18 July, 2024
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Il programma di formazione continua dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna riprenderà venerdì prossimo, 12 gennaio, a Cagliari con il seminario organizzato con l’Università di Cagliari dal titolo “Comunicare con cura: il controverso caso dei vaccini, storia, filosofia, etica e cronaca di un dibattito aperto”. Si svolgerà dalle 14,30 alle 18,30, presso l’Aula Magna Boscolo, della Cittadella Universitaria di Monserrato e darà diritto a 4 crediti formativi.

I lavori saranno introdotti da Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna). Seguiranno le relazioni dei professori Andrea Grignolio (Università di Roma “La Sapienza”) “Chi ha paura dei vaccini? Storia e psicologia della resistenza ai vaccini”; Paolo Contu (Università di Cagliari), “Il contesto vaccinale in Sardegna: dati/statistiche”; Marcello Montibeller (Università di Sassari), “Costruire prove: il movimento no-vax e l’uso dei dati”; Elisabetta Lalumera (Università Milano-Bicocca), “Resitenza alla vaccinazione e comunicazione etica: il ruolo della fiducia e dei valori”; Francesca Ervas (Università di Cagliari), “Un nuovo lessico per i vaccini? Metafore e comunicazione in ambito sanitario”.
L’evento è organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna con l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, il Corso dl laurea in Scienza della Comunicazione/Filosofia e Teorie della Comunicazione dell’Università di Cagliari e l’Osservatorio socioterritoriale per la comunicazione pubblica.

L’immunizzazione della popolazione dalle malattie infettive è un obiettivo primario per la salute pubblica. Tuttavia, nonostante l’ampio successo dei vaccini, testimoniato dalla scomparsa di alcune malattie infettive, in Italia si assiste ad un pericoloso calo della copertura vaccinale. Il seminario ha l’obiettivo di comprendere le ragioni di questo calo, indagando il modo in cui comunicano tanto i sostenitori quanto i detrattori delle vaccinazioni. Secondo studi recenti, infatti, alla base del fenomeno di resistenza ai vaccini ci sono sia la persuasione retorica di testi disponibili nella rete, la cui efficacia sembra andare molto oltre l’informatività scientifica, sia la mancanza di fiducia negli esperti (immunologi, comunicatori scientifici, operatori sanitari), nelle loro competenze e conoscenze sul tema di sicurezza dei vaccini.

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Dalla rivendicazione di pari opportunità per l’accesso alle cariche elettive nel Consiglio Regionale della Sardegna, all’attuazione di adeguate politiche di genere, per una nuova condizione delle donne in una società più equa e rispondente ai bisogni del mondo contemporaneo. Questo lo spirito del “Plenum 2018” del Coordinamento 3 – Donne di Sardegna, in programma domenica 14 gennaio ad Arborea, nella Sala Conferenze del Museo della Bonifica. Obiettivo: presentarsi alle donne sarde decise a contribuire alla costruzione di un futuro possibile per l’isola, fondato su un rapporto paritario ed equilibrato fra donne e uomini, condizione necessaria per una  stagione di sviluppo e rinascita. Proposta rivolta anche agli uomini, disposti a collaborare lealmente alla realizzazione dei futuri progetti, tesi al progresso e alla crescita del benessere e della felicità del popolo sardo, nel rispetto della dignità e dell’identità delle persone.

I lavori, coordinati da Susi Ronchi, incominceranno alle ore 9.30 e vedranno la partecipazione della segreteria uscente: Carla Medau, Rita Corda, Simonetta Corongiu, Rita Mameli, Carla Puligheddu, oltre a tante altre donne che si sono sempre distinte per il loro attivismo a favore del riconoscimento dei diritti e delle opportunità delle donne: Simonetta Sotgiu, Carmina Conte, Luisa Marilotti, Paola Secci, Alessandra Addari, Patrizia Desole, Rita Nonnis, Pupa Tarantini, Franca Mandis, Manuela Pintus.

