18 July, 2024
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La sesta conferenza mondiale su Media e Comunicazione (Medcom) si terrà nel maggio del 2020 in Sardegna, a Cagliari. L’annuncio è stato dato oggi a Kuala Lumpur, in Malesia, dove è in corso la quinta edizione del congresso (5th World Conference on Media and Mass Communication).

L’evento sarà organizzato dall’Istituto internazionale per la gestione della conoscenza (TIIKM), insieme all’Università di Cagliari, all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, all’Università Tor Vergata di Roma. Gli organizzatori hanno scelto l’Italia e in particolare la Sardegna come scenario per un dibattito che avrà come tema centrale la comunicazione e i cambiamenti culturali e diversi ambiti tra cui la comunicazione sociale e della salute, la comunicazione pubblica e la comunicazione non discriminatoria. Con un occhio di riguardo anche ai cambiamenti in corso nel modo di fare informazione e nell’editoria.

La conferenza si terrà dal 28 al 30 maggio e «rappresenta un importante momento di confronto per accademici, ricercatori strutturati e indipendenti, artisti e professionisti che ruotano attorno al mondo della comunicazione e dei media», dice Isanka Gamage, uno degli organizzatori dell’associazione TIIKM. «Ci teniamo in particolar modo – aggiunge Isanka Gamage – che vengano coinvolti anche i professionisti della comunicazione e non solo gli accademici». Medcom è appuntamento «ormai fondamentale nel mondo della comunicazione – spiega Duminda Koralamagage, presidente di TIIKM – perché fa dialogare e confrontare ogni anno centinaia di ricercatori ed esperti da tutto il mondo non solo occidentale ma anche del Sud Est asiatico e Africa. Per il 2020 vogliamo portare il dibattito in Europa».

Per Medcom 2020 gli organizzatori saranno tre: Andrea Volterrani, docente di Comunicazione sociale dell’Università di Tor Vergata, Elisabetta Gola, filosofa del linguaggio e docente nel corso di laurea di Scienze della Comunicazione dell’Università di Cagliari, e Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.

«Ho proposto la sede di Cagliari – dice Andrea Volterrani – non solo per la bellezza della città e le straordinarietà di questa terra, ma anche per l’efficienza riscontrata in occasione di altre conferenze importanti ospitate dall’Università di Cagliari e per la portata simbolica della Sardegna, al crocevia di tante rotte e al centro del Mediterraneo». La conferenza, spiega Elisabetta Gola, «sarà ospitata nella Facoltà di Studi umanistici e organizzata dal Dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia dell’Ateneo cagliaritano, dove stiamo sviluppando progetti sulle tematiche del convegno, tra cui la comunicazione sociale sui temi del multiculturalismo».  Un evento importantissimo, dice Fabrizio Meloni, «perché metterà a confronto accademici, ricercatori e professionisti della comunicazione di tutti i settori: dalla pubblica amministrazione all’editoria, alla comunicazione aziendale e a quella sociale. Il mondo della comunicazione corre veloce e bisogna essere sempre pronti a raccogliere le sfide che l’innovazione e i gusti dei cittadini ci pongono davanti».

La decisione di scegliere Cagliari come sede della conferenza è stata annunciate ai partecipanti di MEDCOM 2019, con la visione dei video di invito del Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, del Direttore generale dell’Aou Giorgio Sorrentino, e degli organizzatori Volterrani, Gola e Meloni. «MEDCOM2020 – dicono i promotori dell’evento – sarà un’occasione importante per avvicinare l’Est e l’Ovest del mondo attorno a un tema trasversale e a molte questioni culturali e sociali».

