18 July, 2024
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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, su richieste del Consiglio delle Autonomie locali e dell’assessore degli Enti locali, ha firmato questa mattina il decreto con il quale, rettificando il precedente decreto del 27 dicembre 2018, si posticipa la data dello svolgimento delle elezioni di secondo grado dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali della Sardegna. Secondo quanto indicato nel decreto, le elezioni si svolgeranno il prossimo 27 aprile 2019, dalle ore 8.00 alle 20.00.

Le liste con i nominativi dei candidati saranno presentate dalle ore 8:00 alle ore 20:00 del 6 aprile 2019 e dalle ore 8.00 alle ore 12.00 del 7 aprile 2019, presso l’ufficio elettorale appositamente costituito nella sede di ciascuna Provincia. Sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni ricompresi nel territorio di ciascuna Provincia.

Rimangono invariate e, dunque, sono da intendersi confermate, le altre disposizioni contenute nel decreto n. 126 del 27 dicembre 2018.

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Eurallumina e Sideralloys, se rimesse in marcia come deciso, occuperebbero 898 lavoratori. L’occupazione indotta nel territorio vale tra due e tre volte quel numero. Tenendoci all’ipotesi più cauta, l’occupazione totale corrispondente ammonterebbe a circa 2.700 unità: si recupererebbe una quota importante della preesistente occupazione generata dalla filiera dell’alluminio, valutata in 3. 550 unità con lo stesso metodo di calcolo. Si deve inoltre sommare l’occupazione per la ristrutturazione degli impianti, stimata in 420 lavoratori mediamente presenti nei cantieri per due anni. Bisognerebbe includervi anche l’occupazione diretta e indiretta connessa alla centrale Enel che, senza i clienti metallurgici, è destinata alla chiusura. A fronte di questo notevole beneficio occupazionale, il contributo pubblico a fondo perduto dei Contratti di sviluppo già sottoscritti dalle due aziende con Invitalia, è di “soli” 14,9 milioni di euro cui corrispondono investimenti per complessivi 295 milioni di euro. E’ ben vero che Invitalia eroga per i due Contratti anche un finanziamento di 151,4 milioni di euro ma questo è un prestito, da rimborsare in 8 anni a condizioni di mercato.

La prima conclusione è che con un contributo pubblico relativamente modesto, si ottiene un importante effetto sul lavoro. La seconda conclusione è che, se il lavoro è considerato sinceramente il problema principale, chiunque governi, a Roma o a Cagliari, dovrebbe agire per il riavvio di queste fabbriche. Gli effetti sociali sarebbero immediati. Il riavvio deve essere fatto rispettando le stringenti norme ambientali, ovviamente. Neppure può essere ignorato che la chiusura delle fabbriche ha impatti negativi sulla salute e sui tassi di mortalità delle popolazioni coinvolte. E’ documentato da tanti studi scientifici che la deindustrializzazione provoca incremento delle malattie, della mortalità, dei suicidi e della tendenza ai gesti estremi. Al riguardo, i numeri sono semplicemente terribili sebbene trascurati dagli opinionisti e dalle stesse autorità sanitarie.

Che cosa si frappone, dunque, verso l’obiettivo del riavvio delle due fabbriche? I fatti vanno richiamati con la maggior chiarezza possibile e senza spirito sterilmente polemico.

Eurallumina attende da un tempo infinito le autorizzazioni per iniziare l’investimento in un impianto tenuto in efficienza e dove vi ruotano a turno i lavoratori dipendenti. Cinque anni sono trascorsi, senza venirne a capo, tra le richieste di nuovi approfondimenti dei valutatori ambientali, il ministero dei Beni culturali che eccepisce questioni più proprie di un parco che non di un’area industriale e blocca quanto deciso dal Governo, una politica energetica erratica: ho visto l’Enel negare la possibilità di fornitura del vapore, poi, su impulso di Carlo Calenda, scoprire che invece si può fare, ora si dice, giustamente, che bisogna superare il carbone ma non si dice (grave errore) se e quando ci sarà il gas a Portovesme. Passano gli anni e insorgono nuovi ostacoli: cose importanti e sempre con i bolli a posto, per carità. Ma e il lavoro? E le persone che si ammalano per disperazione? Non contano? Nel mentre, altrove, è stato affrontato e risolto il caso ILVA di Taranto molto più complesso. E sempre nel mentre e in un altrove che si chiama Germania, Francia, Spagna, Irlanda, Grecia, impianti simili a Eurallumina sono in marcia. Domanda: perché non si dovrebbe fare nel Sulcis?

