19 November, 2024
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La IV C del Liceo Emilio Lussu di Sant’Antioco ricorda la Shoah con la rappresentazione teatrale dal titolo “Una Luce sempre accesa”.

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La IV C del Liceo Emilio Lussu di Sant’Antioco ricorda la Shoah con la rappresentazione teatrale dal titolo “Una Luce sempre accesa”. Appuntamento in aula consiliare venerdì 15 febbraio alle 9.30 e alle 11.30 (riservate agli studenti) e alle 18.00 (aperta a tutti). L’ingresso sarà gratuito con offerta libera finalizzata alla sovvenzione del viaggio di istruzione. Lo spettacolo teatrale, che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni della “Giornata della Memoria” (per convenzione fissata il 27 gennaio), si prefigge di realizzare un momento di riflessione per non dimenticare l’orrore e la follia dei nazisti, la cui violenza segnò col sangue e con la morte la vicenda del popolo ebraico e di molti altri esseri umani toccati dalla brutalità dei campi di concentramento. Con questo lavoro sulla Shoah, dunque, i ragazzi della IV C  del Liceo Scientifico si prefiggono l’obiettivo di risvegliare nella coscienza delle nuove generazioni il ricordo di quella tragedia, aiutandole a scongiurare i fantasmi dell’odio verso l’altro, qualunque sia la vittima di turno.

Lo spettacolo si presenterà come un intenso monologo a più voci, che tratterà i luoghi, le storie e le struggenti testimonianze dei deportati e dei caduti nei campi di concentramento nazisti. Proiezioni di immagini e filmati andranno a integrare il recitato, diventando elemento cardine di uno spettacolo che vuole celebrare la “Giornata della Memoria” e che sceglie per questo di dare voce a vittime e carnefici.

«Apprezzo il coinvolgimento diretto dei ragazzi – commenta l’assessore della Cultura e della Pubblica Istruzione Rosalba Cossu – perché calarsi nei panni dei protagonisti significa condividere emozioni: questo consente ai giovani “attori” di provare sia la durezza di certi personaggi, immaginando la loro crudeltà, sia il dolore di quelle creature che hanno pagato per colpe che non esistono, che hanno visto l’orrore della tortura e tutte in coro gridano “Se questo è un uomo”. È un momento che ci obbliga alla riflessione, per evitare di ricadere negli stessi errori.»

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