24 November, 2024
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Tutto in 40′ (salvo supplementari)! Umana Reyer Venezia e Dinamo Banco di Sardegna Sassari alle 20.45 saranno protagoniste dell’ultima, decisiva pagina dello straordinario film del campionato 2018/2019 che assegnerà lo scudetto. Sei sfide non sono state sufficienti, come molti avevano previsto, a rompere l’equilibrio tra queste due grandi squadre che, classificatesi rispettivamente tera e quarta al termine della “regular season”, hanno poi dimostrato, nei playoff, di essere le migliori e di meritare ampiamente questo grande palcoscenico.

L’Umana Reyer ha vinto cinque dei nove scontri diretti disputati dall’inizio della stagione (2 in “regular season” e 3 nei playoff), la Dinamo quattro (1 in Coppa Italia e 3 nei playoff) ma la Dinamo non risente di alcun timore reverenziale nei confronti della squadra di Walter De Raffaele, che ha già dimostrato di poter battere a casa sua, conquistando Gara2 con il punteggio di 88 a 66, il più netto della lunga ed equilibrata serie della finale scudetto.

L’Umana Reyer questa sera avrà comunque il vantaggio del fattore campo (e di un Taliercio da clima africano, senza un adeguato impianto di climatizzazione), ma la Dinamo arriva dall’entusiasmante rimonta realizzata in Gara6, che l’ha vista protagonista di un secondo tempo indimenticabile.

L’Umana Reyer ha sicuramente in Austin Daye, Michael Bramos e Mitchell Watt i suoi uomini più decisivi, con Stefano Tonut ed Andrea De Nicolao spesso protagonisti di prestazioni sopra la media, ma Gianmarco Pozzecco ha gli uomini (Rashawn Thomas e Jack Cooley su tutti) e lo spirito di squadra che possono creare grandi problemi agli avversari. La Dinamo in questa serie di finale ha avuto protagonisti sempre diversi e se questa sera riuscisse a concentrare in 40′ il meglio di tutti, da Dyshawn Pierre a Marco Spissu, da Achille Polonara a Stefano Gentile (in ripresa dopo l’infortunio di Gara5), da Tyrus McGee a Justin Carter e Jack Devecchi, il sogno del secondo scudetto della storia per la Dinamo potrebbe veramente avversarsi, per la gioia infinita di Sassari e di un’intera Isola, la Sardegna, che sta spingendo da alcuni mesi la squadra biancoblu verso il… Paradiso del basket!

Tyrus McGee. Fonte: www.dinamobasket.com .

Marco Spissu. Fonte: www.dinamobasket.com .

La Dinamo alle porte del sogno scudetto. Fonte: www.dinamobasket.com .

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«Tra dieci giorni per i sedici dipendenti del Polo museale Antiquarium arborense scatteranno i licenziamenti. Un epilogo tristissimo, che avremmo voluto evitare. La cooperativa “Memoria storica”, dopo alterne vicende, il 30 giugno alla scadenza del contratto con il Comune avrà le mani legate. Non ci sono altre soluzioni se non quella di sperare che sia il Comune di Oristano a impegnarsi per accelerare quanto più possibile la tempistica riguardo la costituzione della Fondazione Unica, l’organismo nel quale dovrebbero essere riassorbiti.»

Questo è il commento del consigliere regionale del M5S Alessandro Solinas, dopo aver appreso che dopo anni di servizio, gli impiegati del museo di Oristano rischiano di restare a casa, ed il polo museale di chiudere temporaneamente in alta stagione.

La priorità per il consigliere del Movimento 5 Stelle «è garantire la continuità occupazionale. In questo momento inoltre credo sia doveroso dare rassicurazioni ai lavoratori e alle loro famiglie, informarli sui tempi, su quelli che saranno i compiti della Fondazione Unica, su quali saranno le procedure adottate dall’amministrazione comunale per poter garantire il suo miglior funzionamento all’insegna della più totale trasparenza».

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.

 

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Continua il riconoscimento internazionale per il doc-film “La Tela” dell’artista sardo Salvatore Garau, interamente girato all’interno del Casa di reclusione “Salvatore Soro” di Massana in Provincia di Oristano, Sardegna.

