30 October, 2024
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La Giunta regionale ha dato ieri il via libera agli obiettivi generali e alle priorità strategiche assegnate per il 2019 all’Agenzia regionale Forestas e all’ARPAS.

«Con la prima delibera – afferma l’assessore Donatella Spano – individuiamo le priorità e rendiamo la programmazione di Forestas coerente con le politiche regionali, tenendo conto in particolare che nella mission dell’Agenzia sono ormai punti di riferimento preminenti il Piano d’azione straordinario per il contrasto e l’eradicazione della Peste Suina Africana in Sardegna e il Programma straordinario di interventi di pulizia degli alvei fluviali da vegetazione e materiali ingombranti, finalizzato a ridurre il rischio idraulico. Inoltre la legge forestale contempla tra le funzioni di Forestas l’attuazione delle attività di protezione civile, in particolare le campagne antincendio e alle attività di presidio idraulico e idrogeologico, oltre alla possibilità di sottoscrivere convenzioni con gli enti locali per utilizzare il personale dell’Agenzia per la manutenzione e la pulizia di strade e siti di importanza storico culturale.»

Per l’anno in corso, l’attività di Forestas avrà i seguenti obiettivi: la cura, tutela e conservazione del patrimonio forestale, della biodiversità e del paesaggio; la difesa dei sistemi forestali e silvo-pastorali dai rischi ambientali; la valorizzazione produttiva, turistico-ricreativa e culturale del patrimonio naturale; la promozione della ricerca scientifica, sperimentazione, innovazione tecnologica e della cultura nel settore forestale e il sostegno delle attività di informazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale.

Per l’ARPAS sono stati individuati alcuni obiettivi generali che rivestono un’importanza strategica in coerenza non soltanto con le previsioni contenute negli atti di indirizzo regionale, ma anche con quanto previsto dai principali atti di programmazione definiti a livello nazionale dal sistema delle agenzia delle ARPA; ciò in continuità con il ruolo in questi anni definito all’interno del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA). L’impegno profuso sul piano nazionale dalla Regione Sardegna attraverso l’ARPAS, infatti, ha fatto sì che l’Agenzia, oltre ad essere stata indicata nel 2018 quale ARPA rappresentativa del “Sud e Isole”, sia attivamente coinvolta nel Tavolo Tecnico Nazionale incaricato della definizione dalla proposta per il Ministero dell’Ambiente di costi standard sulla base dei quali verranno finanziati i LEPTA. In questo scenario trovano espressione le sinergie fra l’azione di coordinamento della Regione Sardegna e quella del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale.

Per l’esercizio 2019 e nella prospettiva triennale, l’ARPAS  avrà i seguenti obiettivi: contribuire a garantire la sicurezza del territorio, la prevenzione e la gestione dei rischi; contribuire alla conoscenza dello stato dell’ambiente, alla valutazione e controllo delle fonti di pressione e alla salute pubblica; razionalizzare l’organizzazione e l’operatività; promuovere l’informazione ambientale, la ricerca e lo sviluppo sostenibile e infine contribuire alle attività di salute pubblica.

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Entra in funzione la nuova rete idrica in via Nuoro a Villamassargia. Domani, giovedì 31 gennaio 2019, i tecnici di Abbanoa eseguiranno i collegamenti della nuova condotta in ghisa sferoidale alla rete esistente all’altezza dell’incrocio con via Cagliari. Per consentire l’esecuzione dell’intervento è necessario interrompere l’erogazione alle utenze ubicate in via Umbria, via e vico Toscana, via Cagliari e via Nuoro dalle 8.30 alle 12.30. Il servizio sarà ripristinato anticipatamente qualora i lavori dovessero richiedere minore tempo rispetto a quanto preventivato.

Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24. Abbanoa segnala che alla ripresa dell’erogazione l’acqua potrebbe essere transitoriamente torbida a causa dello svuotamento e successivo riempimento delle tubazioni.

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La Regione sottoscriverà un protocollo d’intesa con il ministero della Giustizia per destinare temporaneamente, per un periodo di un anno, proprio personale alla realizzazione di progetti mirati prioritariamente ad intervenire sulle più gravi criticità organizzative dell’apparato giudiziario della Sardegna.

Lo ha deciso la Giunta su proposta dell’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu. Analoghi accordi sono stati stipulati in altre regioni italiane.