Veniamo a Sideralloys. I fatti, innanzitutto. Sideralloys è un’azienda con un socio privato nettamente maggioritario ma anche (non casualmente) partecipata dallo Stato attraverso Invitalia: il MISE ha tutti gli strumenti in mano per controllare direttamente e indirettamente che si attui quanto deciso e non ci siano ulteriori ritardi. Sommessamente bisogna ricordare che Carlo Calenda non è più al MISE da un anno e che ora c’è un altro ministro che sinora non ha mai ricevuto il sindacato. Domanda: se ne occupa? E si occupa, da ministro del Lavoro, anche di pagare gli ammortizzatori sociali in deroga? Per Sideralloys è stato fatto un Contratto di sviluppo ed è stato erogata una prima quota del finanziamento (25 milioni di euro). Su questo fronte il pubblico è in regola: tocca all’azienda essere puntuale nei suoi impegni e finora, a prescindere dalle motivazioni, non lo è stata. E tocca invece al Governo rispettare gli impegni sull’energia.

Il prezzo finale dell’energia dipende da quattro misure. Vediamolo dettagliatamente sebbene il discorso si faccia un po’ più tecnico. Due di queste, l’accesso al servizio di interrompibilità e la legge sull’alleggerimento degli oneri di sistema sono operative e, infatti, vi fanno ricorso, in Italia, centinaia di aziende ad alta intensità energetica, numerose anche in Sardegna. Un terzo elemento è il contratto bilaterale tra Enel e Sideralloys per la fornitura decennale dell’energia elettrica. In proposito, esiste un Memorandum d’intesa fra le due aziende. Domanda: si riesce a passare dal Memorandum al Contratto? Qual è la posizione dell’attuale Governo al riguardo? Il quarto elemento, già previsto e accordato dal MISE per arrivare al prezzo competitivo dell’energia, è l’accesso ad una quota della meno cara energia elettrica importata dall’estero per l’industria di base. Si conferma questa misura? E se no, che cosa si propone in alternativa?

E’ da auspicare che ci sia, in tutte le sedi decisionali, un atteggiamento ragionevole di conferma e attuazione di quanto già deciso. Non riesco, infatti, a comprendere quale sia il vantaggio e per chi, nel buttare tutto per aria.

Non sfuggo all’argomento di chi dice che “bisogna fare altro”. D’accordo in linea di principio e in linea pratica. Fare altro però non può essere a mio avviso, sostenere una cultura pregiudizialmente antindustriale come si manifesta in non pochi ambienti. Essen, città della Rhur tedesca, citata spesso ad esempio di riconversione, è stata capitale europea della cultura, ha una miniera-museo dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco ma conserva tanta industria, compreso, guarda caso, un impianto di alluminio primario che ha la stessa età anagrafica e tecnologica di quello di Portovesme. Sempre nella Rhur, a Voerde trovi un altro impianto analogo di alluminio primario. Per non parlare di quello di Amburgo, chiuso dall’Alcoa e riaperto dal governo tedesco. Domanda: qual è la ragione tecnica che rende impossibile di fare qui ciò che è stato fatto in Germania?

Ma torniamo al “bisogna fare altro”. Il Piano Sulcis destina il cinquanta per cento delle risorse ai settori dell’agroalimentare, del turismo, delle aziende innovative, della piccola impresa, dell’innovazione tecnologica, della scuola e delle infrastrutture funzionali a questi obiettivi, cioè porti dell’arcipelago, piccoli approdi, ciclovie, approvvigionamento idrico per l’agricoltura. Un altro trenta per cento è dedicato alle bonifiche e al risanamento ambientale. Il restante venti per cento è dedicato al comparto industriale tradizionale, risorse che però nella più gran parte rientreranno perché erogate a titolo di prestito al netto di circa 15 milioni di euro erogati come contributo a fondo perduto a Eurallumina e Sideralloys. Oltre cento piccole imprese del settore agroalimentare e del turismo hanno avuto accesso alle misure di incentivazione. Sette su nove dei progetti istruiti per Contratti di investimento maggiori di 1,5 milioni di euro, riguardano il comparto ricettivo del turismo. Tutte queste informazioni sono dettagliatamente pubblicate.

