18 July, 2024
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«La Regione attivi senza indugi l’elisoccorso per tutto il territorio regionale in continuità di servizio, perché le urgenze per salvare vite umane non possono attendere le lungaggini burocratiche, in particolare quando di mezzo ci sono territori altamente disagiati come l’isola di San Pietro.»

Lo sostiene il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, vicepresidente della Commissione regionale alla sanità – rilanciando con forza la richiesta nei primi giorni del nuovo anno, a seguito di un caso emblematico avvenuto a Carloforte, proprio a ridosso di Capodanno, quando una partoriente è stata costretta a salire su una motovedetta della Guardia Costiera per raggiungere prima l’ospedale di Iglesias e poi quello di Monserrato, sfidando il tempaccio invernale, per far nascere il proprio figlio.

«Per fortuna è andata bene, ma è allucinante che una ragazza debba rischiare tanto perché il servizio di elisoccorso regionale non è ancora stato attivato come si deve, ovvero rendendo operativa una base ad Elmas h24, in modo da coprire giorno e notte, nel giro di una dozzina di minuti – spiega Edoardo Tocco – anche i territori più distanti come Carloforte. Tempo evidentemente impossibile da rispettare, se l’elicottero deve partire dall’unica base regionale ad Alghero. Ci fosse stato il servizio attivo da Cagliari, la giovane carlofortina sarebbe stata trasportata direttamente a Monserrato in tempi brevi, evitandole un travaglio ben superiore a quello che naturalmente ha dovuto sopportare.»

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«La Giunta dica cosa sta facendo “davvero” per affrontare la situazione del trasporto aereo. La proroga della CT1 scadrà il 9 giugno e c’è il buio più assoluto su quanto accadrà subito dopo: una situazione senza precedenti, quanto di peggio si può immaginare per la nostra economia, turistica e non. La stagione viene, infatti, pianificata un anno prima dai tour operator: in Sardegna invece non si sa cosa accadrà fra sei mesi. per le tratte Roma e Milano, problema molto accentuato dopo la sciagurata decisione della Giunta Pigliaru di annullare la CT2.»

Loscrive, in una nota, Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.

«Si tratta di un danno spaventoso all’economia sarda. Tutto questo beffardamente si verifica in un momento d’oro per il traffico aereo sugli aeroporti isolani. Non solo non sappiamo sfruttare se non in minima misura lo spostamento dei flussi turistici dai Paesi del Nord Africa, ma addirittura la Sardegna si impegna attivamente per deviarli verso altre destinazioni – conclude Michele Cossa -. Un autolesionismo mai visto prima d’ora.»

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Con la ferma e netta presa di posizione del Circolo PD, cresce a Sant’Antioco il fronte dei contrari alla realizzazione del “Ponte Alto con annessa circonvallazione”, prevista nel Piano Sulcis, con un investimento di diverse decine di milioni di euro (il conto complessivo ha già superato i 70 milioni).

Alla vigilia di Natale abbiamo pubblicato un’intervista realizzata con il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, con la quale abbiamo cercato di capire lo stato dell’arte del progetto e le concrete possibilità che possa essere rivisto, con relative conseguenze, considerato che i lavori sono stati già appaltati. Oggi, dopo il pronunciamento pubblico del circolo PD di Sant’Antioco, partito del quale Salvatore Cherchi è uno dei più autorevoli esponenti a livello regionale, nominato coordinatore del Piano Sulcis dalla Giunta regionale, nella quale lo stesso PD è il partito più rappresentativo, riteniamo utile rivedere l’intervista.

 

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Anche il Circolo del Partito democratico di Sant’Antioco “boccia senza appello” il progetto del nuovo ponte all’ingresso del paese. Le ragioni che hanno portato il Circolo a questa determinazione, sono spiegate in un lungo comunicato sul Piano Sulcis diffuso oggi dal segretario del Circolo, Monica Fois.

