Illustrando la delibera, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha affermato che l’avvio dell’Areus «costituisce un passaggio fondamentale della riforma sanitaria che, nel settore dell’emergenza-urgenza, semplifica il sistema precedente (dove erano presenti 8 direzioni del 118, 4 a nord e 4 a sud) e delinea un modello leggero con forti relazioni con l’Ats e la capacità di svolgere al meglio la sua missione: trasporto di organi ed unità di sangue, gestione delle emergenze, elisoccorso». «La nuova azienda – ha aggiunto Luigi Arru – punterà molto sulla riqualificazione certificata del personale; utilizzando un finanziamento di 2.5 milioni sarà realizzato un ampio programma di formazione in collaborazione con le università sarde, le scuole di specializzazione e le associazioni scientifiche».
Per quanto riguarda l’elisoccorso, l’assessore ha annunciato che, entro la fine del mese, la commissione dovrebbe completare l’esame delle due offerte ammesse alla gara e proclamare il vincitore.
«Il nostro obiettivo – ha dichiarato inoltre Luigi Arru – è quello di affidare all’Areus gli interventi legati alle patologie che comportano un rischio di vita liberando le strutture di Pronto soccorso da un lavoro improprio che può essere svolto sul territorio: i dati ci dicono, infatti, che la maggioranza degli accessi alle strutture di Pronto è composta da codici bianchi e verdi, per cui bisogna potenziare la rete delle cure primarie e lo faremo anche attivando nuovi numeri di pronto intervento 116 e 117 (d’accordo con altri soggetti del sistema pubblico) per la presa in carico dei pazienti.»
L’assessore della Sanità ha fornito in fine alcune cifre per sottolineare che, al di là dei modelli di riferimento, la nuova Areus è stata configurata per rispondere con la massima efficienza ai bisogni di salute dei sardi. In Lombardia, ha ricordato Arru, il sistema di emergenza-urgenza costa circa 200 milioni l’anno (20 euro a cittadino) per operare su un territorio dove vivono 10 milioni di abitanti, mentre noi spenderemo complessivamente a regime 140 milioni l’anno con una popolazione di 1,6 milioni di abitanti. Se avessimo ragionato con i parametri della Lombardia, ha concluso, avremmo avuto a disposizione appena 30 milioni.
Nel dibattito successivo hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Augusto Cherchi del Pds, Luigi Ruggeri del Pd, Domenico Gallus del Psd’Az-La Base, Giorgio Oppi dell’Udc, Daniele Cocco di Art. 1 – Mdp, Emilio Usula (Misto-Rossomori).
Nella seconda parte della seduta, la commissione ha ascoltato le relazioni del direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano, dei responsabili dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari (Graziella Pintus) e delle aziende ospedaliere-universitarie di Cagliari (Giorgio Sorrentino) e Sassari (Antonio D’Urso) sullo stato di attuazione della riforma.
Nel primo intervento, il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano ha annunciato che dal 1°febbraio prossimo l’azienda sarà operativa in tutte le sue strutture, al termine di un accurato lavorato con cui sono stati predisposti i profili professionali delle 60-70 figure di vertice.
Sempre in materia di personale, il Dg dell’Ats ha affermato che «il fabbisogno complessivo è di circa 17.000 unità delle quali 15.000 in ruolo ed altre 1.000 circa con contratti a tempo determinato o altre forme di collaborazione per cui, al di là dei percorsi di stabilizzazione e di scorrimento delle graduatorie, occorrerà fare concorsi: per questo attendiamo le linee-guida della Giunta dopo le modifiche dell’atto aziendale approvate dal Consiglio regionale».
Soffermandosi sul problema della gare, Fulvio Moirano ha smentito la tesi secondo la quale “prima era tutto regolare nelle 8 Asl mentre ora le cose non funzionano. Non è così: ci sono state azioni della Magistratura, ed alcune sono ancora in corso, proprio perché non si facevano gare, noi ne abbiamo già fatte più di 100 ed è un settore dove ci sono notevolissimi margini di miglioramento”.
Altro risultato importante, ha proseguito il direttore generale, riguarda la spesa farmaceutica: «La Sardegna è uscita dalla zona retrocessione ed è sempre più vicina alla media nazionale ed anche in questa voce di spesa ci sono ulteriori margini di miglioramento».
Al termine della relazione del responsabile dell’Ats sono intervenuti i responsabili delle altre aziende sarde che hanno sottolineato elementi particolari delle rispettive realtà ma anche problematiche comuni, come quella dell’età media molto avanzata del personale che, a partire dal 2019, potrebbe determinare “vuoti” di organico in alcune aree.
A causa del protrarsi dei lavori, la commissione ha deciso per domattina alle 9.30 un secondo “giro” di confronto con i responsabili delle aziende, per dare modo ai commissari di formulare domande generali e specifiche sui vari aspetti attuativi delle riforma.