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La comunicazione funziona e viene potenziata solo se i mezzi attraverso cui viaggia e circola (giornali, social, tv, radio, etc.) vengono utilizzati insieme, unendo i media e non tenendoli separati. A comandare oggi è il messaggio e non il mezzo, come invece sosteneva Marshall McLuhan nel 1964 nel suo Understanding Media: The Extensions of Man«Il medium è il messaggio» oggi non è più attuale e c’è bisogno di un nuovo paradigma che ribalti il concetto e lo renda aderente alla realtà della moderna comunicazione. Una comunicazione dove è il messaggio a comandare e dove il messaggio è, anzi diventa, medium. È questo quanto teorizzano Elisabetta Gola, Fabrizio Meloni e Riccardo Porcu, nel loro nuovo lavoro A Post McLuhanian Paradigm for Public Administration Communication: Case Studies in Old and New Media (Un paradigma post Mcluhniano per la comunicazione della pubblica amministrazione: casi di studio nei vecchi e nuovi media) presentato alla quinta Conferenza su Media e Comunicazione (Medcom 2019) in corso a Kuala Lumpur in Malesia.

Nella loro ricerca, Elisabetta Gola, filosofa del linguaggio e docente dell’Università di Cagliari, Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, e Riccardo Porcu, dirigente della Regione e docente di Comunicazione Pubblica all’Università di Sassari, si accostano con rispetto alle teorie e al pensiero del sociologo canadese che sosteneva la necessità di studiare i media non soltanto per quanto riguarda i contenuti che trasmettono, ma anche e soprattutto dal punto di vista delle modalità con le quali lo fanno. E “il medium è il messaggio”, sintetizza questa teoria. I mass media, secondo McLuhan, non sono neutrali: la loro stessa struttura produce un’influenza sui destinatari del messaggio, che va al di là del contenuto specifico che veicolano. La televisione, ad esempio, è classificata da McLuhan come un medium che ha la funzione di rassicurare: è un mezzo che, secondo il sociologo, si caratterizza strutturalmente per confortare il telespettatore.

Ma questo, dicono Elisabetta Gola, Fabrizio Meloni e Riccardo Porcu, «era vero sino a qualche anno fa quando la tv aveva iniziato a farla da padrona sulla comunicazione soppiantando quelli che allora erano considerati i mezzi tradizionali. Oggi la comunicazione è cambiata totalmente: non è più unidirezionale (qualcuno parla o scrive e molti altri ascoltano o leggono) ma è interattiva. La gente ha voglia di partecipare, di dire la propria, di giudicare. E lo fa oggi soprattutto con social, che hanno preso il sopravvento: si legge sui social, ci si informa sui social, si commenta e si dibatte sui social». In particolare Facebook e Instagram, ma anche Twitter.

Insomma, dicono ancora i tre autori, «la comunicazione social potenzia il messaggio che ha una sua forza intrinseca. È proprio il contenuto e non il mezzo che, oggi più che mai, fa davvero la differenza. Perché in un’era in cui la comunicazione viaggia su più canali tra loro interconnessi (su un’unica piattaforma abbiamo tutto, dai video alle immagini, allo scritto) è il messaggio che diventa efficace se viene declinato e veicolato attraverso i diversi media e relativi linguaggi».

«Se è vero questo, allora – concludono Elisabetta Gola, Fabrizio Meloni e Riccardo Porcu – è altrettanto vero che è il messaggio che diventa medium e, dunque, è il medium stesso.»

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Per il secondo anno, l’Amministrazione comunale di Bolotana ha collaborato con il Comando Carabinieri e con le carrozzerie d’eccellenza del circuito nazionale Mio Carrozziere iscritte a Federcarrozzieri, nello sviluppo del progetto Viaggio sicuro. Viaggio allacciato.

Un gioco-concorso nel quale tutti i bimbi della nostra scuola elementare si sono cimentati con successo e con un entusiasmo che ha contagiato le loro famiglie.

In sole quattro settimane di gioco, i bambini hanno cambiato abitudini: nessuno più davanti nel sedile, tutti con apposita seduta e soprattutto, tutti vigili ed attenti affinché i loro genitori rispettassero le regole di sicurezza e di una buona educazione stradale.

