22 November, 2024
Home2018 (Page 748)

[bing_translator]

Anche la nuova formazione politica di sinistra Liberi e Uguali Sulcis Iglesiente prende posizione sulla scritta “proteggiamo i nostri figli, spostiamo il S.E.R.T” firmata CasaPound, apparsa martedì mattina a Carbonia.

«Va loro ricordato che dagli anni ’80 ad oggi, il SertT prima e il SerD dopo, hanno aiutato centinaia di uomini e donne ad affrontare il gravissimo problema della dipendenza. I fascisti del terzo millennio invece, come d’altronde quelli del secolo scorso, fanno di tutto per far scomparire “il diverso da loro” dalla società – si legge in una nota di Liberi e Uguali Sulcis Iglesiente -. Continuano a mascherarsi dietro  “belle azioni” (pulizia piazze o raccolta alimentare) ma il tutto è animato dal loro spirito di odio contro “l’altro” e dalla volontà di rinchiuderli in dei ghetti.»

«Sia ben chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di ricadere nei tragici errori del passato: sappiamo cos’è il fascismo e dobbiamo impegnarci tutti, nessuno escluso, perché non ritorni.  Carbonia ha già dimostrato di essere antifascista nel suo DNA. Il fascismo l’abbiamo cacciato una volta – conclude la nota di Liberi e Uguali Sulcis Iglesiente -, lo faremo ancora usando gli strumenti di sempre: la democrazia, l’accoglienza, la solidarietà, il mutuo aiuto. etc.»

 

 

[bing_translator]

Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ha convocato il Consiglio comunale in seduta ordinaria, prima convocazione, per venerdì 12 gennaio, alle ore 19.00, presso la Sala Consiliare, per l’esame di un ordine del giorno costituito da due punti:

  • IUC – Imposta Unica – componente Tari (tassa rifiuti) – Determinazione delle tariffe per l’anno 2018;
  • Approvazione del Documento Unico di Programmazione 2018/2020 e del Bilancio di Previsione 2018/2020 e relativi allegati.

[bing_translator]

La Giunta comunale di Sant’Antioco guidata da Ignazio Locci ha deliberato il nuovo programma di razionalizzazione della spesa e potenziamento dei servizi di comunicazione e interconnessione tra gli uffici comunali e tra il Municipio ed il cittadino. Un progetto innovativo e al passo coi tempi: i nuovi e moderni supporti telefonici, sfruttando le potenzialità offerte dalla connessione internet (applicazioni di messaggistica istantanea, web, etc.) assicureranno agli uffici una più valida intercomunicazione, garantendo maggiore funzionalità e facilitando il lavoro di squadra. Ma non solo: una sim sarà interamente dedicata ai servizi di comunicazione tra il cittadino e il Municipio tramite le applicazioni attualmente più utilizzate, come “WhatsApp”. «Appena disporremo dei nuovi cellulari – commenta il sindaco Ignazio Locci – lanceremo un nuovo servizio che, nel rispetto di quanto annunciato in campagna elettorale, si inserisce nel solco dei progetti destinati al rafforzamento del rapporto di comunicazione tra i cittadini e il Comune».

La Giunta ha individuato il gestore che al momento pratica l’offerta più vantaggiosa. «Ancora una volta si tratta di un progetto destinato al potenziamento degli uffici comunali e in generale del Municipio – aggiunge il sindaco Ignazio Locci – tengo a precisare che nessuno degli amministratori comunali disporrà di nuove sim o nuovi telefoni: continueremo ad usare i nostri cellulari». In passato, invece, sindaco e assessore ai Servizi Sociali beneficiavano di un telefono aziendale.

