA è sensibilmente migliorata sia negli allevamenti suini domestici e sia nei cinghiali.

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L’assessore dell’Urbanistica del comune di Carbonia Luca Caschili.

Martedì 30 gennaio, nella sala polifunzionale del comune di Carbonia, si terrà il primo incontro di progettazione partecipata, organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, per affrontare tutti i temi legati al bando regionale denominato “Programmi integrati di Riordino Urbano”. L’appuntamento, aperto a tutti, si propone di impostare e condividere una strategia territoriale ed urbana complessiva, a partire da un’azione progettuale di riqualificazione di una vasta area della città di Carbonia.

Il dibattito è stato promosso in particolar modo dall’assessore dell’Urbanistica Luca Caschili, di concerto con i componenti della seconda commissione consiliare permanente, presieduta da Marco Serafini. Saranno presenti cittadini, imprese, tecnici del territorio, assessori, consiglieri comunali e il gruppo tecnico formato dal comune di Carbonia e dall’Università degli studi di Cagliari.

Giovedì 1 febbraio, alle ore 18.00, sempre nella sala polifunzionale, si terrà un secondo incontro, intitolato “Restituzioni progettuali e conclusione del processo partecipativo”.

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Quando 40 anni fa con la Legge Basaglia furono chiusi i manicomi, si dette un grosso smacco alla psichiatria nazionale ed internazionale.

Senza entrare nel merito di quelle che sono state poi anche le derive stesse della Legge Basaglia, essa ha rappresentato con grossa evidenza un momento storico.

Non a caso la ricordiamo come una delle più importanti Leggi emanate nel nostro Paese e – consci di una portata che è andata ben oltre – come un fatto epocale in sé.

Rappresentò, infatti, una svolta non solo riguardo la chiusura stessa dei manicomi ma anche sul fronte della percezione e del sentire da parte del Governo e della Popolazione intera.

Da quel momento in poi, infatti, si assistette alla presa di coscienza di come la reclusione, la permanenza anche per tutta la vita all’interno di un manicomio e la stessa fatiscenza di quelle strutture rappresentassero uno dei crimini contro l’Umanità più efferati; tanto da essere spesso equiparati a campi lager, anche per la tipologia di percorsi terapeutici posti in atto.

Con la Legge Basaglia si modificò, dunque, la visione dell’Uomo e della Donna. Elevati dal rango di animali e bestie – com’erano stati concepiti da chi li aveva relegati in tali strutture – rappresentarono il simbolo evidente della stangata inferta al sistema psichiatrico e a tutto il sistema di potere ad esso connesso.

Ma ovviamente, quando parliamo di psichiatria, non ci riferiamo ad un’entità astratta né ad una forza minore facile da contrastare: stiamo relazionandoci con una Organizzazione mondiale fortissima, collegata ai signori della guerra e delle droghe. Tra guerra, droghe e psicofarmaci ci stiamo battendo contro una delle più grandi potenze mondiali, tra le quali il nesso strettissimo appare anche oggi più che evidente.

Una organizzazione così potente ha, quindi, trovato il modo di elaborare nuove strade e percorsi.

E da quel momento in poi, infatti, una serie di altre efferatezze sono state strategicamente progettate e opportunamente mascherate: la psichiatria, nel corso dei decenni, si è evoluta anche dal punto di vista del marketing. Ed ha trovato nuove forme per affermare se stessa.

Mentre, forte dell’ignoranza post bellica, abbiamo avuto per anni una psichiatria palese – elettroshock, docce fredde, ecc. – con l’evoluzione politica mondiale, l’emancipazione delle donne e gli esiti di grandi battaglie civili, la stessa psichiatria ha dovuto adattare le sue campagne e la sua strategia alla nuova realtà; per raggiungere un sempre più vasto bacino di utenza, nell’ambito di un panorama sociale mutato.

Cosa è avvenuto, dunque?

Di fatto, chiusi i manicomi, abbiamo aperto i nuovi manicomi.

I manicomi, oggi, si chiamano puntura depot, case famiglia, case ad alto contenimento, lager per anziani, SPDC dei reparti d’ospedale, piani terapeutici, abuso sessuale su pazienti detenuti, psicofarmaci ai detenuti o ai ragazzi in casa famiglia senza alcuna prescrizione, allontanamenti familiari ingiusti, diagnosi ingiustificate, Legge 170, i TSO agli adulti e ai bambini.

