23 November, 2024
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La Camera dei deputati ha approvato ieri la mozione 1/00204, primo firmatario Pino Cabras, col parere favorevole del governo, recante iniziative per il blocco dell’esportazione e del transito di bombe per aereo e missili verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

Il Comitato Riconversione Rwm ha accolto con soddisfazione l’approvazione della mozione, «che differisce solo parzialmente da quelle presentate da LEU, PD e Fratelli d’Italia – costituisce un risultato importantissimo per tutte le organizzazioni della società civile italiana ed europea, con le quali il Comitato ha intensamente collaborato negli ultimi anni per la promozione della pace in Yemen e nel mondo – sostengono i portavoce del Comitato Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -. E’ evidente che lo stop dell’esportazione delle bombe prodotte nello stabilimento sardo della Rwm Italia Spa non potrà fermare subito la guerra ma è altrettanto chiaro che si tratta di un’assunzione di responsabilità necessaria per rimettere nel giusto ordine di priorità gli interessi commerciali del nostro paese e il perseguimento della pace nel mondo, in accordo col principio costituzionale di ripudio della guerra. Una scelta che non mancherà di generare risposte di pace a livello europeo e internazionale».

«Si trova, nella mozione, anche il riferimento alla necessità di finanziare la riconversione dell’industria bellica verso altre forme produttive, rispettose della vita umana e dell’ambiente, anche se, purtroppo, non viene ribadito nella parte dispositiva – aggiungono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -. Il Comitato richiama l’attenzione di tutti gli attori istituzionali sul tema della salvaguardia dei posti di lavoro dei circa 300 lavoratori della fabbrica iglesiente, i quali non devono subire le conseguenze di un eventuale chiusura dello stabilimento e conseguente delocalizzazione, da tempo minacciati dalla proprietà in caso di ostacoli esterni al preventivato aumento di produzione.»

«Riteniamo che non si possano scaricare su lavoratori e territorio le conseguenze di 3 anni di ipocrisie politiche, durante i quali si sono illuse le maestranze e le istituzioni locali della regolarità dell’esportazione verso la coalizione saudita. Una delle condizioni della vera ricerca della pace è la giustizia sociale e sarebbe oltremodo ingiusto che, a pagare gli errori dei governi che si sono succeduti dal 2016 ad oggi, siano solo i lavoratori e i cittadini del Sulcis Iglesiente. Per questo motivo – concludono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -, il Comitato chiede l’immediato interessamento del presidente del consiglio Giuseppe Conte, del presidente della regione Solinas, del consiglio regionale, dei sindacati e del mondo imprenditoriale e accademico, al fine di promuovere e sostenere, in maniera coesa, la messa in atto di attività alternative a quelle della produzione di bombe, anche con una appropriata legge regionale.»

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Nuova iniziativa del comune di Sant’Antioco nell’ambito del programma di educazione ambientale. Nei giorni scorsi ha preso il via il progetto di installazione di 18 cartelli in altrettanti punti sensibili dell’isola di Sant’Antioco. Luoghi dove abitualmente gli incivili abbandonano i rifiuti in maniera indiscriminata. Si tratta di pannelli che richiamano i simboli della terra antiochense: dal riccio di mare ai fenicotteri, dalla pecora alla tartaruga, dal polpo ai gabbiani, accompagnati da messaggi in sardo, italiano e inglese, che invitano al rispetto dell’ambiente e al mantenimento del decoro. Tra questi: il fenicottero con accanto il messaggio “proteggi gli animali e la natura. Non abbandonare i rifiuti!”; o la lumaca che invita a utilizzare i contenitori e a non buttare i rifiuti per terra; e ancora, un’indicazione, con immagine una pecorella, rivolta al viaggiatore: “Il viaggiatore rispettoso lascia solo l’impronta”.

«Con questo progetto – commenta il sindaco Ignazio Locci – portiamo avanti la nostra lotta al “sacchetto selvaggio”, cercando di sensibilizzare cittadini e viaggiatori sul rispetto dell’ambiente. I cartelli sono stati collocati quasi tutti, in posizioni che vanno dal centro urbano alle strade di penetrazione agraria, senza dimenticare le località costiere. Mantenere pulito un territorio ampio come il nostro non è semplice. Noi ce la mettiamo tutta, e siamo consapevoli che su questo fronte c’è bisogno dell’impegno di tutti. Un impegno che certo non manca, considerati gli ottimi risultati raggiunti in termini di percentuale di rifiuto differenziato. Il Comune, per combattere il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, oltre all’attuale progetto di installazione della cartellonistica, da tempo ha intensificato i controlli ad opera delle autorità preposte (Compagnia Barracellare e Polizia Municipale), che quotidianamente battono il territorio avvalendosi anche delle moderne strumentazioni in dotazione (video e foto trappole), che consentono di scovare coloro che deturpano la nostra isola. A ciò si aggiunge il lavoro instancabile dell’Ufficio Ambiente del Municipio.»

