21 July, 2024
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Dal 1 al 2 dicembre 2018 ritorna alla Fiera di Cagliari il Festival di Scirarindi, la prima grande manifestazione indipendente a carattere regionale dedicata alla scoperta e alla celebrazione della Sardegna naturale, al benessere, ai temi della sostenibilità e ai nuovi stili di vita, alle produzioni alimentari biologiche, alla bioedilizia e tutela dell’ambiente, al turismo consapevole, al buon vivere. Ottava edizione di una realtà ormai matura e ben consolidata che propone agli oltre sedicimila visitatori servizi, saperi e prodotti che aiutano a rendere la vita equilibrata, più sostenibile ed equa e rendono questo appuntamento un’imperdibile occasione di crescita. Un festival che nutre l’anima, una piazza viva, in cui far circolare le idee, i progetti, i sogni.

Organizzato dall’associazione culturale Scirarindi vede anche quest’anno il patrocinio del Comune e della città Metropolitana di Cagliari e della Regione Sardegna, e un ricchissimo programma culturale che si articola tra informazione, formazione, gioco, apprendimento, animazione e tantissimi ospiti speciali, nel primo weekend di dicembre con appuntamenti dalle 10.30 fino alle 22.00. Un percorso che si snoda tra i diecimila metri quadri dei tre Padiglioni I, G, B e le cinque sale del Palazzo dei Congressi, tra attività teoriche e pratiche e la vasta area espositiva, colonna portante del festival.

I numeri anche quest’anno non tradiscono le aspettative: 248 le attività in programma organizzate nelle consuete 9 aree tematiche quali iniziative speciali, conferenze, attività food, laboratori, lezioni dimostrative, trattamenti e consulenze del benessere, meditazioni, libri, mostre e spettacoli, attività per bambini, aree relax, punti ristoro bio-veg, degustazioni dei prodotti locali; 270 gli espositori (246 provenienti dalla Sardegna e 24 dal resto d’Italia) ordinati nei vari settori alimentazione, ambiente e agri-cultura, animali, arte artigiana, bioedilizia, compranaturale, economia etica e partecipazione, ecoturismo, salute e benessere, spazio bambini, vita interiore; 60 inoltre i volontari e 70 gli studenti dell’alternanza scuola-lavoro coinvolti nello staff dell’organizzazione.

«Scirarindi, è la Sardegna in movimento, la Sardegna della consapevolezza e della sostenibilità. Un mondo in crescita, che è bellissimo incontrare ogni anno pieno di vitalità e voglia di futuro», spiega Giovannella Dall’Ara, responsabile del programma culturale ed anima del festival.

Nell’ottava edizione di Scirarindi l’area espositiva si articola attraverso 270 espositori suddivisi nelle 11 aree tematiche di cui 53 per l’alimentazione, 15 per l’ambiente e agri-cultura, 9 animali, 16 arte artigiana, 9 bioedilizia, 53 compranaturale, 27 economia etica e partecipazione, 13 ecoturismo, 37 salute e benessere, 8 spazio bambini, 30 vita interiore. Tra le tante novità anche un notevole aumento delle aziende provenienti dalla penisola, tra cui La Grande Via, l’Associazione fondata dal dottor Franco Berrino; dal Veneto, per il tema Ecoturismo, arriva ViaggieMiraggi Cooperativa Sociale che propone un modo di viaggiare secondo i principi del turismo responsabile, per valorizzare le realtà più piccole; Dal Friuli Venezia Giulia, per il settore Benessere, Diabasi®, la prima e più grande Scuola Professionale di Massaggio a livello Nazionale. Ancora nell’area Benessere, direttamente dal Sana di Bologna, sarà a disposizione del pubblico sardo Soulspension un trattamento, che agisce sul riallineamento della colonna vertebrale, migliorando la postura; sarà a Scirarindi anche Medici senza Frontiere, la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo, Premio Nobel per la Pace nel 1999 e che da oltre 40 anni fornisce soccorso umanitario in più di 60 paesi con oltre 400 progetti.