«La Regione, in base alle sue competenze esclusive, intende potenziare – sottolinea l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu – la formazione del personale dipendente in materie che hanno un impatto sulla giurisdizione e allo stesso tempo creare opportune sinergie per migliorare l’efficienza degli uffici regionali con particolare riferimento al governo e alla sicurezza del territorio. Inoltre è interesse dell’amministrazione regionale  implementare l’efficacia dell’apparato giudiziario per garantire un miglioramento dei servizi da erogare in favore dei cittadini, delle imprese e degli enti locali.»

Il passaggio temporaneo avverrà solo dopo un avviso interno per acquisire la disponibilità degli interessati all’assegnazione.

I lavoratori, pur rimanendo nella dipendenza organica della Regione, svolgeranno le proprie attività, secondo le modalità e le finalità dell’ufficio giudiziario interessato, nell’ambito delle mansioni della categoria di appartenenza.

I progetti dovranno indicare le varie fasi dei procedimenti con aspetti di particolare criticità e gli obiettivi specifici da raggiungere secondo tempistiche e obiettivi determinati e controllabili.

  

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Nelle prossime settimane al via i lavori per la collocazione dei nuovi cartelli stradali nelle vie di Calasetta. Lo annuncia Salvatore Altadonna, delegato alla Viabilità del comune di Calasetta. Il progetto urbano del traffico, tuttavia, non consiste nella semplice apposizione di una segnaletica in sostituzione di quella attualmente esistente, bensì in una vera e propria ridefinizione dei sensi di marcia.

«Una seria criticità per il traffico calasettano è sempre stata rappresentata dalla presenza di sensi unici “monchi” – spiega Salvatore Altadonna – per cui accade che, a conclusione di uno di questi, si trovino dei doppi sensi che non consentono alle vetture di passare simultaneamente e agevolmente.»

Non a caso, con il nuovo piano (approvato in Giunta lo scorso dicembre), si garantirà il prolungamento dei sensi unici di marcia nelle strade che vanno da via Siciliani a via Palestro, rispettando i dettami della prima fase di un progetto che conta su una dotazione finanziaria di 100mila euro e che, specifica Salvatore Altadonna, «in questa prima tranche, ha richiesto una spesa di 19 mila euro per l’acquisto e la prossima sistemazione di parte dei cartelli».

E, proprio in tema di posizionamento di cartelli, il consigliere alla Viabilità ricorda che «che in alcuni casi sarà necessario collocare i cartelli sulle facciate delle case: chiediamo a tal proposito la collaborazione dei cittadini per agevolare i lavori». L’ordinanza sindacale numero 10 del 13 giugno 2012, infatti, consente infatti la collocazione nelle vie, laddove occorra, di lampioni con staffe a muro e la stessa regola vale per l’apposizione di segnaletica stradale.

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Il primo ministro della Repubblica di Malta, Joseph Muscat ha tenuto oggi a battesimo all’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari-Elmas, con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ed il ministro della Difesa Elisabetta Trenta il progetto “BAT: Sistema innovativo di navigazione aerea basato su sistema inerziale”, con un investimento totale di 8 milioni e 200 mila euro cofinanziato dalla Regione con 1 milione e dal ministero dello Sviluppo economico con 2,8 milioni, che proietta la Sardegna al centro del panorama internazionale della ricerca aerospaziale di eccellenza. 

La società maltese Wes Trade, con le italiane Gem Elettronica e Lion Consulting, il colosso europeo Airbus di concerto con il Distretto AeroSpaziale della Sardegna (DASS), sono infatti pronte ad avviare l’attività di ricerca per perfezionare un sistema di rilevazione satellitare e navigazione aerea in grado di funzionare anche senza il segnale Gps, con sensori montati sugli aerei di cui devono stimare posizione e velocità sfruttando la rotazione dell’asse terrestre, con nuove tecniche che rendano più sicura e precisa l’attività di volo. 

Ma questa è solo la prima fase di quella che può diventare una partita molto più grande e importante per l’Isola: se la ricerca andrà a buon fine e i rilevatori di nuova generazione verranno messi sul mercato, sarà proprio la Sardegna a ospitare l’azienda produttrice, con tutto quello che significa in termini di ricadute economiche e nuovi posti di lavoro.

«Abbiamo dimostrato di avere risorse umane e competenze adeguate per affrontare una sfida di così alto livello: la decisione del Ministero di finanziare questo progetto proprio in Sardegna e la presenza oggi del primo ministro di Malta, lo confermano – dice l’assessore Raffaele Paci -. Accettiamo la sfida con grande entusiasmo, e ne siamo profondamente orgogliosi: è un accordo importante, che punta su un progetto di ricerca, sviluppo e innovazione di rilevanza strategica per la competitività del nostro sistema produttivo, che dà un ruolo di primo piano ai nostri centri e alle strutture di ricerca. E il fatto che il premier Muscat abbia voluto essere qui presente, conferma lo spessore di un progetto che apre prospettive di altissimo livello.»