Dopo essere stato premiato in aprile al Dada Saheb Phalke Film Festival di Nuova Dehli con la menzione d’onore da parte della giuria (premio assegnato anche all’altro corto di Salvatore Garau Futuri Affreschi Italiani), e aver partecipato al Portugal International Film Festival di Porto, e nuovamente in India al Buddha International Film Festival di Pune e al Bangalore Shorts Film Festival,  il doc-film LA TELA è stato invitato al “Dumbo Film Festival” (New York, 8-9 luglio 2019) ed al “Brazil International Film Festival” (Teresópolis, Rio de Janeiro, 23-25 agosto 2019).

Nel ruolo inedito di regista, con al fianco Fabio Olmi come direttore della fotografia, Salvatore Garau ha realizzato e interamente autofinanziato, in collaborazione con la Blue Film di Roma, un doc-film poetico della durata di 60 minuti, che racconta la realizzazione di un dipinto su una grande tela (cm. 200×500) insieme ad alcuni detenuti.

Un’esperienza che ha visto confrontarsi due esistenze, quella dell’artista e uomo libero per la società con quella di uomini non artisti e non liberi detenuti dalla società, ma che insieme sono riuscite a comunicare e a mettere su una tela bianca un forte scambio di energie, partendo da un’idea artistica condivisa.

Il risultato è stata una doppia opera, pittorica e filmica, di grande impatto visivo ed emotivo, espressione della contaminazione tra l’esperienza dell’artista e la capacità artistica grezza e inespressa, ma ugualmente potente dei detenuti, che con i loro vissuti personali di esistenze interrotte hanno influenzato la stessa libertà creativa.

Salvatore Garau: «La creatività è apertura spirituale, richiede concentrazione, il più delle volte solitudine. Questa condizione è essenziale non solo per gli artisti, ma per tutti. Le riprese di un film sulla creazione di una grande quadro, insieme a persone che non avevamo mai dipinto nella loro vita e detenute, non hanno potuto, inizialmente, avere uno schema preciso. Tutto è stato inevitabilmente filtrato dalle sensazioni e dalle emozioni di chi vive in un contesto in cui si è privati della propria libertà mentale e spirituale ancor prima che fisica. Il documentario segue, esattamente, lo sviluppo di un progetto che ha mostrato il potere dell’arte, la presa di coscienza lenta ma costante da parte dei detenuti di riscoprirsi uomini liberi dentro, grazie a un gesto di pura libertà come quello di dipingere. Questo è stato possibile perché “La Tela”, ancor prima che un progetto creativo pittorico e cinematografico, è stato un equo dare e avere fra chi per la società è libero, e chi non lo è».

Nelle intenzioni di Salvatore Garau non c’è mi stata la volontà di creare un documentario sulla “situazione delle carceri”, né tanto meno la volontà di giudicare o rendere eroi i detenuti.

Per l’artista l’obiettivo era uno solo: creare un’opera al di fuori della retorica e con una tensione artistica a sé stante e capace di far comprendere che, per chi tutti i giorni convive con una pena materiale e una psicologica invisibile ma altrettanto drammatica, dipingere e raccontare – come qualsiasi altra forma artistica – è un modo prezioso per alimentare la mente e stimolare il pensiero.

Fabio Olmi: «L’arte è una valvola di sfogo fondamentale a quel cumulo di speranze e solitudini che regolano e riempiono il tempo dei detenuti. Un modo per riscoprire una parte di sé che non si riconosceva più e per prendere consapevolezza della propria unicità, nonostante una condizione carceraria che porta a annullare le individualità, rendendo uomini e donne tutti uguali».

La realizzazione del docufilm “La Tela” è stata possibile grazie alla disponibilità di Pier Luigi Farci, Direttore della Casa di Reclusione, della Polizia Penitenziaria, e Davide Pia, Mauro Porcu, Simone Niola, Giovanni Corodda, Carlo Usai e Marco Palumbo, i detenuti, che hanno partecipato alla realizzazione del dipinto e del film.

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Una vetrina illuminata dal marchio internazionale di Mirtò, un veicolo di promozione straordinario che segue gli eventi più importanti. Un Expò itinerante che valorizza i borghi della Sardegna, i piccoli paesi dell’entroterra, portando le produzioni locali, l’enogastronomia e l’artigianato al centro della scena turistica. Nasce su solide fondamenta il progetto della “Città del Mirto”, che dopo il suo esordio nella tappa di Alghero del mondiale “Rally Italia Sardegna”, guarda al futuro con grandi prospettive. Un appuntamento organizzato dall’Automobile Club d’Italia, grazie al presidente Angelo Sticchi Damiani; l’Aci Sassari con Giulio Pes ed il direttore della tappa del rally, Antonio Turitto. La Città del Mirto sarà un veicolo per le economie dei territori, una occasione per lanciare startup di giovani legate all’artigianato e all’agroalimentare. Da Olbia a Cagliari, fino ad Alghero e tutto il nord dell’Isola. Con il marchio Mirtò a fare da propulsore di un’idea che punta su un progetto di valorizzazione delle eccellenze dei territori dell’interno dell’isola.