 

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In data 22 novembre a Roma presso la sede del ministro della Salute, una delegazione del CISADeP, guidata dal Presidente, Emanuela Cioni (Emilia Romagna), Don Francesco Martino (Molise), Flavio Ceccarelli, Valerio Bobini, Piero Tiezzi, Eva Giuliani (Toscana), Teresa De Santo ed Antonio Amatucci (Basilicata) ha incontrato il Capo della Segreteria Tecnica del ministro Giulia Grillo, dott. Giuseppe Amato e due funzionari del Ministero, la dott.ssa Laura Vinci e l’avv. Maria Romana Mastrangelo per continuare il dialogo iniziato il 21 novembre 2017 con la struttura tecnica del ministero della Salute tendente ad ottenere un ripensamento ed una modifica sostanziale, a mezzo chiarificazioni, modifiche ed integrazioni del D.M. 70/2015 sui servizi sanitari ospedalieri e territoriali nelle aree periferiche e particolarmente disagiate d’Italia per garantire veramente una vera emergenza urgenza, un vero percorso nascita, una vera garanzia di servizi di supporto, una vera struttura ospedaliera di garanzia per raggiungere la tutela della salute prevista dall’art. 32 della Costituzione, oggi non garantito nelle periferie.

Ad un anno di distanza dall’incontro avuto con i tecnici del Ministero della Salute che si occupano delle aree periferiche e svantaggiate e delle problematiche delle Strategie Nazionali delle Aree Interne con la delegazione CISADeP, come si evince dalle criticità che abbiamo rappresentato in quella sede, la situazione dei servizi di emergenza/urgenza, della riconversione dei presidi montani e ultraperiferici che potrebbero essere riconvertiti in presidi di area particolarmente disagiata, dei servizi sanitari periferici è decisamente peggiorata in tutta Italia.

Il CISADeP, ha consegnato al dott. Giuseppe Amato e al suo staff, come documento di lavoro, la sua PIATTAFORMA PROGRAMMATICA, tutta una serie di proposte complessive e poi anche delle proposte in merito al Percorso Nascita in aree disagiate e periferiche.

Il CISADeP si augura siano prese in considerazione dal ministro della Salute e dal Governo tutto per una definizione da parte della Conferenza Stato Regioni, il CISADeP chiede inoltre che, anche in caso della completa devoluzione della sanità alle regioni, progetto al quale sembra stia lavorando il ministro per gli Affari regionali a cominciare da Lombardia e Veneto, la questione della sanità nelle aree disagiate e periferiche del paese, essendo questione di garanzia di uguaglianza tra i cittadini viventi in condizioni di disagio maggiore nelle aree periferiche ed ultraperiferiche nonché disagiate e particolarmente disagiate del paese, in base all’art. 32 della Costituzione, rimanga come definizione degli standard e dei servizi competenza dello Stato.

Inoltre, nella chiarificazione del D.M. 70/2015, il CISADeP, in merito agli ospedali di area particolarmente disagiata chiede si elimini il principio di discrezionalità del “possono prevedere” sancendo il principio dell’obbligatorietà “devono prevedere”.

In merito al cosiddetto Decreto Lorenzin sui punti nascite in aree disagiate il giudizio, elaborato il riordino della materia della sanità della aree particolarmente disagiate e periferiche del paese, sia affidato, in base alle chiarificazioni approvate, esclusivamente al Comitato Nazionale per il Percorso Nascita presso il ministero della Sanità.

L’interlocuzione è stata positiva. In un clima di grande ascolto, il presidente Emanuela Cioni ha introdotto l’incontro, mentre Eva Giuliani, Valerio Bobini e Piero Tiezzi hanno presentato la situazione Toscana, Teresa De Santo ed Antonio Amatucci la situazione dell’ospedale di Chiaramente, (Basilicata) non riconosciuto di area particolarmente disagiata e la vicenda relativa al ricorso al Presidente della Repubblica. È stato alla fine il segretario Francesco Martino a fare la sintesi di cui sopra e a descrivere la situazione ed entrare nel dettaglio delle criticità delle altre regioni Italiane.

Il dott. Giuseppe Amato, considerando proficuo l’incontro, ha assicurato l’impegno del Ministro sia per i problemi presentati, come anche di lavorare, per quanto di competenza, per arrivare in un percorso condiviso con le Regioni, ad una definizione normativa e legislativa più chiara per le aree disagiate e periferiche del paese, che tuteli effettivamente il diritto alla salute in questi territori sancito dall’art. 32 della Costituzione, a partire all’approfondimento e dall’analisi delle proposte presentate dal CISADeP su tutta la materia, dall’emergenza urgenza, agli ospedali di area particolarmente disagiata, alle strutture ospedaliere nelle aree terremotate e nelle isole, alle strutture territoriali, ai punti nascita e servizi sostitutivi.