A Sant’Antioco è operativo un Ecocentro moderno e funzionale (in questa stagione aperto mattina e sera, tutti i giorni) dove conferire i propri rifiuti, sia che si tratti di cosiddetti ingombranti, sia che si tratti di semplice spazzatura.

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«È necessario tenere alta l’attenzione sull’accordo commerciale tra l’Unione Europea e i paesi del blocco sudamericano del Mercosur, ovvero Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, che dopo anni di negoziati sembra ora essere alle battute finali.»

Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina, in seguito all’incontro tra i ministri dei paesi latinoamericani ed i rappresentanti della commissione europea.

«Si tratta di un accordo da esaminare con particolare attenzione, poiché rischia di essere pericoloso per l’agroalimentare nazionale, in particolare per problematiche riguardanti l’import di carne bovina, ma anche per quello di arance, vino, olio, zucchero, pasta e lattiero caseari; tutti questi prodotti rischiano di essere usati come merce di scambio da barattare a vantaggio di macchinari, prodotti chimici e farmaceutici, che detengono le quote maggiori dell’export comunitario verso il Mercosur, territorio che conta oltre 260 milioni di consumatori», osserva il presidente.

«Non bisogna mai dimenticare che l’Europa è il primo partner commerciale del Mercosur, con oltre il 20% degli scambi commerciali totali nel 2018, ma anche il primo esportatore nel blocco sudamericano, per un valore di 45 miliardi di euro nel 2018; il Mercosur, infatti, costituisce la settima maggiore economia mondiale e il quinto più grande mercato fuori dall’UE», evidenzia Franco Verrascina.

«Anche se con tale accordo si mira a eliminare pesanti dazi per l’export di una lunga serie di produzioni agroalimentari comunitarie, quali ad esempio i prodotti lattiero-caseari, che attualmente scontano barriere tariffarie del 28%, e i vini, per i quali le barriere tariffarie si attestano al 20%, è a nostro avviso necessario prestare particolare attenzione a eventuali nuove concessioni commerciali e valutare le condizioni imposte all’import di prodotti agricoli, con particolare riferimento alle barriere tariffarie e non», conclude il presidente della Copagri.

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Con l’arrivo del periodo estivo prendono il via le nuove assunzioni di portalettere da parte di Poste Italiane, una figura molto importante e soprattutto una delle più richieste particolarmente nei picchi di stagione. Le candidature devono essere presentate il 7 luglio 2019. I candidati, ai quali non sono richieste specifiche conoscenze professionali, devono possedere i seguenti requisiti: diploma di scuola media superiore o diploma di laurea anche triennale, assunti con contratto a Tempo Determinato a decorrere da agosto 2019. Possono partecipare alle selezioni anche coloro i quali hanno già preso parte ad un precedente annuncio senza aver ricevuto risposta. I candidati possono indicare una sola area territoriale di preferenza ed essere coinvolti nel processo di selezione solo se in possesso dei requisiti richiesti ed in relazione alle specifiche esigenze aziendali. Superata la prima fase di selezione, che consiste in un test attitudinale svolto in sede o via mail, i candidati saranno contattati dal personale di Poste Italiane per il completamento della seconda fase. Poste è la più grande infrastruttura d’Italia, conta 13mila uffici postali presenti su tutto il territorio nazionale …
L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_poste_giugno_2019.html .

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La situazione dei lavoratori ex Gruppo Secur spa, lo scorrimento delle graduatorie per l’assunzione degli operatori socio sanitari e l’avvio dell’attività del Mater Olbia saranno i temi che affronterà, martedì 2 luglio, la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc). Alle 11.00, si riunirà in seduta congiunta con la II commissione (Lavoro), presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi), per affrontare la situazione che vivono i lavoratori dell’ex Gruppo Secur spa non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’Azienda Ospedaliera universitaria e la Assl di Sassari.

La commissione Sanità, poi, esaminerà la proposta di risoluzione sullo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per Operatori socio sanitari (Oss) approvate dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2013.

Alle 12.00, i lavori proseguiranno, in seduta congiunta con la Terza Commissione, presieduta da Paolo Truzzu (FdI), con l’esame del disegno di legge n. 24 (prima variazione di Bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia).

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Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha firmato questa mattina la nomina dei componenti della commissione d’inchiesta sull’AIAS e l’ha convocata per mercoledì 3 luglio, alle 13.00.

«Come promesso – ha detto il presidente Michele Pais – ho accorciato i tempi di insediamento e da mercoledì la commissione potrà cominciare a lavorare per chiarire questa vertenza che coinvolge non solo i lavoratori ma anche gli assistiti e le loro famiglie.»

Era stato il Consiglio regionale il 25 giugno, approvando un ordine del giorno, a dare mandato al presidente del Consiglio per nominare i componenti della Commissione d’inchiesta sul perdurare sullo stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori.