E, se per 40 anni abbiamo applaudito la chiusura dei manicomi, sono ormai 20 anni che osserviamo un fiorire costante della psichiatria attraverso mille rivoli, non ultimo quello della scuola e delle numerose diagnosi che, per affermare se stesse, hanno bisogno di essere addirittura sancite per legge.

Ogni volta che riportiamo a casa un bambino, noi stiamo chiudendo un manicomio. Ogni volta che togliamo ad un ragazzo una puntura depot, noi stiamo chiudendo un manicomio. Ogni volta che avviamo un processo di dismissione degli psicofarmaci, noi stiamo chiudendo un manicomio. Ogni volta che ne salviamo uno, noi stiamo chiudendo un manicomio: i nuovi manicomi.

E ogni volta che questo accade, noi dobbiamo alzarci in piedi e plaudire allo stesso modo in cui, a suo tempo, abbiamo gioito per la chiusura dei manicomi.

(Tratto dal contributo della prof.ssa Vincenza Palmieri – Fondatrice e Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare – al convegno “Bambini allo sbaraglio, Bambini bersaglio” – Pordenone, 27 gennaio 2018)

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La Sulcispes ha concluso la “regular season” del campionato di serie D con una vittoria di carattere in casa dell’Asd Astro. Avanti nel primo quarto (19 a 1a), i biancoblu hanno avuto una flessione nel secondo quarto (26 a 15 per l’Astro) e sono andati al riposo sotto di 6 lunghezze: 40 a 34. La svolta decisiva è arrivata nel terzo quarto, dominato da Rasset e compagni, con un parziale di 31 a 17 che ha consentito il sorpasso al 30′, con un vantaggio di 8 lunghezze, 65 a 57, amministrata con sicurezza nell’ultimo quarto, chiuso in parità, 19 a 19, per il definitivo 84 a 76.

«È stata una partita combattuta da entrambe le squadre, nonostante non fosse fondamentale ai fini del risultato finale, poiché, sia noi che l’Astro, eravamo già qualificati e quindi già alla seconda fase con le prime quattro del girone nord – ha commentato il dirigente Francesco Diana -. I nostri ragazzi hanno disputato un’ottima prestazione di squadra, e non era sicuramente facile perché dall’altra parte abbiamo trovato un avversario mai arrendevole.»

Francesco Diana pensa già alla prossima sfida. «Questa è una vittoria che non può farci che bene, sia per il morale che per l’autostima. Ci prepariamo con entusiasmo alla seconda fase che inizierà l’11 febbraio, sperando di affrontarla con questa mentalità.»

Ora il calendario prevede una pausa di due settimane, alla quale seguirà la poule A, dalla quale scaturirà la griglia dei playoff.

Astro – Sulcispes 76 a 84

Punteggi parziali: 14 a 19, 26 a 15, 17 a 31, 19 a 19.

Astro: Uras, Farci 16, Tola, Atzei 8, Mennella 1, Pilia 18, Pani 28, Biggio 3, Cocco 2, Marini. All. Tonio Canalis.

Sulcispes: Cera, Borghero 10, Rasset 26, Pintus 9, Aralossi 6, Piras 12, Basciu, Peloso 4, Ingrande, Cavassa 17, Era. All. Paolo Massidda.

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Domenica con il fiocco azzurro al pronto soccorso del Santissima Annunziata di Sassari. Questa mattina, infatti, una giovane mamma ha dato alla luce un bellissimo maschietto nella struttura di viale Italia. Un evento felice quanto inusuale per il pronto soccorso sassarese che, normalmente, vede arrivare pazienti con ben altre patologie. Ad occuparsi di questi casi, è solitamente il pronto soccorso di Ginecologia edostetricia di viale San Pietro.

Questa mattina, però, a trovarsi di fronte a una mamma che stava per partorire è stato il personale della struttura di emergenza-urgenza del Santissima Annunziata. Qui la partoriente, trasportata in auto da un’amica, è stata subito presa in carico dalle dottoresse presenti nella struttura, Alessandra Gabrieli e Federica Cocco, coadiuvate anche dalla dottoressa dell’Obi (osservazione breve intensiva), Mariella Mele.