Il gioco-concorso è durato quattro settimane durante le quali, gli allievi, supportati dalle loro instancabili docenti, hanno maturato una più profonda consapevolezza dell’importanza delle regole che impongono una guida sicura agli adulti ed un comportamento più attento da parte di chi viaggia in auto.

Ogni sforzo ed ogni traguardo va premiato. Così è stato. Tutti i bambini sono stati premiati ogni giorno con un riconoscimento di merito. Ogni settimana, il sindaco Annalisa Motzo, il comandante Antonio Laezza dei carabinieri di Bolotana, e Riccardo Deriu, coordinatore regionale del circuito Mio Carrozziere di Federcarrozzieri, hanno premiato con una medaglia di valore sempre maggiore i giovani concorrenti.

Ogni settimana una festa in ciascuna classe. Ogni settimana un progresso maggiore ottenuto. Ogni settimana una competenza educativa e didattica in più acquisita.

Lunedì 8 aprile la festa finale. Medaglia d’oro e diploma di viaggiatori sicuri aspettano ciascuno dei concorrenti. Per ciascuno un applauso per il risultato raggiunto ed i complimenti delle autorità della loro comunità, perché sperimentino che “comportarsi secondo le regole” premia, nella convinzione che questo sia un valore che, se acquisito già in giovane età, sia una “competenza” acquisita per la vita non solo per i nostri figli ma anche per la nostra comunità attuale e futura.

L’auspicio degli organizzatori è che tutta la comunità stringa intorno agli allievi ed alle bravissime maestre della Scuola Primaria di Bolotana.

L’appuntamento è per lunedì 8 aprile, alle ore 10.00. nell’aula consigliare.  

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Presso la Scuola Secondaria di I grado “V. Angius” di Portoscuso si è concluso nei giorni scorsi un progetto di prevenzione delle dipendenze, con l’utilizzo della metodologia dell’educazione tra pari.

Per la prima volta in una scuola media della provincia di Carbonia Iglesias (SU) si è sperimentata tale metodologia che ha visto un gruppo di alunni, di classe seconda, formarsi in materia di “dipendenze”, con l’aiuto di operatori del Servizio Dipendenze (SerD) della ASSL Carbonia, acquisendo una serie di conoscenze scientificamente corrette.

Successivamente il gruppo-classe di 2ª B, con la supervisione dell’insegnante di Lettere prof.ssa Antonella Parodo e degli operatori SerD della ASSL Carbonia, ha elaborato tali conoscenze e costruito strumenti finalizzati alla loro divulgazione nei confronti dei coetanei (“pari”) delle classi prime e seconde.

Gli incontri della durata di 2 ore circa in ogni classe, hanno permesso di coinvolgere i compagni, suscitando curiosità ed interesse. Si sono affrontati gli effetti e le conseguenze delle sostanze nei vari organi e apparati del corpo umano, il funzionamento delle dipendenze comportamentali (smartphone, internet e videogames) e i rischi che ne conseguono, e soprattutto le ragioni che inducono i giovani ad essere vittime delle dipendenze.

La finalità ultima del progetto è stata quella di raggiungere un obiettivo di salute per aiutare i ragazzi a saper scegliere, a sviluppare comportamenti adeguati per resistere alle influenze, ma anche per stimolare i coetanei a non cadere nelle dipendenze.

E’ stato deciso inoltre di fare un incontro rivolto agli adulti, coinvolgendo genitori e personale scolastico: anche in questo caso i ragazzi con precisione ed entusiasmo hanno esposto quanto appreso stimolando il confronto e il dibattito.

 

 

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Un’intera giornata dedicata ad approfondire le tematiche legate al trattamento delle fratture acetabolari dell’anziano, al trattamento delle fratture della testa dell’omero e alla gestione delle grandi emergenze. Quattro sessioni durante le quali gli specialisti si confronteranno anche nella discussione di importanti casi clinici. Si aprirà sabato 13 aprile, alle 9.00, nel suggestivo scenario della sala capitolare del monastero benedettino di San Pietro di Sorres, l’ottava edizione del corso di aggiornamento in ortopedia e traumatologia “Trauma Sardegna”.