Si tratterà di un momento di intenso confronto e partecipazione, da tutte atteso e auspicato in vista delle imminenti scadenze elettorali, dove certamente saranno impegnate moltissime donne che hanno partecipato e contribuito alla battaglia per la doppia preferenza di genere.

Per chi desidera iscriversi, è possibile scaricare il modulo dal sito web: www.coordinamento3.blog – sezione Eventi.

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«La specie autoctona di suino sardo non è a rischio estinzione. Sono oltre 300 i capi registrati e, se alcuni soggetti irregolari decidessero di allevare in legalità, i numeri potrebbero solo che crescere e ridurre il problema della consanguineità.»

Le rassicurazioni arrivano dall’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, dopo gli abbattimenti dei maiali al pascolo brado illegale, senza controlli sanitari, mai registrati e quindi di proprietà ignota, portati avanti in quest’ultimo mese.

Alcuni allevatori, fortemente preoccupati, hanno chiesto se tali azioni possano mettere a rischio l’esistenza del maiale rustico di razza sarda. Il tema è stato poi rilanciato dai detrattori delle azioni di legalità e rispetto delle norme messe in campo dalla Regione Sardegna contro quei soggetti che abbandonano i suini a loro stessi nelle terre pubbliche di alcuni Comuni della Barbagia e dell’Ogliastra.

Il maggior esperto della Sardegna e l’unico titolato a riconoscere e certificare l’appartenenza dei maiali alla razza di suino sarda è il dipendente dell’Agenzia Agris, Sebastiano Porcu. Lo studioso regionale, attualmente in distacco all’Agenzia Forestas, conosce tutti gli allevamenti dell’Isola che da decenni segue e frequenta con costanza. «La lotta attiva per l’eradicazione della Peste suina africana è un passo indispensabile e necessario per lo sviluppo economico di tutto il settore suino della Sardegna, così come l’uscita dalla clandestinità degli allevamenti è indispensabile per l’iscrizione degli animali al Registro Anagrafico dei suini autoctoni italiani gestito dall’Associazione Nazionale Allevatori Suini (ANAS)». Sebastiano Porcu lo va dicendo nelle tante assemblee e incontri a cui partecipa dal lontano 2007 e lo ribadisce ancora oggi: «Il modo migliore per tutelare questa specificità zootecnica è registrare gli animali e quindi emergere dall’irregolarità. Non possiamo, purtroppo, pensare di salvaguardare questi maiali se ufficialmente non esistono». Infatti, affinché un allevamento venga iscritto all’albo degli allevamenti del Registro Anagrafico questo deve:

a) essere iscritto al Registro imprese della Camera di Commercio per attività agricola;
b) possedere codice ASSL per l’allevamento suino;
c) possedere almeno un verro e una scrofa del tipo genetico allevato.
d) disporre di strutture che consentano l’isolamento delle scrofe al momento del parto e durante l’allattamento in quanto i suinetti devono essere identificati entro i 45 giorni di vita;
e) seguire un ordinato sistema di registrazione degli eventi (fecondazioni, parti, numero suinetti nati, ecc.).

«Per garantire la paternità ai suinetti – ha spiegato l’esperto di Agris – non si può praticare l’allevamento promiscuo con presenza di più verri nel branco. Inoltre, per mantenere la razza in purezza, bisogna evitare che questi animali vengano in contatto con suini di altre razze e/o con cinghiali: devono essere perciò allevati in condizioni di sicurezza biologica. Tali passaggi – ha aggiunto Porcu – possono quindi garantire sia l’allevamento nel rispetto del piano di eradicazione della PSA, sia la tracciabilità dei prodotti tradizionali da esso derivati.»