Alle 8,50 circa è nato il piccolo maschietto che, insieme alla mamma, è stato subito assistito dall’ostetrica della clinica di Ginecologia e ostetricia, allertata poco prima dal pronto soccorso. Adesso mamma e piccolo sono ricoverati nella clinica di viale San Pietro e, hanno fatto sapere i medici, stanno bene.

La giovane mamma, di un paese della provincia di Sassari, è arrivata in città accompagnata in auto da un’amica. La donna che era alla guida della vettura, considerata la delicata situazione dei due passeggeri che trasportava, all’altezza delle gallerie all’ingresso di Sassari ha chiamato il 118 che le ha consigliato di fermarsi perché, di lì a breve, sarebbe arrivata un’ambulanza. La donna, però, visto l’imminente parto della passeggera ha deciso di proseguire e, una volta entrata in città, ha seguito le indicazioni stradali sino all’ingresso del pronto soccorso più vicino, quello del Santissima Annunziata. Dove, poco prima delle 9.00 del mattino, è nato il piccolo bebè.

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Si è concluso alle 21.30 di ieri l’intervento da parte dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna di soccorso ad un escursionista in località Monti Mannu, nei pressi della Cantina Ferraris, nel territorio comunale di Villacidro.

L’uomo, P.R. di 53 anni, era impegnato in un’escursione guidata, quando nella fase di rientro si è procurato una sospetta frattura che ne ha pregiudicato la movimentazione. Raggiunto dai tecnici del turno di guardia attivo (ESA-Equipe di Soccorso Alpino) e da diverse altre unità provenienti dalle stazioni di Cagliari e del Medio Campidano allertate alle ore 18.20 dai carabinieri della locale stazione, all’infortunato è stato prima immobilizzato l’arto e poi è stato caricato su barella portantina per essere trasportato sino ai mezzi del Soccorso Alpino, in quanto le condizioni della viabilità non consentivano l’avvicinamento dell’ambulanza.

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Confartigianato Imprese Sardegna promuove “Hair ring”, un contest per giovani acconciatori under 25, che si svolgerà dal 16 al 19 marzo al Cosmoprof di Bologna, il più importante evento italiano dedicato al mondo del benessere.

Grazie a questa iniziativa, una vera e propria “vetrina” organizzata dalla Camera Italiana dell’Acconciatura e da Confartigianato Benessere, con altre associazioni di settore, anche i giovani professionisti sardi dell’hair style, potranno sfidarsi a  colpi di spazzole, lacca e colori in quattro postazioni ad hoc riservate ai giovani talenti.

«Continua l’attenzione di Confartigianato Sardegna per valorizzare i giovani artigiani attraverso ogni iniziativa che sia per loro un’opportunità – afferma Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – per le nuove generazioni di acconciatori sardi questa è un’occasione unica perché potranno mostrare le proprie capacità ad un vasto pubblico e alla presenza di specialisti di alto livello nel settoreInfatti – sottolinea Stefano Mameli – il Cosmoprof, è la più prestigiosa manifestazione del settore a livello internazionale e si pone l’obiettivo di creare un ponte tra le industrie e i professionisti al fine di innalzare la qualità dell’intera filiera.»

Da 50 anni, Cosmoprof Worldwide Bologna è l’osservatorio leader internazionale sulle tendenze legate al settore della cosmetica e del mondo beauty. Lo spazio espositivo di Cosmoprof copre l’intero quartiere fieristico di Bologna Fiere ed è dedicato ai diversi settori dell’industria cosmetica: Perfumery and Cosmetics, Natural Products, Packaging, Machinery, Contract Manufacturing and Raw Materials, Beauty and Spa, Hair and Nails. Numerosi espositori, visitatori e acquirenti provenienti da tutto il mondo, trasformano la fiera anno dopo anno, in un vero e proprio “hub” internazionale dove i professionisti e i decision makers  si incontrano per sviluppare il loro business.

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Sabato 27 gennaio 2018, a Portoscuso, è stata una giornata carica di ricordi, emozioni ed incontri per il 70° anniversario della scuola dell’infanzia paritaria parrocchiale “San Vincenzo”. La scuola, conosciuta e cara ai portoscusesi come l’asilo delle suore, è una realtà della parrocchia Vergine D’Itria, nella quale il parroco è il rappresentante legale.

Unitamente a tutto il personale della scuola, ai volontari e ai gruppi parrocchiali, si è messa in moto la “macchina” organizzativa, guidata dal parroco don Giulio Demontis.

