18 July, 2024
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Il Parlamento europeo ha votato per porre fine al cambio stagionale dell’ora a partire dal 2021.

I Paesi dell’UE che decidono di mantenere l’ora legale dovrebbero regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l’ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di ottobre 2021. È quanto stabilisce la risoluzione legislativa approvato dai deputati con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni.

I deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di porre fine al cambio stagionale dell’ora, ma hanno votato per rinviare la data dal 2019 al 2021.

I deputati chiedono inoltre che i Paesi UE e la Commissione coordinino le loro decisioni per garantire che l’applicazione dell’ora legale in alcuni Paesi e dell’ora solare in altri non perturbi il mercato interno.

Nella risoluzione si afferma che la Commissione può presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino al un massimo di 12 mesi se ritiene che le disposizioni previste possano pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno.

Il testo approvato rappresenta la posizione del Parlamento nei futuri negoziati con i ministri UE per la formulazione definitiva della normativa.

In risposta alle iniziative dei cittadini, nel febbraio 2018 il Parlamento ha chiesto alla Commissione di valutare la direttiva sull’ora legale e, se necessario, presentare una proposta di revisione della stessa.

A seguito della valutazione, che ha ricevuto 4,6 milioni di risposte conl’84% favorevole a porre fine ai cambiamenti di orario, la Commissione ha presentato la proposta, che dovrà essere concordata tra il Parlamento e il Consiglio per entrare in vigore.

L’UE ha unificato per la prima volta le disposizioni relative all’ora legale nel 1980, al fine di garantire un approccio armonizzato al cambio dell’ora nel mercato unico. Prima di allora, infatti, le pratiche nazionali relative all’ora legale e agli orari erano divergenti. L’attuale direttiva sull’ora legale impone agli Stati membri dell’UE di passare all’ora legale l’ultima domenica di marzo e di tornare all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.

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Questa mattina, al termine di mirata attività d’indagine d’iniziativa, carabinieri della stazione di Calasetta, in stretta collaborazione con i colleghi di Sant’Antioco e del nucleo Radiomobile di Carbonia, sono stati arrestati per spaccio di stupefacenti, due fratelli di 18 e 20 anni, entrambi originari di Carbonia ma residenti a Sant’Antioco. In seguito a perquisizione domiciliare operata all’alba, sono stati confermati i sospetti che i due fratelli, entrambi disoccupati, avevano organizzato un’intensa attività di spaccio al dettaglio di marijuana e hashish messa in atto nelle piazze di Calasetta ma anche di Sant’Antioco. Nell’operazione sono stati sequestrati 60 grammi di marijuana, in parte confezionata in singole dosi già pronta per lo spaccio, hashish, bilancini elettronici di precisione e la somma contante di 200 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio. I due giovani fratelli arrestati sono stati ricondotti alla propria abitazione agli arresti domiciliari e domani mattina verranno tradotti in Tribunale a Cagliari, per essere processati con rito direttissimo.

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Domenica 24 marzo scorso dalla chiesa della Madonna dei Martiri di Fonni, ha preso il via la seconda edizione del Pellegrinaggio Militare Interforze della Sardegna.

La giornata, è stata preceduta dalla funzione religiosa presieduta da Ppadre Mariano Asunis, e concelebrata unitamente ai cappellani militari delle altre Forze Armate e della Guardia di Finanza, dai parroci don Antonello Solinas e padre Giuseppe Carta presso il Santuario  della “Madonna dei Martiri” di Fonni, alla presenza del Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Domenico Pintus, del sindaco di Fonni Daniela Falcioni, di altre autorità civili e militari, della popolazione fonnese.

Al termine della solenne funzione i pellegrini, accompagnati da una numerosa rappresentanza della comunità, hanno percorso il cammino raggiungendo il santuario della  “Madonna de sa Itria” di Gavoi, proseguendo nella giornata successiva dal Santuario della Madonna d’Itria ai Santuari di Santi Cosma e Damiano presso Mamoiada fino a raggiungere il centro di spiritualità di Galanoli ad Orgosolo percorrendo itinerari ricchi di flora e fauna locale, pregni di storia e memoria, che in passato erano appannaggio pressoché esclusivo dei pastori.

