26 November, 2024
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Si è svolto oggi a Villa Devoto, il secondo incontro operativo per l’individuazione degli strumenti che daranno attuazione al programma LavoRas. Alla riunione, guidata dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, hanno preso parte gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci, insieme ai dirigenti dell’Agenzia del Lavoro, di Aspal e ai tecnici di Presidenza e assessorati. Nei lavori della mattinata si sono valutati i dettagli e le modalità con cui verrà attuato l’intervento straordinario sul lavoro, in vista degli incontri con le parti sociali e con i rappresentanti delle autonomie locali che sono già convocati, all’interno della cabina di regia della programmazione unitaria, per il prossimo lunedì 15 gennaio.
«Procediamo con determinazione e impegno per combattere la disoccupazione a tutti i livelli – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -, ma dobbiamo e vogliamo riservare un’azione ancora maggiore nell’affrontare quella giovanile, perché un giovane disoccupato rappresenta un rischio per il futuro dell’intera regione. Ecco perché è fondamentale disegnare politiche efficaci in questa direzione: i nostri giovani sono risorse, verso le quali siamo pronti ad investire sempre di più, stimolando l’interesse delle aziende ad assumere e l’autoimpiego. In parallelo si sono valutate le tipologie di cantiere immediatamente attivabili ed i criteri di accesso, soprattutto per i disoccupati di lunga durata.»
«Sui cantieri, infatti, – ha concluso il presidente Pigliaru – saranno messi a correre da subito 35 milioni di euro resi disponibili nell’ambito del Fondo di Sviluppo e Coesione in capo alla Presidenza.» 
La prossima riunione interna riservata a LavoRas, su cui si procede a ritmi serrati, è fissata per venerdì 19 gennaio.

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«Trovarci a dover esprimere solidarietà al sindaco Gariazzo per una seconda volta e a distanza di pochi giorni ci dà, se possibile in modo ancor più chiaro, la misura di quanto intimidazioni e minacce ai nostri amministratori locali siano diventate una pratica tristemente abituale. Non lo accettiamo e non lo accetteremo mai.»
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha condannato così il nuovo gesto intimidatorio subito ieri dal sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo.
«Come avevo annunciato, affronteremo la questione qui con il ministro Marco Minniti, che incontrerò giovedì a Nuoro insieme ai prefetti sardi, al presidente del Consiglio Gianfranco Ganau e ai rappresentanti delle istituzioni nei territori, che ogni giorno si trovano a dover fronteggiare pericoli e pressioni indegne. Gli amministratori locali sono persone serie che mettono lavoro e impegno a servizio delle loro comunità e di certo non si lasciano intimidire né condizionare nelle scelte da gesti tanto vigliacchi, i cui autori – conclude il presidente Francesco Pigliaru – auspico siano isolati e presto assicurati alla giustizia.»

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Gli aumenti di capienza sulle rotte aeree in continuità territoriale, durante le festività di Natale da Cagliari per Roma e Milano e sulla Alghero-Milano, hanno raggiunto l’83,6% rispetto alle disponibilità ordinarie. Nel periodo dal 20 dicembre al 9 gennaio scorsi, per i collegamenti da e per l’isola, Alitalia ha messo in vendita 130.020 posti, ovvero 59.184 in più dei 70.836 stabiliti dalle norme di imposizione degli oneri di servizio. Specificamente sulla rotta Alghero-Linate-Alghero è stato registrato un aumento pari al 163%, corrispondente a 9.530 posti aggiuntivi; sulla Cagliari-Roma-Cagliari si è arrivati al 45% di poltrone in più pari a 18.954 posti in aumento; sul collegamento per Linate sempre da Cagliari l’incremento ha sfiorato il 135%, con 30.700 posti in più.
Il massimo dell’aumento è stato rilevato il 3 e il 6 gennaio scorsi sulla Alghero-Linate-Alghero con il 307% di posti in più, ossia 1.044 poltrone vendute rispetto alle 256 previste dal decreto. Il 23 dicembre, il 2 e il 7 gennaio, sulla Cagliari-Linate-Cagliari è stato superato il 200% di incrementi.
«Durante il periodo festivo appena trascorso da parte della Regione e delle compagnie è stato messo in campo un impegno notevole – ha detto l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu – tale da soddisfare una domanda sempre crescente rappresentata da migliaia di viaggiatori sardi e non solo. I numeri record degli aeroporti relativi al 2017 confermano questo trend positivo».