Sul piano della valorizzazione delle produzioni locali sarde è sempre il modello spagnolo, con i suoi salumi di eccellenza e gli straordinari posizionamenti raggiunti sui mercati internazionali, a fare da apripista ai progetti di filiera da far decollare con maggior forza una volta sconfitta la peste suina africana sull’Isola. Oggi, infatti, a causa della malattia le carni dei maiali nati e allevati in Sardegna non possono essere vendute fuori regione.
«Le produzioni derivanti dal suino autoctono – ha osservato Sebastiano Porcu – dovrebbero essere differenziate e rese chiaramente riconoscibili dal consumatore attraverso l’utilizzo di marchi di eccellenza come la DOP. La valorizzazione di questi prodotti rappresenterebbe infatti un’opportunità di sviluppo per l’economia delle aree rurali maggiormente interessate da questo genere di allevamento, contrastando quindi l’esodo dalle campagne da parte dei giovani.»

La razza suina sarda è stata riconosciuta ufficialmente dal Governo, inserendola quindi fra le razze suine autoctone nazionali, l’8 giugno 2006. Nel registro anagrafico del suino di razza Sarda risultano iscritti circa 300 capi presenti in poco meno di 50 allevamenti sparsi in tutta la regione. Questa sottospecie di suini è comunemente associabile, ma non esclusivamente, a quei maiali dal manto scuro e dal pelo lungo. Le carni vengono utilizzate, nella maggior parte dei casi, per la produzione di salumi.

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E’ iniziato oggi il ciclo di incontri tra Regione, enti locali, aziende e parti sociali sulla riforma del trasporto pubblico locale (TPL). Da oggi fino a giovedì 11 gennaio l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu, con Anci e Cal Sardegna, terrà una serie di incontri a Sassari, Olbia, Nuoro, Lanusei, Oristano, Sanluri e a Carbonia. Il primo appuntamento si è tenuto stamane, nella sala consiliare di Palazzo ducale in piazza del Comune a Sassari, mentre alle 15,30 se ne terrà uno nella Sala Expo in via Porto Romano a Olbia.

«Ci confronteremo con il territorio, con sindaci e amministratori, rappresentanti delle imprese e dei lavoratori, per ascoltare e fornire tutti i necessari elementi di conoscenza – spiega Carlo Careddu -. L’obiettivo da raggiungere tutti insieme è strategico e importantissimo. Riguarda la complessiva riorganizzazione del trasporto pubblico locale con la creazione di nuovi bacini di mobilità e dei relativi enti di governo per garantire qualità ed efficienza dei servizi essenziali, così come richiedono le norme nazionali e comunitarie in materia, entro la fine del 2019.»


Sul portale istituzionale SardegnaMobilità sono disponibili i video integrali delle relazioni tenute a Cagliari il 17 novembre scorso dagli advisor incaricati dalla Regione di effettuare uno studio sulla definizione dei bacini di mobilità per il trasporto pubblico. Sono state individuate più ipotesi sulle quali si è aperto il confronto. Il metodo di lavoro degli advisor ha previsto la valutazione della domanda sistematica e potenziale, in base ai dati Istat e di Sardegna Statistiche, e dell’insieme dei servizi di trasporto. La mobilità giornaliera aggiornata al 2014 è pari a 693.675 spostamenti sistematici, il mezzo più utilizzato è l’auto privata (67%), segue la mobilità lenta (pedonale, ciclistica etc) al 21% e il trasporto pubblico locale al 12%.

«La riforma è tutta da scrivere – conclude l’assessore regionale dei Trasporti – per questo vorremmo consentire a tutti gli interlocutori istituzionali di valutare elementi normativi di base e osservazioni tecniche, assolutamente oggettivi, per potere contribuire alla stesura di una legge che risponda alle esigenze dei sardi e della Sardegna. La decisione finale sarà quindi assunta dal legislatore, naturalmente nel rispetto di quanto prescrivono le regole nazionali e comunitarie, ma anche in virtù della nostra concertazione.»

Gli enti locali e tutte le parti sociali coinvolte potranno trasmettere eventuali contributi, suggerimenti o anche semplici osservazioni sulla riforma del TPL al seguente indirizzo email: trasp.assessore@regione.sardegna.it .