L’appuntamento che metterà a confronto le esperienze della Sardegna con quelle di chirurghi ortopedici della penisola è organizzato dall’unità operativa complessa di Traumatologia e Ortopedia dell’Aou di Sassari, diretta da Franco Cudoni.

Diversi esperti provenienti da prestigiose università e ospedali italiani, come Torino, Milano, Ancona, Pescara e Roma, siederanno attorno al tavolo per discutere con i loro colleghi sardi su tematiche di particolare interesse. «Sarà un momento didattico ed educazionale precisa Franco Cudoni, direttore della Traumatologia e ortopedia dell’ospedale sassarese e presidente della società scientifica regionale che riunisce gli ortopedici ospedalieri e universitari della Sardegna anche per i giovani colleghi, attraverso la presentazione di relazioni e di casi complessi di traumatologia».

Attraverso la discussione, il caso clinico verrà esaminato secondo diverse prospettive ed esperienze, esplorando anche varie alternative di trattamento per arrivare, infine, a condividere linee guida e procedure chirurgiche.

L’evento conferma l’attenzione dell’unità operativa del Santissima Annunziata verso il settore della formazione e dell’educazione continua, necessari per aggiornare costantemente i professionisti su tutte le nuove tecniche più moderne e offrire ai pazienti le migliori cure chirurgiche.

Il corso offrirà, infatti, la possibilità di esaminare le procedure messe in atto in alcune regioni e grandi ospedali per la gestione delle grandi emergenze. Saranno quindi confrontate le reti traumatologiche di diverse regioni con la proposta di una rete traumatologica per la Sardegna. A questo dibattito parteciperanno il direttore dell’Areus Giorgio Lenzotti ed esperti e responsabili dei dipartimenti di Emergenza e di Traumatologia di Sassari, Nuoro e Cagliari.

«La Aou di Sassariafferma ancoraè hub di riferimento per tutto il territorio del centro nord dell’isola ed è quindi importante puntare sull’aggiornamento e predisporre linee guida e percorsi da condividere con tutti i centri traumatologici regionali e nazionali.»

Al corso, che ha ottenuto il patrocinio dell’Aou di Sassari, dell’Ordine dei medici della provincia di Sassari, della società sarda di Ortopedia e traumatologia ed è realizzato in collaborazione con la società scientifica Otc Italia, sono stati invitati a partecipare anche i direttori dei reparti ortopedici della Sardegna, con le loro équipe e ortopedici specializzandi.

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Tore Piana, coordinatore regionale di EPI Sardegna, ex consigliere regionale e due volte consigliere comunale di Sassari, presidente del Centro Studi Agricoli ed esperto delle problematiche agricole in Sardegna, nei giorni scorsi ha ricevuto dalla Direzione Nazionale del Partito Energie Per L’Italia, su proposta del Segretario Nazionale Stefano Parisi, l’incarico di responsabile del Comitato Esecutivo Nazionale del Partito. Il Comitato presieduto da Tore Piana, terrà le sue riunioni sia nella sede di Roma che in quella di  Milano. Tore Piana affiancherà Stefano Parisi nell’organizzazione del partito su tutto il territorio nazionale e coordinerà insieme agli uffici organizzativi la strutturazione dei singoli comitati regionali e territoriali. Fra i prossimi appuntamenti di Tore Piana, sono previsti incontri con i dirigenti del Piemonte dove si terranno a breve le elezioni regionali), in Sicilia e in Veneto.

«Energie Per L’Italia vuole svilupparsi per rappresentare una nuova offerta politica in Italia, rappresentata dall’area Liberale ed Europeista  moderata, alternativa alla Sinistra e al M5S, che coinvolga il mondo delle partite Iva, dei lavoratori dipendenti sia privati che pubblici e dei giovani. Creando e incentivando le condizioni di sviluppo e di lavoro per tutti, oggi seriamente minate e disincentivate.»