La pecca del Piano Sulcis, a mio avviso, non è nell’eccessiva attenzione ai settori tradizionali dell’industria ma in altri due fatti. Il primo è la lentezza dell’attuazione. Se è vero che più dell’ottanta per cento delle risorse è stato contrattualizzato, e il resto è comunque impegnato, solo il ventuno per cento delle risorse è stato pagato e quindi l’effetto reale sull’economia del territorio è definito da questo limite. Attenzione: i soggetti attuatori delle misure sono ben quarantaquattro: amministrazioni dello Stato, Assessorati regionali, Comuni, Provincia, Invitalia, Anas, Consorzi industriali, Igea, Enti delle acque, società di ricerca, etc. Salvo lodevoli eccezioni, per ragioni oggettive (vedi adempimenti di legge) e anche soggettive la performance non è positiva a prescindere dal colore politico delle diverse amministrazioni coinvolte. Chiunque governi si trova e si troverà con il problema di come accelerare la spesa con le procedure ordinarie, senza ricorrere alle ambigue procedure straordinarie. Potrei testimoniare che in questo decennio da parte di tutti si è parlato di semplificazione ed efficienza ma i fatti dicono che si è andati in direzione opposta.

Il secondo grave fatto è che il Piano Sulcis, piano straordinario prevalentemente finanziato dallo Stato, è stato trasformato in un piano sostitutivo dell’intervento ordinario. Al territorio sono mancate risorse di cui aveva diritto. Non ho mai nascosto che in questo c’è stata una precisa responsabilità della programmazione regionale.

In conclusione, corretto ciò che il nuovo Governo della Regione reputerà utile correggere, auspico che il Piano non sia abbandonato e sia portato a conclusione, perché canalizza verso il Sulcis Iglesiente, progetti che, tra capitali privati e pubblici già impegnati, valgono oltre milleduecento milioni di euro.

Tore Cherchi

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Domani, 16 marzo, parte il primo Open Day dell’anno 2019 allo IED Cagliari. Un’occasione per scoprire tutte le offerte formative delle quattro aree Design – Product e Interior – Moda e Media, i corsi di specializzazione e tutte le novità. Protagonista della Open lesson del 16 marzo sarà Lorenzo Palmeri, designer tra i più richiesti e progettista fra gli altri prodotti della chitarra “Paraffina Slapster” di cui Lou Reed si è innamorato.

Una bella opportunità per entrare nell’immaginario di uno dei designer più prolifici del panorama italiano

Porte aperte per il primo Open Day del 2019 allo IED Cagliari, il 16 marzo. Villa Satta si prepara ad accogliere sabato mattina dalle 10.30 alle 14.00 i futuri designer, giovani studenti e professionisti che desiderano orientarsi verso un percorso di studi in ambito creativo secondo le proprie inclinazioni ed esigenze, attraverso un’offerta formativa declinata nelle quattro aree Design – Product e Interior – Moda e Media, che vai da corsi triennali post-diploma accreditati MIUR a corsi di formazione continua.

Un appuntamento importante per l’Istituto Europeo di Design, una realtà nel mondo dell’Alta Formazione che conta nel mondo più di 10.000 studenti l’anno, che sabato vedrà aperte, oltre la scuola di Cagliari, anche tutte le sedi italiane: Milano, Como con l’Accademia Galli, Firenze, Roma, Torino, Venezia. Un’occasione per partecipare a momenti dedicati all’informazione e all’orientamento, a occasioni di confronto diretto con i docenti, i coordinatori del corso, lo staff, gli studenti e gli alunni, e per conoscere alcuni dei più stimati designer del panorama internazionale.