Il percorso tracciato in collaborazione con il Corpo Regionale Forestale della Sardegna, proseguirà oggi con la tappa da Orgosolo al Redentore, per poi concludersi domani 27 marzo, presso la cattedrale della “Santa Maria della neve” a Nuoro, con la celebrazione della Santa Messa, alle ore 11,30, officiata dall’arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E.R. Mons. Santo Marcianò, e da mons. Mosè Marcia vescovo di Nuoro, unitamente ai cappellani militari isolani.

Ciò alla presenza delle più alte Autorità civili e militari dell’isola e delle rappresentanze delle quattro Forze Armate, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria e della Guardia Forestale.

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“Era l’allodola?”, lo spettacolo finalista e vincitore del premio come miglior attore protagonista al “Roma Comic Festival 2018”, arriva ad Ossi. Sarà in scena per due giorni, il 4 e 5 aprile prossimi, al Cinema Teatro Casablanca in via Sardegna 16/B.

William Shakespeare versus il suo analista. Il tormentato e sedicente bardo attraversa un momento di crisi e porta in superficie uno degli interrogativi più ambigui del suo repertorio: Era l’allodola? Un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo e dell’illogicità.

Le tragicomiche conversazioni di un uomo innamorato, scritte dirette ed interpretate da Daniele Monachella e Carlo Valle, hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica nelle rappresentazioni ospitate in diversi centri dell’isola tra l’estate e l’autunno. Successo confermato poi anche a livello nazionale con l’inserimento all’interno del prestigioso festival della comicità di Roma. “Era l’allodola?”, come detto, ha anche ricevuto uno dei riconoscimenti più importanti, quello al miglior attore protagonista che la giuria ha assegnato a Daniele Monachella.

«Arriviamo a Ossi dopo aver portato il nostro spettacolo in numerosi centri della Sardegna e della penisola», afferma Daniele Monachella.

«La nostra soddisfazione maggiore è aver ottenuto un successo con uno spettacolo originale, una produzione completamente sarda, nata, come recita la locandinada un mio dubbio che  insieme al prezioso contributo di Carlo Valle è diventata una commedia brillante. “Era l’allodola?” è adatta ad un pubblico di tutte le età e forse anche questo è uno dei motivi  che l’hanno fatta apprezzare sia dal pubblico che dalla  critica.»

“Era l’allodola?” è una produzione di Mab Teatro col contributo della Fondazione di Sardegna e col Patrocinio dello IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies.

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Musica ma anche arte, letteratura, cinema, ambiente, società: queste le coordinate lungo le quali si snoderà la trentaduesima edizione del festival internazionale Time in Jazz, appuntamento tra i più attesi dell’estate, in programma dal 7 al 16 agosto tra Berchidda, paese natale del suo ideatore e direttore artistico, il trombettista Paolo Fresu, e varie altre località del nord Sardegna.

Un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Nel mezzo del mezzo”: come il numero 32 che la connota e che, come spiega Paolo Fresu nella sua presentazione, «si colloca tra il 31 – naturale prosecuzione del primoriale e semiperfetto 30 – e il 33, palindromo della maturità e degli anni di Cristo oltre che numero che indica l’inizio e la fine delle cose»; nel mezzo come «un’isola, la Sardegna, che sta idealmente tra l’Africa e l’Europa (…) una “Terra di mezzo” in quell'”oceano contemporaneo delle nuove migrazioni degli anni Duemila» che è il Mediterraneo. Per il musicista di Berchidda è, dunque, «in questo essere ‘nel mezzo’ numericamente e geograficamente che va letta questa edizione del Festival internazionale Time in Jazz. Una manifestazione storica che osserva e che ascolta porgendo attenzione alle migrazioni sonore e culturali di questi anni tese tra passato e presente, suoni acustici ed elettronica, mainstream e ricerca oltre che trasformazioni in essere e violente convulsioni socio-politiche. Sempre più sentiamo la responsabilità di dover ribadire il ruolo centrale della storia musicale italiana da innestare nel più vasto linguaggio del jazz che naviga in altrettanti mari e oceani da cento anni a questa parte».

