25 November, 2024
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Una delibera approvata ieri dalla Giunta regionale regolamenta, per l’annualità 2019 la pesca del Corallo. Il testo tiene conto dei risultati della ricerca voluta per approfondire le conoscenze scientifiche e garantire il monitoraggio costante di una risorsa soggetta, negli anni scorsi, a un prelievo eccessivo. La ricerca scientifica – effettuata dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DISVA) dell’Università degli studi di Cagliari – valuta l’andamento della biomassa di corallo rosso nel tempo e il relativo stato della risorsa in Sardegna, indicando che, malgrado la progressiva riduzione documentata fino al 2013, la situazione attuale non è “allarmante”.

Coerentemente all’indicazione di tenere sotto stretto controllo lo sfruttamento del corallo rosso per i prossimi anni e al suggerimento, in via precauzionale, di non aumentare lo sforzo di prelievo, e in base della normativa in materia, la Giunta ha previsto che l’attività di pesca del corallo possa essere esercitata unicamente dai pescatori professionisti titolari dell’autorizzazione regionale e mediante l’uso della piccozza, nel periodo compreso tra il 1 giugno e il 30 settembre 2019.

La quantità massima di corallo che può essere pescata giornalmente non può superare 2,5 kg. Il numero totale di autorizzazioni al prelievo non sarà superiore a venticinque.

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Il presidente della Consulta dello Sport del comune di Carbonia, uno strumento di partecipazione, condivisione, dialogo, ascolto e collaborazione tra le numerose realtà sportive operanti in città, l’assessore Valerio Piria, ha convocato la seconda riunione della Consulta comunale dello sport per martedì 26 febbraio, alle ore 17.00, nella sala polifunzionale di piazza Roma.

Si tratta di un organo costituito al fine di valorizzare il settore sportivo di una città come Carbonia, che vanta una radicata tradizione in tal senso.

I punti all’ordine del giorno della seduta sono i seguenti:

• Commissione comunale allo sport, composizione, compiti e funzioni;

• L’Albo comunale delle società sportive;

• Il ruolo del CONI nell’attività di controllo, supporto e potenziamento dell’attività sportiva;

• Il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) per la cura, organizzazione, potenziamento dello sport italiano per disabili;

• Azioni e progetti per lo sport in città;

• Iniziative per la Festa del Patrimonio in programma il 18-19 maggio 2019;

• Varie ed eventuali.

 

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In occasione delle prossime consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione del Presidente della Giunta, previste per il 24 febbraio 2019, verrà allestita nella sede della Regione Sardegna, in viale Trento 69 a Cagliari (primo piano Torre), una Sala stampa dedicata.
La Sala stampa sarà aperta dalle ore 6.30 alle ore 24.00 di domenica 24 febbraio e dalle ore 6.30 fino all’arrivo dei dati finali relativi allo spoglio, lunedì 25. Sarà possibile seguire in tempo reale i risultati dello scrutinio. Le operazioni di spoglio cominceranno alle ore 7.00 di lunedì 25 febbraio. I dati elettorali saranno elaborati a cura della Regione Autonoma della Sardegna. 

Saranno a disposizione dei giornalisti delle testate accreditate spazi adibiti ai collegamenti televisivi, corner, area wifi e postazioni per il lavoro dei redattori.  Per accedervi, i direttori responsabili delle singole testate giornalistiche che ancora non l’avessero fatto sono invitati a richiedere l’accredito all’Ufficio Stampa della Giunta regionale per posta elettronica agli indirizzi ufficio.stampa@regione.sardegna.it e  uffstamparas@gmail.com entro le ore 12.000 di giovedì 21 febbraio. Dovranno essere indicati: nominativo, luogo e data di nascita, posizione ricoperta e gli estremi di un documento di riconoscimento. L’accredito potrà essere ritirato dal titolare direttamente all’ingresso della Sala stampa al momento dell’apertura.