Dopo i saluti di benvenuto e una breve presentazione della giornata della direttrice IED Cagliari Monica Scanu, verrà introdotto l’ospite d’eccezione dell’Open Day: Lorenzo Palmeri. 50enne milanese, architetto e musicista italiano, tra le punte di eccellenza del mondo della progettazione nei campi del design, art direction, insegnamento, composizione e produzione musicale, è il designer che ha progettato ed esposto la chitarra “Paraffina Slapster” al Design Museum della Triennale di Milano e per cui Lou Reed lo chiamò dicendogli: “Sono innamorato della tua chitarra”. Un oggetto in alluminio dotato di maniglia e di Slapster (la leva che modifica il suono) “perché i musicisti indossano la chitarra, quindi impugnarla amplifica il rito di afferrarla”. Tra i maestri di Lorenzo Palmeri, Bruno Munari e Isao Hosoe con cui ha collaborato per diversi anni. Come art director ha seguito varie aziende, tra cui Invicta, Feltrinelli, Lavazza, Nissan, Noah guitar, Valenti Luce.

Insieme al giornalista Paolo Casicci porterà in IED la sua straordinaria esperienza e la sua particolare visione del design. Alla ricerca continua di una sintesi creativa tra design e suono, con la sua avvincente passione per la musica che coltiva e trasforma in valore aggiunto, è attratto dalla progettazione in tutte le sue forme e declinazioni, e dai quei territori di confine, in quello spazio che avvicina ciò che si tocca (gli oggetti) a ciò che si ascolta (le note). Un’occasione unica l’incontro con Lorenzo Palmeri allo IED Cagliari.

Seguirà la open lesson la presentazione dei Corsi Triennali IED a cura dei Coordinatori, degli ex studenti e degli studenti in corso. In Aula Cagliari Emanuele Tarducci per il Corso Media Design, in Aula Madrid Annalisa Cocco per il Corso Product Design, in Aula Barcellona Giuseppe Vallifuoco introduce il Corso di Interior Design, in Aula Venezia Massimo Noli e Nicola Frau presenteranno il Corso di Fashion Design. Si potrà visitare inoltre in compagnia di Andrea Forges Davanzati e Andrea Busonera anche il Laboratorio IED, nel piano interrato.

Nell’Aula Milano è previsto un momento di approfondimento sul metodo di insegnamento IED dedicato alle famiglie e agli studenti interessati, mentre alle 12.30 la direttrice Monica Scanu presenterà i Corsi di Specializzazione, corsi brevi di continuing education.

Si potranno inoltre visitare gli spazi e i laboratori che ospiteranno degli allestimenti dedicati a progetti realizzati dagli studenti o dai diplomati 2018, utili per avere un riscontro sulle esperienze dei ragazzi e sulla progettualità “made in IED”.

Chiusura della giornata in giardino con Buffet dalle 14,00.

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A distanza di oltre due settimane, sono state finalmente completate le operazioni di scrutinio nelle sezioni elettorali ed ora è in corso la verifica negli uffici dei tribunali. Così, finalmente, a giorni dovrebbe avvenire la proclamazione dei 59 consiglieri eletti che comporranno il XVI Consiglio regionale con il presidente neo eletto Christian Solinas. Resta ancora incertezza sull’assegnazione di uno dei tre seggi spettanti alla lista Fratelli d’Italia, per il quale sono in corsa Gianluigi Rubiu, candidato nella circoscrizione di Carbonia Iglesias, e Francesco Mura, candidato nella circoscrizione di Oristano.

Questi i risultati riferiti ai candidati alla Presidenza della Regione:
Christian Solinas (Centrodestra) 47,81%, 363.946 voti
Massimo Zedda (Centrosinistra) 32,91%, 250.560 voti
Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) 11,18%, 85.046 voti
Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) 3,34%, 25.478
Mauro Pili (Sardi Liberi) 2,30%, 17.568 voti
Andrea Murgia (Autodeterminatzione) 1,82%, 13.907 voti
Vindice Lecis (Sinistra Sarda) 0,60%, 4.275 voti