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La vertenza della Keller di Villacidro il 22 gennaio sarà al centro di un incontro al Mise, a Roma, al quale parteciperanno anche Regione e sindacati.
«Il nostro impegno per garantire il rilancio dello stabilimento Keller e la messa in sicurezza dei lavoratori non è mai venuto meno – dice l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Ricordo che anche grazie all’azione portata avanti in questi ultimi anni dalla Giunta e dall’Assessorato, è stata scongiurata la vendita frazionata dei beni della società. Ciò avrebbe decretato la chiusura definitiva della Keller e avrebbe fatto tramontare ogni ipotesi di riavvio produttivo. Se oggi c’è ancora una speranza di rilancio, con possibilità di trovare un nuovo investitore disposto a rilevare la fabbrica, lo si deve soprattutto al nostro lavoro. Negli ultimi tre anni, alcuni gruppi industriali si sono fatti avanti manifestando interesse ad acquisire la Keller, ma nonostante la Regione abbia messo a disposizione tutti gli strumenti, anche di natura finanziaria, per rendere ‘appetibile’ l’investimento, nessuna vera proposta di acquisto è stata mai avanzata. Ancora oggi l’attività di scouting è viva e sono in corso alcune interlocuzioni. Si tratta, sia chiaro, di un’operazione complessa e delicata. Noi crediamo che ci siano tutti i presupposti per un riavvio degli impianti e per una ricollocazione dei lavoratori, altamente specializzati nella realizzazione e nella manutenzione delle carrozze ferroviarie. Il prossimo incontro di Roma – conclude Maria Grazia Piras – sarà occasione per trovare nell’immediato soluzioni legate al sostegno al reddito per quei lavoratori che hanno perso o stanno per perdere gli ammortizzatori sociali.»

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Graziano Bullegas (Italia Nostra Sardegna) e Carmelo Spada (Wwf Sardegna) hanno preso posizione contro la realizzazione dell’impianto termodinamico solare di San Quirico a Oristano.

«Come abbiamo avuto modo di chiarire in questi anni, le nostre associazioni ritengono che l’impegno primario di tutti, in Sardegna, ma anche in Europa e nel mondo, debba essere concentrato sulla effettiva riduzione di tutte le emissioni nocive a livello globale – scrivono in una nota Graziano Bullegas e Carmelo Spada -. Con questo spirito abbiamo presentato osservazioni critiche al Piano Energetico e Ambientale Regionale Sardo (2015-2030) e su questi temi abbiamo basato la nostra politica ambientalista in Sardegna. Riteniamo quindi che il nostro sostegno debba rivolgersi ad una corretta politica incentivante delle energie rinnovabili (quella, per intenderci, che supporta la produzione diffusa e l’autoconsumo), mentre una forte e determinata azione di contrasto debba essere esercitata nei confronti della proliferazione di impianti industriali per la produzione di energia elettrica, che,oltre al rilevante impatto ambientale, determinano una indiscriminata distruzione di aree a vocazione agricola, conseguendo nello stesso tempo non significativi risultati in termini di riduzione di gas serra, inefficienze produttive e insostenibili costi economici e ambientali per le collettività a beneficio di interessi speculativi.»