La Città del Mirto nasce con il fondamentale supporto del comune di Olbia, grazie all’impegno dell’assessore del Turismo, Marco Balata e di Alghero, grazie all’iniziativa di Nunzio Camerada. Un progetto che vede in prima fila anche Cagliari, che sarà al centro di importanti iniziative legate alla presenza di Luna Rossa, la barca del Team Prada, in preparazione della Coppa America. Città del Mirto ha ottenuto il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura e dell’assessorato al Turismo della Regione Sardegna.

«Siamo sensibili a iniziative di promozione per la valorizzazione dei prodotti tipici della Sardegna, con progetti che puntino sull’enogastronomia, artigianato e cultura – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa -. La Città del Mirto dimostra la capacità dei nostri imprenditori nel costruire iniziative che possano raggiungere risultati ottimali sul territorio. Sull’obiettivo di valorizzazione dei borghi della Sardegna stiamo valutando, per capire che tipo di supporto dare e come coordinare e condividere le esperienze e i diversi progetti.»

Tra le linee programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas, c’è quella della creazione dei distretti legati ai prodotti locali. «Città del Mirto ha ricevuto il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura proprio perché rappresenta una iniziativa che coincide con la programmazione regionale, che vuole costruire ambiti distrettuali che puntino su prodotti legati ai territori – spiega Efisio Arbau, presidente dell’Unione dei Comuni della Barbagia -. L’idea dei distretti, però, va al di là del singolo prodotto, guarda al territorio e alla promozione di tutta una serie di iniziative legate alla cultura e all’artigianato come attrattori turistici».

La storia, la cultura, le tradizioni. La promozione del territorio diventa sempre di più il fulcro del progetto di Mirtò, il festival del mirto, che ha fatto delle eccellenze enogastronomiche un marchio conosciuto in tutta Europa. Nasce da qui, come una naturale evoluzione, l’idea di costruire un Expò itinerante del patrimonio storico e archeologico di Olbia, della Gallura e della Sardegna, attraverso l’impulso del Comune di Olbia e dell’Aspo, il suo braccio operativo sul fronte turistico, grazie alla partecipazione di Mirtò alle più importanti fiere d’Europa. Un progetto che sarà parte integrante anche della nuova iniziativa della Città del Mirto.

«Nell’ambito del progetto ad Alghero abbiamo dato vita ad uno spazio per la divulgazione delle risorse culturali della Sardegna – spiega Viviana Pinna, archeologa, specializzata in archeologia preistorica e protostorica, una delle protagoniste di Mirtó fin dalla sua fondazione nel 2014 -. Come nel Dna di Mirtò, la promozione ha sempre avuto una visione sistemica mirata a includere le diverse eccellenze della Regione, sia delle zone costiere che interne. Abbiamo avviato già alcune partnership importanti, con il Distretto culturale del Nuorese, il Nuraghe Majori di Tempio Pausania, il Museo del sughero di Calangianus ed i siti archeologici di Alghero.»

 

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In vista del concerto di Madh, che si svolgerà questa sera in piazza Roma nell’ambito della prima edizione della Fiera dell’Innovazione Tecnologica, iNOVAS EXPO, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha emesso un’ordinanza, la n. 156 del 20 giugno 2019, che prevede, dalle ore 18.00 di oggi, sabato 22 giugno, fino alle ore 5.00 del mattino di domani, domenica 23 giugno, nell’area prossima agli 800 metri dalla piazza Roma, il divieto di vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione e di ogni altra bevanda contenuta in bottiglie, recipienti di vetro e lattine, ivi compresi i distributori automatici. La ratio del provvedimento mira a porre in essere tutte le azioni necessarie a tutelare la sicurezza delle persone, preservare l’ambiente e nel contempo contribuire a creare le condizioni affinché vi sia maggiore garanzia di ordine pubblico. Il concerto di Madh si terrà alle ore 22.00.

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Domenico Nicotra.

«Una delegazione dell’O.S.A.P.P., Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, sta visitando tutti gli Istituti Penitenziari della Regione Sardegna.»

