Il governatore Christian Solinas sollecita il Governo a coinvolgere la Regione sin dai prossimi incontri sul Phase out del carbone al 2025.
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Un esplicito sollecito ai ministri dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e dell’Ambiente, Sergio Costa, per prevedere la presenza della Regione Sardegna sin dai prossimi incontri sul Phase out del carbone al 2025. E’ questo il senso della comunicazione inviata dal presidente Christian Solinas, dopo che il primo incontro del tavolo tecnico, convocato al Mise lo scorso 17 aprile alla presenza dei tecnici dei Ministeri e di Terna, oltre che dei tre produttori (Enel, Ep produzione e A2A) proprietari delle otto centrali ancora attive a livello nazionale, si era svolto senza la presenza delle Regioni maggiormente interessate agli interventi.
Per la Sardegna, le decisioni del Governo, definite nel Piano nazionale energia e clima (Pniec) e confermate nel Rapporto preliminare ambientale, riguardano il Phase-out dal carbone nella produzione elettrica, da completare entro il 2025, e l’elettrificazione per fronteggiare il Phase-out e contenere esigenze dell’utilizzo del gas. «La Regione – ha scritto Solinas – ritiene di avere un interesse specifico e diretto a partecipare attivamente ai tavoli nei quali si sta definendo l’uscita dal carbone, in primis, in quanto ‘la produzione e distribuzione dell’energia elettrica’ è, statutariamente, materia di legislazione concorrente”». Anche perché «la decisione di un Phase out dal carbone al 205 va adeguatamente supportata ed accompagnata da interventi che siano tali per caratteristiche, livelli dl investimento e tempi di realizzazione, da assicurare una transizione in sicurezza del sistema energetico regionale».
A supporto della richiesta, il presidente Christian Solinas ha evidenziato come «una decisione di tale portata non può essere operata in maniera unilaterale, senza un confronto che tenga conto anche dalla pianificazione energetica regionale» ed ha ricordato che «l’indirizzo del Pniec costituisce un allontanamento dell’obiettivo della metanizzazione indicato nella SEN attraverso un sistema integrato di depositi/gassificatori small scale basato sul Gas naturale liquido (Gnl) in grado di alimentare, tra l’altro, mediante la realizzazione di una rete interna di trasporto, una capacità di generazione a gas di 400 Mw». Obiettivo studiato appositamente per superare l’impiego del carbone, ridurre gli impatti ambientali e garantire la sicurezza del sistema elettrico regionale. La richiesta di partecipare ai prossimi incontri del tavolo, per un confronto diretto tra Regione Sardegna e Governo, serve anche per «valutare con attenzione costi e benefici delle eventuali strade alternative e come queste impattino sul sistema energetico regionale», tenendo conto degli iter autorizzativi in corso e degli investimenti in essere per la metanizzazione dell’Isola. Inoltre, «la sicurezza del sistema energetico regionale ha effetti diretti sui programmi di riqualificazione industriale di alcune aree produttive che ci vedono direttamente e reciprocamente impegnati: per esempio, l’area di Portovesme, coi progetti di Alcoa ed Euroallumina, dove la disponibilità dl energia elettrica e termica in quantitativi e costi adeguati costituisce un presupposto fondamentale per la sostenibilità degli investimenti».
Christian Solinas ha anche ricordato ai Ministri gli effetti legati a sviluppo ed occupazione: «Il più generale sviluppo economico della Regione dipende delle scelte energetiche che si andranno e definire a livello nazionale. Senza dimenticare che le misure che si vanno definendo potrebbero avere un impatto diretto sul fronte occupazionale del due impianti che, in Sardegna, dovrebbero essere oggetto dl riconversione o chiusura».
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