«Al fine di chiarire ogni dubbio sulle motivazioni che hanno spinto questo Circolo ad un’importante riflessione e rielaborazione riguardante le scelte strategiche del Piano Sulcis, è fondamentale fare una breve premessa – si legge nel comunicato stampa -. I rappresentanti della politica locale sono stati chiamati nel recente passato ad una scelta da parte degli organi regionali, in merito alle varie opzioni di collegamento tra l’isola di Sant’Antioco e l’isola madre. A tal proposito, gli studi riguardanti la situazione strutturale dell’attuale ponte, allora in fase preliminare, rilevavano forte precarietà della struttura e, di conseguenza, prospettavano un impegno economico ingente per un suo ripristino in piena efficienza e sicurezza. Questo scenario, con ogni probabilità, spinse t rappresentanti politici locali (considerato il fatto che l’opzione sottopasso, nonostante fosse stata la scelta principale, venne sconsigliata dai tecnici Martech) ad indirizzare la scelta.»

«Verso l’opzione del ponte alto, così come descritta dalla stessa Martech nello studio di fattibilità commissionato dalla RAS – prosegue il comunicato stampa del Circolo Pd di Sant’Antioco – piuttosto che verso l’opzione O (ripristino del ponte attuale), anche annoverata tra quelle possibili nello studio. Tali condizioni, ad oggi, terminata la fase di verifica sulla struttura del ponte commissionata dagli stessi organi politici, ha sancito ufficialmente l’effettivo stato di non pericolo dell’attuale ponte, ed un impegno economico per una manutenzione programmata di piccola entità. Pertanto, da allora, nonostante sia passato relativamente poco tempo, lo scenario è profondamente cambiato.

Per questo motivo e, dopo aver esaminato con attenzione lo studio di fattibilità redatto da Martech, anche attraverso un dibattito avvenuto con esponenti del partito ai diversi livelli istituzionali, dal quale sono emerse profonde contraddizioni ed analisi di carattere politico-economico discutibili e poco attendibili, il Circolo Pd di Sant’Antioco, alla luce della stretta attualità, ha ritenuto di dover avviare al suo interno una riflessione indispensabile in merito alla spendita delle somme destinate al Piano Sulcis, nell’auspicio che tali denari possano essere impiegati nel miglior modo possibile, al fine di massimizzare al meglio il risultato di tali investimenti ed ottenere un concreto e tangibile rilancio dell’economia del territorio sulcitano.»

«A questa premessa – aggiunge il Circolo Pd di Sant’Antioco – si sommano una serie di importanti considerazioni legate, da una parte alla gestione amministrativa poco chiara e per nulla condivisa con la cittadinanza principale fruitrice delle due opere in discussione “Ponte Alto con annessa circonvallazione” e dall’altra ad una serie di rilevanti criticità di seguito elencate:

  • a fronte dell’ingente spendita di denaro pubblico, non esiste ad oggi nessuna analisi attendibile riguardo il rapporto costi-benefici delle opere da realizzarsi, sia per l’isola di Sant’Antioco che per tutto il territorio del Sulcis;
  • il ponte e l’annesso viadotto dividerebbero in due parti le aree Sardamag con conseguente compromissione dell’utilizzo delle suddette aree, la cui bonifica e conseguente disponibilità per la collettività è attesa da quasi vent’anni;
  • l’ingresso della città di Sant’Antioco verrebbe spostato nella zona industriale in via Rinascita, l’area più degradata del paese, cancellando e stravolgendo la memoria storica dei cittadini di Sant’Antioco e con essa tutto il tessuto economico radicato nell’area limitrofa fino al centro del paese;
  • perché la circonvallazione per Calasetta è già stata prevista negli interventi di revisione del PUC con serie di rotatoie di snodo e adeguamento delle strade critiche nello studio redatto del Piano commissionato dall’Amministrazione di Sant’Antioco e consegnato recentemente dai tecnici nel maggio 2017. L’opera prevista invece nello studio Martech appare assolutamente sovradimensionata rispetto alle esigenze della viabilità (atteso che resta una priorità strategica importantissima il completamento della strada che permetta di decongestionare il traffico proveniente da e per Calasetta), in quanto il progetto prevede addirittura la realizzazione di due gallerie di circa 600 metri (per quanto è dato di sapere) con intuibili ripercussioni negative per l’ambiente, a fronte di un risparmio irrisorio sui tempi medi di percorrenza di circa 3 minuti («Tutte le suddette situazioni concorrono attendibilmente a stimare il risparmio di tempo nel percorrere la nuova alternativa sia non inferiore ai 3 minuti») pg 166 relazione generale;
  • perché il ponte costituirebbe un’opera di enormi dimensioni che darebbe vita ad un’ampia area soggetta a degrado e dall’impatto visivo devastante (nettamente più alto dello skyline circostante) che cancellerebbe la vista dello storico ponte romano e comprometterebbe la splendida cartolina della laguna di Santa Caterina, importantissima area SIC, nonché fiore all’occhiello della città e del territorio;
  • perché il progetto di sviluppo del porto di Sant’Antioco risulta decisamente insufficiente ed inadeguato rispetto alle aspettative di rilancio del territorio sulcitano in relazione allo scenario economico attuale.»

