18 July, 2024
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«Figure professionali altamente specializzate, risorse che operano nei settori strategici di biomedicina e agrifood, ricercatori con competenze spendibili in tutta Europa, ma che purtroppo in Sardegna non ricevono alcun riconoscimento. Lavoratori costretti a fare i conti con una vita segnata dal precariato. Mi riferisco ai ricercatori della Porto Conte Ricerche, che la Regione Sardegna non solo non riesce a valorizzare ma nemmeno a stabilizzare, nonostante le difficoltà riscontrate dalla stessa Porto Conte Ricerche nel reperire figure altamente specializzate come quelle di cui dispone. È urgente che la Regione Sardegna e Sardegna Ricerche intraprendano un Iter che porti all’assunzione del personale precario.»

Ancora una volta il diritto al lavoro al centro dell’appello della capogruppo del M5S Desirè Manca, prima firmataria di un’interpellanza sulla operatività della Porto Conte Ricerche Srl, la società controllata da Sardegna Ricerche, e sulla grave situazione dei lavoratori precari a tempo determinato che da anni operano nel centro.

«La Giunta precedente, con la deliberazione n. 9/59 – aggiunge Desirè Manca – ha riconosciuto la necessità di consentire maggiore elasticità nelle politiche occupazionali. Grazie a questa intesa, lo scorso febbraio, la Regione aveva dato mandato a Sardegna Ricerche di valutare il fabbisogno di personale, per poi procedere alla stabilizzazione. Un accordo che ad oggi, però, non ha migliorato la situazione occupazionale dei nostri ricercatori e non ha affatto risolto le problematiche inerenti l’incertezza lavorativa, né il rischio di dispersione di professionalità e competenze. È ancora particolarmente evidente lo sbilanciamento – sottolinea ancora Desirè Manca – tra dipendenti a tempo determinato e a tempo indeterminato della Porto Conte Ricerche, soprattutto nel settore ricerca: 15 lavoratori hanno il contratto a tempo indeterminato e 22 quello a tempo determinato. Inoltre, il recente “Piano triennale del fabbisogno” trasmesso a Sardegna Ricerche non riflette il reale fabbisogno di personale della società e fa riferimento a una pianta Organica e Piattaforme ormai obsolete.»

La capogruppo Manca si rivolge pertanto all’Assessore agli Affari Generali e all’Assessore alla Programmazione e Bilancio.

La richiesta è perentoria: «Cosa intendono fare gli assessori competenti per risolvere questa situazione di precariato storico? Una situazione particolarmente grave tra i ricercatori, che crea un grave pregiudizio alla capacità della società di adempiere ai suoi compiti e rischia di disperdere professionalità che negli anni hanno garantito una offerta di innovazione e trasferimento tecnologico di alto livello».

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Il comune di Carbonia, rappresentato dall’assessore della Cultura Sabrina Sabiu, domani mattina, mercoledì 26 giugno, alle ore 10.30, nei pressi di Flumentepido – all’altezza del bivio per Medau Is Serafinis – parteciperà alla commemorazione del 69° anniversario delle vittime del terribile incidente stradale che il 26 giugno del 1950 costò la vita a 16 operai dell’ERLAAS (Ente Regionale per la Lotta Antianofelica in Sardegna), un ente che nel secondo dopoguerra, in collaborazione con la Fondazione Rockfeller, diede un contributo decisivo all’eradicazione della malaria nell’isola.

Sono passati 69 anni da una tragedia che accomuna, soprattutto, due centri del Sulcis, Gonnesa e Carbonia. Partì proprio dal comune gonnesino, infatti, il camion che stava conducendo gli operai sul posto di lavoro, prima di capovolgersi, in un terribile incidente stradale, sulla strada statale 126, all’altezza di Flumentepido (bivio per Medau Is Serafinis). Luogo in cui domani, mercoledì 26 giugno alle ore 10.30, presso la stele commemorativa, l’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu ed il sindaco di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu ricorderanno le 16 vittime che perirono in quella fatalità.