«Ringrazio Stefano Parisi e gli amici della Direzione Nazionale per avermi dato fiducia, questo incarico mi darà opportunità di ampliamento nelle mie conoscenze in campo politico Nazionale sia all’interno di Energie Per L’Italia sia negli altri partiti del Centro Destra – dice Tore Piana -. In Sardegna siamo con orgoglio all’interno della coalizione di centro destra, sardista ed autonomista che ha vinto le elezioni regionali. Ho piena fiducia nell’operato del presidente della Regione Christian Solinas e della sua volontà di cambiamento, voluta da tutti noi. Ritengo questi iniziali confronti, all’interno dei partiti che compongono la coalizione per la definizione degli assetti di Governo, fisiologici in un Governo del cambiamento. Sono sicuro che i buoni risultati  di Governo arriveranno, bisogna ora superare da subito le emergenze che ci troviamo di fronte, in particolar modo nei settori dei Trasporti, dell’Agricoltura, della Sanità e del Lavoro – conclude Tore Piana -, creare condizioni per lo sviluppo lavorativo a migliaia di giovani Sardi è la grande scommessa che questa maggioranza si trova davanti, evitando l’emigrazione e lo spopolamento delle zone interne.»

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Domenica 7 aprile è in programma l’ultimo appuntamento aperto al pubblico della rassegna “Bacu Abis Teatro 2019”, organizzata dalla compagnia “La Cernita Teatro” con la direzione artistica di Monica Porcedda.

Si inizierà alle ore 17.30 con “Marcondiro”, mostra fotografica per le strade di Sant’Elia di Maria Giulia Piras, e con il Laboratorio InstagramApp, modi creativi per usare il tuo profilo Instagram, a cura del Circolo fotografico 7.1.

Alle ore 19.00, si proseguirà con Antonio Panzuto e “L’Atlante delle città”, performance liberamente ispirata a “Le città invisibili” di Italo Calvino.
Lo spettacolo è inserito nel cartellone della Stagione Cedac Teatro Ragazzi.

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Lunedì 8 aprile, alle 12.25, andrà in onda su Rai3 Tesori troppo nascosti, puntata speciale della rubrica Tg3-Fuori TG dedicata alle meraviglie archeologiche della Sardegna nuragica e pre-nuragica e alla loro difficile gestione e valorizzazione. Nel corso della puntata, condotta da Maria Rosaria De Medici e curata da Mariella Venditti, l’inviato del TG 3 Giorgio Galleano presenterà i servizi realizzati sull’Isola l’inverno scorso.

Il primo servizio, dedicato alle Domus de Janas decorate e alla loro candidatura a far parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco, vedrà le telecamere del tg3 entrare per la prima volta nella Domu de Janas di Sa Pala Larga di Bonorva, scoperta nel 2008 e da allora chiusa per monitoraggio e restauri. Ad illustrare agli spettatori Sa Pala Larga e la Tomba del Capo di Sant’Andrea Priu sarà Nadia Canu, archeologa della Soprintendenza di Sassari e Nuoro. Altra meraviglia poco nota la Domus S’Incantu di Putifigari, che a trent’anni dalla scoperta non è ancora stata a messa a gara per la gestione/fruizione. A descrivere la tomba, e a presentare la candidatura Unesco, sarà l’archeologa Giuseppa Tanda, madrina della proposta.