In montagna, nelle zone disagiate e periferiche si accendono sempre meno luci conclude la Presidente del Coordinamento Nazionale, Emanuela Cioni, vogliamo vedere riaccendersi tante luci e tanti giovani devono ritornare a vivere in questi territori e, dobbiamo rassicurarli e promettere loro che i servizi primari (le scuole i trasporti e la sanità) saranno tutelati; non dobbiamo mai abbassare la guardia, ecco perche abbiamo chiesto al Ministero di vigilare costantemente su quelle regioni che in questi anni gli è stata concessa la “libertà” di tagliare i tanti servizi. La Presidente infine ringrazia di cuore l’On. Chiara Gagnarli per l’impegno costante mostrato per aver favorito questo incontro.

Emanuela Cioni

Presidente del CISADeP

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha approvato il Piano d’azione delle installazioni delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici. Attualmente, in capo alla Centrale regionale di Committenza, è in corso l’espletamento della gara da 8,6 milioni di euro (fondi Fondi FSC e POR 2014-2020) per la fornitura e l’installazione delle colonnine di ricarica nei Comuni che, insieme alla Regione, hanno già firmato l’Accordo di programma per attuare il Programma della mobilità elettrica (inserito nel Patto per la Sardegna e con risorse complessive pari a 18,5 milioni di euro, di cui 15,5 di Fondi FSC e 3,5 milioni di Fondi POR). Il Piano d’azione approvato oggi, definito dall’assessorato dell’Industria con il supporto dell’Università di Cagliari, è il documento di pianificazione strategica, unico riferimento per l’installazione delle colonnine, oltre che base per il futuro sviluppo della mobilità elettrica a livello regionale. Per ora i Comuni interessati sono la Città metropolitana di Cagliari, la Rete metropolitana del nord Sardegna, Olbia, Nuoro e Oristano, i quali hanno già deliberato, nei rispettivi Consigli comunali, i Piani locali che definiscono il quadro degli interventi. Il Piano regionale propone una strategia generale e uno scenario di riferimento che rispetta le linee indicate dal Piano nazionale, adattabile a eventuali aggiornamenti futuri e funzionale alle peculiarità dei diversi territori della Sardegna. Eventuali altre risorse a valere sui fondi FSC e PO FESR saranno destinate a completare il Piano per favorire l’estensione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici nelle aree urbane attualmente escluse, formando così oggetto di un ulteriore futuro intervento.

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Mercoledì 28 novembre, alle ore 10.30, nell’Hostel Marina di Cagliari, verranno presentati, nel corso di una conferenza stampa, i risultati del progetto internazionale sul dialogo interreligioso, “Development of New Inter-religious tools” realizzato da 13 associazioni provenienti da 11 Paesi con il coordinamento della TDM 2000.

L’obiettivo principale del progetto è stata la promozione della comprensione e della tolleranza tra persone di differente fede religiosa attraverso uno strumento innovativo: la creazione e lo sviluppo di nuovi strumenti e giochi da tavolo sul dialogo interreligioso che aiutassero a familiarizzare con le altre religioni e promuovendo comprensione e tolleranza reciproca. Altri obiettivi sono stati la condivisione di buone pratiche nel campo del dialogo interculturale e inter-religioso e l’aumento delle competenze degli operatori giovanili e dei formatori.

Avviatosi con un kick off meeting in Albania, a dicembre 2017, il progetto ha avuto in agenda due seminari, un corso di formazione, numerose attività locali, e si concluderà con un meeting finale di valutazione alla fine del 2018. Al momento, le associazioni partner si stanno occupando di realizzare dei workshop a livello locale, per promuovere la conoscenza del dialogo interculturale e favorire il dialogo inter-religioso, oltre che per testare i giochi da tavolo sviluppati dai partecipanti al progetto.

Alla conferenza stampa di presentazione, prenderanno parte i rappresentanti della TDM 2000 e delle associazioni aderenti al progetto.

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha approvato in serata una risoluzione sui mancati pagamenti dei lavori sulla SS-Olbia eseguiti in subappalto.

Nel documento, approvato all’unanimità, il parlamentino presieduto da Luigi Lotto invita la giunta regionale ad attivarsi presso Anas perché eserciti le sue funzioni previste dal codice degli appalti. In particolare, la Commissione chiede che Anas vigili sul rispetto delle disposizioni che obbligano i soggetti affidatari al tempestivo pagamento dei lavori dati in subappalto e, in caso di inadempienza, provveda a erogare direttamente gli importi per i lavori effettuati.