Schede bianche 6.880

Schede nulle 810

Schede contenenti errori 15.131

Per quanto riguarda le liste, questi i risultati su 1.805 sezioni:
Centrodestra: 51,76%
Centrosinistra: 30,17%
Movimento 5 stelle: 9,72%
Partito dei Sardi: 3,69%
Sardi Liberi: 2,14%
Autodeterminatzione: 1,91%
Sinistra Sarda: 0,60%
Voti percentuali dei partiti
Pd: 13,48%
Lega: 11,34%
Psd’Az: 9,89%
FI: 8,07%
Riformatori: 5,02%
FdI: 4,73%
Sardegna Venti20: 4,13%
LeU: 3,81%
Pro Sardinia-UdC: 3,68%
Campo Progressista: 3,17%
Noi, la Sardegna: 2,81%
Futuro Comune: 2,63%
Sardegna in Comune: 2,47%
Cristiano popolari e socialisti: 1,35%
Sardegna civica: 1,64%
Fortza Paris: 1,63%
Uds: 1,10%
Energie per l’Italia – Sardegna: 0,49%
Progetto comunista per la Sardegna: 0.43%

I dati pubblicati, in fase di aggiornamento, si riferiscono alle comunicazioni pervenute dai Comuni e non sono ufficiali.
L’ufficializzazione dei risultati rientra nella competenza degli Uffici centrali circoscrizionali dei tribunali e dell’Ufficio centrale regionale che attualmente stanno svolgendo le verifiche e gli accertamenti di loro competenza previsti dalle leggi regionali in materia elettorale.

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Domani ad Asuni per il “terre di confine filmfestival” arriva lo scrittore cileno Antonio Arèvalo, uno dei più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa, uno dei protagonisti del docu-film “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, che sarà proiettato al MEA alle 18.50. Un film che racconta il golpe in Cile del ‘73 ma è rivolto all’Italia di oggi.

Antonio Arèvalo è un poeta, critico e curatore d’arte contemporanea nato a Santiago del Cile nel 1958. In tanti anni si è fatto anticipatore di istanze espressive molto vitali e identitarie, fin dalla grande mostra dedicata all’Arte Latinoamericana in Italia, per la I edizione del FotoGrafia Festival di Roma. Dal 2003 al 2009 ha collaborato con l’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma, organizzando allo stesso tempo esposizioni, festival e eventi culturali internazionali per importanti istituzioni, fondazioni, musei e gallerie d’arte.

Fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia, è stato curatore e commissario della 49ª edizione della Biennale  nel 2001, presentando l’artista Juan Downey, premiato con la Menzione d’Onore dalla Giuria Internazionale. Curatore della III edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove, è tornato al ruolo di curatore del padiglione del Cile alla 53ª Biennale di Venezia, con l’artista Iván Navarro.

Al Museo dell’Emigrazione di Asuni, alle 20.30 presenterà, assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu, il suo libro “Le terre di nessuno”, una raccolta poetica di versi scritti tra il 1980 e il 2016.

Ad inaugurare la giornata del “terre di confine”, sabato al MEA alle 11.30, sarà però “No – I giorni dell’arcobaleno”, un film di Pablo Larraín. Tra gli altri appuntamenti, alle 16 si terrà l’incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”. Alle 16.30 nuovo incontro con Nicola Contini e il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica” e, alle 17 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Quindi, alle 18.50, la proiezione di “Santiago, Italia” con la presenza di Antonio Arévalo e, alle 20.30 la presentazione del suo libro “Le terre di nessuno”. Gran finale di serata alle 21.30 al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Il programma di domenica 17 marzo. Alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00, il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30, altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30, nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20.30, con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

