Michele Pais: «Nessun euro in più ai consiglieri regionali».
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«Nessun euro in più ai consiglieri regionali. La proposta di legge che arriva all’esame della Prima commissione è la riproposizione letterale del testo che deriva dall’accordo Stato-Regioni in attuazione della Legge di Bilancio dello Stato e dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali.»
Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais precisa che il suo ruolo comporta il rispetto rigoroso delle leggi a cui, anche in questo caso si è attenuto scrupolosamente.
La legislazione statale impone che anche il Consiglio regionale della Sardegna approvi entro il 30 giugno la legge che riaffermi il principio di diritto in base al quale qualunque lavoratore, dall’operaio al professionista, e quindi anche il politico, debba ricevere un trattamento previdenziale in funzione a quanto versato.
L’applicazione di tale principio contributivo porta alla riduzione dei vitalizi, finora sganciati da quanto effettivamente versato e che grazie a tale provvedimento verranno anche drasticamente ridotti.
Il Presidente afferma che questo obiettivo di “equità sociale”, che tende ad eliminare sacche di privilegio, è prioritario e rappresenterà uno dei punti qualificanti di questa legislatura.
«L’unico rammarico – afferma il presidente Michele Pais – è arrivare in ritardo a tale prioritario obiettivo ben conseguibile già dalla scorsa legislatura. Ovviamente il Consiglio regionale, che è sovrano, è libero di condividere o meno apportando alla proposta di legge le modifiche che riterrà opportune.»
La proposta di legge “Disposizioni in materia di status di consigliere regionale”, che si ribadisce essere la riproposizione del testo elaborato dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, è stata trasmessa alla commissione competente come prevede il Regolamento.
«Attribuire la paternità di questa proposta di legge al presidente del Consiglio, oltre ad essere falso, è scorretto ed è teso solamente ad utilizzare – conclude Michele Pais – normali procedure consiliari per fini squisitamente elettorali. Tali “trucchetti dialettici” non funzionano e li rimando al mittente. L’unico mio obiettivo, al di là delle sterili polemiche, è quello di riaffermare un principio di moralità e di etica politica anche nell’espletamento del mandato consiliare.»
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