Consente di riconoscere la posizione di un oggetto in qualunque punto e in ogni momento sfruttando l’asse di rotazione della Terra, al contrario del notissimo Gps, che opera solo se è garantita la copertura da parte del satellite. Il sistema inerziale ha anche un’altra caratteristica: indica la posizione dell’oggetto cercato con precisione millimetrica. Insomma: ha una grande utilità e infatti viene già utilizzato sulle navi e per applicazioni terrestri. In ambito aeronautico, molti costruttori di sistemi di navigazione sono continuamente alla ricerca di sistemi alternativi per sopperire alla mancanza temporanea del segnale radio proveniente dai satelliti o a causa della orografia del terreno particolarmente limitante (barriere naturali, montagne, palazzi alti). Tutti ostacoli che saranno superati se la ricerca che si farà in Sardegna andrà a buon fine. Il progetto, che prevede l’impiego di risorse altamente qualificate del settore aerospaziale sardo, si articola in 7 fasi: progettazione del sistema integrato complesso; realizzazione meccanica del sistema integrato; programmazione del software di controllo; realizzazione di una infrastruttura di test presso l’aeroporto scelto; esecuzione delle prove e sperimentazione attraverso test; registrazione e analisi dei risultati; sintesi dei risultati e contributo all’innovazione ottenuto. Garantirà infrastrutture – che rimarranno in eredità alla Regione per successive attività di test e sperimentazione -, occupazione e nuova tecnologia, soprattutto nella fase di industrializzazione del prodotto. 

«Abbiamo sostenuto questo settore dal primo momento inserendolo nella nostra S3, la strategia di specializzazione intelligente, e questa è stata la svolta per dare impulso al settore, insieme ai 10 milioni che abbiamo destinato ai bandi per incentivare gli investimenti delle imprese del settore – ricorda Raffaele Paci –. I risultati che sono già arrivati, il ruolo strategico del Radiotelescopio di San Basilio con i riconoscimenti da parte della Nasa, gli investimenti di Avio nel Sarrabus, lo stesso progetto BAT dimostrano che la strada è quella giusta. La Sardegna, come è stato più volte riconosciuto durante il dibattito, è ormai un punto di riferimento mondiale anche grazie al prezioso lavoro svolto dal DASS: abbiamo professionalità importanti, condizioni ideali per ospitare strutture di ricerca, forti competenze nell’alta tecnologia e nel digitale. In pochi anni l’aerospazio per la Sardegna si è trasformato da valida potenzialità a solida realtà, e di questo siamo molto orgogliosi, perché questo può garantire un’opportunità in più alla nostra terra, alla sua economia e occupazione.»

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Il Consiglio comunale di Sant’Antioco, nella seduta di martedì 29 gennaio 2019, ha approvato a maggioranza il “Documento unico di programmazione 2019-2021″ ed il “Bilancio di previsione finanziario 2019-2021”. Un documento che smuove un volume finanziario di 25 milioni di euro.

«Abbiamo approvato il Bilancio entro i termini, certi che disporre del documento finanziario validato dall’assemblea civica ad inizio anno garantisca maggiore funzionalità al nostro Comune: questo, infatti, ci consente di provvedere con regolarità al pagamento dei fornitori e di dare continuità ai servizi in essere, in particolare al cittadino (5,285.000,00 Euro, Politiche Sociali e Famiglia) – commenta il sindaco Ignazio Locci con delega al Bilancio – il bilancio si apre con una previsione di volume finanziario di 25 milioni, ma pensiamo di arrivare fino a 30 milioni. Dall’analisi del testo, tra i tanti aspetti, emerge un trend di entrate proprie in miglioramento, anche grazie al lavoro che si sta compiendo in riferimento al recupero dei tributi locali.» 

Un altro dato in netto progresso è quello degli investimenti nelle opere pubbliche, sia per quanto attiene gli stanziamenti per il futuro, sia per tutte quelle opere che in questo periodo stanno effettivamente andando in gara ed i cui cantieri verranno avviati nel 2019.

