Assegnate le risorse per le aree di crisi industriale complessa di Portovesme e Porto Torres, ora si attendono i bandi.
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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto che assegna 30 milioni da destinare ai progetti di riconversione industriale per le aree di crisi complessa di Porto Torres e Portovesme, non ci sono più impedimenti tecnici per poter procedere alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma tra MISE e Regione Autonoma della Sardegna, dopo il quale si potrà procedere all’emanazione dei relativi bandi. L’atto conclusivo per chiudere il percorso portato avanti negli ultimi due anni dalla Giunta Pigliaru, dal MISE e da Invitalia, spetta ora allo stesso MISE. Dal Ministero, infatti, si attende di ricevere il testo dell’Accordo di Programma da sottoscrivere previa autorizzazione della Giunta regionale. Solo dopo potrà essere dato il via libera alla pubblicazione dei bandi che dovranno sostenere la reindustrializzazione nelle due aree di crisi. Oltre alle risorse finanziarie messe in campo dal MISE, ci sono anche 3 milioni di euro di fondi regionali, deliberati nel dicembre del 2018 dalla Giunta uscente. Tali fondi saranno ripartiti proporzionalmente alla suddivisione delle risorse statali e potranno essere soggetti a revisione, qualora il Ministero decida di aumentare il fondo destinato alle due aree di crisi. Aver posto le basi per una riqualificazione delle due aree industriali, sostenere le imprese e creare le condizioni per una ripresa dell’occupazione, rappresenta un obiettivo raggiunto dalla Giunta Pigliaru.
I risultati delle Call di invito a manifestare interesse a investire nelle aree di crisi del polo industriale di Porto Torres e di Portovesme (promosse dal ministero dello Sviluppo economico, dalla Regione e da Invitalia, e chiuse il 19 luglio 2018) sono stati ottimi. Le schede progettuali presentate per il polo di Porto Torres (area che comprende i Comuni di Porto Torres e Sassari, con oltre 11mila imprese e 36mila addetti) sono 59, per un totale di investimenti pari a 658 milioni 886mila euro e una previsione di incremento occupazionale di 880 addetti. La maggiore concentrazione degli investimenti riguarda il settore manifatturiero (82%). Seguono le attività di gestione dei rifiuti (6%) e i progetti con finalità di ricerca e sviluppo sperimentale (5%). Circa la metà delle proposte riguarda progetti tra 1,5 e 20 milioni di euro (49% del totale), a cui si associano il 20% degli investimenti e il 34% delle previsioni di nuova occupazione. I progetti di riconversione potenzialmente coerenti con la normativa della legge n. 181/89 sono 15. Per quanto riguarda invece il polo industriale di Portovesme (area che comprende ben 23 Comuni), le schede progettuali presentate sono 21, con un valore di investimenti pari a 381 milioni 627mila euro e un’occupazione prevista di 1.112 addetti. I progetti sono stati inoltrati da 16 piccole e medie imprese (346 milioni 627mila euro di investimenti) e da 5 grandi industrie (35 milioni di investimenti). Il territorio, quindi, esprime un bisogno di investimento soprattutto da parte di imprese di medie e piccole dimensioni. Prevalentemente, gli investimenti hanno come finalità nuove unità produttive di beni e servizi e le attività di servizi di alloggio e di ristorazione. I progetti che si concentrano nella soglia compresa tra 1,5 e 20 milioni sono invece 17, cioè l’80% del totale.
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