Verranno acquistate ventidue sim con traffico limitato sino ad un massimo di 500 minuti al mese verso tutti; due sim con traffico illimitato; traffico dati mensile di 100 giga da suddividere tra le ventiquattro sim; sette smartphone e 17 Iphone SE che verranno acquistati a rate. Rispetto al passato verrà attivata una sola utenza in più, che sarà dedicata alle funzioni di collegamento tra utenti e Comune, mentre per i costi del traffico telefonico si realizza un risparmio di circa dieci euro mensili. Le sim e i cellulari verranno così suddivisi: uno al capo squadra tecnica; uno all’istruttore tecnico; uno al necroforo; uno per la reperibilità degli operai; due agli istruttori direttivi dell’Ufficio Tecnico; undici agli agenti di Polizia Municipale; uno al Comandante di Polizia Municipale; uno all’operaio segnaletica; uno al Vice Segretario; uno ai Servizi Sociali; uno al Responsabile dei Sevizi Finanziari; uno al Responsabile Ufficio Tecnico; uno all’Ufficio di Comunicazione Istituzionale.

 

[bing_translator]

 

In vista della prevedibile corsa agli ultimi acquisti per il pranzo dell’Epifania, il Mercato Civico di Carbonia sarà aperto eccezionalmente domani, sabato 6 gennaio 2018.

Si tratta di una buona occasione per i cittadini per acquisire prodotti freschi e di qualità, a prezzi convenienti, in una struttura, quella del Mercato Civico, che rappresenta da sempre il cuore del commercio del centro cittadino.

 

[bing_translator]

Ancora una replica per “Tutto il resto è niench!”. Dopo i tre “tutto esaurito” dei giorni scorsi, il nuovo spettacolo di Lucidosottile tornerà in scena lunedì 8 gennaio al Teatro Civico di Sinnai. Appuntamento alle ore 21.00, con la travolgente comicità del duo Tanya & Mara (interpretato da Tiziana Troja e Michela Sale Musio) e le straordinarie armonie vocali del Cinquetto. I biglietti (al prezzo di 15 euro più uno di prevendita) possono essere acquistati al secondo piano dell’ExArt di piazzetta Dettori a Cagliari nella sede di Lucidosottile venerdì 5 gennaio dalle 17.00 alle 20.00, sabato 6 e domenica 7 dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Lunedì 8 sarà invece aperto il botteghino del Teatro di Sinnai, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.30.

Scritto e diretto da Tiziana Troja e Michela Sale Musio, in scena nei panni di Tanya & Mara insieme al Cinquetto (composto da Carla Caredda, Federico Melis, Stefano Onano, Daniela Pibiri e Alessandro Ragatzu), “Tutto il resto è niench!” è uno spettacolo comico e coinvolgente, dove alle gag si aggiungono le armonie vocali del gruppo musicale, in un crescendo di trovate, battute, colpi di scena e divertimento.

[bing_translator]

L’obiettivo è evitare, da una parte, il sovraffollamento dei reparti e, dall’altra, che i cittadini ricoverati stiano sulle barelle perché, se si deve “rendere migliore l’esperienza del paziente in ospedale”, è necessario garantire la dignità della persona nelle diverse fasi di cura. Proprio a questo mira la circolare della direzione medica di presidio dell’Aou di Sassari del 9 agosto scorso, con la quale sono stati indicati una serie di criteri di priorità per il ricovero dei pazienti in periodi di maggiore criticità.

Così, è previsto che il ricovero debba avvenire nei reparti di competenza specialistica sino a esaurimento dei posti letto. Quindi il ricovero è “in appoggio” nelle unità operative più vicine al reparto di competenza e, infine, esauriti i posti letto nel reparto più vicino, il ricovero avviene “in appoggio” anche nei reparti più distanti, ovunque vi siano posti letto liberi.  Non sono considerati reparti appoggio Cardioanestesia, Utic, centro ustioni, stroke unit, Rianimazioni, Neonatologia, Pediatria, Ematologia, Neuropsichiatria infantile e Spdc.

E che questo sia un periodo critico lo dimostrano anche i dati del rapporto Influnet, redatto sulla base dei risultati nazionali e regionali relativi alla sorveglianza epidemiologica delle sindromi influenzali, elaborato dal dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore della Sanità. L’incidenza nell’isola viene considerata di livello “alto”.