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Il caso del ritiro della delega assessoriale deciso dal sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda nei confronti di Orietta Mura, la consigliera più votata nella lista Portoscuso Insieme alle elezioni comunali dell’11 giugno 2017, entrambi candidati alle recenti elezioni Regionali, riporta inevitabilmente alla mente il caso analogo verificatosi cinque anni fa, in occasione delle precedenti elezioni Regionali, nel vicino comune di San Giovanni Suergiu. La decisione di Giorgio Alimonda è arrivata 16 giorni dopo le elezioni Regionali, nel 2014 l’allora sindaco di San Giovanni Suergiu Federico Palmas, ritirò le deleghe ad Elvira Usai, di vicesindaco ed assessore ai Servizi sociali, il 25 febbraio 2014, a distanza di soli nove giorni dalle elezioni Regionali che videro entrambi candidati, in quel caso in schieramenti politici contrapposti (Federico Palmas con i Riformatori Sardi, nella coalizione di centrodestra che sosteneva la candidatura del governatore uscente Ugo Cappellacci, ottenendo 898 voti; Elvira Usai nella lista Comunidades che sosteneva la candidatura a governatore della scrittrice Michela Murgia, ottenendo 566 voti).

Apparve subito evidente che la decisione assunta da Federico Palmas avrebbe avuto strascichi politici che avrebbero inciso sul prosieguo della consiliatura e così avvenne. Elvira Usai passò all’opposizione e da lì costruì il suo nuovo percorso politico che, a distanza di poco più di due anni, il 5 giugno 2016, l’avrebbe portata ad una trionfale elezione a sindaco d San Giovanni Suergiu (prima donna nella storia amministrativa del paese), con la lista “Riprendiamo il filo”, con 2.006 voti, il 55,18%.

Sala consiliare San Giovanni Suergiu 1

 

 

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Orietta Mura non è più assessore dei Servizi Socio-Assistenziali, della Famiglia e della Pubblica istruzione del comune di Portoscuso. Il 12 marzo il sindaco Giorgio Alimonda ha firmato il decreto di rimodulazione delle deleghe assessoriali e di assegnazione di una nuova delega alla consigliera Elena Marras, che fa il suo ingresso in Giunta in sostituzione di Orietta Mura, con altre deleghe.

Ora la Giunta comunale di Portoscuso è così composta.

Sindaco: Giorgio Alimonda.

Vice sindaco ed assessore dell’Urbanistica e Territorio, Tutela Ambiente e Bonifiche, Sanità e Industria: Ignazio Salvatore Atzori.

Assessore della Pubblica Istruzione, Cultura e Beni culturali, Turismo e Spettacolo, Servizi Socio-Assistenziali: Sara Marrocu.

Assessore dei Lavori pubblici, del Patrimonio e Politiche della Casa e della Famiglia, Rapporti con le associazioni: Attilio Sanna.

Assessore dei Servizi tecnologici e manutentivi, Igiene urbana, Politiche attive per il lavoro e misure attuative per il contrasto alla povertà: Enrico Cristiano Atzei.

Assessore della Portualità e Demanio, Decoro urbano, Randagismo e Progetti e sviluppo del verde pubblico: Elena Marras.

Il decreto richiama quanto previsto dall’articolo 78 del decreto legislativo 267/2000 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) ed il decreto di nomina della prima Giunta, il n° 2 del 15 giugno 2017.

La decisione di Giorgio Alimonda è arrivata il 12 marzo 2019, esattamente 16 giorni dopo le elezioni Regionali, nelle quali il sindaco di Portoscuso è stato candidato alla carica di consigliere regionale nella lista Sardegna Civica (1.014 preferenze personali), a sostegno del candidato presidente Christian Solinas, poi eletto nuovo governatore; elezioni che hanno visto candidata anche Orietta Mura, nella lista di Fratelli d’Italia (289 preferenze personali), nella stessa coalizione di centrodestra che sosteneva la candidatura alla carica di presidente di Christian Solinas. La tempistica collega, inevitabilmente, i due fatti, fa discutere e farà discutere sicuramente anche nella prossima seduta del Consiglio comunale, già fissata per martedì 19 marzo, alle 17.00, nella sala consiliare, nella quale la comunicazione della rimodulazione delle deleghe assessoriali è inserita al 7° punto dell’ordine del giorno.

Orietta Mura era assessore al secondo mandato. L’11 giugno 2017 è stata rieletta consigliera comunale nella lista Portoscuso Insieme guidata da Giorgio Alimonda, confermato nella carica di sindaco, risultando la più votata con 346 preferenze personali.