Le Tombe di Giganti saranno, insieme al culto delle acque e all’uso cultuale e astronomico dei nuraghi, l’oggetto del secondo servizio: fra i monumenti visitati troviamo le Tombe di Giganti di Pascaredda (Calangianus) e di Madau (Fonni), i Pozzi sacri di Predio Canopoli (Perfugas) e Santa  Cristina, e i nuraghi Santu Antine e Su Mulinu (Villanovafranca). Fra gli intervistati, gli archeologi Angela Antona, Ilaria Montis, Vittoria Pilo, Augusto Mulas e Mauro Perra, l’architetto Danilo Scintu e l’archeoastronomo Arnold Lebeuf – con una riflessione sullo scarso “appeal” dell’antica storia sarda, affidata allo scrittore Fiorenzo Caterini.

Nel terzo servizio verranno approfondite altre possibili destinazioni d’uso dei nuraghi e si farà il punto su alcune delle scoperte che negli ultimi anni hanno riscritto – o tentato di riscrivere – la storia della Sardegna e del Mediterraneo: dalle nuove datazioni che attribuiscono ai Sardi, e non più ai Fenici, una serie di innovazioni e scoperte, fino alle ipotesi più controverse relative all’identificazione fra Sardi e Shardana o alla scrittura e alla lingua dei Nuragici: fra gli intervistati ancora Mauro Perra (al nuraghe Arrubiu), l’archeologo Giovanni Ugas, il divulgatore Pierluigi Montalbano, l’enologo Sergio Frau.

Tonino Arcadu, lo scrittore Sergio Frau, il glottologo Salvatore Dedola e alcuni studiosi “dilettanti” come l’architetto Valeria Putzu – che ha di recente pubblicato un libro sui rapporti fra Sardegna e penisola iberica – ed il medico Marcello Onnis, che ha individuato un interessante schema di distribuzione territoriale dei nuraghi.

Infine, un ritorno agrodolce alla cronaca con in primo piano il disagio degli operatori delle cooperative di gestione dei siti e il caso del sito di Arcu Is Forros (Villanova Strisaili) dove le guide lavorano da due anni senza stipendio.

Un montaggio più lungo e articolato (circa 35’) del reportage – sempre a metà fra il documentario vero e proprio e la cronaca – sarà disponibile, sulla pagina Facebook del TG 3, al termine della trasmissione: in questa versione saranno mostrati altri importanti monumenti e siti (dal santuario di Romanzesu a Bitti a quello di Santa Vittoria di Serri alla necropoli di Su Murrone a Chiaramonti) e verranno approfonditi gli aspetti legati ai presunti culti religiosi dei Nuragici nonché alcune delle teorie più innovative (e controverse) sulla civiltà Nuragica, con altri contributi di studiosi fra cui gli archeologi Gianfranca Salis, Giacomo Paglietti e Raimondo Zucca e il prof. Gigi Sanna. Ci sarà anche spazio per i temi dell’”Archeologia Pubblica”, con i contributi dell’archeologa Giovanna Tanda e del fotografo e divulgatore Nicola Castangia, che ha anche collaborato alla realizzazione del reportage curando l’illuminazione di alcuni monumenti.

Le musiche utilizzate per il documentario sono di Gavino Murgia Megalitico 5tet – Elena Ledda – Coro Ortobene – Tenores di Bitti – Franco Melis – canto armonico di Luca Galzerano.

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Il contesto nel quale operano le banche è in forte evoluzione per effetto dell’evoluzione tecnologica e dei clienti (privati e business) che richiedono nuove modalità di dialogo ed interazione. Una serie di fenomeni esogeni ed endogeni nel settore bancario rende necessaria una profonda riflessione sulle possibili traiettorie di sviluppo che le istituzioni finanziarie dovranno percorrere nel prossimo futuro e che avranno un impatto ampio su tutto l’ecosistema in cui queste operano, nessuno stakeholder escluso (clienti, dipendenti, fornitori, ecc.). Solo per citarne i principali:

  • il cambiamento dei modelli di comportamento dei consumatori e delle aziende;
  • gli impatti dell’affermarsi di nuove tecnologie digitali (ad esempio, Intelligenza Artificiale, Cloud Computing, Internet of Things, ecc.);
  • alcune spinte di deregulation (ad esempio, PSD2);
  • il permanere di scenari di tassi bassi e di curve dei rendimenti pressoché piatte.