«Domani esprimeremo solidarietà e vicinanza a tutti i parenti delle vittime per una ricorrenza tragica alla quale l’Amministrazione comunale di Carbonia partecipa attivamente per ricordare le tante azioni meritorie compiute dagli operai dell’ERLAAS, capaci di debellare un malattia che stava decimando la popolazione sarda nell’immediato secondo dopoguerra», ha detto l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

L’ERLAAS operò dal novembre 1946 al dicembre 1950, riuscendo a realizzare l’obiettivo della totale sconfitta dell’endemia. Un risultato straordinario per Carbonia, Gonnesa e l’intera regione.

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Giovedì 27 giugno, presso l’Aula Magna dello storico Istituto Minerario “Asproni” di Iglesias, Vin via Roma 47, con inizio alle ore 10.00, si terranno i lavori del corso di aggiornamento per giornalisti su temi ambientali intitolato “Comunicare l’Ambiente”.

L’evento, che si inquadra nell’ambito della formazione professionale continua dei giornalisti, è organizzato dal Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna in collaborazione con la direzione dell’I.I.S. IT Minerario “Asproni” – ITCG “Fermi” di Iglesias.

Parteciperanno ai lavori Giornalisti ed esperti di comunicazione scientifica ed ambientale. Saranno presenti Mauro Usai, sindaco di Iglesias, Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, Tarcisio Agus e Ciro Pignatelli, rispettivamente presidente e direttore del Parco Geominerario.

Il corso prevede l’assegnazione ai partecipanti di 6 crediti validi per la formazione professionale continua.

Programma

10.00. Apertura dei lavori e saluti. Mauro Usai, Sindaco di Iglesias – Francesco Birocchi, Presidente Ordine dei Giornalisti della Sardegna – Ciro Pignatelli, Direttore del Parco Geominerario

10.30 – Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario

11.00 – Simonetta Lombardo, giornalista ambientale. La Comunicazione ambientale

11.30-12.30 – Coffee Break

12.30. Gianluca Lioni, Giornalista, Rappresentate MiBAC Consiglio Direttivo Parco Geominerario. La sfida della Comunicazione dei Beni culturali ed il Patrimonio materiale e immateriale dell’UNESCO

13.00 – 15.00 – Lunch Break

15.00 – Licia Corsale, Settore Divulgazione e Comunicazione scientifica Istituto Nazionale Vulcanologia di Palermo. Il Piano di comunicazione volto al potenziamento della ricerca scientifica e dell’innovazione

15.30 – Franco Foresta Martin, docente Master in Comunicazione della Scienza Università di Padova, giornalista scientifico “Corriere della Sera”. I Cambiamenti climatici

16.00 – Giorgio Galleano, giornalista RAI TG3 Redazioni Speciali. Scienza, Ambiente, Potere

16.30 – Antonio Cianciullo, “La Repubblica”. Clima: la battaglia comincia dalle parole

17.00 – Dibattito e conclusioni.

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Mercoledì 26 giugno si riuniranno la Terza commissione del Consiglio regionale (Bilancio), alle 11.00, e la Quinta (Attività produttive), alle 10,30.

All’attenzione della Terza Commissione il D.L n. 12 (Rendiconto generale e bilancio consolidato della regione per l’esercizio finanziario 2017); la variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia e lo stato delle trattative con il Governo per la ridefinizione dei rapporti economici-finanziari alla luce dei nuovi criteri di contribuzione statale sanciti dalla sentenza della Corte Costituzionale in materia di accantonamenti.

La Commissione “Attività produttive” si occuperà invece delle modalità di esercizio della caccia nelle zone autogestite. Alle 10,30, saranno sentiti i rappresentanti dell’Associazione “Nobile stanziale”, subito dopo è prevista l’audizione dell’assessore all’Ambiente Gianni Lampis.

I lavori della Commissione proseguiranno nel pomeriggio, alle 16,00. All’ordine del giorno l’andamento del prezzo del latte ovino.

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Il 26 giugno, l’ultima serata del Sardinia Film Festival a Palazzo di Città, ospiterà a partire dalle 18 quattro proiezioni in concorso per la Vetrina Sardegna, per lasciare spazio alla prima visione assoluta della pellicola restaurata di “Altura”, film di Mario Sequi girato in Sardegna nel ‘49.