«Alla luce di quanto esposto, il Circolo non può che esprimere parere contrario alla realizzazione delle opere “Ponte Alto ed annessa circonvallazione” e invece auspica che le rilevanti somme del Piano Sulcis vengano rimesse in discussione a vantaggio di una infrastrutturazione del territorio che funga da reale volano per la ripresa economica del Sulcis che, nello specifico, vengono individuati e riassunti nei seguenti punti strategici:

• la riqualificazione del porto di Sant’Antioco (il cui progetto da Piano Sulcis risulta del tutto insufficiente e non adeguato alle aspettative di rilancio del territorio) a fini turistici, quale ad esempio un terminal per le navi da crociera che oggi costituisce uno straordinario veicolo di sviluppo economico (per il quale si potrebbero sfruttare i volumi dell’attuale stabile ex Baroid) la realizzazione di una stazione marittima, nuovi posti barca per la nautica da diporto e la cantieristica a suo supporto, volano imprescindibile per l’economia ed il completamento del waterfront, così come elencato nel piano ma, di fatto, non inserito nelle schede di intervento concretamente finanziate;

• dal punto di vista strategico, sarebbe indispensabile la riqualificazione della SS 126 nel tratto che va dal comune di Calasetta (la cui strada che porta a Sant’Antioco ha necessità di essere adeguata e messa in sicurezza) fino a Carbonia, anche pensando ad una nuova arteria che, dalla località Sirai, arrivi al bivio di Matzaccara nella SS 126 (così come previsto dalla programmazione dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e le cui stime di realizzo rappresentavano un costo ben minore di quanto costerebbe oggi un nuovo ponte, a fronte di un beneficio di cui godrebbe invece tutto il territorio;

• una serie di interventi concreti – conclude il comunicato stampa del Circolo Pd di Sant’Antioco – nella realizzazione di servizi di pubblico trasporto e collegamento (ferroviari e su gomma), tra Calasetta e Sant’Antioco e la stazione di Carbonia (potenziamento)/modernizzazione del materiale rotante che li congiunga all’aeroporto di Cagliari).»

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L’81,4% dei campioni prelevati dai suini abbattuti lo scorso 3 gennaio in agro di Orgosolo è risultato sieropositivo alla peste suina africana e oltre il 5% virus positivo, con la malattia in corso. Il report è stato comunicato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale, incaricato di effettuare i test di laboratorio, all’Unità di progetto per l’eradicazione della PSA in Sardegna. Ben 105 campioni sieropositivi su 129 sottoposti alle analisi (i capi depopolati erano stati 215) hanno confermato la forte presenza della malattia fra gli animali lasciati al pascolo brado illegale dove il virus continua ad alimentarsi e a muoversi indisturbato fra i branchi di maiali bradi e fra suini bradi e cinghiali. «Dai numerosi dati elaborati in quest’ultimo mese sui capi abbattuti fra Barbagia e Ogliastra – hanno spiegato dall’IZS – l’agro di Orgosolo sembra proprio essere l’epicentro più pericoloso della PSA in Sardegna. La forte e costante endemicità della malattia riscontrata nei branchi dei maiali abbattuti in quei territori dimostra che se non si interrompe subito il pascolo brado, e quindi la continua trasmissione del virus fra maiali e maiali e fra maiali e cinghiali, rischiamo di tenerci la peste suina africana per sempre». 
Il risultato dell’81,4% di sieropositività conferma di fatto l’andamento riscontrato nei controlli elaborati nell’ultimo mese sui capi depopolati. Un dato pericolosissimo che si muove su una forbice tra il 71,6% e il 100% di animali interessati dal virus. Unica eccezione, che secondo gli esperti dell’IZS era dovuta al fatto che si trattava di branchi isolati e non a contatto con altri suini, riguarda i maiali abbattuti lo scorso 30 dicembre fra le campagne di Villagrande Strisaili e Talana dove la sieropositività era stata del 5,6%.
Va ricordato che gli interventi di depopolamento non sono dovuti alla presenza o meno della PSA riscontrata nei suini, ma è conseguenza delle normative igienico sanitarie e di quelle previste dal piano di eradicazione della peste suina africana in Sardegna che vietano il pascolo brado illegale in tutto il territorio regionale di suini non registrati, mai sottoposti quindi a controlli sanitari e di proprietà ignota.
L’Unità di progetto rinnova «l’invito, per tutti coloro che detengono maiali non registrati allo stato brado, a voler cogliere l’opportunità di regolarizzare la propria situazione e gli stessi animali, rivolgendosi allo sportello delle attività produttive del proprio comune di residenza. La richiesta spontanea di regolarizzazione da parte degli interessati, consente di evitare le pesanti sanzioni previste dalle norme statali e di poter sanare la situazione esistente con il pagamento di circa 450 euro, qualunque sia il numero di suini registrati. In questo modo – prosegue l’Unità di progetto – gli animali cessano di essere irregolari e possono essere sottoposti ai necessari controlli sanitari, da parte dei Servizi veterinari delle ASSL, che potranno valutare così lo stato sanitario di ogni singolo capo. La possibilità di emergere dalla clandestinità e operare come veri allevatori, alla luce del sole, è concreta, reale e anche semplice: basta volerlo e recarsi quindi negli uffici del proprio comune».