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Sabato 16 e domenica 17 marzo il Palazzetto dello Sport di via delle Cernitrici sarà teatro della 2ª prova dei Campionati di serie D di Ginnastica Artistica (categoria LA3-LB3-LB). L’iniziativa rientra nell’ambito del Campionato Federale Regionale a squadre previsto dalla Federazione Ginnastica d’Italia (FGI).
L’evento è organizzato dalla società sportiva Aurora Carbonia con il patrocinio ed il contributo del comune di Carbonia.
«Siamo orgogliosi di ospitare nella nostra città una competizione di caratura regionale, che vedrà la partecipazione di 45 squadre provenienti da tutta la Sardegna, per un totale di circa 200 atlete», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Le atlete si cimenteranno in una serie di prove con i vari attrezzi che caratterizzano la ginnastica artistica femminile: volteggio, parallele, trave e corpo libero.

Come ha precisato l’assessore dello Sport Valerio Piria, «si tratta di una manifestazione di elevato livello, a cui prenderanno parte le principali società sportive sarde che in questi anni sono state un’importante fucina di talenti distintisi nel settore della Ginnastica artistica».

Al termine delle gare, le squadre vincitrici si aggiudicheranno il titolo di campionesse regionali per le varie categorie previste. Le prove che si disputeranno a Carbonia saranno inoltre valide per la qualifica al Campionato Nazionale Federale, che si svolgerà dal 21 al 30 giugno 2019 a Rimini.

La 2ª prova dei Campionati di serie D di Ginnastica Artistica si svolgerà nei seguenti orari:

• Sabato 16 marzo, dalle ore 15.30 alle ore 18.30;

• Domenica 17 marzo, la mattina dalle ore 9.30 alle ore 13.00, il pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 17.00.

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Il Comando Generale della Guardia di Finanza ha indetto un concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione di 830 allievi marescialli per l’anno accademico 2019/2020, che saranno così suddivisi: 768 allievi marescialli del contingente ordinario e 62 allievi marescialli del contingente di mare. Possono partecipare al concorso coloro i quali siano in possesso del diploma o che lo conseguano nell’anno scolastico 2018/2019; godano dei diritti civili e politici; non siano stati destituiti, dispensati o dichiarati decaduti dall’impiego presso una pubblica amministrazione; non siano stati dimessi per motivi disciplinari o per inattitudine alla vita militare; siano in possesso delle qualità morali e di condotta, etc. Lo svolgimento del concorso comprende una prova preliminare; una prova scritta di italiano; una prova orale di cultura generale nelle seguenti materie: storia, educazione civica, geografia e matematica; una prova facoltativa di lingua straniera a scelta tra inglese, francese o spagnolo; una prova facoltativa di informatica; una prova di efficienza fisica; l’accertamento dell’idoneità psico-fisica; l’accertamento dell’idoneità attitudinale. Nella domanda di partecipazione i candidati devono indicare

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_gdf_mar_2019.html .

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Prosegue il successo della stagione di prosa e danza organizzata dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio e il contributo economico del Comune di Carbonia. «Il primo bilancio della rassegna è ottimo: siamo soddisfatti della programmazione proposta ai nostri concittadini, che ha avuto ottimi risultati sia in termini di partecipazione di pubblico che sotto il profilo della pregevole fattura e cifra stilistica degli spettacoli fino ad ora messi in scena», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Dopo la bellissima performance “Il Berretto a sonagli”, domani, sabato 16 marzo, alle ore 20.45, al Teatro Centrale andrà in scena il sesto appuntamento della rassegna firmata dal Cedac, che propone lo spettacolo “I am Hamlet” della compagnia Batanea Teatro con Andrea Tedde, Floriana Ancis, Alessandro Fulvio Bordigoni e Marta Proietti Orzella. L’ideazione e la regia sono a cura dell’attore carboniense Andrea Tedde.

“I am Hamlet” narra la storia di un attore, Marco Bassi, che si prepara a interpretare il ruolo di Amleto in uno spettacolo teatrale. Tuttavia, il giorno prima del suo debutto in scena, viene investito da un’automobile ed entra in coma. In questa nuova e sfortunata dimensione, l’attore ripercorre le varie esperienze che hanno caratterizzato la sua vita, con la convinzione di essere Amleto.