 

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La Giunta regionale ha stanziato 3 milioni di euro a favore dei Comuni per la lotta al randagismo ed ha approvato i criteri di ripartizione per gli enti locali che, entro il 31 marzo 2019, presenteranno la domanda di finanziamento. Il 50% sarà assegnato dall’assessorato della Sanità sulla base delle spese sostenute e rendicontate dai Comuni per la gestione dei canili, mentre il restante 50% sarà erogato sulla base di criteri di premialità rapportati all’impegno dimostrato dai Comuni stessi nella vigilanza sull’anagrafe canina, nelle campagne di adozione e per le sterilizzazioni, e nell’adozione di ulteriori misure utili alla prevenzione del randagismo. Oggi si richiede di riaffermare il ruolo dei canili quali veri e propri presidi di lotta al randagismo, punto di riferimento per lo sviluppo e la diffusione della cultura del possesso responsabile e luogo di accoglienza transitorio dove avviare, con la collaborazione delle associazioni zoofile e animaliste, un valido sistema di adozioni consapevoli, col duplice obiettivo di migliorare il benessere degli animali e contenere i costi a carico della collettività. Solo le sterilizzazioni, le adozioni consapevoli, i controlli sul rispetto degli obblighi di microchippatura ed iscrizione in anagrafe, accompagnati da campagne di informazione e di sensibilizzazione sulla corretta convivenza uomo-cane, possono arginare il fenomeno randagismo ancora molto diffuso nella nostra regione.

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«La grave crisi in cui versa il comparto ovicaprino italiano richiede con urgenza misure che nell’immediato diano ristoro a una filiera ormai allo stremo; parallelamente a questi interventi, ne servono altri strutturali da attuare nel lungo periodo, che puntino a stabilizzare un comparto che da troppo tempo soffre gli andamenti altalenanti del mercato.»
Lo hanno sottolineato i rappresentanti di Agrinsieme in occasione dell’odierna audizione in Commissione Agricoltura della Camera nell’ambito della discussione congiunta di una serie di risoluzioni sulle iniziative a sostegno del comparto del latte ovicaprino.

Ad avviso del coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, «occorre in primo luogo intervenire con misure immediate per lo smaltimento delle eccedenze e il ritiro delle giacenze, che risolvano la crisi causata dalla sovrapproduzione e il conseguente crollo dei prezzi».

«Nel lungo periodo, bisogna invece lavorare per avere dati certi inerenti alla produzione, attraverso un sistema di tracciabilità completa delle materie prime, da realizzare con un provvedimento legislativo specifico o valutando la possibilità di estendere all’ovicaprino le disposizioni già in essere per il latte bovino – ha suggerito Agrinsieme -. Vanno anche rilevate in dettaglio le consegne, le produzioni e le importazioni di tutto il latte e di tutti i prodotti lattiero-caseari, compresi i semilavorati, con lo scopo di ottenere un quadro completo e trasparente della produzione e delle importazioni, indispensabile per una programmazione produttiva efficace e credibile. Allo stesso tempo, riteniamo fondamentale il ruolo del Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Romano, nel quale già attualmente sono rappresentati gli allevatori, valutando anche l’assegnazione delle quote produttive in capo agli stessi.»

«Tali misure contribuirebbero peraltro a ristabilire un rapporto equilibrato tra gli operatori della filiera, condizione imprescindibile per migliorare le relazioni contrattuali – ha aggiunto il coordinamento -. Queste e altre proposte di intervento verranno discusse domani al Tavolo di Filiera al Mipaaft; tale Tavolo deve vedere la partecipazione di tutte le componenti, al fine di un completo coinvolgimento e di una reale condivisione delle strategie, e deve essere convocato con cadenza periodica.»

«Il comparto ovicaprino nazionale – ha concluso Agrinsieme – conta oltre 7 milioni di capi; nella sola Sardegna, dove si concentrano le maggiori attività, si contano quasi 12 mila aziende, con un patrimonio che ammonta a oltre 3 milioni di capi, per una produzione media annua che nell’annata 2017-2018 è stata di 330 milioni di litri di latte ovino, la gran parte dei quali utilizzati per la produzione di Pecorino Romano DOP.»