Lo ha detto ieri il segretario generale aggiunto dell’O.S.A.P.P., Domenico Nicotra, il quale ha potuto constatare, preliminarmente, l’assenza di Direttori e Comandanti negli Istituti Penitenziari della Sardegna.

«A fronte dei dieci Istituti solo quattro sono quelli in cui si registra la presenza di un Direttore titolare – ha aggiunto Domenico Nicotra -. Addirittura in sedi penitenziarie di una certa rilevanza, come quella di Sassari risulta essere assente un dirigente/funzionario di Polizia Penitenziaria con funzioni di Comandante del Reparto. A questo si deve aggiungere, che è cronica l’assenza anche di tutte quelle figure intermedie sia del Corpo di Polizia Penitenziaria (Ispettori e Sovrintendenti) che del Comparto Ministeri necessarie per il buon andamento del mondo Penitenziario sardo. Fra molti è il caso di citare la situazione della Casa Circondariale di Sassari dove sono state allestite 12 sale per i processi in videoconferenza, mentre il personale del Corpo con qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria è quantificabile in soli 4 Ispettori di Polizia Penitenziaria. In una Regione come la Sardegna, dove allo stato non si registra una grande carenza nel ruolo esecutivo degli Agenti-Assistenti, è gravissima l’assenza di Ispettori e Sovrintendenti di Polizia Penitenziaria.»

«Inoltre, si deve tenere conto della grave situazione economica che non consente più neanche la manutenzione ordinaria degli Istituti Penitenziari e che pertanto in assenza di urgenti e tangibili provvedimenti saranno destinati ad un lento e inesorabile degrado. È necessario – ha concluso Domenico Nicotra – che il ministro della Giustizia ed il Capo del D.A.P. risolvano con urgenza tutte le criticità Penitenziarie della Sardegna sia sotto il profilo dell’incremento del personale Penitenziario che dal punto di vista finanziario.»

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Dopo il successo dell’appuntamento inaugurale di martedì scorso, martedì 25 giugno “Notturni di note”, la rassegna che vede i migliori allievi Conservatorio di Cagliari esibirsi sotto il cielo stellato prosegue con il secondo concerto.

Alle 21.00, sempre nel suggestivo spazio del cortile interno dell’istituzione musicale cagliaritana, salgono sul palco i pianisti Alice Camboli e Filippo Piredda.

Si comincia sulle note della Sonata op. 27 n. 2 in do diesis min. di Ludvig Van Beethoven, nell’esecuzione di Alice Camboli che affronterà anche il “Rondo Capriccioso op. 14 in mi min”. di Felix Mendelssohn e lo Studio op. 10 n. 8 in fa magg. di Federik Chopin.

A seguire, sarà la volta di Filippo Piredda che proporrà la Sonata in do min. KV 457 di Wolfang Amadeus Mozart ed il “Preludio in modo religioso e ostinato” di Ennio Porrino, rendendo così omaggio a una delle figure di spicco nella storia del Conservatorio di Cagliari.

Dopo il concerto di martedì, la rassegna ritorna il 2 luglio con una serata ancora nel segno delle composizioni per pianoforte: protagonisti saranno Matteo Nurcis e Francesca Massidda che suoneranno un programma incentrato sulle musiche, tra gli altri, di D. Scarlatti e F. Chopin.

Martedì 9 luglio sarà la volta della violinista Gaia Serra e del pianista Marco Schirru che proporranno al pubblico brani di E. Elgar e L.V. Beethoven. Nella seconda parte della serata Marco Schirru resterà ancora sul palco, ma stavolta in compagnia della violinista Anna Maria Fiore, per suonare brani da E. Bloch a Prugnani-Keisler. Questo appuntamento si chiude sulle note del Quintetto in mi bem. magg. KV 407 di W.A. Mozart nell’esecuzione dell’ensemble composto da Edoardo Perniciano (corno), Attilio Motzo (violino), Maria Chiara Moccia (viola), Gino Moccia (viola) ed Andrea Pettinau (violoncello).

Musiche di F.J. Haydn, F. Chopin e S. Prokofiev la sera del 16 luglio quando si esibiranno i pianisti Nicola Guidotti e Federico Melis.

Venerdì 19 luglio l’appuntamento prenderà il via sulle note di J.S. Bach e C. Debussy suonate dalla pianista Sara Sulis e proseguirà con l’esibizione dell’Ensemble di fisarmoniche del Conservatorio (formato da Eleonora Steri, Noemi Lampis, Stefano Sebis, Michael Fulgheri, Alberto Caddeo e Gabriele Marangoni) che proporrà brani da A. Piazzolla a L. Andriessen.