Si inizia con “Still here” di Chiara Porcheddu, un lavoro sulla stagionalità di una località balneare, dove luoghi e spazi della città sembrano comprimersi in estate, per riprendere forma e respiro in inverno. “Peeping Nicholas” di Emanuel Cossu, è invece incentrato sulle vicende di un pittore falsario che assiste all’omicidio di una donna ma, a causa dello choc, perde la vista ad un occhio e non riesce a ricordare cosa abbia visto.

All’interno della carrellata sarà inserito lo Speciale Cineclub Sassari “Ricordando Nando”, un momento piuttosto sentito perché dedicato alla memoria di Nando Scanu, figura fondamentale del Sardinia film festival scomparsa lo scorso anno.

“Are your thoughts your own?” di Matteo Zara (girato nel Regno Unito), è un breve documentario che cerca il confine fra credenza e conoscenza, laddove un uomo mette in dubbio la realtà che gli è stata insegnata fin da bambino.

Nell’ultima opera in concorso, “Klepsydra” di Adriana Perra e Roberto Fara, un serial killer lascia una scia di sangue dietro di sé, firmando gli omicidi con una clessidra abbandonata sul luogo del delitto.

“Altura” è in programma per le 20.30. Il film di Mario Sequi è stato il primo girato in Sardegna nel dopoguerra, avendo come protagonisti Massimo Girotti, Eleonora Rossi Drago e Roldano Lupi con le musiche di Ennio Porrino. La pellicola è stata perfettamente restaurata dopo essere stata recuperata dal circolo Gremio dei Sardi di Roma, grazie a una ricerca di Franca Farina del Centro sperimentale di cinematografica Cineteca Nazionale, che lo ha scovato nella collezione di un privato. Alla proiezione sarà presente il presidente del Gremio, Antonio Maria Masia. A partire dal 28 giugno, il Sardinia Film Festival farà tappa a Villanova Monteleone, poi a Bosa e quindi ad Alghero, dove la manifestazione si concluderà il 7 luglio con la cerimonia di premiazione.

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E’ stata prorogata al prossimo 31 dicembre la data di scadenza entro la quale i bed & breakfast devono far pervenire alla Regione la documentazione riguardante la loro classificazione in stelle. La decisione è stata assunta oggi dalla Giunta regionale presieduta da Christian Solinas, riunita nel pomeriggio a Villa Devoto.

La proroga, ha spiegato l’assessore del Turismo Gianni Chessa, è stata disposta accogliendo le richieste di slittamento del termine, inizialmente stabilito previsto per il 4 luglio, giunte agli uffici da parte di numerosi B&B che hanno lamentato la ristrettezza dei tempi a disposizione legata all’entrata a regime della nuova piattaforma SUAPE e a causa della stagione turistica ormai avviata.

«Con la delibera adottata oggi – ha detto Gianni Chessa – stiamo offrendo ulteriori sei mesi alle  strutture per adeguarsi alle disposizioni contenute nelle Direttive di attuazione per la disciplina dei bed & breakfast (b&b), adottate dalla Giunta regionale lo scorso 8 gennaio.»

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Sorpreso con quasi 1 kg di eroina, a Cagliari, un 35enne cagliaritano è stato arrestato dai carabinieri della stazione di San Bartolomeo.

L’arresto è avvenuto ieri pomeriggio, durante l’espletamento di un normale servizio di pattuglia, con finalità di prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti. Nel corso della mattinata, il giovane, già noto in quanto gravato da diversi precedenti penali, era stato fermato dalla pattuglia della stazione e, sottoposto a perquisizione domiciliare, trovato in possesso di quattro buste trasparenti contenenti oltre 600 grammi di eroina, nonché di diverso materiale utile al confezionamento dello stupefacente finalizzato allo spaccio. I militari hanno sottoposto a sequestro quanto rinvenuto e tradotto il giovane presso la casa circondariale di Uta, in stato di arresto.

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Una mozione presentata alla Camera, il cui primo firmatario è Pino Cabras (M5S) chiede che «l’Italia sospenda le esportazioni verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti di bombe d’aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile dello Yemen sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace».