«In relazione agli investimenti sulle opere pubbliche – aggiunge il sindaco Ignazio Locci – si passa da un trend insoddisfacente del 2016 e del 2017, fino ad arrivare a un 2019 in cui prevediamo lavori per 7 milioni e 720mila euro. Stiamo concentrando grande impegno nelle scuole, in particolar modo sulla loro funzionalità, con un occhio di riguardo all’efficientamento energetico, nella manutenzione del patrimonio pubblico, delle strade, degli spazi verdi. Rimettere in piedi la città è una scommessa quotidiana: questo bilancio ci offre gli strumenti finanziari per portare avanti il lavoro che abbiamo avviato un anno e mezzo fa.»

Il 2019, infine, sempre in riferimento alle opere pubbliche, sarà anche segnato dall’impegno per la costruzione del nuovo palazzetto dello sport e la trasformazione dell’ex mercato civico in polo artistico e culturale, sfruttando il finanziamento dedicato alle isole minori.

 

 

 

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Fervono i preparativi per l’apertura della grande mostra internazionale “Le Civiltà e il Mediterraneo” che porterà in Sardegna centinaia di importanti manufatti e reperti dall’Età Neolitica alla tarda Antichità. Lo comunica l’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio di concerto con il Polo Museale della Sardegna – Mibac, la Fondazione di Sardegna e il Comune di Cagliari.

La scelta di accentuare e qualificare le relazioni delle importanti collezioni sarde con le opere selezionate dai curatori e provenienti dai Musei di Berlino, San Pietroburgo, Salonicco, Napoli e Tunisi ha comportato lo spostamento della data di apertura prevista il prossimo 31 gennaio.

Tutto ciò in pieno accordo con i conservatori dei grandi Musei ospiti che hanno concesso anche alcune opere prima non previste.

Il dialogo tra le culture sarà fortemente presente nelle due Sedi di Palazzo di Città e del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. In entrambi i siti si darà conto di tutte le tematiche focali della conoscenza attraverso una selezione di prestiti di eccezionale rilevanza che sapranno mostrare ulteriori connessioni e valenze grazie alle ricche raccolte permanenti.

Con un allestimento ideato da Angelo Figus, verranno raccontate le straordinarie affinità e le convergenze tipologiche e iconografiche sviluppatesi nel bacino del Mediterraneo nella Preistoria e nelle successive fasi protostoriche e storiche. Fu proprio il Mediterraneo il principale fattore di connessione tra regioni estremamente distanti tra loro.

La mostra permetterà quindi al visitatore di riflettere e di misurare la sua curiosità nel vedere e valutare oltre 550 manufatti di primaria rilevanza e di elevatissima raffinatezza produttiva, provenienti da territori che si affacciano sul Mediterraneo o che con esso sono stati in connessione.

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Aumenta il limite di utilizzo del territorio, nelle aree industriali della Sardegna, per la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termodinamici. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras. Nelle zone definite industriali, artigianali e di servizio, il limite di uso del suolo passa dal 10% al 20%. Gli enti di gestione delle aree, Comuni e Consorzi Industriali, potranno inoltre prevedere, con ulteriori propri atti di pianificazione, l’aumento dello stesso limite dal 20% fino a un massimo del 35%. Il provvedimento aggiorna e ridefinisce le Linee guida per l’Autorizzazione Unica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza termica installata inferiore a 300 MW.

«Lo scopo – afferma l’assessore Maria Grazia Piras – è favorire l’incremento della produzione dell’energia da fonti rinnovabili in Sardegna. Per tante ragioni, perlopiù legate alla riluttanza delle comunità locali, l’installazione di questo tipo di impianti a volte risulta difficoltosa. Ampliando il limite di uso del territorio nelle aree industriali, riteniamo che la realizzazione delle opere possa essere agevolata. Il provvedimento – aggiunge l’assessore Maria Grazia Piras – è pienamente in linea con il Piano energetico ambientale che favorisce e incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili e prevede che gli impianti siano installati prioritariamente nelle aree già idonee alla produzione industriale. Inoltre, consentire l’incremento delle superfici destinate a ospitare gli impianti, facilita ed incoraggia nuovi investimenti imprenditoriali, che a loro volta favoriscono l’impiego di nuove figure professionali sempre più specializzate. Non meno importante, infine, è l’eventualità che l’energia pulita venga prodotta a supporto delle attività manifatturiere insediate nelle zone industriali.»