È in questo contesto che The European House – Ambrosetti e Openjobmetis hanno realizzato la ricerca di Ambrosetti Club “Le Banche del Futuro”, con l’obiettivo di comprendere gli impatti della transizione in atto con particolare attenzione alle implicazioni su strategie, offering, modelli organizzativi e “capitale umano”.

La survey realizzata per la ricerca, in collaborazione con Openjobmetis, evidenzia infatti la progressiva riduzione della fidelizzazione delle aziende, la minore interazione delle PMI italiane con le banche e l’affermazione dei nuovi strumenti digitali.

Condizioni economiche, presenza di un gestore dedicato, strategie omni-canale e offerta di nuovi servizi sono tra i fattori che le PMI italiane guardano con maggiore attenzione nel selezionare la propria banca: tutti fattori che contraddistinguono il modello di business tipico delle aziende Fintech che già operano su più segmenti dell’industria bancaria.

Ed è proprio in questo nuovo scenario che si inseriscono attori “non tradizionali” – aziende Fintech e Big Tech – che fanno del focus sul cliente e dell’uso della tecnologia il loro paradigma operativo. Queste aziende prosperano grazie all’utilizzo intelligente dei dati che costituisce il loro asset principale: la conoscenza, un patrimonio tipicamente immateriale che è il vero generatore dei loro profitti.

Siamo di fronte all’affermazione della cosiddetta “intangible-rich economy. «Il passaggio a un’economia in cui gli investimenti in asset intangibili prevalgono su quelli in asset tangibili è cruciale per il sistema bancario – sottolinea l’economista Pier Carlo Padoan, advisor della ricerca e componente della V Commissione “Bilancio, Tesoro e Programmazione” della Camera dei Deputati, oltre che già ministro dell’Economia e delle Finanze per due mandati, ciò determina una modifica importante nella domanda e nell’offerta di servizi finanziari, cui potenzialmente si aggiungono nuovi servizi a valore aggiunto che non appartengono al perimetro tipico delle aziende bancarie, ma che sono abilitati da una più ampia ricerca e valorizzazione dei dati dei clienti». Inoltre, se in passato gli asset tangibili (come l’infrastruttura IT legacy e la rete degli sportelli) erano un punto di forza e una “barriera all’entrata” per i nuovi concorrenti, con la rivoluzione tecnologica in atto oggi si sono trasformati in barriere all’uscita, che possono frenare l’innovazione e mettere a rischio il ritorno economico degli operatori incumbent.

L’effetto congiunto di globalizzazione, regolamentazione e digitalizzazione trasforma l’arena competitiva, in cui si polarizzano i modelli di business tragrandi banche “universali” e “specialty bank”, circondate da un numero crescente di Fintech che troveranno una relazione di competizione, co-opetition o collaborazione con le banche. In un simile quadro gli attori che rischiano di più sono le banche “mediane” per dimensioni e focus di business e cioè quasi l’intero sistema bancario italiano.

«Oggi le banche tradizionali devono cambiare il proprio DNA, traendo ispirazione dai modelli di business delle aziende Fintech, più dinamiche e snelle – commenta Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti – Le Fintech nascono per soddisfare un bisogno specifico di uno specifico segmento di clienti e, facendo un uso intelligente dei dati delle aziende clienti, riescono a coprire nuovi segmenti dei servizi finanziari fino ad offrire servizi a valore aggiunto, spesso rivolti al mondo bancario stesso.»

L’analisi realizzata da The European House – Ambrosetti sui modelli di businessadottati dalle top 250 aziende Fintech a livello globale (classificate da CB Insight) rivela che la maggior parte di queste aziende si occupa di servizi di incasso e pagamento e di processi bancari (entrambi pari al 25% del campione). Si osserva, però, anche una elevata focalizzazione sulla clientelaRetail (42% del campione) e Commerciale (30% del campione, soprattutto nelle aree degli incassi/pagamenti del B2B e dei servizi a valore aggiunto).