La mozione, sottoscritta anche da altri ventitré parlamentari della maggioranza, impegna inoltre il Governo a continuare ad assicurare una applicazione rigorosa delle disposizioni della legge 185/1990 sull’esportazione degli armamenti e riguarda da vicino la Sardegna, in quanto parte degli ordigni utilizzati dall’Arabia Saudita in Yemen sono prodotti dalla Rwm di Domusnovas. Secondo la mozione «sarebbe opportuno che venissero assunte iniziative per favorire e supportare la riconversione in produzioni civili delle attività delle aziende attualmente interessate alla produzione di armi, anche attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc e il rifinanziamento degli incentivi per la ristrutturazione e la riconversione dell’industria bellica e la riconversione produttiva nel campo civile e duale, destinati alle imprese che operano nel settore della produzione di materiali di armamento».

«La Repubblica italiana ha l’occasione di partecipare a una svolta internazionale sullo Yemen, in grado di creare le condizioni favorevoli per la pace – spiega Pino Cabras -. I rappresentanti del nostro popolo prendono a cuore con fraternità e realismo politico la sorte di un popolo martoriato, che ha bisogno di più dialogo e diplomazia e meno armi distruttive intorno e sopra la sua terra.»

La decisione del Parlamento italiano potrebbe arrivare dopo che già «la Germania ha sospeso temporaneamente le proprie licenze di esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita fino al 30 settembre. A loro volta Danimarca, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi in Europa hanno sospeso l’erogazione di nuove licenze verso l’Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti – si legge nella mozione – sulla scia della risoluzione del Parlamento europeo dello scorso 25 ottobre che chiedeva l’adozione di un embargo totale sulla vendita di armamenti all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, date le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale perpetrate da questi Paesi e accertate da autorità competenti delle Nazioni Unite, mentre il governo del Regno Unito – pur preannunciando un ricorso in appello – ha deciso di sospendere le nuove forniture di armi all’Arabia Saudita e agli altri Paesi della coalizione coinvolta nella guerra nello Yemen dopo il verdetto della Corte d’appello di Londra che ha dichiarato illegale una delle procedure finora seguite».

La mozione impegna per questo il Governo a proseguire in tutte le sedi competenti l’azione volta ad ottenere l’immediato cessate il fuoco e l’interruzione di ogni iniziativa militare in Yemen, a sostenere l’azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita, e a valutare l’avvio e la realizzazione di iniziative finalizzate alla futura adozione, da parte dell’Unione Europea, di un embargo mirato sulla vendita di armamenti ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

«Secondo quanto affermato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, in Yemen siamo di fronte “alla peggiore crisi umanitaria del pianeta” – si legge nella mozione -, secondo le Nazioni Unite quasi l’80 per cento della popolazione yemenita ha bisogno di assistenza o protezione umanitaria. A causa del conflitto, che ha già provocato 70 mila vittime, oltre 24 milioni di persone su una popolazione totale di 28 non hanno cibo sufficiente, 9,6 milioni sono sull’orlo della carestia e 240 mila sopravvivono a malapena alla fame. Dall’inizio del conflitto, oltre tre milioni e 300 mila yemeniti hanno lasciato le loro case, 600 mila nel solo 2018.»

Per la mozione, «la situazione umanitaria in Yemen è devastante e come raccontano i dati recentemente diffusi, in continuo peggioramento. Occorre uno sforzo affinché tutte le parti in conflitto adempiano alle loro responsabilità consentendo l’erogazione senza impedimenti degli aiuti umanitari, compresi cibo, acqua e medicinali, a favore della popolazione civile».

Anche gli Stati Uniti da mesi chiedono «una immediata cessazione degli attacchi aerei condotti dalla coalizione a guida saudita contro le forze Huthi nelle aree popolate da civili e, allo stesso tempo uno stop anche agli attacchi condotti dalle forze Huthi in territorio saudita». Anche il Segretario della difesa degli Stati Uniti «ha invitato le parti in conflitto in Yemen a imporre un cessate il fuoco per intraprendere negoziati di pace».

Dallo scorso dicembre sono iniziati a Stoccolma i colloqui di pace tra le parti che combattono in Yemen, poi proseguiti con delle riunioni tecniche in Giordania a febbraio che hanno interessato le questioni principali, dallo scambio dei prigionieri fino al raggiungimento di un compromesso preliminare sull’attuazione della tregua.

«È quindi estremamente urgente porre quanto prima fine ai combattimenti, al fine di stabilizzare lo Yemen nella cornice di uno Stato pacifico e pluralistico nell’interesse – oltre che della regione di riferimento – di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalla etnia o fede e libero dalle ingerenze esterne», afferma la mozione.