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Siglato l’accordo integrativo regionale stralcio tra assessorato della Sanità e i sindacati FIMP e SISPE sull’assistenza alla popolazione pediatrica. L’accordo prevede che, qualora tutti i pediatri presenti nell’ambito territoriale abbiano raggiunto il massimale, sia possibile assumere un ulteriore professionista nel caso in cui sia superata la soglia prevista dalla contrattazione nazionale.

L’assessorato, preso atto delle carenze segnalate dall’ATS, intende da una parte evitare che si possa ripetere che i bambini da 0 a 6 anni non siano assistiti dal proprio pediatra di libera scelta, e dall’altra contribuire alla lotta contro lo spopolamento dei centri più piccoli ed in particolare affrontare e risolvere una volta per tutte il problema dell’assistenza pediatrica di Alghero e Olmedo.

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Nasce in Sardegna un Polo di alta formazione scientifica, interculturale e interreligiosa grazie all’intervento congiunto di Regione e Arcidiocesi di Sassari, che finanzieranno con 2milioni e 800mila euro la ristrutturazione di tre edifici nel centro storico di Sassari, caratterizzati da un alto valore sociale e culturale, luoghi simbolo della tradizione accademica della città: il Collegium Marianum, l’edificio ex Circolo Silvio Pellico e il complesso immobiliare compreso fra via Galilei e via Alghero, adibito ad attività formative e sportive dalla Parrocchia di San Giuseppe e dalla Caritas Diocesana. Il Protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto, approvato ieri in Giunta, è stato firmato da Regione e Arcidiocesi di Sassari. Tra i soggetti che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa c’è anche la Fondazione Accademia Casa di popoli, culture e religioni.

Con il progetto, che ha un forte valore culturale e formativo, sarà realizzato un Centro di Alti Studi, interculturale e interreligioso a Sassari, una casa dell’accoglienza, con la prospettiva di contribuire alla definizione di un’offerta formativa nel settore della ricerca specialistica e della formazione scientifica di particolare interesse sociale e culturale. L’obiettivo è quello di favorire una pacifica e fruttuosa integrazione dei popoli e delle civiltà in una società multietnica, multiculturale e multi religiosa nel contesto europeo e internazionale, anche per agevolare lo sviluppo economico e culturale del territorio. Si vuole insomma realizzare un Polo interculturale che diventi punto di riferimento internazionale per la formazione accademica, un luogo di incontro e confronto tra le culture del Mediterraneo. 

L’accordo è un altro tassello del progetto di programmazione territoriale “Rete metropolitana del Nord Sardegna, un territorio di città”, 75 milioni di euro per 8 Comuni e 230mila abitanti, chiuso e finanziato a dicembre scorso dalla Regione. In quel progetto erano già previsti 800mila euro per la realizzazione del nuovo Polo interculturale. Con la firma di questo Protocollo vengono stanziati altri 2 milioni, uno a carico della Regione e uno dell’Arcidiocesi di Sassari.

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La Regione ha valutato le domande di contributo per la realizzazione delle nuove reti di videosorveglianza nell’ambito della seconda fase del progetto. Sono in tutto 370 Comuni su 377 a beneficiare del contributo fra primo  e secondo bando. 7 comuni non hanno presentato la domanda nella seconda fase.

Con questo ulteriore intervento, che acquista una valenza particolare per le preoccupazioni legate agli attentati ai danni degli amministratori locali, sarà garantita ai centri dell’isola la possibilità di disporre di un sistema avanzato per il controllo del territorio.

Come previsto dall’avviso pubblico promosso dalla Regione, entro 30 giorni dalla data di ricezione del finanziamento i Comuni dovranno avviare le fasi progettuali della propria rete di sicurezza locale. Sulla base del “Protocollo per la promozione e la diffusione della cultura della legalità” siglato tra Regione, Prefetture e ANCI Sardegna, i progetti dovranno essere preventivamente condivisi per l’approvazione con il competente Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica; successivamente, quelli definitivi dovranno essere inviati per la valutazione alla Direzione generale degli Affari Generali e della Società dell’informazione, per la loro congruità con l’avviso pubblico e con le linee guida per l’integrazione con la Rete Telematica Regionale e il nodo di monitoraggio centralizzato.