Nei giorni scorsi, l’organismo consiliare aveva sentito in audizione alcuni rappresentanti delle ditte subappaltatrici della nuova SS-Olbia che avevano denunciato la grave situazione di crisi aziendale determinata dal mancato incasso delle spettanze per i lavori eseguiti. In alcuni casi, si tratta di crediti milionari che hanno portato alcune aziende a operare tagli pesantissimi sul personale mentre altre sono oggi a rischio fallimento.

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La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha approvato all’unanimità il Piano triennale dell’emigrazione 2018-2020.

Nella sua relazione l’assessore del Lavoro Virginia Mura ha illustrato la rimodulazione degli interventi effettuata dopo la presentazione preliminare del documento. Le modifiche riguardano in particolare i progetti per la promozione della cultura sarda nel mondo, con stanziamenti che passano da 90.000 a 150.000 euro, e la promozione del turismo, le cui risorse sono state incrementate da 90.000 a 140.000 euro.

«La rimodulazione – ha precisato Virginia Mura – ha consentito di sostenere in modo più incisivo i progetti di qualità più elevata, con maggiore capacità di essere portati a termine in tempi brevi.»

Assente l’assessore della Sanità Luigi Arru per impegni istituzionali fuori Regione, la commissione ha deciso di rinviare ad una seduta successiva i punti dell’ordine del giorno riguardanti la sanità.

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«Il recente accordo fra Regione ed Infratel apre prospettive nuove, e molto concrete, per i piccoli comuni della Sardegna.»

Lo ha dichiarato il consigliere di Art. 1 – Sdp Eugenio Lai secondo il quale «si tratta di un’intesa strategica per la Regione, che diventa la prima in Italia per la copertura del territorio con reti digitalizzate nelle aree rurali, e di un grande risultato raggiunto dalla maggioranza di centrosinistra che, con questo intervento, abbatte le distanze e l’isolamento dei piccoli centri, consentendo inoltre alle aziende che vi operano di accedere in modo competitivo ai mercati».

«Nei primi mesi dell’anno prossimo – ha aggiunto Eugenio Lai – i piccoli Comuni sardi compresi nel progetto riguardante le cosiddette aree a fallimento di mercato saranno dotate della nuova infrastruttura in fibra.»

«Ciò significa – ha concluso Eugenio Lai – che tutti i sardi, compresi quelli residenti nelle zone più marginali, avranno uguali diritti e parità di accesso alla banda larga, supporto tecnologico indispensabile per favorire la crescita delle nostre piccole comunità.»

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Alle prime luci dell’alba i carabinieri della stazione dei carabinieri di Cagliari San Bartolomeo, nel corso di una mirata attività investigativa antidroga del quartiere Sant’Elia, hanno arrestato in flagranza di reato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, una donna di 35 anni, P.M.T, ed il figlio 17enne convivente.

I carabinieri, su delega delle autorità ordinaria e minorile, hanno eseguito una perquisizione presso l’abitazione dei due arrestati, in via Schiavazzi 4C, dove hanno rinvenuto e sequestrato:

• 179,58 grammi di eroina, suddivisa in 9 ovuli e 116 involucri termosaldati;

• 15,24 grammi di cocaina, suddivisa in 2 involucri termosaldati;

• 592,38 grammi di hashish, suddivisa in 7 panetti;

• 125 euro in banconote di diverso taglio, presunto provento dell’attività illecita;

• 1 bilancino di precisione;

• 1 coltello del tipo “Opinel”;

• materiale vario per il confezionamento della sostanza stupefacente.

La donna, dopo le formalità di rito, è stata tradotta presso la casa circondariale di Uta, mentre il figlio minorenne è stato trasferito nell’Istituto di pena minorile di Quartucciu.

I sequestri di oggi sono l’esito di un attento monitoraggio di una delle aree più degradate di Cagliari, che vede ogni giorno i carabinieri impegnati in una costante attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti.

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Varato dalla Giunta regionale un programma di interventi per 1,9 milioni di euro per la difesa fitosanitaria delle sugherete.