Nell’ultima settimana dell’anno in Sardegna è stato registrato un brusco aumento del numero di casi con un livello di incidenza dell’11,66 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è stata pari a 19,57 casi per mille assistiti, nella fascia 5-14 9,9, nella fascia 15-64 11,26 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni è stata pari a 6,77 casi.

Nel periodo dal 20 dicembre 2017 al 3 gennaio 2018 al pronto soccorso del Santissima Annunziata è stato registrato un numero di accessi pari a 1.785 e di questi, 449, si sono trasformati in ricovero. In questo periodo la media di ricovero giornaliera è stata pari a 30,8, superiore alla media giornaliera annua dell’intero 2017 che è stata pari a 29,3 ed ancora più alta di quella del 2016 pari a 28,7. Si tratta per la maggior parte di anziani con sindrome influenzale e problematiche cardio respiratorie.

«È una situazione che ha determinato un’elevata affluenza al pronto soccorso e nei reparti di degenza internistica – afferma il direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù – non certo paragonabile a quanto sta avvenendo in Gran Bretagna dove, per l’alto numero di ricoveri a causa dell’influenza, sono stati annullati numerosi interventi chirurgici. È vero l’ospedale diventa il punto di riferimento e spesso ci si trova a fronteggiare afflussi elevati. Anche per questo è importante recarsi al pronto soccorso in caso di emergenza e negli altri casi, come per l’influenza, rivolgersi al proprio medico di famiglia. Quest’ultimo conosce bene il proprio assistito e, se necessario, sarà lui a indicare la necessità di rivolgersi alle strutture ospedaliere.»

Per la direzione aziendale, allora, la riduzione degli accessi passa anche attraverso l’attivazione sul territorio di ambulatori di primo intervento che, dove attivati, svolgono una importante funzione di filtro. «Un ulteriore effetto positivo contro il sovraffollamento – riprende Nicolò Orrù – sarebbe l’avvio, in stretta collaborazione con il territorio, di percorsi di dimissione più celeri per i pazienti fragili e non autosufficienti».

Il tema dell’incremento di ricoveri e delle dimissioni difficili è stato affrontato di recente, durante una riunione che ha messo allo stesso tavolo la direzione aziendale dell’Aou, quella medica del presidio ospedaliero, quella delle professioni sanitarie e del pronto soccorso. È emerso che sono state adottate misure straordinarie che, in alcuni casi hanno richiesto l’utilizzo delle barelle in reparto rispetto alla dotazione di posti letto standard: «Una situazione che, però, non si é mai protratta oltre le 24 ore. Si tratta di un periodo di grande attività – conclude il direttore sanitario – e per questo voglio ringraziare gli operatori per il loro impegno e dedizione».

[bing_translator]

Mercoledì 10 gennaio 2018 scadono i termini per la presentazione della manifestazione di interesse per la gestione degli impianti sportivi senza rilevanza economica del comune di Carbonia. Sono 21 gli impianti sportivi comunali che potranno essere assegnati. Un’ampia gamma di scelte per le società sportive che operano, in particolare, nel giuoco del calcio, del calcio a 5, del basket, della pallavolo, del tennis, dell’hockey, dell’atletica e delle bocce. «Si tratta di un ricco patrimonio di impianti e di palestre comunali da assegnare e da rendere fruibili a beneficio delle società sportive e dei loro atleti. Il nostro obiettivo è quello di promuovere e potenziare la pratica delle attività sportive, sociali e aggregative nella nostra città», ha affermato il Sindaco Paola Massidda.
Nel settore della Pubblica Istruzione, scade il 31 gennaio 2018 l’avviso relativo ai contributi per il diritto allo studio. In particolare, si tratta di borse di studio (a rimborso delle spese scolastiche) rivolte agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado nell’anno scolastico 2016-2017, il cui nucleo familiare presenta un indicatore della situazione economica equivalente ISEE in corso di validità, inferiore o uguale a 14.650 euro.
Un altro intervento per il diritto allo studio prevede l’erogazione del cosiddetto “buono libri” per l’anno scolastico 2017-2018, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, il cui nucleo familiare presenta un ISEE in corso di validità inferiore o uguale a 14.650 euro.
«I contributi previsti rappresentano uno strumento essenziale per favorire il diritto allo studio dei tanti alunni della nostra città. Si tratta di un’iniziativa a sostegno delle famiglie meno abbienti e, nel contempo, un mezzo per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica», ha affermato l’assessore alla Pubblica istruzione Valerio Piria.