La scuola dell’infanzia paritaria parrocchiale “San Vincenzo” è stata la prima scuola materna del paese che opera dagli anni ’40, voluta fortemente dall’allora parroco don Camillo Cincotti e sita in un luogo strategico del paese. E’ l’unica scuola cattolica presente a Portoscuso.

La giornata di festa è iniziata alle ore 10,00, con il discorso del parroco e della coordinatrice della scuola, la quale ha affermato che lo scopo della scuola materna è quello educativo e formativo per tutti i bambini di Portoscuso, teso a favorirne la crescita fisica, intellettuale, sociale, morale e religiosa, secondo i principi di una retta educazione umana e spirituale. La coordinatrice ha aggiunto che la scuola mantiene la concezione pedagogica e cristiana che la ispira, segue il documento legislativo “le indicazioni nazionali”  (ministero dell’Istruzione 2012). Alla fine degli interventi, è stato effettuato il taglio del nastro, seguito dall’inaugurazione della mostra fotografica denominata “70 anni insieme” che ripercorre tutta la vita di questa bella realtà. Per molti è stato un tuffo nel passato, rivedendo immagini dell’infanzia e ritrovandosi ancora una volta tra le mura della scuola.

Alle 16,00 l’incontro sul piazzale della scuola per la recita del Santo Rosario e la processione di San Vincenzo, accompagnato in prima fila dai bambini della “San Vincenzo”, dalle autorità e dalle associazioni operanti a Portoscuso, che ha percorso le vie cittadine. Al rientro nel salone scolastico, ha avuto inizio la solenne celebrazione eucaristica, presieduta da don Giulio che nell’omelia, oltre alla parola del giorno, ha esortato tutti a continuare a credere in questa realtà e ha tranquillizzato i presenti sostenendo che, nonostante le difficoltà, San Vincenzo, la Beata Caterina e Giuditta Cittadini continuano e continueranno a vegliare sulla scuola e a sostenere i piccoli alunni che l’hanno frequentata, che la frequentano e che la frequenteranno. Poi si è rivolto ai bambini, dicendo loro che sono la gioia, la speranza, il futuro delle nostre famiglie e della nostra comunità.

E’ stato importante anche l’intervento del sindaco Giorgio Alimonda che ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione, teso a continuare a sostenere questa istituzione scolastica,  in quanto non solo ha visto crescere e ha formato diverse generazioni, ma anche perché è un punto di riferimento per le famiglie.

Terminati i momenti religiosi, i protagonisti sono diventati i piccoli alunni che hanno arricchito la serata con una bellissima e commovente recita, bravi e forti hanno resistito fino alla fine al ritmo intenso della giornata ed alla presenza di una folla numerosa.

Altro momento commovente è stato quello riservato alle testimonianze degli ex dipendenti ed ex alunni che hanno fatto sognare tutti con la genuinità dei tempi passati, il lavoro delle colonie estive, i corsi di taglio e cucito… etc.

I festeggiamenti per il 70° anniversario dell’istituzione della scuola hanno rappresentato l’occasione per l’intera cittadina di ritrovarsi e stringersi attorno a un pezzo di storia di Portoscuso, perché la scuola è stata ed è tuttora uno spazio privilegiato di crescita e di fede per i bambini che la frequentano.

Gli organizzatori hanno rivolto un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato con la scuola, a tutti i genitori, al personale docente e non che nelle ultime settimane hanno contribuito per rendere la scuola più bella e colorata. E, infine, un ringraziamento particolare a don Giulio per il suo coraggio, la forza e la tenacia e a tutte le suore Vincenziane e orsoline di San Girolamo in Somasca che si sono succedute in questi anni e che hanno lavorato per il bene della scuola e di Portoscuso con zelo e piena dedizione.   

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Proseguono le opere di urbanizzazione primaria di Carbonia 2. Al fine di consentire il completamento dei lavori, da oggi, lunedì 29 gennaio, fino al 28 febbraio 2018, dalle 7.30 alle 18.00, è stato istituito il senso unico alternato e il divieto di sosta, in entrambi i lati, in via delle Begonie, in località Sa Perda Bianca. Una misura opportuna in grado di garantire la sicurezza stradale, preservando l’incolumità dei cittadini e delle maestranze.
«Stiamo realizzando una serie di interventi che i cittadini della zona attendevano da tanti anni – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici Gian Luca Lai -. Contiamo di concludere i lavori nei tempi previsti, ovvero entro la fine del mese di maggio 2018.»