«L’impianto di San Quirico, la cui VIA è stata recentemente approvata dalla Giunta regionale sarda in palese contrasto con le finalità espresse nel PEARS e con motivazioni contraddittorie rispetto a pronunciamenti per analoghi impianti – aggiungono Graziano Bullegas e Carmelo Spada -, appartiene a quest’ultima categoria per una serie di motivazioni:

• si tratta di un impianto industriale ubicato in aree agricole, oggetto di uno storico riordino fondiario da parte dell’ETFAS e ospitanti aziende modello e fattorie didattiche. L’ENEA, che ha dedicato studi alle Centrali termodinamiche proprio al tempo della Presidenza Rubbia, ha espressamente raccomandato nelle numerose pubblicazioni che per quanto concerne la loro ubicazione tali centrali dovessero mirare a “valorizzare terreni non altrimenti utilizzabili, come le aree desertiche, le aree industriali dismesse o le discariche esaurite” proprio a causa dei devastanti impatti ambientali indotti da tale tipologia di impianti. Per tali motivi le CSP in Spagna sono ubicate all’interno di vecchie cave dismesse o in zone improduttive, in California, Africa e Paesi Arabi sono collocate in pieno deserto. Non a caso il termodinamico solare è stato definito la “tecnologia del deserto”;

• il DPR 387/2003, spesso citato per giustificare l’ubicazione degli impianti FER nelle aree agricole, precisa che una tale opzione localizzativa “dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale”. E’ del tutto evidente invece che questo impianto risulta del tutto incompatibile con le attività agricole e di allevamento, come peraltro confermato dallo stesso prof. Rubbia in un recente articolo su un quotidiano regionale;

• gli impianti CSP in quanto idroesigenti sono causa di un eccessivo consumo di risorse idriche, quindi il conseguente notevole prelievo delle acque dal sottosuolo determina impoverimento delle falde, prosciugamento dei pozzi circostanti e messa in crisi delle attività agricole e zootecniche esistenti nel territorio circostante;

• considerata l’assenza di boschi e foreste in prossimità dell’impianto, non risulta credibile l’opzione “km zero” per l’approvvigionamento della biomassa. E’dunque presumibile che essa dovrà essere importata con trasporti su gomma da distanze notevoli, come avviene in impianti simili ubicati in altre località europee, con l’ovvia conseguenza di annullare i vantaggi in termini di economia di CO2;

• la Sardegna esporta circa il 33 % dell’energia elettrica prodotta, la produzione derivata da FER incide per il 36% rispetto al consumo energetico elettrico totale. Risulta del tutto evidente che la scarsa produzione dalla Centrale della San Quirico Solare Power oltre a non avere peso per il conseguimento degli obiettivi imposti dal burden sharing perché già ampiamente soddisfatti, risulta irrilevante ai fini della riduzione di CO2 in Sardegna, mentre alto è il prezzo pagato in termini di non sostenibilità ambientale.»

«Sono questi solo alcuni dei motivi che ci portano a sostenere le giuste rivendicazioni della comunità che lotta per impedire la realizzazione dell’impianto a San Quirico e a contrastare l’ubicazione nelle aree agricole della Sardegna di questi impianti, peraltro privi di futuro, destinati ad una rapida obsolescenza tecnologica, con irrisolti problemi di smaltimento dei rottami e impossibilità di ripristino dei luoghi. Alla luce di tali considerazioni, appare del tutto incomprensibile la decisione della Giunta regionale di approvare l‘impianto in sede di VIA, una decisione in aperto contrasto con i contenuti generali e le finalità stesse del Piano Energetico e Ambientale Sardo – che prevede la realizzazione di impianti CSP di piccola taglia – approvato solo qualche mese fa dalla stessa Giunta regionale.

In conclusione, le associazioni ambientaliste Italia Nostra e Wwf della Sardegna ribadiscono con rinnovata convinzione tutte le argomentazioni poste a fondamento delle Osservazioni, redatte in opposizione alla realizzazione delle CSP proposte per il Medio Campidano, e che sono state condivise dalla stessa Regione in sede di VIA Statale e fatte proprie dal Governo Gentiloni. Quest’ultimo, con delibera del 22 dicembre 2017, ha ritenuto inammissibile la realizzazione dell’impianto di Gonnosfanadiga – concludono Graziano Bullegas e Carmelo Spada -, sulla base dell’incontestabile principio che “la centrale solare termodinamica produrrebbe un elevato impatto sull’assetto paesaggistico e sulle modalità di utilizzo, anche economiche, dell’area che sarebbe in contrasto con le norme previste dal codice dei beni culturali, con la pianificazione territoriale regionale e locale, oltre che con le finalità della Strategia nazionale della biodiversità e con le politiche agricole dell’unione Europea”.»

