Antonio Matzutzi (presidente Confartigianato): “La professione di fabbro regge ma mancano gli apprendisti”. 407 imprese sarde, l’86,2%, sono artigiane.
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Martello, incudine, forza di braccia, ferro e fuoco. E’ l’immagine che, da parecchie centinaia di anni, si ha quando si descrive la figura del fabbro, una professione che incarna un mestiere antico con la capacità, unica, di modellare e vedere nel metallo qualcosa che non tutti vedono. Il fabbro è un maestro che svolge un’attività completa: ripara e realizza manufatti in ferro e altri metalli come le ringhiere per le scale e balconi, pezzi di arredamento e di design, infissi e cancelli di abitazioni, ville e giardini urbani. Molti si occupano d riparare e sostituire serrature, di sbloccare serrande o di ripristinare saracinesche e tapparelle.
In Sardegna le attività fabbrili sono ben 472, di cui ben 407 (l’86,2%) artigiane. Un lavoro apparentemente “di altri tempi”, vista l’industrializzazione delle imprese sempre più spinta. In ogni caso, i numeri dei fabbri sardi, nonostante una crisi generalizzata, danno ancora ragione al mestiere.
Come anticipato, infatti, le imprese della “Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame e altri metalli”, presenti in Sardegna al III trimestre 2018, secondo l’analisi dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna (fonte UnionCamere-Infocamere) sono 472. Di queste l’86,2%, pari a 407 imprese, appartengono al comparto artigiano. Sull’Isola la provincia in cui si concentra il maggior numero di fabbri dell’artigianato è Cagliari (33,7%) seguita da Sassari (32,2%), Nuoro (26,8%) e Oristano (7,4%). Rispetto ai quattro precedenti anni (comparazione III trimestre 2014 – III trimestre 2018) sul territorio sardo si contano meno fabbri, sia totali (-28 unità) che artigiani (-25 unità).
Sempre 2018, secondo gli ultimi dati disponibili Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, in Sardegna le imprese prevedevano 310 nuove assunzioni di fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati, questo dato ci consente di cogliere la vitalità di questa nicchia di imprese che effettuano un antico mestiere. Sempre facendo riferimento a questi dati si rileva una difficoltà maggiore (43,7%) da parte delle imprese nel reperire il personale ricercato rispetto alla media (18,4%).
Ovviamente, sono sempre più rare le realtà che seguono ancora la tradizione antica della forgiatura a fuoco. Di conseguenza scompaiono le tradizionali botteghe artigiane, con la loro atmosfera, con i maestri che modellano, scolpiscono e battono il metallo, con maestria e talento, trasformandolo in pezzi unici e regalando emozioni spettacolari.
«Modellare i vari metalli è un’arte che andrebbe conservata e tramandata – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – perché, per esempio nelle costruzioni, molti progetti che riguardano rifacimenti e ristrutturazioni hanno bisogno proprio della collaborazione di un artigiano del genere. Questa professione, in ogni caso, resiste ma soffre ed il vero problema è che ci sono pochi giovani pronti a subentrare agli anziani e, conseguentemente, ci sono pochi apprendisti.»
Per restare in sella, quindi, serve un mix di continua specializzazione e conoscenze informatiche, indispensabili per riuscire a “vendersi” a un pubblico più ampio.
Questa professione negli anni, ha subito dei notevoli cambiamenti, ma è stata mantenuta quella manualità che rende la sua figura un vero artista. Il fabbro moderno cerca di associare il mestiere ad altre attività che riguardano la carpenteria e il lavoro di serramentista ma può capitare che il lavoro si svolga in team con altri professionisti. Molti ingegneri e architetti si avvalgono del fabbro come persona necessaria nelle ristrutturazioni e alcuni manufatti di ville storiche e prestigiose, vengono riprodotti fedelmente e rigorosamente a mano.
«In aiuto a questa professione vengono in “soccorso” anche gli strumenti tecnologici – aggiunge Antonio Matzutzi – che permettono di valorizzare i lavori ben fatti. Parliamo di macchinari 4.0 ma anche dei social che consentono di promuoversi ed essere sempre più vicini ai clienti. Per questo crediamo che anche questa figura professionale debba essere presa in considerazione quando si parla di innovazione – conclude il presidente di Confartigianato Sardegna – infatti, l’innovazione intesa come penetrazione nei processi produttivi della rivoluzione digitale, è per le micro e piccole imprese una questione cruciale.»