Il provvedimento approvato dall’esecutivo è coerente con gli obiettivi stabiliti a livello comunitario e nazionale dalla Strategia Energetica Nazionale del 2017, che prevede il raggiungimento del 28% di rinnovabili nei consumi entro il 2030. La Sardegna, grazie al Piano energetico ambientale approvato nel 2016, ha già adottato una strategia energetica con una serie di interventi di breve periodo al 2020 e altri da attuare entro il 2030. All’interno del Piano, incentrato su una decisa riduzione delle emissioni climalteranti, attraverso soprattutto la metanizzazione e l’uso del GNL per cittadini e imprese, trovano spazio anche le azioni a favore di uno sviluppo delle rinnovabili, in un quadro di generazione distribuita dell’energia calibrata sulle esigenze delle utenze ed orientato al modello delle Smart Grid. Il Pears, infatti, mira a raggiungere entro il 2030 una soglia di riduzione delle emissioni nocive del 50% sul consumo finale di energia, al di sopra, dunque, della soglia del 40% indicata come obiettivo dalla Comunità europea. Per quanto riguarda le fonti alternative, la Sardegna è una delle prime regioni in Italia e, grazie agli interventi che si stanno attuando in alcune aree industriali (a Porto Torres e Assemini) e nell’area di Ottana (dove nel 2017 è stato inaugurato un impianto solare termodinamico e fotovoltaico realizzato dalla Regione che la Commissione europea ha definito un modello innovativo a livello mondiale) l’Isola è proiettata sempre più a livello internazionale nel campo della ricerca applicata alle nuove infrastrutture.

 

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Al via il nuovo bando del Premio Parodi, organizzato a Cagliari dall’omonima Fondazione con la direzione artistica di Elena Ledda, la prossima edizione è in programma dal 10 al 12 ottobre 2019, ma già da ora è disponibile su www.fondazioneandreaparodi.it il nuovo bando, aperto ad artisti di tutto il mondo e con iscrizione come sempre gratuita.

Fra i premi per il vincitore ci sono una serie di concerti e di partecipazioni ad alcuni dei più importanti festival italiani di musica di qualità nelle edizioni del 2020: dall’“European jazz expo” in Sardegna a Folkest in Friuli, dal Negro Festival di Pertosa (SA) al Mei di Faenza e allo stesso Premio Parodi, ma anche in altri eventi che saranno man mano annunciati. Oltre a questo, avrà diritto a una borsa di studio di 2.500 euro. Al vincitore del premio della critica andrà invece la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi.

Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2019, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com ).

Dovranno contenere:

– 2 brani (2 file mp3, provini o registrazioni live o realizzazioni definitive; indicare con quale dei due brani si intende gareggiare);

– testi ed eventuali traduzioni in italiano dei due brani;

– curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);

Il Premio intende valorizzare le nuove tendenze nell’ambito della musica dei popoli o “world music”, ovvero artisti che mescolano la cosiddetta musica folk o etnica con suoni e modelli stilistici di diversa provenienza.

Tra tutte le iscrizioni la Commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà, in maniera anonima, da otto a dodici finalisti; i finalisti si esibiranno a Cagliari al festival “Premio Andrea Parodi” 2018, davanti a una Giuria Tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria Critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

La manifestazione è nata per omaggiare un grande artista come Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Le precedenti edizioni sono state vinte: nel 2018 da La Maschera (Campania), nel 2017 da Daniela Pes (Sardegna), nel 2016 dai Pupi di Surfaro (Sicilia), nel 2015 da Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio), nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

Partner della manifestazione sono, oltre ai festival succitati, anche Premio Bianca d’Aponte, Mare e Miniere, Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana, Labimus (Laboratorio Interdisciplinare sulla Musica dell’Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio), Fondazione Barumini – Sistema Cultura.

Il Premio Andrea Parodi è realizzato dall’omonima Fondazione grazie a: Regione autonoma della Sardegna (Fondatore), Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e Assessorato del turismo, artigianato e commercio; Fondazione di Sardegna, Comune di Cagliari (patrocinio e contributo), NUOVOIMAIE, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, Federazione degli Autori.

È possibile sostenere la Fondazione Andrea Parodi attraverso la destinazione del 5×1000 e attraverso contribuzioni in denaro. Sul sito della Fondazione si possono trovare tutte le informazioni.

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I carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena, quelli del Nucleo Investigativo e del RIS di Cagliari sono intervenuti stamane via Pierluigi da Palestrina, dove è stato segnalato il corpo di un 80enne rinvenuto cadavere nella propria abitazione, probabile vittima di azione suicida da colpo di arma da fuoco, dallo stesso legalmente detenuta.

Il sopralluogo effettuato dal medico legale e dai Carabinieri del RIS di Cagliari ha permesso di attribuire la causa del decesso ad azione suicida da colpo d’arma da fuoco. La salma, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria informata dal Norm di Quartu, sarà trasportata presso l’istituto di medicina legale di Monserrato per l’esame cadaverico completo, prima di essere restituita ai familiari.