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Un minorenne cagliaritano è stato arrestato ieri pomeriggio dai carabinieri della stazione di Pirri, sorpreso con oltre mezzo kg di droga. I militari nel corso di un ordinario servizio di pattuglia finalizzato al contrasto del traffico illecito di stupefacenti, hanno eseguito un’attività di perquisizione domiciliare nei confronti del giovane, notato con fare particolarmente sospetto, nella cui disponibilità, ben occultato in casa, è stato rinvenuto l’ingente quantitativo di stupefacente di svariata tipologia:
– oltre 100 grammi di cocaina suddivisa in tre buste;
– 5 panetti di hashish del peso totale di circa 500 grammi
– quasi 50 grammi di marijuana;
– un coltello a serramanico usato per tagliare lo stupefacente, materiali utili al confezionamento circa 50 € in banconote, ritenuto allo stato provento illecito.
Quanto trovato al giovane è stato immediatamente sequestrato; quest’ultimo è stato poi accompagnato presso la casa circondariale di Quartucciu.

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Un incontro educativo dedicato ai pazienti che svolgono la dialisi peritoneale a domicilio e ai familiari che ne condividono l’esperienza, mirato ad una migliore conoscenza della malattia renale cronica avanzata e alla gestione del trattamento. È stato questo il tema centrale della riunione organizzata nei giorni scorsi dalla struttura complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Aou di Sassari, all’hotel Carlo Felice.

La dialisi peritoneale costituisce in Italia, e nel mondo, la metodica dialitica domiciliare più diffusa. È un trattamento continuo e fisiologico, con molti vantaggi clinici rispetto all’emodialisi. Per essere in grado di gestirla, prendersi cura di sé e collaborare con il personale sanitario – è stato detto durante l’incontro il paziente e i familiari devono essere formati alla gestione del trattamento, attraverso fasi di apprendimento costanti e ripetute nel tempo.

«Il paziente che svolge la Dialisi Peritonealespiega Maria Cossu, direttore della Struttura Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’AOU di Sassari può organizzare al meglio la propria vita, perché non è legato al trattamento in ospedale.»

Il vantaggio è quello di potersi spostare portando con sé l’attrezzatura. L’Aou di Sassari ha stipulato un contratto con l’azienda fornitrice del servizio che recapita a domicilio del paziente il materiale per la dialisi peritoneale e ne garantisce la fornitura anche negli spostamenti in Italia e all’estero.

«Il trattamento – aggiunge Vincenzo Fanelli, responsabile del Servizio di dialisi peritoneale e responsabile scientifico dell’incontro – viene eseguito in molti casi con una metodica automatizzata notturna che si giova di un controllo remoto dal nostro centro, attraverso un sistema cloud via modem telefonico. Questo, a esempio ha consentito a un paziente sassarese, che per diversi mesi all’anno vive in Sud America, di ricevere anche all’estero il materiale e avere un controllo terapeutico a distanza.»

La struttura sassarese segue 35 pazienti, tra questi alcuni bambini dai primi mesi di vita in dialisi peritoneale. Il più piccolo – fanno sapere i medici della Nefrologia, dialisi e trapianto – ha un anno e sarà al più presto avviato al trapianto, mentre un altro è stato trapiantato all’età di due anni, attualmente ha 10 anni e conduce una vita normale.

«Lo scopo – riprende Maria Cossu è quello di garantire al paziente la migliore qualità di vita e la possibiità di trapianto». E sabato durante l’incontro erano presenti proprio alcuni pazienti trapiantati che in passato hanno svolto la dialisi peritoneale e che hanno portato la loro testimonianza.

All’incontro hanno partecipato i medici e infermieri della struttura di Nefrologia, Dialisi e Trapianto. Si è discusso dell’igiene e della prevenzione delle infezioni, e con la dottoressa Maria Piredda del comportamento alimentare e dell’esercizio fisico, mentre il dottor Milco Ciccarese ha introdotto l’argomento dei trapianti di rene.

A parlare invece della gestione del paziente, nella parte riservata alla formazione e addestramento del paziente e del familiare, è stata Vanna Porcu, infermiera dedicata alla dialisi peritoneale.