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Il gruppo del Partito democratico  ha presentato una mozione in Consiglio regionale, prima firmataria Rossella Pinna, per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dei lavoratori della Keller di Villacidro, la fabbrica sorta negli anni ‘80 grazie ad importanti finanziamenti statali della ex legge sul Mezzogiorno – per la costruzione, manutenzione e ristrutturazione e allestimento, di carrozze e vagoni ferroviari, è oggetto di una mozione a firma della consigliera del Partito democratico Rossella Pinna e sottoscritta dal capogruppo Pietro Cocco e dal gruppo consiliare del Pd.

Da circa sette anni la Keller è seriamente interessata da un’inarrestabile crisi, culminata con la dichiarazione di fallimento della sezione civile del Tribunale di Cagliari il 12 novembre 2014, che ha prodotto, in un territorio già compromesso dalla fame di lavoro, un vero e proprio dramma sociale in quanto ha  privato oltre 400 lavoratori e le loro famiglie  della principale e spesso unica fonte di sostentamento.

Nonostante l’apertura del tavolo di crisi ed un’attenzione costante da parte della Giunta regionale, dei sindacati e delle forze politiche e istituzionali del territorio, a fronte di imprenditori interessati e dell’azione compiuta negli ultimi mesi dal Consorzio Industriale di Villacidro, che avvalendosi delle prerogative previste dalla legge, ha avviato le procedure per la riacquisizione della proprietà della fabbrica allo scopo di evitare la vendita per lotti da parte dei curatori fallimentari e, dunque, la dismissione definitiva dello stabilimento, l’ipotesi di soluzione concreta sembra non essere imminente.

A fronte dell’elevato grado di criticità raggiunto e malgrado l’impegno dei parlamentari sardi e degli assessori Virginia Mura e Maria Grazia Piras col viceministro Teresa Bellanova per ripristinare gli strumenti di protezione sociale, la situazione si è ulteriormente aggravata con la scadenza, avvenuta lo scorso 31 dicembre 2017, degli ammortizzatori sociali che ha gettato nella disperazione e nell’incertezza oltre 300 famiglie.

La mozione impegna il presidente della Giunta, l’assessore dell’Industria e l’assessore del Lavoro, innanzitutto, «a ripristinare la protezione sociale dei lavoratori, a ricercare una soluzione condivisa attraverso la ricerca in Italia ed all’estero di gruppi imprenditoriali qualificati in grado valorizzare, con un piano industriale serio e credibile, le potenzialità dello stabilimento ed infine a convocare, nel più breve tempo possibile, tutte le parti coinvolte ed attivare tutti i livelli istituzionali, compreso il governo centrale, affinché si facciano carico di un impegno straordinario per il rilancio dell’attività produttiva e il  riavvio della crescita del territorio del Medio Campidano».

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Un metro e mezzo di neve fresca all’Alpe Palù e tutti gli impianti aperti. Ma non solo. La Valmalenco ha una piacevole sorpresa per tutti coloro che non hanno voglia di ricominciare con la quotidianità dopo il weekend. Mercoledì e giovedì, tornare a sciare sui 60 km di piste del Palù, potrà costare solo 28 €, in base alle date che verranno decise di settimana in settimana ed annunciate alle biglietterie e sui social delle Funivie al Bernina e del Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco.

Magari, approfittando della promozione tanta neve e niente traffico con treni della neve: direttamente da Milano, tutti i giorni, un solo biglietto, tanta comodità e divertimento assicurato.

Se invece desiderate una vacanza tutta bianca per famiglie con bambini il Consorzio ha pensato a voi con l’offerta Valmalenco Super Family Week: un’esperienza indimenticabile sulle piste del Palù.