E sarà un’edizione che si annuncia particolarmente ricca e assortita, con una quarantina di eventi musicali previsti che si susseguiranno dal mattino alla notte in spazi e scenari differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali (dall’11 a Ferragosto) ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti: Arzachena, Cheremule, Erula, Mores, Olbia, Ploaghe, Telti, Tula, Tempio Pausania e altri ancora. E, accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative diverse: presentazioni di libri e novità editoriali, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, progetti di inclusione per migranti, oltre alla consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu.
La musica, naturalmente, fa la parte del leone nelle dieci giornate del festival, con un programma poliedrico che spazia tra stili e modi diversi di intendere il jazz, e non solo. Nel cast, artisti internazionali del calibro di Omar Sosa e Yilian Cañizares, Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum, e una corposa presenza della scena jazzistica nazionale, tra nomi affermati e talenti emergenti: Gegè Munari, Danilo Rea, Claudio Fasoli, Ramberto Ciammarughi, Monica Demuru e Natalio Mangalavite, Franca Masu e Sade Mangiaracina, Dino Rubino, Francesco Ponticelli, Simone Graziano, Giovanni Falzone, Sebastiano Dessanay, Daniele di Bonaventura e, naturalmente, Paolo Fresu, impegnato in diversi progetti e, come sempre, in apparizioni estemporanee.

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La nuova legge sul Terzo Settore chiede che, in determinati casi, le associazioni di volontariato adeguino i loro statuti. Si tratta di passaggi formali indispensabili per poter garantire l’operatività di gruppi. Dopo i quattordici incontri informativi-formativi sulla Riforma del Terzo Settore e dopo le pubblicazioni sulla Riforma (due edizioni, entrambe esaurite), Sardegna Solidale propone ora ad associazioni ed enti un ciclo di seminari, per aiutare e sostenere le organizzazioni chiamate ad adeguare i propri statuti alla nuova normativa.

I seminari si svolgeranno mercoledì 27 marzo a Sassari (Hotel Grazia Deledda, via Dante 47), giovedì 28 marzo a Cagliari (T Hotel, via dei Giudicati 66) e venerdì 29 marzo a Nuoro (Hotel Grillo, via Mons. Melas 14), tutti con inizio alle ore 16.00. La partecipazione ai seminari è gratuita. È necessario iscriversi attraverso il form presente nel sito di Sardegna Solidale.

Ai tre seminari territoriali farà seguito, nel mese di maggio ad Oristano un ulteriore seminario regionale per accompagnare il percorso di quanti hanno intrapreso la strada dell’adeguamento statutario e per aggiornamenti relativi a ulteriori sviluppi della Riforma.

Gli adeguamenti statutari riguardano gli enti di Terzo Settore costituiti prima dell’entrata in vigore del Codice del Terzo Settore, cioè prima del 3 agosto 2017. Nello specifico, intesseranno le organizzazioni di volontariato iscritte nei relativi registri regionali, le associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nel relativo registro nazionale o nei relativi registri regionali, le onlus iscritte nell’apposita anagrafe unica e le reti associative.

Il percorso di adeguamento statutario tiene conto degli adattamenti “obbligatori”, ma anche di quelli “derogatori” e “facoltativi”. Viene specificato inoltre quali modifiche statutarie possono realizzarsi con delibera di assemblea ordinaria e quali invece richiedono in ogni caso una delibera di assemblea straordinaria. I tempi stringono: il termine ultimo entro cui l’adeguamento deve essere realizzato è il 3 agosto 2019.