La richiesta di contributo poteva essere presentata da Comuni singoli, Unioni di Comuni ed aggregazioni tra almeno tre Comuni. Il finanziamento complessivo, nella seconda fase, ammonta a 16 milioni 930mila euro, di cui un milione 225mila quale integrazione ai Comuni che hanno partecipato al precedente bando in forma associata. Si va dai 35mila euro per i Comuni sino ai 1.000 abitanti ai 200mila euro per i centri oltre i 20mila abitanti. Tutti gli atti sono reperibili nella sezione “Bandi e gare d’appalto” del portale istituzionale della Regione al seguente link: https://www.regione.sardegna.it/j/v/2644?s=1&v=9&c=389&c1=1291&id=72186

In una prima fase, con uno stanziamento di oltre 7 milioni di euro, la Giunta ha finanziato la realizzazione delle reti di videosorveglianza in 110 Comuni.

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Un investimento di 450.000 euro della Giunta regionale, a partire da quest’anno e sino al 2021, a favore di progetti di studio, promozione e valorizzazione delle iniziative di agricoltura sociale realizzate in Sardegna da imprese agricole che svolgono attività di fattoria sociale.

L’agricoltura sociale sostiene i processi di inclusione e recupero a favore di persone che presentano forme di fragilità, disabilità o di svantaggio psicofisico o sociale Le attività che vengono svolte sono in grado di favorire lo sviluppo delle aree rurali non solo diversificando le opportunità di reddito di un’azienda agricola multifunzionale, ma anche agevolando la nascita di nuove forme di relazione e collaborazione sociale.

I progetti verranno valutati in base alla validità, da intendersi come adeguatezza tecnico-organizzativa dell’aggregazione proponente rispetto agli obiettivi della proposta. Si terrà inoltre in considerazione la qualità del progetto: numero di fattorie sociali coinvolte, interesse sociale che si intende raggiungere e rapporti di collaborazione instaurati con istituti di alta qualificazione. Altri criteri di valutazione sono  il grado coinvolgimento del territorio e la divulgazione dei risultati raggiunti.

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La Giunta regionale ha approvato la proposta dei perimetri di quattro nuovi Siti di interesse comunitario (Sic) e tre nuove Zone di Protezione Speciale (Zps) sul territorio della Sardegna e l’ampliamento di quattro Sic e di due Zps già esistenti. La proposta, frutto di approfondimenti scientifici finanziati con 100mila euro dall’assessorato dell’Ambiente e realizzati dalle Aree marine protette, che hanno integrato e contestualizzato lo studio fornito da ISPRA alle Regioni, sarà ora sottoposta alla Commissione europea per il tramite del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

La proposta è stata oggetto di confronto con le principali associazioni di categoria del settore della pesca professionale, con i Flag (Fisheries Local Action Group) e con i sindaci dei Comuni interessati, durante una serie di incontri svoltisi nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, da cui sono scaturite indicazioni e suggerimenti che sono stati accolti e riportati nella proposta definitiva. Le Associazioni di categoria giocheranno un ruolo attivo in un Tavolo di confronto permanente, con Regione e soggetto gestore del Sic, finalizzato a concertare eventuali modifiche alle misure di conservazione, in particolare nel passaggio da Sic a Zsc, e garantire nel tempo una gestione condivisa del sito.

I nuovi Sic proposti riguardano aree a mare da Capo Testa all’Isola Rossa, da Tavolara a Capo Comino, dall’Isola dell’Asinara all’Argentiera e a Capo Spartivento. Le nuove Zps proposte si riferiscono alle aree da Capo Testa all’Isola Rossa, da Tavolara a Capo Comino e Capo Spartivento. I tre ampliamenti di Sic sono stati proposti per l’Arcipelago La Maddalena, l’Isola di Mal di Ventre e Catalano e, infine, Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu. Invece le due proposte di ampliamento delle Zps riguardano l’Arcipelago La Maddalena e l’Isola di Mal di Ventre. Una volta approvata la proposta in sede europea, i nuovi siti completeranno la rete Natura 2000 della Sardegna, a oggi è composta da 125 siti, di cui 56 Zsc, 37 Sic (in via di trasformazione in Zsc, ossia di Zone a protezione speciale) e 38 Zps.