In parallelo anche le Big Tech stanno già fornendo servizi finanziari, non solo nell’area dei pagamenti ma anche del finanziamento del capitale circolante delle aziende presenti nei loro marketplace, favorite da un sistema regolatorio e normativo spesso più favorevole rispetto a quello definito per gli operatori bancari.

Quale che sia la forma del futuro ecosistema finanziario ed il tipo di relazione, competitiva o collaborativa, tra i diversi attori, le banche dovranno ripensare le modalità di relazione col cliente (secondo un approccio customer-centrico) e affrontare la trasformazione digitale, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dotandosi di architetture IT open. Entrambi questi aspetti determineranno un forte impatto sulle risorse umane sia per reclutare i nuovi talenti digitali necessari alla trasformazione, sia per trasformare il personale interno, senza il quale sarà di fatto impossibile raggiungere il numero di persone necessario al cambiamento, sia per definire nuovi modelli organizzativi.

«Nella Banca del Futuro, la conoscenza e la relazione con il cliente resteranno un asset fondamentale per le banche – commenta Rosario Rasizza, Amministratore Delegato di Openjobmetis – L’evoluzione tecnologica sta però cambiando il rapporto tra aziende clienti e banche: ciò richiederà al personale dedicato alle attività di front e back-office nuove competenze, sia hard (tecnologiche) che soft (relazionali), soprattutto nei servizi a valore aggiunto. Su tale punto occorre un deciso cambio di marcia nella ridefinizione dei curricula di studio del sistema formativo secondario superiore e terziario italiano, affinché si possa colmare l’attuale mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro nazionale. Questa è la sfida che Openjobmetis ogni giorno insieme alle sue società controllate – Corium, HC, Meritocracy e Seltis – si pone di affrontare puntando sulla formazione e sulla riqualificazione dei talenti e delle competenze.»

Alla luce delle analisi realizzate e delle indicazioni raccolte dal Comitato Guida che ha indirizzato la ricerca Club e da importanti business leader ed esperti del settore finanziario intervistati in Italia e nel mondo, The European House – Ambrosetti ha individuato dieci raccomandazioni indirizzate ai policy maker e alla leadership delle banche:

  1. Eliminare le forme di «penalizzazione» (regolamentari) che rendono meno conveniente per le banche investire in asset intangibili.
  2. Stimolare un’offerta di servizi che supporti le piccole e medie imprese che vogliono investire in asset intangibili.
  3. Definire e implementare una regolamentazione omogenea (level playing field) a livello europeo per gli operatori finanziari e non.
  4. Definire nuovi modelli collaborativi per guidare la trasformazione digitale del settore.
  5. Predisporre meccanismi per facilitare la diffusione dell’Open Innovationnel settore bancario.
  6. Presidiare i rischi su governance e security nel nuovo contesto competitivo.
  7. Rafforzare l’attrattività delle banche incumbent verso i “talenti digitali”, ripensando il “patto di lavoro”.
  8. Favorire l’evoluzione del sistema dell’istruzione nazionale, per migliorare la capacità di fornire profili idonei alla competitività
  9. Diffondere la “cultura di aggiornamento permanente” come leva di professionalizzazione individuale.
  10. Prevedere incentivi finanziari per contenere gli effetti quali-quantitativi della trasformazione competitiva.

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Martedì 16 aprile, alle ore 15.30, presso la sala polifunzionale di piazza Roma, a Carbonia, verrà effettuato il sorteggio pubblico tra i concorrenti che, al fine della formazione della graduatoria definitiva, hanno conseguito lo stesso punteggio nel bando di concorso (2017-2018) per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ubicati nel territorio del comune di Carbonia.

Il sorteggio verrà effettuato in ordine decrescente di punteggio.

Gli interessati sono invitati a partecipare.