Il tema della discriminazione degli immigrati, nella nuova pièce degli Artisti Fuori Posto.
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Un bunker antiatomico chiuso ermeticamente e tre uomini, due americani e un messicano, intrappolati da giorni senza la possibilità di uscire e senza scorte di cibo. Questi sono gli ingredienti principali di Tipping Point, la nuova produzione targata Artisti Fuori Posto, che debutterà domenica 26 Maggio al Teatro Sant’Eulalia (Vico Collegio 2, Cagliari) e chiuderà la rassegna Teatro in Castello e Marina.
Lo spettacolo, scritto da Piero Murenu e da lui interpretato insieme a Filippo Salaris e Alessandro Pani, strizza l’occhio al teatro dell’assurdo, facendo suoi temi cari a Eugène Ionesco, Sławomir Mrożek e, precedentemente, ad Alfred Jarry, rielaborandoli e trasportandoli in un luogo-non-luogo che riflette in maniera grottesca l’animo umano e la ciclicità degli eventi.
Negli Stati Uniti del 1962, in piena crisi dei missili di Cuba, i tre uomini rimasti intrappolati nel rifugio anti-atomico rivelano la loro vera natura quando i viveri cominciano a scarseggiare, lasciando che la fame e la follia li avvolgano e prendano il sopravvento sulle regole costituite, sulle gerarchie e sull’essenza stessa dell’Umanità, sovvertendo così ogni ordine morale e naturale. La regola per sopravvivere sarà la sopraffazione del più debole, e tutto è molto più semplice e legittimabile se il più debole è identificabile come un diverso o una minoranza o, in questo caso specifico, un immigrato clandestino.
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