 

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I big nazionali del biliardo sfidano i campioni sardi nel “1° Meeting regionale Città di Sennori” che si terrà dal 27 al 31 marzo al CSB Assi del Biliardo, di Antonio Secchi, in via Roma 7. Per tutta la settimana Sennori ospiterà i maggiori campioni della stecca, in una serie di sfide che culminerà nelle finali in programma domenica 31, dalle ore 10.00. Fra i tanti big del biliardo che si affronteranno sui panni verdi di via Roma, ci saranno Achille Mignolo, Salvatore Mannone, Gaetano Romeo, Carlo Diomajuta, Giovanni Triunfo, Pierluigi Sagnella, Giorgio Colombo, Diego Dimauro e Giovanni Cioffi. La manifestazione è organizzata con il patrocinio del Comune di Sennori.

«Siamo orgogliosi di accogliere una manifestazione così importante e tanti campioni nazionali che saranno ospitati in paese e potranno conoscere le bellezze del nostro territorio», commenta l’assessore allo Sport, Tore Piredda.

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«La FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale “esprime profondo sconcerto”,  per l’interruzione del servizio di assistenza specialistica per gli alunni con disabilità a partire dal 15 marzo 2019 comunicato il 7 marzo dal comune di Carbonia a tutti gli Istituti Comprensivi, in quanto tale servizio, attuandosi in sinergia tra scuola, famiglia e Comune, promuove l’integrazione dei bambini e ragazzi con disabilità nella sua interezza e specificità. Il fine ultimo di questa importante misura è, infatti, contribuire al potenziamento dell’autonomia personale e consentire a ciascuno la costruzione di un proprio progetto di vita.»

Lo scrive, in una nota, la segreteria della FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale.

«La brusca sospensione del servizio rischia di compromettere l’intero progetto educativo, minando quelli che sono i diritti fondamentali di ogni individuo sanciti dalla Costituzione Italiana – si legge ancora nella nota -. La FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale, nell’esprimere piena solidarietà alle famiglie che affrontano il disagio, auspica che il problema trovi rapida soluzione e che nel prossimo futuro l’amministrazione mostri maggiore sensibilità nei confronti dei suoi cittadini – conclude la segreteria FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale -, ricordando che è dovere di tutti gli Enti assumersi le responsabilità nei confronti dei bambini e dei ragazzi con disabilità che hanno il diritto di vivere la loro vita con reali e concrete pari opportunità.»

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Il tour di presentazione del saggio antropologico “Panada on the road, viaggio antropologico alla ricerca delle origini del gioiello della dieta sardo mediterranea” di Veronica Matta, pubblicato da Sa Mata, partirà da Minorca. Il saggio verrà presentato martedì 16 aprile nella sala de actos dell’IME (Institut Menorquí d’Estudis) di Maó alle ore 19.00.

La prima tappa – dichiara l’autrice – inizia proprio nelle Isole Baleari – fondamentale per la scoperta delle origini nuragiche de sa panada. Seguiranno Assemini, capitale de sa panada, Cuglieri e Oschiri, durante l’estate in occasione delle sagre ad essa dedicata. Panada on the road è un viaggio antropologico alla ricerca delle origini del gioiello della dieta mediterranea sarda, sa panada, prezioso scrigno di sapori, conoscenza e cultura. Una ricerca antropologica sul campo, finanziata dall’associazione culturale Sa Mata, iniziata in Sardegna nel 2015 dall’antica città della ceramica, Assemini, proseguendo nei territori di Cuglieri e Oschiri e attraversando i confini sardi, attraverso il culto della Madonna della Panada sulle Isole Baleari, in Spagna. Il saggio si afferma nel presente con uno sguardo costante al passato che rivela le antiche origini de sa panada, che, molto più di un prodotto gastronomico, appare come un vero “codice” di comunicazione, che ci manda messaggi sulle società che l’hanno prodotto e che lo producono. La ricerca sul campo dentro e fuori l’isola s’incontra in uno scavo di “archeologia del gusto” che indica tracce, per quei periodi su  sa panada, con riferimenti al sentimento sociale, storico e religioso.  Il libro è adornato con l’immagine sulla copertina dell’opera in ceramica creata dall’artista di fama internazionale Ignazia Tinti. Oltre all’autrice, Veronica Matta e il suo compagno di viaggio Massimo Argiolas, Pep Pelfort, direttore del Centre d’Estudis Gastronòmics e il presidente dell’associazione dei giornalisti gastronomici, nonché scrittore e giornalista Bep Allès, parteciperanno al presentazione. Le conversazioni saranno intervallate dalla lettura dei brani del libro tradotti in spagnolo dal sociologo e antropologo Miguel Ángel Duran Hernández de Madrid. Durante la presentazione verrà proiettato un video, realizzato da Giovanni Battista Marini, sulle tappe dell’inchiesta on the road  in Europa contenute nel libro.  L’evento è organizzato in collaborazione con l’IME, l’Istituto di studi di Minorca, un’organizzazione autonoma del Consiglio Insulare di Minorca, il Centro d’Estudi Gastronòmics, Sa Mata, l’associazione culturale e promozione sociale di Assemini (Sardegna) e Foodies on Minorca progetto coordinato dal settimanale  El Iris.