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«Dopo sei mesi dall’incendio che ha colpito la città di Iglesias, nel giugno 2017, ancora oggi in numerose zone, insistono dei focolai.»

La denuncia arriva Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias in Consiglio comunale e candidata a sindaco per le Amministrative della prossima primavera, che a fine anno è stata contattata da alcune famiglie residenti a Monteponi ed il 31 dicembre ha effettuato un sopralluogo presso il compendio minerario.

«Abbiamo appurato, insieme con alcuni abitanti, che la superficie dell’area (ex fonderia piombo e Pozzo Sella) è sprofondata per circa 40 cm – aggiunge Valentina Pistis -. Inoltre, nonostante il lungo tempo trascorso, vi è ancora del fumo denso e acre che fuoriesce dal terreno. Ho provveduto ad inviare, in data 4 gennaio c.a. una dettagliata segnalazione alle Autorità competenti, chiedendo di effettuare tutte le verifiche necessarie al fine di tutelare la salute dei nostri concittadini. Destinatari della nota: l’Amministrazione comunale, il Corpo forestale e IGEA Spa. Ad oggi, solo quest’ultima ha risposto tempestivamente affermando che stanno “predisponendo i progetti per la realizzazione delle opere di messa in sicurezza e delle prescrizioni fornite dai Vigili del Fuoco”.»

«Continuiamo a chiedere di osservare quanto previsto dalla nostra costituzione e dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che ha rigorosamente fissato i concetti di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. In tal senso, le aree minerarie dismesse rappresentano parte rilevante dell’identità culturale Iglesiente. Un patrimonio culturale da restaurare per recuperarne, da un lato, l’integrità materiale e, dall’altro – conclude Valentina Pistis -, incrementarne la fruizione pubblica, così da trasmettere i valori di cui tale patrimonio è portatore.»

video MONTEPONI 31.12.2017

  

Valentina Pistis

  Capogruppo Cas@ Iglesias

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La Sulcispes Sant’Antioco ha iniziato il nuovo anno con una sconfitta amara al PalaGiacomoCabras, contro la Scuola Basket Cagliari. I lagunari, sono stati avanti solo nel primo quarto, 19 a 12, cedendo nei successivi tre alla crescita: 11 a 28, 20 a 22 e 18 a 21.

«Siamo partiti abbastanza bene, poi abbiamo avuto un calo fisico, dovuto probabilmente alle poche sedute d’allenamento dell’ultimo periodo – spiega coach Paolo Massidda – dal secondo quarto in poi, la prestazione è peggiorata, registrando percentuali al tiro disastrose e diverse pecche in difesa. Questa fase di campionato ci porterà ad affrontare delle gare toste contro avversarie temibili, per cui occorrerà tanto sacrificio per poterle fronteggiare inoltre le assenze incidono ancora, purtroppo non abbiamo il roster al completo e quindi anche questo fattore ci ha penalizzato non poco. Considerazioni a parte – conclude il coach sulcitano -, sabato incontriamo la capolista Sinnai consapevoli che ci aspetta una sfida ostica e, seppur rimaneggiati, daremo certamente il massimo per disputare una buona partita.»