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Mancano poche ore alla scadenza dei termini per la presentazione delle liste e dei candidati nei collegi plurinominali e uninominali di Camera e Senato e un po’ tutti i partiti sono ancora alle prese con gli ultimi dubbi sulle scelte da fare in vista delle elezioni Politiche del 4 marzo prossimo. Solo CasaPound ha ufficializzato le proprie liste ieri (domani pubblicheremo tute le liste). A fronte di tanti dubbi, ci sono già tante certezze, quelle che riguardano i nomi dei deputati e dei senatori uscenti che non saranno ricandidati.

Il Sulcis Iglesiente nella legislatura appena conclusa aveva tre deputati: Francesco Sanna ed Emanuele Cani del Partito democratico, Mauro Pili del gruppo misto (eletto cinque anni fa per la seconda legislatura consecutiva nel collegio circoscrizionale della provincia di Carbonia Iglesias con Il Popolo della Libertà). Dei tre, Francesco Sanna è l’unico che verrà ricandidato, al secondo posto, dietro un’altra uscente, Romina Mura, nel collegio plurinominale Sardegna 1 (Cagliari – Oristano) della Camera dei deputati. Il Partito democratico non ricandiderà Emanuele Cani (cinque anni fa eletto come capolista) e non sarà della partita Mauro Pili. L’ex presidente della Regione nel corso della legislatura ha lasciato il gruppo del Popolo della Libertà (ritornato Forza Italia) ed ha guidato il suo movimento civico Unidos, schierandosi nel gruppo misto. Nei giorni scorsi era emersa l’ipotesi di una sua candidatura nelle liste della Lega di Matteo Salvini, che in Sardegna ha stretto un’alleanza con il Partito Sardo d’Azione, ma ieri sera è stato il diretto interessato a mettere a tacere tutte le voci e a porre fine ufficialmente alla sua esperienza da parlamentare, con un lungo post pubblicato nel blog unidos.io e nei suoi profili facebook, che pubblichiamo integralmente.

Cercherò di dirvi ciò che devo con la semplicità e la sincerità che vi sono dovute.

Queste parole le rivolgo a Voi, amiche e amici, a Voi che avete sopportato con me momenti difficili e gioito per quelli più entusiasmanti.

Tante gioie e infinite amarezze, sempre affrontate, però, con il rigore di chi si è battuto a testa alta e schiena dritta per una giusta causa.

Siamo stati per questo contrastati e combattuti, mai amati dai poteri forti, ostacolati dalla partitocrazia dei potenti, perseguiti da invidie e gelosie da bassa lega.

Abbiamo resistito e non ci siamo fermati. Abbiamo conosciuto il dolore dei tradimenti, di coloro che ci hanno colpito alle spalle, per un tozzo di potere o una manciata di denari.
Incuranti siamo andati avanti, anche quando la voce sibillina esortava a lasciar perdere.

A Voi che quotidianamente mi avete esortato a non fermarmi, vorrei dirvi, però, con lealtà: lascio Roma, ma non lascio la mia terra, non abbandono il mio e il nostro sogno di libertà per il Popolo Sardo. Ritorno per strada, per costruire se ne avrò la forza e il sostegno il riscatto della nostra terra.
A chi mi ha esortato a resistere, a riproporre la mia candidatura alle elezioni politiche, sento il dovere di rivolgere un pensiero di gratitudine per la sincera stima che mi avete voluto riservare.

Con altrettanta fraterna amicizia, però, vorrei ricordare ad ognuno che per me la politica non è mai stata compravendita, non è mai stata appartenenza ideologica, non è mai stata carrierismo e mai sarà sottomissione ai potenti o ai potentati di turno. Prima di tutto è stata ed è dignità politica e umana, onestà intellettuale, rigore morale e coerenza!

Ho iniziato la mia esperienza politica a 22 anni con la mia lista civica, contro i potenti di allora, nella profonda e sincera terra dei miei amici minatori. Sapevo sin da allora quanto sarebbe stato ardito abbattere il muro della partitocrazia e del potere costituito. La storia ha detto altro. Della mia città ne sono diventato Sindaco a 26 anni quando nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato, contro destra e sinistra. Non per merito mio, certo, ma del coraggio di cambiamento di quella mia comunità. Cercai di ricambiare quella immeritata fiducia, ma non ci riuscii come avrei voluto. I miei concittadini mi riconfermarono a gran voce, anche allora immeritatamente. Premiarono il mio metterci il cuore, la passione in quel che facevo.