Il penultimo appuntamento (martedì 23 luglio) vedrà il pianista Andrea Sanna affrontare partiture di R. Schumann e F. Chopin. A a seguire il duo composto da Lucia Porcedda e Federico Melis proporrà brani di A. Piazzolla e F. Chopin.

Il 26 luglio il sipario su questa edizione di Notturni di note si chiude con una nuova serata dedicata al pianoforte: Maria Josè Palla affronterà brani di M. Clementi e F. Listz. Salirà poi sul palco Francesco Ghiglieri che proporrà musiche di L.V. Beethoven, S. Prokofiev e A. Skriabin.

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Venerdì 28 giugno, alle 19.00, il Consiglio comunale di Carloforte assegnerà la cittadinanza onoraria a Gianni Morandi. Il “dottor Pietro Sereni“, protagonista della Fiction ambientata nell’Isola di San Pietro e nel Sud Sardegna che sta promuovendo il territorio nel mondo, è rimasto “conquistato” dall’Isola, tanto da aver ormai adottato Carloforte come sua “seconda patria” dopo Monghidoro, il piccolo paese emiliano dove è nato 74 anni fa. La comunità tabarchina lo ha accolto come un figlio e lui non perde occasione per contraccambiare lo straordinario affetto ricevuto fin dal primo giorno che vi ha messo piede e che continua a ricevere durante la registrazione della terza serie della fiction “L’Isola di Pietro”. La prima parte delle riprese si concluderà a fine mese, per riprendere poi a settembre. La programmazione delle nuove puntate è prevista per il prossimo autunno su Canale 5.

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«Se prima avevamo solo un sospetto oggi siamo quasi convinti che la volontà del presidente Christian Solinas e dell’assessore Mario Nieddu non sia quella di voler destituire l’Ats. Se le intenzioni fossero quelle dichiarate, ci spieghino com’è possibile che anche ieri il direttore Fulvio Moirano abbia potuto firmare l’ennesima delibera. Siamo alle solite. Gli atti del Governatore non vengono rispettati. Fulvio  Moirano fa orecchie da mercante e gestisce l’Ats come se fosse di sua proprietà. Come se fosse casa sua potremmo azzardare, dato che sta continuando a procedere con delibere e atti di approvazione di conferimento di incarichi funzionali. Atti illegittimi di “straordinaria amministrazione”. Attendo l’immediato intervento del governatore e dell’assessore Mario Nieddu perché questa è un’evidente presa in giro. E sono certa che nessuno dei due intenda farsi prendere in giro.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca, rivolge nuovamente il suo appello al presidente Christian Solinas ed all’assessore Mario Nieddu alla luce della delibera firmata ieri dal presidente dell’Ats Fulvio Moirano, su proposta del direttore del Dipartimento Risorse Umane Luciano Oppo, avente ad oggetto l’attivazione delle strutture Complesse di Ostetricia e Ginecologia afferenti ai presidi Unici di Area omogenea.

«Christian Solinas – ricorda Desirè Manca – aveva preso la decisione di consentire a Fulvio Moirano di emettere soltanto atti di ordinaria amministrazione, fino alla fine del suo mandato prevista per il 30 giugno prossimo. Un invito a Fulvio Moirano ad astenersi dall’adottare atti che esulino dall’ordinaria amministrazione che evidentemente non è stato recapitato, o non è stato recepito. Perché l’Ats sta continuando palesemente a violare le direttive.»

«Come Gruppo M5S lo abbiamo già fatto presente, ma non ci stancheremo di sicuro oggi di ripeterlo. Non ci stancheremo Governatore, restiamo vigili e purtroppo quello che sta accadendo non ci piace per niente. È un segnale allarmante che denota la vostra totale incapacità a far rispettare le decisioni politiche da Voi intraprese.  Se questo è il preludio della vostra azione politica, è la dimostrazione della differenza tra la politica del promettere e quella dell’agire. Prima i sardi dicevate, ma state permettendo ad un non sardo nominato tra le file del precedente governo regionale del Partito Democratico di continuare a distruggere totalmente la sanità sarda. E se il buongiorno si vede dal mattino – conclude il capogruppo del M5S in Consiglio regionale -, non osiamo pensare a cosa succederà nei prossimi cinque anni di vostro governo.»