Sulcispes – Scuola Basket Cagliari 68 a 83.

Parziali: 19 a 12, 11 a 28, 20 a 22, 18 a 21.

Sulcispes Sant’Antioco: Cera 2, Rasset 16, Pintus 11, Castiglia 9, Massidda 19, Piras 5, Tosadori 4, Peloso 2, Era 0. All. Massidda.

Scuola Basket Cagliari: Garau 1, Marras 2, Badellino 15, Spano 21, Cicotto 13, Melis 12, Fancello, Piras 10, Poma 5, Brisu 2, Lorrai 2. All. De Vita.

Arbitri: Di Fortunato e Porcu.

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Da mercoledì 10, e poi per altre tre giornate, i dipendenti dell’Aou di Sassari andranno alle urne. Ci sono da eleggere, infatti, i componenti elettivi dei comitati di dipartimento. Previsti nel nuovo atto aziendale approvato a ottobre scorso, i comitati di dipartimento dell’Aou di Sassari sono dodici come i dipartimenti.

Ben precisi i compiti dell’organo del dipartimento che, formato da componenti di diritto ed elettivi, resta in carica tre anni. Il comitato concorre alla formulazione del piano delle attività e dell’utilizzazione delle risorse disponibili, quindi concorre al monitoraggio e alla verifica delle attività e partecipa all’individuazione del direttore di dipartimento secondo le modalità previste dalla normativa.

Possono votare ed essere eletti i dipendenti che fanno capo ai vari dipartimenti e che siano in servizio a tempo indeterminato al 15 dicembre 2017, oppure assunti a tempo determinato e in possesso dei requisiti per la stabilizzazione (dpcm 2015).

Sono oltre 2.000 i dipendenti che andranno a eleggere i loro rappresentanti all’interno dell’organo di dipartimento. Per agevolare le operazioni di voto sono stati organizzati tre seggi: i primi due al settimo piano del Santissima Annunziata e il terzo nell’aula didattica del palazzo della clinica malattie infettive.

Mercoledì 10 gennaio, dalle 9.00 alle 18.00, saranno chiamati a votare al settimo piano dell’ospedale civile i dipendenti dei dipartimenti di “Emergenza-urgenza” e delle “Specialità mediche e della riabilitazione”. Si recheranno, invece, a malattie infettive i dipendenti del dipartimento medico.

Venerdì 12, sempre dalle 9.00 alle 18.00, andranno al civile i dipendenti dei dipartimenti “Cardio toraco vascolare” e “Neuroscienze testa-collo”. A malattie infettive i dipendenti del dipartimento chirurgico.

Martedì 16, stesso orario, al civile voteranno i dipendenti dei dipartimenti “Tutela fragilità” e “Tutela salute donna bambino”. In viale San Pietro, palazzina malattie infettive, i dipendenti del dipartimento oncoematologico.

Giovedì 18 gennaio, giornata conclusiva, dalle 9.00 alle 18.00, all’ospedale di via De Nicola voteranno i dipendenti dei dipartimenti “Farmaco e diagnostica” e “Professioni sanitarie”. A malattie infettive andranno a votare i dipendenti del dipartimento amministrativo e tecnico.

I seggi sono stati allestiti con la collaborazione del comune di Sassari che ha messo a disposizione le cabine e le urne elettorali.

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Una sorpresa inattesa, che ha riempito di gioia il pubblico e gli artisti, la presenza e il saluto, in un Auditorium Comunale stracolmo di spettatori, dell’Arcivescovo di Cagliari S.E. Arrigo Miglio al Gran Concerto per il Natale Ortodosso che si è tenuto ieri 7 gennaio per festeggiare una ricorrenza molto sentita che coinvolge la comunità immigrata proveniente dallo spazio post sovietico che è numerosissima in Sardegna. I suoi auguri e saluti sono stati accolti con un fragoroso applauso dalle centinaia di persone (immigrati ucraini, bielorussi, russi, moldavi, ma anche tanti sardi amanti della buona musica e delle tradizioni slave) che hanno riempito sino alla massima capienza il teatro cagliaritano ormai piccolo con i suoi trecento posti, per questo concerto che è divenuto una gradita tradizione della città.