Tanto di più avrei voluto e dovuto fare.

Le vicende della vita e le battaglie civiche mi catapultarono a 32 anni alla Presidenza della Regione. Mi tremavano le vene dei polsi. Accettai l’ardita proposta, sotto la spinta di uno slancio giovanile irruento e incosciente.

In pubblica piazza rivolgendomi ad una distesa infinita di cittadini, però, dissi: non chiedetemi di essere un Presidente di destra o di sinistra, chiedetemi di essere il Presidente di tutti i Sardi.

Fu record assoluto di preferenze. Tante speranze e tante aspettative. Che andarono subito deluse. I carnefici erano dentro casa, potentati e faccendieri, preferirono fermare sul nascere quel sogno di cambiamento.

Resistetti, anche allora.

Dopo due anni di abusivo governo il Consiglio Regionale ripristinò la legalità democratica riassegnandomi la Presidenza della Regione. Fu un calvario, ma rivendico quell’esperienza come una delle mie più entusiasmanti e incisive azioni di governo. In quei 20 mesi feci carte false per rimettere in moto la mia terra. Ci fu in lungo e in largo un pullulare di cantieri, di opere, le campagne ripresero ad avere l’acqua grazie ad opere ciclopiche realizzate lavorando per la prima volta giorno e notte, l’agricoltura ripartì, il turismo segno l’inversione di marcia con l’arrivo dei low cost e della continuità territoriale, l’occupazione in due anni balzò di 6 punti in percentuale e il Pil della regione doppiò quello della crescita italiana. Da Regione ultima nella spesa europea balzammo al primo posto, partì la svolta innovativa dell’Egoverment. Le industrie ebbero energia a basso costo, si fecero le prime grandi azioni di bonifica ambientale.
Un anno prima del voto i franchi tiratori e gli ascari di palazzo fecero il resto.

Quell’esperienza fu segnata in modo indelebile da una legge elettorale che non prevedeva l’elezione diretta del Presidente ma solo un’indicazione degli elettori. Ai potentati poco interessava che i sardi mi avessero tributato il più alto numero di preferenze della storia!

Arrivò il Parlamento, nel 2006!

Lo dissi a chiare lettere: vado a rappresentare la Sardegna. Furono migliaia i miei voti contrari alle indicazioni di partito, in difesa della mia terra. Attaccai frontalmente ministri e discepoli del potere trasversale. Feci saltare operazioni, conquistai norme essenziali per il futuro dell’isola.

Toccavo con mano l’ostilità nei miei confronti e delle mie battaglie. Gli ascari agivano nel silenzio. Ne ho respinto gli assalti, reiteratamente. Le energie, già poche per difendere la Sardegna, però, si dilapidavano respingendo gli agguati di palazzo.

Non vi era più molto tempo da perdere.

Per me sarebbe stato facile continuare ad essere capolista e rieletto per altri vent’anni. Troppo comodo e da ignavi. Ho alzato l’asticella, non promesse, ma decisioni!

Ho esortato ad alta voce e in pubblica piazza: vi do sei mesi per approvare il decreto per il riequilibrio insulare e revocare la convenzione con la Tirrenia. Dopo sei me ne vado per combattervi a viso aperto!

Lasciai, con amarezza! Ma senza rassegnazione.

Ecco, da allora ad oggi sono passati 4 anni. Ne ho patito di ogni colore, in silenzio, dinanzi a chi vedeva dietro quella mia decisione un interesse nascosto! Beata stoltezza. Ho ignorato con sommesso sforzo coloro che con la grazia da elefantiaci lepidotteri gettavano discredito e dubbi sulla mia e nostra azione politica. Del resto ognuno nella sua vita sceglie il terreno che meglio gli si addice.

Ho combattuto in parlamento a viso aperto. Da solo! Senza un bicchiere d’acqua di conforto. Ho patito l’isolamento politico e umano, che ho sopportato e superato solo per la convinzione della causa della mia terra.

Di certo anche un infante avrebbe compreso che quelle battaglie non erano certo il dispiegamento di un tappeto rosso per la carriera!