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Si è conclusa ieri, nella sala espositiva del Palazzo del Capitolo di Piazza De Gasperi, a Sant’Antioco, la mostra “I Presepi nell’Isola”, organizzata dall’associazione culturale “Sant’Antioco abbraccia il mare”. Per 22 giorni, dallo scorso 16 dicembre, i visitatori hanno potuto ammirare le opere di 33 espositori provenienti da quasi tutta la Sardegna, quattro da Caltagirone (Catania), uno da Cosenza ed uno da Fabbrico (Reggio Emilia), e quelle degli alunni della Scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo Sant’Antioco-Calasetta e della 5ª E del Liceo Artistico dell’istituto principale del Liceo Scientifico Emilio Lussu di Sant’Antioco.

La mostra nasce da un’idea del grande indimenticabile artista antiochense Gianni Salidu, che ha dato un notevole contributo all’arte antiochense con uno stile inconfondibile nelle ariose scene ispirate alla sua terra.

«Scolpire un presepe è per me – diceva Gianni Salidu – un omaggio alla Famiglia, culla di Luce e di Amore…»

Di seguito, i nominativi dei 33 artisti, presepisti e hobbisti che hanno esposto le loro opere nelle varie forme d’arte: da quella contemporanea a quella tradizionale, da quella artigianale a quella artistica:

Tiziana Agus – Sant’antioco, Eric Anfuso – Caltagirone, Pietro Paolo Bessero – Quartu Sant’Elena, Antonio Biserni – Fabbrico (Reggio Emilia), Fabrizio Brillantino – Caltagirone, Maria Elena Caschili – Quartu Sant’Elena, Emiliano Corrò – Sant’Antioco, Dorian Curreli – Iglesias, DeRita – Cortoghiana, Paola Exiana – Quartu Sant’Elena, Salvatorina Jesu – Sant’Antioco, Luca Lindiri – Sant’Antioco, Antonella Malllus – Sant’Antioco, Antonietta Mascia – Sant’Antioco, Pino Mura – Quartu Sant’Elena, Dory Pani – Cagliari, Michele Perniciaro – Caltagirone, Irene Porcu – Sant’Antioco, Patrizio Puglia – Cagliari, Aldo Puddu – Cagliari, Leo Basilio Pusceddu – Portoscuso, Gianni Salidu – Sant’Antioco, Roberto Sanna – Cagliari, Luca Sanfilippo – Selargius, Bruno Secci – Quartu Sant’Elena, Mariano Serpe – Cosenza, Luisanna Steri – Sant’Antioco, Rossana Tagliaferri – Sant’Antioco, Terre e Luna – Nuoro, Vincenzo Velardita – Caltagirone, Chiara Vigo – Sant’Antioco, Marco Vigo – Calasetta, Maddalena Zara – Tratalias.

 

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Martedì 9 gennaio 2018 è previsto l’incontro con i 19 sindaci che rappresentano l’Area del Monte Arci del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Si tratta del primo di otto incontri convocato allo scopo mettere a punto con le realtà locali una proposta condivisa per la fruizione integrale di quell’importante Area.

Il Monte Arci custodisce siti di valore internazionale oggi sotto l’egida Unesco ed è culla della prima attività mineraria riconducibile al Neolitico Antico (IV millennio a.C.), quando l’uomo in Sardegna da raccoglitore diventa anche cacciatore, perfezionando i suoi strumenti d’arte venatoria, tanto che da semplice fromboliere si trasforma in abile arciere, con la produzione di splendide cuspidi di frecce e lance. Il minerale ampiamente usato era l’ossidiana di cui il Monte Arci e le sue pendici è ricco, diventando il bacino estrattivo dell’“Oro nero” più importante del Mediterraneo in epoca antica.

«Questa esperienza umana ha lasciato nel territorio, che dal Monte Arci si estende fino alle lagune di Santa Giusta ed Oristano, importanti tracce umane che giungono sino ai nostri giorni. Sono molte le testimonianze storico culturali che questo vasto territorio dell’Isola ancora annovera, particolarmente ricco di tradizioni artistiche e gastronomiche – scrive in una nota il prof. Tarcisio Agus, commissario straordinario del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna –L’evoluzione culturale dell’uomo, che sin dal Neolitico ha frequentato questa area del Parco, è rappresentata in tutte le sue fasi: neolitica, nuragica, punica, romana, medioevale.»