«Proseguiamo il contrasto ai defogliatori della sughera, cioè Lymantria dispar e Malacosoma neustria, attraverso trattamenti aerei con prodotto biologico nel rispetto delle stesse piante – dice l’assessore dell’Ambiente, che mette in evidenza l’interesse economico legato all’estrazione del sughero -. Abbiamo sottolineato l’importanza della filiera del sughero anche in occasione di Eustafor, la conferenza internazionale dedicata alle politiche forestali in Europa, che abbiamo ospitato in Sardegna lo scorso maggio. Il programma di difesa fitosanitaria ha l’obiettivo di trattare circa 30 mila ettari, confermando l’impegno assunto già lo scorso anno, e di proseguire il monitoraggio su tutto territorio regionale».

Il soggetto attuatore sarà l’agenzia Agris Sardegna tramite il Servizio ricerca per la sughericoltura e silvicoltura e le superfici da trattare saranno. «Come lo scorso anno – conclude l’assessore Donatella Spano – proseguiranno le attività di ricerca per una migliore efficienza dei trattamenti con la sperimentazione di nuovi prodotti in grado di abbattere i costi e permettere un’alternanza nell’uso dei ceppi, così ridurre la possibilità di manifestazioni di resistenza al prodotto da parte delle popolazioni sarde di Lymantria».

La campagna di contrasto ai defogliatori della sughera condotta nel maggio 2018 ha interessato una superficie di 29mila ettari nei seguenti territori: Berchidda-Monti (4.400 ettari); altopiano di Abbasanta (2mila ettari); Area Goceano (4mila euttari); Alà dei Sardi (5.400 ettari); Nuoro-Orune (4.400 ettari); area Foresta Fiorentini (4.400 ettari); Buddusò-Bitti (4.400 ha). Le osservazioni effettuate sulla mortalità larvale hanno dato valori medi variabili da un minimo del 82 per cento nell’area di Berchidda Monti a un massimo dell’97,9 per cento nelle stazioni di Buddusò Bitti, riscontrando un risultato altamente soddisfacente.

 

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Una delibera approvata dalla Giunta regionale semplifica l’iter dei panificatori per ottenere il contrassegno regionale del “Pane fresco”. La delibera, proposta dell’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas, stabilisce che la richiesta all’uso del marchio dovrà essere inoltrata attraverso il SUAPE (Sportello Unico per le Attività Produttive e Edilizia), secondo la modulistica predisposta dall’Assessorato.

«Nelle scorse settimane – spiega Barbara Argiolas – i primi 76 produttori e rivenditori sono stati autorizzati all’utilizzo del contrassegno, ma abbiamo anche fatto tesoro delle osservazioni e delle richieste della categoria: con la delibera di oggi eliminiamo l’inoltro delle domande attraverso le Camere di Commercio, prevista dalle linee di attuazione della legge 4 del 2016. Era un passaggio burocratico che non favoriva lo snellimento dei tempi. In questi mesi abbiamo interloquito con le associazioni di categoria per trovare una soluzione che facilitasse la diffusione del contrassegno tra quanti hanno diritto a utilizzarlo. Entro pochi giorni, sarà disponibile il nuovo modulo, così che produttori e rivenditori di pane fresco potranno avere il marchio con pochi e rapidi passaggi.»

Contestualmente alle nuove modalità di rilascio del contrassegno, la delibera ha previsto che il “Manuale di identità visiva”, approvato dalla giunta il 10 gennaio scorso, sia suddiviso in due parti, una normativa ed una applicativa. «Anche questa modifica va nella direzione della semplificazione – sottolinea Barbara Argiolas – e fornisce tutte le indicazioni per il corretto utilizzo del contrassegno Pane fresco e le molteplici soluzioni di utilizzo a disposizione».

«Il contrassegno della Regione vuole tutelare dagli abusivi i produttori di pane fresco della Sardegna e aiutare i consumatori a trovare un prodotto sano, fresco e di qualità. Stiamo dando così piena attuazione alla legge n. 4 del 21 marzo 2016, con la quale la Regione ha normato e disciplinato in maniera organica l’attività di produzione e di vendita del pane, sostenendo e valorizzando l’intera filiera della Sardegna e delle sue tipologie tipiche, con l’obiettivo di modernizzare e rendere più efficiente un settore nel quale l’eccellenza dell’agroalimentare sardo si esprime in una molteplicità di produzioni tipiche conosciute anche al di fuori dell’isola. Infatti, il pane non è solo un alimento base del nostro mangiare, un pilastro dell’identità culturale delle comunità sarde e del nostro vivere quotidiano ma anche un motore di sviluppo sociale ed economico soprattutto nelle nostre zone interne, dove i panifici e le piccole attività artigianali e commerciali ricoprono il ruolo di autentici presidi del territorio.»