Di quelle battaglie, ne ero e ne sono tuttora orgogliosamente convinto!

Dunque, non mi associo alle voci stridenti di coloro che si sentono rinnegati da Roma per chi sa quale causa! Del resto non avendo mai percepito parole di difesa per la Sardegna da parte di taluni escludo siano stati esclusi a causa di un improbabile patriottismo Sardo!

La differenza è sostanziale: io ho scelto di non esserci. L’ho scelto anni fa quando avevo tutto, quando avevo candidatura e carriera assicurata! Ho scelto di battermi per la mia terra senza secondi fini. Che piaccia o non piaccia ai miei vetusti o novelli detrattori!

Ho ascoltato con parsimonioso sorriso le perorazioni mercantili di chi offriva posti certi e candidature sicure. Ho sommessamente fatto notare ai tanti interlocutori che la Sardegna non è merce di scambio. Ho con cortesia spiegato che la Sardegna non è Italia.

Una terra violentata in lungo e in largo dallo Stato che la ripaga con mercimonio da quattro soldi, con una legge elettorale che ha cancellato le identità regionali già condizionate nel passato.

Del resto la colpa, però, è anche di chi confonde il voto con il tifo.

Queste sottospecie di leader che si susseguono in Sardegna sanno già che i sardi voteranno a prescindere da ciò che faranno, o molto più probabilmente non faranno, per la nostra terra.

Ci sono sardi che votano per tifo, una volta a destra, una volta a sinistra, una volta le stelle una volta la padania.
In molti si innamorano di pseudo leader! Di slogan plasmati ad hoc per il plasmare popolo!

Peccato che nessuno di questi, nessuno, abbia a cuore le sorti della Sardegna! Sono colonizzatori sottovuoto spinto che sbarcano in terra sarda a sbancare voti per poi usarli contro di noi.

Della Sardegna non sanno niente. Giungono nella nostra isola con la logica della toccatina al cesso. Quattro parole, quattro pacche e tutti contenti. Compresi quei quattro mercenari lasciati in libertà dalla buoncostume che si vendono al miglior offerente!

Povera terra nostra senza la coscienza di un Popolo che sa reagire.

Ed è inutile pensare che i candidati anagraficamente sardi faranno la differenza. Il servilismo sarà la regola, andranno a Roma a scaldare una poltrona, riposare le corde vocali, per non disturbare il padrone!

Sono elezioni contro la Sardegna! Contro le identità, contro la libertà del Popolo sardo.

Candidarsi per alcuni è mera retorica, esibizionismo da infantile carrierismo, compresi coloro che perseguono fantomatiche ammucchiate elettorali, promosse da taluni personaggi che hanno maldestramente insultato, offeso e osteggiato la nostra libera battaglia per la Sardegna!

Bene fanno i pastori della nostra terra a rigettare le schede! Si preparano alla guerra, per difendere i pascoli, il latte, il formaggio, la terra arsa dalla siccità!

Io personalmente sto con chi combatte! Sono con chi reagisce, con coloro che non si fanno condizionare dal mero tifo ideologico! Con chi non porta il cervello all’ammasso!

La nostra sfida deve essere alta. Serve un grande piano di resistenza del Popolo Sardo! Tanto chiunque vinca dovremo difenderci, con un piano d’attacco, economico, sociale e culturale!

Preferisco continuare a perseguire, come ho sempre fatto nella mia vita, ciò che appare impossibile, piuttosto che accettare la rassegnazione di un popolo destinato a restare sottomesso alle logiche di uno Stato vigliacco!

Torno per strada, dunque. Per reagire al servilismo, per contrastare il silenzio. Per continuare a costruire la via Sarda allo sviluppo.

Per questo motivo non partecipo a queste elezioni contro la Sardegna, ma sarò in piazza, in ogni piazza, della nostra terra per la più grande azione giudiziaria collettiva contro i poteri forti mai messa in campo nell’isola e non solo.

La class action contro Abbanoa sarà un’azione straordinaria che restituirà ai Sardi il coraggio di difendersi, di ribellarsi e di costruirsi da soli il proprio futuro. Del resto l’acqua è il primo elemento della vita. E da qui ripartiamo, per la libertà del Popolo Sardo.

Il nostro futuro non è nelle mani di un parlamentare che lascia, ma nella coscienza di un Popolo.

Io resto con voi, ma vorrei che ognuno di voi restasse con la Sardegna!