«Nonostante la scomparsa di numerosi piccoli centri abitati, molti ancora conservano evidenti tratti culturali del passato, con ritmi e tradizioni che ci riconducono ad un tempo lontano – aggiunge Tarcisio Agus -. I centri abitati più grandi, come anche la città di Oristano, sono certo mutati con il passare del tempo, tuttavia serbano anch’essi i lineamenti di una Sardegna autentica che merita d’essere conosciuta ai più.»

«Molto dipenderà da noi. La sfida è riuscire a metter assieme il meglio della nostra storia e del nostro paesaggio, cercando di incuriosirci ed incuriosendo chi ancora non ci conosce – conclude il commissario straordinario del Parco Geominerario -. Il Parco Geominerario metterà in rete i suoi otto snodi regionali che oggi si integrano con il resto dell’Isola grazie ai Geositi riconosci, nel 2015, Patrimonio Unesco all’interno della rete mondiale dei Geositi – Geoparchi.»

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La Dinamo Banco di Sardegna è tornata alla vittoria, dopo tre ko consecutivi tra campionato e Champions, superando con ampio margine (78 a 67, primo tempo 34 a 24) i vicecampioni d’Italia della Dolomiti Energia Trentino.

La partita è stata dominata dai ragazzi di Federico Pasquini, autoritari fin dalle battute iniziali con un parziale di 19 a 11 nel primo quarto. Il vantaggio è cresciuto nel secondo quarto e nella ripresa la Dinamo ha tenuto sempre a distanza la Dolomiti, 55 a 46 al 30′, 78 a 67 alla fine.

Nella Dinamo il migliore, ancora una volta, è risultato Scott Bamforth, autore di 23 punti in 32′, frutto di un percentuale stratosferica nei tiri dai 6,75, 6 su 7, a fronte di un deficitario 0 su 6 nei tiri da 2 punti, di un 5 su 6 ai tiri liberi, 3 rimbalzi, 5 assist, 27 di valutazione. Altri quattro gli uomini della Dinamo in doppia cifra: Dyshawn Pierre, autoire di 13 punti in 23′ (1 su 3 da 2 punti, 3 su 4 da 3 punti, 2 su 2 ai tiri liberi, 6 rimbalzi, 1 assist, 12 di valutazione); William Hatcher e Darko Planinic, 12 punti a testa; e, infine, Achille Polonara, 11 punti in 33′ (3 su 4 da 2 punti, 1 su 8 da 3 punti, 3 su 3 ai tiri liberi, 11 rimbalzi, 1 assist, 19 di valutazione).

Con i due punti odierni la Dinamo, indipendentemente da come si concluderà la 14ª giornata che ha in corso Cremona-Varese e in serata e domani prevede Avellino-Bologna e Pistoia-Milano, si colloca al sesto posto, con 16 punti, ormai ad un passo dalla qualificazione alle finali della Coppa Italia, alle quali accedono le prime otto della classifica al termine del girone d’andata della “regular season”.

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Il Carbonia è stato fermato sullo 0 a 0 dal Selargius.

La sosta di fine anno non ha portato bene alla San Marco Assemini ’80, capolista del girone A del campionato di Promozione, che oggi ha perso l’imbattibilità stagionale nel match casalingo con il La Palma Monte Urpinu, deciso da un goal realizzato da Luca Nepitella al 38′ del primo tempo. Gli effetti della sconfitta sulla classifica della capolista sono stati attenuati dal pareggio maturato nel confronto diretto tra le due prime inseguitrici, Carloforte ed Arbus, 1 a 1, con reti di Umberto Festa e Nicola Lazzaro.