[bing_translator]

Un intrigante gioco di specchi – tra arte e vita – per “Quasi Grazia”, la pièce di Marcello Fois ispirata alla figura della scrittrice nuorese Grazia Deledda e interpretata da Michela Murgia, una delle più interessanti e apprezzate autrici contemporanee, in tournée nell’Isola per la Stagione di Prosa 2017-18 del CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. Note biografiche e storiche e fantasie oniriche s’intrecciano nell’immaginifica mise en scène firmata dalla regista Veronica Cruciani per Sardegna Teatro, con un’intensa e straordinaria Lia Careddu nel ruolo della madre, accanto a Marco Brinzi, Valentino Mannias e Giaime Mannias, per un originale ritratto d’artista in cui i sogni della protagonista si scontrano con la mentalità di «un paese dove la donna era considerata ancora con criteri orientali».

Quasi Grazia” – che fin dal titolo, con un chiaro rimando a “Cosima”, sembra alludere ai molteplici intrecci fra invenzione letteraria e realtà – domenica 7 gennaio alle 20.45 aprirà il cartellone al Teatro Centrale di Carbonia, per approdare lunedì 8 gennaio alle 21.00 all’Auditorium Comunale di Arzachena e infine martedì 9 gennaio, sempre alle 21.00, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale.

Il rito del teatro, in cui la verità si mette a nudo attraverso la finzione, rende possibile il miracolo stravagante di un’incarnazione: Grazia Deledda rivive in Michela Murgia, la scrittrice e conduttrice, autrice de “Il mondo deve sapere” e “Accabadora” fino al recente “Chirù” e alle riflessioni di “Futuro Interiore”, accanto a testi teatrali come “Cento” e “Spadoneri”, presta volto e voce alla narratrice di trame intricate e avvincenti, creatrice di personaggi indimenticabili, complessi e tormentati – da Elias Portolu a Marianna Sirca, dall’Efix e le sorelle Pintor di “Canne al vento”, a Annesa e Paulu ne “L’edera”, Olì e il figlio Anania in “Cenere”.

Focus su alcuni momenti cruciali dell’esistenza della scrittrice nuorese, dalla vigilia della partenza per Roma al viaggio in Svezia in occasione della consegna del Premio Nobel, in cui affiorano i drammi familiari ma anche il profondo legame con la sua Isola, il matrimonio con Palmiro Madesani – che scelse di dedicarsi interamente alla carriera della moglie, in una riuscita comunione di affetti e di intenti non sempre compresa – o volutamente fraintesa – dai contemporanei. Trasferitasi nella capitale, Grazia Deledda prosegue la sua attività di scrittrice, tra frequentazioni mondane e corrispondenze epistolari che testimoniano il respiro decisamente internazionale oltre al valore indiscusso della sua opera, capace di restituire un’immagine affascinante della Sardegna – tra paesaggi aspri e selvaggi e genti dall’animo fiero e dall’antica saggezza – mettendo l’accento sul groviglio delle passioni, sulla crudeltà del destino e i capricci della sorte, nell’eterna guerra fra il bene e il male.