Oltre a S.E. monsignor Arrigo Miglio hanno portato i saluti e gli auguri monsignor Marco Lai per la Caritas, padre Nikolay Volshyy per la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca e padre Ioan Agape della Chiesa Ortodossa Rumena. Non sono mancati i saluti delle istituzioni: Regione Sardegna (Marco Sechi Ufficio di gabinetto della Presidenza), Comune di Cagliari (assessore Yuri Marcialis) Università di Cagliari (prorettore Micaela Morelli), Consolato Bielorusso in Sardegna (console onorario Giuseppe Carboni)

Gli artisti del quartetto bielorusso “MUSIC KVATRO” di Bobruisk, hanno incantato il pubblico: Volha Auseika soprano con una voce calda e potente, Valeriy Narkevich contrabbassista di indubbia qualità, Yauheni Girshin tastierista e musicista di esperienza, e Sergey Mitchenkov violinista di talento che come ha detto S.E. Arrigo Miglio alla fine dello spettacolo quando si è trattenuto con gli artisti “è un tutt’uno tra corpo e violino”, hanno reso indimenticabile la giornata festiva del Natale ortodosso, particolarmente sentita quando si è lontani dalla propria casa, incontrando nel contempo anche il forte apprezzamento del pubblico italiano.

Il programma musicale è stato un vero e proprio viaggio nella ricchezza e complessità dell’oriente slavo dove svariati popoli e tradizioni convivono da secoli, con una suddivisione del concerto in 4 grandi blocchi tematici: inizio con le canzoni bielorusse, per continuare con il blocco dedicato alle canzoni popolari russe con alcune incursioni nella tradizione zigana, il proseguo con le musiche e le canzoni della tradizione ebraica, doveroso per degli artisti che provengono dalla città di Bobruisk, dove, sino allo scoppio della seconda guerra mondiale, si contava una popolazione di origini ebraiche che raggiungeva l’80% del totale. Ed infine il blocco dedicato alle canzoni popolari ucraine, dai canti natalizi alle canzoni della tradizione popolare sino al canto dedicato alla “mamma”. Lunghi e ripetuti i bis richiesti dal pubblico alla fine del concerto.

La manifestazione si è tenuta nell’ambito delle iniziative del Progetto “Rete per l’interazione culturale e la conoscenza” dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus – Biblioteca “Rodnoe Slovo” – Centro di lingua russa e cultura slava di Cagliari. Con il contributo della Fondazione di Sardegna, la collaborazione del comune di Bobruisk (Bielorussia) ed il patrocinio del Consolato onorario Repubblica Belarus in Cagliari.

Le fotografie allegate sono di Dietrich Steinmetz e Renato d’Ascanio Ticca.

 

 

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La dottoressa Marcella Munaro è la nuova dirigente del 4° servizio, con competenze nei settori relativi a “Servizi al cittadino, appalti e contratti, politiche della casa, patrimonio ed espropriazioni” del comune di Carbonia. La nuova dirigente è stata chiamata in servizio, con determinazioni n. 169/1 del 20 giugno 2017 e n. 364/1 dell’11 novembre 2017, quale vincitrice della procedura di mobilità indetta ai sensi di legge per la copertura di un posto di dirigente amministrativo, resosi vacante per la cessazione dal servizio per mobilità del dott. Livio Sanna.
La dottoressa Munaro, classe 1964, è laureata in Giurisprudenza e vanta numerose esperienze professionali nel settore pubblico: dal 1989 al 1992 è stata responsabile dei servizi demografici, elettorali e cimiteriali presso il comune di Cormano; dal 1992 è stata in servizio presso il comune di Busto Arsizio, ente nel quale, dal 2010 al 2017, ha ricoperto il ruolo di dirigente, occupandosi di vari settori: dalle risorse interne al personale/organizzazione/formazione, dagli affari generali all’innovazione tecnologica.
Il sindaco Paola Massidda e l’intera Amministrazione comunale di Carbonia hanno accolto la dottoressa Munaro formulandole i migliori auguri di buon lavoro.