La pausa di fine anno sembra non aver fatto bene neppure al Carbonia, fermato sullo 0 a 0 al Comunale “Carlo Zoboli” dal Selargius di Gianni Maricca (tecnico di Carbonia). La prestazione opaca dei minerari non è piaciuta al tecnico Andrea Marongiu che abbiano intervistato a fine partita.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215441949389842/

Sugli altri campi, larghe vittorie per l’Idolo di Arzana sul Gonnosfanadiga, 4 a 0, per il Bari Sardo sul Seulo 2010, 4 a 2, e per l’Andromeda sul campo del Quartu 2000, 3 a 1. Il Vecchio Borgo Sant’Elia ha liquidato il  Siliqua con il punteggio di 2 a 0, l’Arborea il Sant’Elena Quartu per 1 a 0.

Nel girone B del campionato di Prima categoria, la Monteponi ha superato l’Atletico Masainas per 4 a 2 ed ha incrementato il proprio vantaggio sulla prima inseguitrice che ora è la Libertas Barumini, impostasi ampiamente sulla Gioventù Sarroch per 4 a 0 e a 3 punti dalla vetta. E’ scivolata al terzo posto, a 5 punti dalla Monteponi, la Gioventù Sportiva Samassi, sconfitta clamorosamente per 2 a 1 sul campo del fanalino di coda della classifica Domusnovas Junior Santos, che fino ad oggi aveva sempre perso in casa ed aveva colto un solo punto sul campo dell’Atletico Narcao lo scorso 22 ottobre.
Il Villamassargia ha fatto suo il derby con l’Atletico Villaperuccio, con il punteggio di 5 a 3, mentre l’Qtletico Narcao ha perso in casa con il Pula per 4 a 2; vittorie di misura per il Cortoghiana sulla Villacidrese, 2 a 1, e per il Villanovafranca sul Senorbì, 1 a 0. E’ terminato senza goal il match tra la Fermassenti e la Virtus Villamar.

 

 

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E’ stato annullato, a causa dell’indisposizione di una delle attrici protagoniste, lo spettacolo “Tutto il resto è niench!”, previsto per domani, lunedì 8 gennaio, alle ore 21.00, al Teatro Civico di Sinnai, con in scena il duo Tanya & Mara (interpretato da Tiziana Troja e Michela Sale Musio) ed il gruppo vocale Cinquetto. Lucidosottile si scusa con il pubblico che aveva già acquistato il biglietto in prevendita e comunica che i rimborsi saranno effettuati già da oggi domenica 7 dalle 17.00 alle 20.00 presso la sede di Lucidosottile, in piazzetta Dettori 9, a Cagliari. Lunedì i rimborsi saranno invece effettuati di mattina dalle 10.00 alle 13.00 nella sede di Lucidosottile, e di sera dalle 18.00 alle 21.00 presso il botteghino del Teatro Civico di Sinnai.

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«L’assessore Arru trova come unico rimedio per il basso tasso di natalità in Sardegna il ripopolamento dei migranti, ma è davvero curioso che il disegno sia portato avanti contro cittadini isolani.»
E’ durissimo il giudizio del capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu alle affermazioni dell’assessore della Sanità.
«Non basta che l’esecutivo stia sottraendo ogni speranza di ripresa economica all’agricoltura piuttosto che all’edilizia – aggiunge Gianluigi Rubiu – ora arriva quest’ultimo progetto che suona come un destino beffardo per i giovani, costretti a fare la valigia per lasciare spazio ai migranti. Questi annunci altro non fanno che mascherare l’incapacità della classe politica isolana per risolvere i problemi cronici che strangolano la vita dei sardi. Non basta che l’assessore Arru abbia promosso come responsabili della sanità sarda dei luminari arrivati dalla Penisola (favorendo la fuga dei cervelli laureati in Sardegna), che hanno deciso di tagliare spese e prestazioni a danno dei cittadini. E ora evidentemente è avanzato con il suo progetto.»
«L’assessore Arru si è mai domandato come mai la Sardegna si sta spopolando in maniera così galoppante? Si è mai domandato che fine hanno fatto le risorse produttive della Sardegna, cioè i nostri giovani? La Giunta Pigliaru – conclude Gianluigi Rubiu – farebbe bene a trovare degli interventi per risollevare la Sardegna piuttosto che pensare a questi progetti.»