L’assessore regionale della Sanità ha partecipato, a Sassari, all’Update in Chirurgia dell’apparato digerente, convegno organizzato dall’Acoi.
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«In qualità di assessore della Sanità e di medico è stato per me un onore portare i saluti istituzionali della Giunta e partecipare a quello che, a tutti gli effetti, è stato un interessante momento di approfondimento scientifico.»
Sono le parole dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che questa mattina all’Università di Sassari ha partecipato all’Update in Chirurgia dell’apparato digerente, convegno dell’Acoi, Associazione chirurghi ospedalieri italiani, organizzato dal professor Alberto Porcu.
«Parliamo di una categoria che vanta, in tutta la Sardegna, professionisti di primo piano – ha detto Mario Nieddu -. Medici che operano nelle strutture del nostro territorio e che, come accade per altre specialità, portano il peso di una carenza di personale ormai cronica.»
Non solo chirurghi sul fronte dell’emergenza specialisti nell’Isola: «Le cause sono note – ha aggiunto l’assessore – e derivano da una mancata programmazione, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, a cui si aggiunge un modello di Sanità, fondato sull’azienda unica, che non ha saputo dare risposte ai territori, se non nella logica di tagli ai servizi. Non è pensabile che un’amministrazione sanitaria faccia ricorso alla chiusura dei reparti come unica soluzione alla carenza di medici. Gli ospedali non devono chiudere per ferie. Anche nell’emergenza deve prevalere il buonsenso, nel rispetto dei diritti del personale sanitario, dei cittadini e delle comunità dei territori».
Un messaggio chiaro quello dell’assessore Mario Nieddu, uscire dalla logica dell’emergenza è il primo passo: «Negli ultimi tre mesi, cioè dall’inizio del mio incarico alla Sanità regionale, il quadro si è presentato con problemi più o meno gravi già arrivati al punto di maturazione, ovunque nell’Isola. Lo abbiamo visto nei casi di Ghilarza, Lanusei e ora con Tempio e Nuoro, solo per fare alcuni esempi, ma anche sul fronte dell’emergenza urgenza dove i medici del 118 hanno lanciato un vero e proprio grido d’allarme. Per dare una risposta ai problemi più urgenti non ci siamo chiusi nel palazzo, ma siamo andati sul territorio per poter toccare con mano e ascoltare chi quei problemi li vive ogni giorno. Oggi – ha sottolineato Mario Nieddu – siamo al lavoro e stiamo tamponando là dove possibile. A Lanusei, ad esempio, siamo fiduciosi che il percorso intrapreso possa portare alla riapertura dell’Ortopedia, mentre su Nuoro abbiamo già individuato un percorso e attivato le dovute interlocuzioni per evitare la chiusura temporanea del reparto di Neurochirurgia”».
Le soluzioni strutturali restano però l’unica strada per ridare ossigeno e una prospettiva a lungo termine alla Sanità sarda: «Abbiamo iniziato a lavorare da subito per dare risposte che vadano in questa direzione. Per l’emergenza urgenza abbiamo già concluso gli accordi sindacali e presto partiranno i corsi che permetteranno l’ingresso di 60 medici nel 118. Sul fronte della carenza di specialisti stiamo lavorando per aumentare le borse regionali di 10 unità per l’anno in corso e contiamo su un ulteriore incremento per l’anno prossimo».
E sulla riforma sanitaria, «il punto di partenza si avrà ora, con il commissariamento di Ats. L’esperienza dell’azienda unica ha indebolito la capacità del nostro sistema sanitario regionale di dare risposte al territorio. La riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete territoriale, finalmente integrate, è indispensabile non solo per la risoluzione dei problemi attuali, ma soprattutto nella prospettiva di migliorare la capacità di prevenire e intervenire sulle criticità prima che sia troppo tardi. Puntiamo a un modello di sanità condiviso col territorio – ha concluso l’assessore Mario Nieddu – dove le decisioni non vengano calate d’alto».
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