Ma in montagna non si viene solo a sciare. Tutto il territorio in questi giorni si presta per splendide passeggiate in paesaggi incantati e colmi di neve: il manto bianco è abbondante e ideale per camminate, ciaspolate e sci di fondo. Imperdibile la pista di fondo al Palù, come il percorso a piedi da San Giuseppe al lago Palù, ma non mancano altre proposte per gli amanti di ciaspole e scialpinismo.

Senza dimenticare domani a Lanzada l’affascinante gara di sci di fondo in notturna organizzata dalla Polisportiva Valmalenco. Uno dei tanti eventi segnalati nel programma invernale di Caspoggio, Chiesa in Valmalenco e Lanzada.

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Una “missione” Ecmo mobile, con il macchinario per ossigenare il sangue artificialmente, che ha consentito di prestare soccorso e trasportare a Sassari, nella Rianimazione del Santissima Annunziata, un paziente ricoverato all’ospedale di Lanusei con una gravissima forma di polmonite da influenza H1N1. Quindi un’operazione che ha permesso la nascita di due piccoli gemelli da una mamma, ricoverata a Sassari nella Rianimazione di viale San Pietro, con complicanze respiratorie dovute a sindrome influenzale.

Sono i due eventi eccezionali che oggi hanno visto impegnati i medici delle Rianimazioni dell’Aou sassarese.

Gli interventi sono stati presentati questo pomeriggio nella sede della direzione dell’Aou di Sassari in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orru, il direttore della Rianimazione universitaria Pier Paolo Terragni, il responsabile della Rianimazione dell’ospedale SS. Annunziata Luigi Solinas, il direttore di Cardiochirurgia Michele Portoghese, il coordinatore della Rianimazione del SS. Annunziata Alessandro Nasone, il tecnico perfusionista Gianni Faedda, quindi la responsabile dell’Anestesia Rianimazione dell’ospedale di Lanusei Assunta Marongiu e il dirigente medico dello stesso reparto Francesco Loddo.

La missione Ecmo mobile realizzata dall’equipe dell’Aou di Sassari, durata circa nove ore, è la prima effettuata in Sardegna all’esterno di un ospedale dove questa tecnica viene applicata di solito.

L’Ecmo, ‘extracorporeal membrane oxygenation‘ cioè l’ossigenazione extracorporea a membrana, è una tecnica di circolazione artificiale utilizzata in ambito di terapia intesiva per trattare pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento convenzionale e ventilatorio.

Le Rianimazioni dell’Aou di Sassari sono centro di riferimento regionale per l’insufficienza respiratoria acuta, Cres, e sono inserite nella rete nazionale “Respira”, specializzata nel trattamento delle insufficienze respiratorie acute severe.

«Questi sono eventi importanti – ha detto il direttore generale Antonio D’Urso – che dimostrano la capacità di dare risposte di grande valore. L’Aou può dimostrare e dimostra di avere grandi professionalità.»

Un intervento, quello svolto con l’Ecmo mobile, che mette in evidenza il concetto di rete e sinergia tra gli ospedali della regione. «Avere un riferimento regionale ci rende felici – ha detto Assunta Marongiu – ed è importante per la messa in rete di professionalità e tecnologie».

Il concetto di rete è stato messo in luce anche da Luigi Solinas che questa mattina ha guidato l’equipe che ha effettuato l’intervento. «Abbiamo messo insieme professionalità che già esistevano ed è stato realizzato un intervento eccezionale. Anche con il coordinamento di personale e di ospedali che sono distanti tra loro 240 km», ha detto.

Di rete tra Terapie intensive ha parlato invece Pierpaolo Terragni, ricorrdando che «Sassari fa parte di una rete di terapie intensive che gestiscono al meglio la complessita della gestione dell’insufficienza respiratoria. La nostra struttura è nelle condizioni di raggiungere i pazienti che non riescono ad essere centralizzati e metterli in Ecmo come è avvenuto oggi».