Femmes fatales e giovani ingenui, creature piene di fuoco che inducono o cedono a pericolose tentazioni, pastori filosofi e innocenti traditi compongono un mirabile affresco di varia umanità sullo sfondo di una civiltà arcaica, a contrasto con l’inesorabile scorrere del tempo e l’affermarsi della modernità. Tra nobili sentimenti e impulsi brutali le figure nate dalla fantasia dell’artista prendono forma con tutte le loro contraddizioni, le paure, i pregiudizi, il coraggio e l’audacia: nei romanzi e nelle novelle scorre la vita vera, tra i minuti dettagli del quotidiano e i grandi ideali, i dilemmi interiori, i segreti inconfessabili, con un istintivo senso di giustizia che unisce colpa ed espiazione, peccato e redenzione. Tratti fiabeschi – tra miti e leggende dell’Isola e originali apologhi – e un’esasperata e consapevole sensualità quasi dannunziana si alternano nelle opere della Deledda, che trasfigura la materia incandescente delle umane passioni, fino a renderla universale.

Un donna intraprendente e quasi temeraria nello sfidare quasi inevitabilmente le convenzioni dell’epoca per seguire la propria inclinazione, determinata, dotata di talento e ricca di ispirazione, autodidatta per necessità ma decisa a perfezionarsi affinando progressivamente i propri strumenti espressivi: Grazia Deledda ha saputo conquistare i suoi lettori e lasciare un segno nella storia della letteratura – rivelando l’esistenza della sua Sardegna al mondo. La sfida di “Quasi Grazia” è restituirne la figura, senza retorica, come quella di una scrittrice “vivente” – che agisce, pensa, soffre, commenta – in un gioco delle parti in cui un’altra scrittrice, sarda e contemporanea, restituisce l’amarezza delle critiche, dell’incomprensione, della forse invidiosa svalutazione e insieme la certezza di non potere essere altro che se stessa. Attrice – perché “dentro” una pièce e un meccanismo (meta)teatrale e (meta)letterario – Michela Murgia diventa “quasi” Grazia, in un universo caratterizzato da segni e simboli ancestrali potentemente evocati sulla scena, si fa testimone e portatrice di una sua verità – di donna e d’artista – e insieme empaticamente condivide gioie e dolori, turbamento e quiete della vincitrice del Nobel, in una visione lucida, insieme soggettiva e soggettiva di sé e del mondo.

Figura centrale di un microcosmo familiare – in cui si spiccano i fratelli con le loro tragiche esistenze e specialmente la madre, donna severa e “all’antica”, custode delle tradizioni e dei valori, muta presenza, imprescindibile eppure distante, con cui è inevitabile confrontarsi, e “scontrarsi” – Grazia Deledda, circondata dalle cure affettuose del marito intraprende la sua avventura romana. Dialoga con il mondo – la scrittrice (quasi) “illetterata” – apprezzata da Maksim Gorkij e D.H. Lawrence. da Luigi Capuana e Giovanni Verga oltre che da Enrico Thovez, Emilio Cecchi, Pietro Pancrazi, Antonio Baldini, eppure la sua Isola resta al centro dei suoi pensieri e della sua opera, e la sua affermazione come scrittrice e il riconoscimento del suo valore e della sua importanza nel panorama culturale saranno più ardui proprio in patria, nella sua città, Nuoro, come in Sardegna e più in generale in Italia. “Quasi Grazia” nasce proprio con l’esigenza di riportare l’attenzione su un’autrice che – come ricorda Marcello Fois – «non è nemmeno compresa nel canone ministeriale, pur essendo a tutt’oggi l’unica donna italiana ad avere ricevuto l’ambito premio Nobel». Infatti, sottolinea l’autore della saga dei Chironi: «Decidere di parlare della Deledda è un atto che può avere del temerario. Specialmente per uno scrittore, specialmente per uno scrittore nuorese. L’ipotesi poi di parlarne portandola in scena rasenta la follia se è vero che il teatro è un medium impietoso e rituale». Ma la pièce scaturisce da una necessità, da una spinta interiore, se si vuole da una sorta di imperativo morale: «La mia idea, direi la mia ossessione», ammette Fois, «era che di questa donna, tanto importante per la cultura letteraria del nostro Paese, bisognasse rappresentare la carne. Come se fosse assolutamente necessario non fermarsi a una rievocazione “semplicemente” letteraria, quanto di una rappresentazione vivente. I grandi scrittori, i grandi artisti sopravvivono», e innegabilmente «La vita di ogni grande scrittore racconta qualcosa della grande scrittura».