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E’ quanto si evince dall’ultimo report del Centro studi della Cna sul trend delle esportazioni della Sardegna. A segnare lo stop dell’export sardo è stata per lo più la drammatica crisi del settore agroalimentare ed in particolare il crollo del comparto lattiero-caseario. Viceversa a sostenere la modesta crescita delle esportazioni dall’isola ha contribuito la buona performance del comparto chimico-farmaceutico, che dopo il +57% del 2017 realizza una notevole crescita anche nel 2018 (+27%). Confermato anche il trend positivo del comparto metallurgico(+8,3%), in sostenuta crescita ormai da quattro anni (+7% nel 2015, +2,8% nel 2016 e +13% nel 2017).

In valore assoluto, tuttavia, è ancora l’industria petrolifera a trainare l’export dell’Isola realizzando nell’ultimo anno 326 milioni di euro in più di vendite all’estero (+7,6%). Al netto dell’industria petrolifera la performance delle esportazioni regionali però si ridimensiona, rimane positiva (+3,3%), ma rallenta vistosamente rispetto al 2017 (+20%).

Il rallentamento dell’export sardo è dovuto, come accennato, al deciso arretramento del comparto agroalimentare (-17,8%), già notevolmente ridimensionato dal calo del 2017 (-1,1%) e del 2016 (-7%): un valore passato dal picco di 196 milioni di euro del 2015, ai 148 milioni del 2018. Eppure, tra il 2012 ed il 2015 l’industria sarda aveva beneficiato del trend espansivo dal settore agroalimentare nazionale: l’export di prodotti isolani aveva infatti realizzato una crescita record grazie al buon andamento della domanda USA, in parte favorita dalla svalutazione dell’euro rispetto al dollaro. Nella media del periodo 2012-2015 le vendite di prodotti sardi erano cresciute ad un ritmo del +12,3% l’anno, in assoluto, la performance più brillante tra tutte le regioni italiane.

Da migliore a peggiore: nell’ultimo triennio l’export agroalimentare sardo ha registrato un vero e proprio tracollo. Con una contrazione media annua del -8,6%, la Sardegna è stata l’unica regione italiana con export agroalimentare in calo. E per la Sardegna il dato è particolarmente significativo: è collassato un comparto strategico per l’economia regionale che, al netto del settore petrolifero, vale quasi un quinto dell’export manifatturiero isolano (17,6%).

Come evidenzia il report della Cna sarda, si può dire che sia entrata in crisi una parte importante dell’economia sarda, costituita da piccole e medie realtà imprenditoriali con filiera produttiva certificata: in Sardegna operano infatti oltre 16mila produttori con marchio di qualità (Dop, Igt o Stg), il numero più elevato tra tutte le regioni italiane (in Toscana sono meno di 13mila, 11mila in Trentino).