Ieri pomeriggio i medici dell’Anestesia e rianimazione dell’ospedale “Nostra Signora della Mercede” di Lanusei hanno contattato il centro di Sassari per il progressivo peggioramento di un paziente 50enne, ricoverato con una gravissima forma di polmonite da influenza H1N1.

I medici della Rianimazione di Sassari hanno fornito le prime indicazioni utili a prestare cure immediate e applicare una “rescue therapy”. Il quadro clinico del paziente, nonostante la terapia di salvataggio, ha richiesto l’intervento di ossigenazione artificiale Ecmo.

Da Sassari, intorno alle 19,30, si è messa in moto alla volta dell’ospedale Ogliastrino l’equipe di Sassari, formata da un anestesista, un cardiochirurgo, un perfusionista messo a disposizione della ditta Medical che da anni collabora con l’Aou per le assistenze cardiochirurgiche, e un infermiere specialista in area critica. L’equipe, una volta arrivata sul posto, ha allestito il macchinario composto da una pompa-sangue, un ventilatore meccanico ad alte prestazioni, due bombole di ossigeno per la ventilazione e una serie di monitor per il controllo cardiocircolatorio. Un’operazione necessaria per il trasferimento in sicurezza del malato con l’ambulanza medicalizzata a Sassari: procedura questa che viene definita in gergo tecnico «centralizzazione del paziente». Alle 6.00 di questa mattina il paziente è stato ricoverato nella rianimazione dell’ospedale civile di via De Nicola.

La collaborazione degli anestesisti-rianimatori dell’ospedale di Lanusei, che hanno seguito le indicazioni telefoniche del centro di Sassari, e la loro competenza nel supportare il paziente, nell’attesa dell’arrivo dell’unità Ecmo mobile, hanno permesso l’esito favorevole dell’intera missione.

»Ad oggi – fanno sapere dalla Rianimazione – sono stati ricoverati nelle terapie intensive dell’Aou di Sassari pazienti con diverse complicanze, prevalentemente di tipo respiratorio, dovute alla sindrome influenzale.»

In evidenza tra questi casi quello di una paziente 30enne, in stato di gravidanza alla ventisettesima settimana, che questa mattina ha dato alla luce due gemellini in buona salute. La donna, in condizioni generali critiche, è ricoverata in terapia intensiva dal mese di gennaio ed è seguita da una equipe multidisciplinare formata da ginecologi, ostetriche, neonatologi, anestesisti-rianimatori dell’Aou delle Cliniche di San Pietro.

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Dopo il grande successo della prima serata di “Carbonia 80”, che domenica scorsa con lo spettacolo “Quasi Grazia” di Marcello Fois ha fatto registrare il tutto esaurito al botteghino, domani sera, sabato 13 gennaio, alle 20.45, va in scena al Teatro Centrale la performance intitolata “Lo Schiaccianoci”, nell’originale rilettura del coreografo Massimiliano Volpini per la Compagnia “Il Balletto di Roma”.
«“Carbonia 80” è il nome della nuova stagione di prosa e danza 2017-2018, voluta dall’Amministrazione comunale per festeggiare nel migliore dei modi l’ottantesimo compleanno della nostra città. La novità non è soltanto nel nome, ma nell’inserimento nel cartellone, accanto a compagnie e nomi di rilevanza nazionale, anche delle nostre compagnie locali che, a pieno titolo, sono chiamate a rappresentare lo spirito artistico ed i fermenti culturali della città di cui sono espressione», ha detto il sindaco Paola Massidda.
La rassegna, curata dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia, prevede complessivamente otto appuntamenti.
L’appuntamento di domani sera, “Lo Schiaccianoci”, è ambientato nelle periferie metropolitane, dove sulle note evocative di Pëtr Il’ič Čajkovskij, l’atmosfera delle feste natalizie si diffonde tra i senzatetto e gli “invisibili”. Il dono di un misterioso benefattore, uno strano pupazzo, si trasformerà nel simbolo del riscatto e dell’abbattimento dell’antico muro che separa ricchezza e povertà.