Una “sfida” che ha coinvolto, e affascinato una scrittrice come Michela Murgia: «Quando Marcello Fois ha immaginato questo testo su Deledda e mi ha chiesto di interpretarlo, il potenziale rivoluzionario della sua figura mi ha convinta ad accettare senza riserve.  È infatti evidente che Deledda per realizzare sé stessa abbia pagato, oltre ai sacrifici personali, anche un altissimo prezzo sociale: enorme su di lei la diffidenza radicale del mondo letterario italiano, capace perfino di ignorarne il Nobel, e un giudizio sulla sua vita privata che ha portato persino i grandi nomi della letteratura italiana a storcere il naso davanti al suo matrimonio paritario e sodale, così simile alle coppie di potere dello star business contemporaneo, ma del tutto insolito nella bigotta Italia degli anni ‘30.
La sua storia di determinazione personale è un paradigma non solo per le donne di tutti i tempi, ma per chiunque voglia realizzare un sogno partendo da una condizione di minorizzazione sociale».

Una sfida che approda di nuovo sui palcoscenici dell’Isola – sotto le insegne del CeDAC – con una mise en scène che grazie alla sapiente regia di Veronica Cruciani fonde arditamente e felicemente l’elemento “identitario” della cultura sarda al ritratto di una donna e un’artista decisamente all’avanguardia per l’epoca e tuttora capace di parlare alla mente e al cuore dei suoi lettori.

Quasi Grazia – ©alecani 2017 – all rights reserved – info at alecani@gmail.com

Quasi Grazia – ©alecani 2017 – all rights reserved – info at alecani@gmail.com

 

[bing_translator]

La Marco Cullurgioni Giba si è aggiudicata questo pomeriggio, sullo splendido campo in erba sintetica del Comunale di Giba, la 27ª edizione della Coppa Capodanno, torneo riservato alla categoria giovanissimi, organizzato dalla delegazione FIGC di Carbonia Iglesias. Nella finalissima, diretta dal signor Massimo Piscedda, la squadra allenata da Giovanni Falessi, portiere del Carbonia in C2 negli anni ’80, ha superato la Don Vito Sguotti Carbonia, con il largo punteggio di 5 reti a 0 (primo tempo 1 a 0).

La partita è rimasta in equilibrio per venti minuti, fino al goal realizzato da Samuele Uccheddu, al 21′ del primo tempo. La squadra di Pietro Manca, qualificatasi per la finalissima con la larghissima vittoria per 8 a 0 in semifinale sull’Atletico Narcao (la Marco Cullurgioni Giba in semifinale aveva superato di misura gli Ex Biancoblu di Carbonia per 1 a 0), ha cercato di riportarsi in parità nella seconda parte del primo tempo, senza riuscirvi, ed è poi crollata nella ripresa.

Al 5′ del secondo tempo ha raddoppiato Michele Caschili, poi è andato in goal per due volte Christian Diana al 21′ e al 25′ e, infine, ha messo la sua firma sulla cinquina della Marco Cullurgioni, all’8′ dei 10′ di recupero concessi dal direttore di gara, Gabriele Cuccu.

Nella Don Vito Sguotti, nonostante la netta sconfitta, si sono distinti il capitano Nicolo Pau ed il vicecapitano Virgilio Melis.

La Marco Cullurgioni Giba lo scorso 26 dicembre era stata protagonista anche della finale della 55ª edizione della Coppa Santa Barba – Trofeo Aldo Carboni, persa di misura con il Carbonia, con il punteggio di 2 reti a 1.