La principale causa di questa contrazione – emerge dalla ricerca – è la riduzione della domanda statunitense. Tra 2015 e 2018 le esportazioni verso gli USA di agroalimentare sardo sono passate da 116,5 milioni di euro a 70,6: quasi 46 milioni di euro in meno in tre anni, una contrazione del – 40%. Ma in calo sono risultate anche le principali destinazioni europee, 5,6 milioni in meno verso la Germania (-31%), 4,5 verso la Francia (-39%) e 900 mila verso la Spagna (-12%). Tra i mercati minori, in decisa crescita solo il mercato canadese, che nel triennio ha importato 2 milioni di euro di prodotti sardi in più (+53%).

Il crollo della domanda USA è senza dubbio anche in questo caso la questione centrale. Il valore dell’export di prodotti caseari verso gli Stati Uniti è passato dai 107 milioni di euro del 2015 ai 60 del 2018, 47 milioni di euro in meno (-44%), 30 dei quali tra 2017 e 2018 (-34%).

Va detto comunque che la domanda globale di prodotti caseari di importazione in USA è in riduzione. Tra 2017 e 2018 si stima una contrazione del – 22,4%, (da 2,79 a 1,78 miliardi), ma i prodotti sardi perdono quote di mercato, sia a livello globale, sia rispetto alle altre regioni italiane. Seppur lievemente, la quota di mercato dei prodotti italiani infatti è aumentata, dal 13,5% delle importazioni complessive, al 14%.

La fetta di mercato delle produzioni casearie sarde, invece, ha segnato un deciso arretramento. I produttori sardi detenevano il 4,1% del mercato estero negli USA nel 2016 (in valore), nel 2018 la quota è diventata il 3%. Il prodotto sardo sembra aver perso quota, sia rispetto ad altri concorrenti internazionali, in particolare Irlanda (dal 9,1% al 13,2%) e Francia (dal 9% al 10,3), sia rispetto alle altre regioni italiane che hanno visto la loro quota di mercato passare dal 9,4% al 11%.

«Il carattere fortemente specializzato dell’export regionale, sia al livello geografico sia al livello di prodotto, espone il settore agroalimentare della Sardegna ai rischi derivanti dalle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e dei tassi di cambio (e quindi del prezzo di vendita), oltre che a politiche commerciali sfavorevoli messe in atto dei suoi partner principali – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna-. I recenti sviluppi fanno pensare che nei prossimi anni gli Stati Uniti possano perseguire una politica di sempre maggiore chiusura verso le importazioni europee, scatenando una guerra tariffaria al livello globale.  Non va poi trascurato che quest’anno è prevista la Brexit, con il rischio di un’uscita disordinata dall’UE della Gran Bretagna che rappresenta il sesto/settimo mercato di sbocco per l’export agroalimentare sardo. Appare quindi fondamentale – proseguono Piras e Porcu – diversificare i prodotti, investendo sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie. Le produzioni regionali di qualità del comparto enologico, pastario, oleario, etc., sono ancora poco conosciute all’estero e hanno un ampio potenziale di crescita. La strategia di promozione del brand dei prodotti caseari può rappresentare un riferimento per lo sviluppo degli altri settori merceologici, ma occorre anche diversificare i mercati di sbocco, facendo leva sulla qualità riconosciuta e sulla specialità della tradizione sarda e supportando le piccole imprese nel difficile percorso che porta all’internazionalizzazione. D’altra parte anche mercati fino ad ora poco inclini all’import agroalimentare di prodotti occidentali, ed italiani in particolare, sono destinati a crescere rapidamente. La nuova classe media di paesi come India o Cina (senza dimenticare la Russia post sanzioni o il Sud America) rappresenta il potenziale consumatore di prodotti sardi in un futuro ormai prossimo. A partire dal 2009 la Cina ha sperimentato un vero e proprio boom di importazioni di prodotti agroalimentari (+230%), in particolare dall’Italia, un trend di crescita che, a giudicare dai programmi per la creazione di corridoi commerciali come la Via della Seta, è ragionevole ritenere possa proseguire anche in futuro