Marco Cullurgioni Giba: De Angelis Davide, Serventi Nicola Luigi, Moi Gabriele, Pischedda Giancarlo Andrea, Binozzi Riccardo, Pintus Devid, Caschili Michele, Pala Matteo, Diana Christian, Mura Gian Luca, Uccheddu Samuele. A disposizione: Cuccu Enrico, Cuccu Gabriele, Diana Alessio, Maccioni Giammarco, Culurgioni Giacomo, Pilloni Mattia, Pisano Claudio. All. Gianni Falessi.

Don Vito Sguotti Carbonia: Fanutza Christian, Caddeo Francesco, Cocuzza Matteo, Crobeddu Leonardo, Biggio Edoardo, Manca Matteo Flavio, Benedetto Joacopo, Urru Alessio, Pau Nicolo, Melis Virgilio, Cocco Francesco. A disposizione: Arangino Samuele, Garau Riccardo, Orrù Alessandro, Pinna Andrea, Biggio Simone. All. Pietro Manca.

Arbitro: Massimo Piscedda.

Reti: al 21′ Samuele Uccheddu (MC), al 5′ del secondo tempo Michele Caschili (MC), al 21′ e al 25′ Christian Diana (MC), al 43′ Gabriele Cuccu (MC).

                    

 

[bing_translator]

«Restiamo sgomenti e spaventati nel vedere un’affissione abusiva sui muri di viale Trento, nella quale si dichiara che per difendere i nostri figli, bisogni spostare il SerT di viale Trento. Tale affissione è stata firmata e rivendicata da CasaPound, un Partito Politico che da un anno a Carbonia nasconde con operazioni di facciata una radice contraria e opposta ai principi della nostra democrazia e alla vera natura della nostra città, in cui da sempre si portano avanti ideali di solidarietà, aiuto e rispetto assoluto soprattutto verso le persone che più ne hanno bisogno. Riteniamo che quanto scritto sui muri di viale Trento e poi rivendicato con un vergognoso comunicato stampa, dipinga una situazione irreale ed allarmistica che non ha mai avuto riscontro concreto nelle cronache quotidiane di Carbonia.»

E’ quanto si legge in una nota diffusa questa sera dal segretario cittadino del Partito democratico, Fabio Desogus.

«E’ doveroso avere rispetto verso chi ha avviato un proprio percorso di recupero personale e riabilitazione sanitaria, e proprio per questo si reca al SerD di viale Trento: non per importunare bambini o ignari passanti, ma per cercare il proprio percorso di cura e di recupero – aggiunge Fabio Desogus -. Nessuno si deve permettere di considerare persone che hanno avuto percorsi difficili nella propria vita come degli appestati da mandare in un lazzaretto fuori città, lontano dalla vista altrui, quasi si dovessero vergognare del recupero che stanno con grande fatica intraprendendo. La città di Carbonia ha sempre dimostrato solidarietà e si è sempre stretta intorno a chi ha nella sua vita avuto sofferenze e difficoltà. Siamo sicuri che lo farà anche in questa circostanza, non accettando una provocazione irrispettosa e becera. Carbonia è sempre stata la città della solidarietà verso chi ne ha più bisogno, non dell’emarginazione.»

«Nell’esprimere anche la massima solidarietà ai lavoratori, alle lavoratrici e agli utenti del SerD, il Partito Democratico vuole gridare a gran voce e vuole ribadire in maniera chiara che è contro chiunque porti messaggi di questo tipo. Facciamo notare a margine che il SerT (come scritto nell’affissione abusiva) in realtà è SerD e che non è competenza del sindaco di Carbonia il suo spostamento in altra zona della città. E’ però competenza dell’Amministrazione far rispettare il divieto di affissioni abusivi – conclude Fabio Desogus –, pertanto invitiamo il sindaco di Carbonia, dato che questa affissione vergognosa e abusiva ha avuto anche una rivendicazione ufficiale, a far si che si prendano tutti i provvedimenti del caso.»