«La Commissione – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – non dovrà avere nessun fine inquisitorio ma lavorare per chiarire, nel rispetto del regolamento e del mandato consiliare e, parallelamente al lavoro dell’assessore Mario Nieddu e della commissione Sanità, una vertenza acuitasi negli ultimi anni e che coinvolge numerosi lavoratori e pazienti, nonché il fondamentale servizio di assistenza.»

Fanno parte della commissione d’inchiesta i consiglieri: Francesco Agus (Progressisti), Michele Ciusa (Movimento 5 stelle), Angelo Cocciu (Forza Italia Sardegna), Michele Cossa (Riformatori sardi), Valerio De Giorgi (Misto), Michele Ennas (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Partito Democratico), Eugenio Lai (Liberi e Uguali Sardegna), Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia), Giorgio Oppi (Udc Sardegna), Fabio Usai (Partito Sardo D’Azione).

Nella Prima seduta, presieduta dal presidente Michele Pais, saranno eletti il presidente della Commissione e l’Ufficio di presidenza.

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Sono in corso gli ultimi preparativi a Cagliari per “Bentu de Notas”, lo spettacolo che domenica 30 giugno, nel Parco di Molentargius, regalerà una serata ricca di suggestioni ispirate dagli scritti del Premio Nobel per la Letteratura, Grazia Deledda, e dal fascino senza pari del compendio naturalistico.

L’appuntamento è per le 21.00, nello specchio d’acqua antistante l’edificio dei Sali scelti dove, su una piattaforma ultratecnologica galleggiante, si esibiranno l’apprezzato chitarrista Cristian Marcia, l’attrice Caterina Murino, la danzatrice francese Elodie Sicard, e l’ensemble di sole chitarre Meras Notas (composto da Cristian Marcia, Nicola Demontis, Gabriele Lippolis, Riccardo Granata).

In “Bentu de notas” musica, recitazione, danza, multimedialità e giochi di luci sull’acqua si fondono e ruotano attorno all’omonima composizione scritta qualche anno fa dallo stesso Cristian Marcia. Il brano, che è fonte di ispirazione dell’intera linea melodica, si sviluppa attraverso una suite mediterranea. Questa, attraverso sette brani – “I quadri di un ambiente” – rende l’idea di una musica ipnotica e contemplativa, capace di catturare l’ascoltatore. Allo stesso tempo incedono, in una commistione di arti e innovazione, le letture affidate a Caterina Murino, le danze di Elodie Sicard, gli incantevoli effetti speciali.

Nello septtacolo la naturale bellezza del parco si intreccia con il fascino della parola, in un percorso che vede al centro due personaggi: Grazia Deledda e il fenicottero rosa (che del parco è simbolo), accomunati dal fatto di nascere in Sardegna, dover emigrare e poi, ritornare nella loro terra.

“Bentu de Notas” nasce all’interno di “Arte e natura parlano innovativo. Alla scoperata del Parco di Molentargius”, progetto per la valorizzazione dell’area finanziato con fondi europei.

Lo spettacolo è un’idea originale che trae la sua forza dalla sinergia tra Artinnova Sardegna (un gruppo di professionisti specializzati nella promozione artistica, di cui è responsabile Gianluca Marcia), il Consorzio del Parco naturale del Molentargius, la Regione Sardegna e la cooperativa ETS, responsabile dell’infopoint del Parco.

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L’assessore regionale dell’Ambiente Gianni Lampis.

Una legge regionale ormai superata, regole confuse e decisioni incomprensibili. Si registra un forte malumore tra i cacciatori sardi a causa delle disposizioni regionali che obbligano le autogestite di caccia a effettuare il censimento della fauna selvatica nei territori a loro assegnati. Una situazione di malcontento che questa mattina è stata evidenziata dai rappresentanti delle associazioni dei cacciatori nel corso di un’audizione davanti alla Quinta Commissione del Consiglio regionale. «Paghiamo una situazione di grande confusione determinata da una normativa inapplicabile (la legge 23 del 1998) e da decisioni calate dall’alto senza sentire le associazioni venatorie – ha spiegato Ausonio Pinna, vicepresidente dell’associazione delle zone di caccia autogestite “Nobile stanziale” la Regione ci chiede oggi di fare il censimento con modalità assurde e con costi a nostro carico». Contestata, in particolare, la decisione della Regione di selezionare 19 autogestite (su 205 presenti in Sardegna) a cui affidare compiti e risorse per procedere al censimento lasciando alle altre la possibilità di aderire su base volontaria. «Si tratta in realtà di un obbligo – ha aggiunto Ausonio Pinna – perché senza il censimento si rischia di vedere bloccata la caccia».

Il giudizio è stato condiviso dai rappresentanti di Acsr, Sarda Caccia, Ucs Federcaccia ed Arci Caccia.

«Per fare un censimento serio occorre coinvolgere tutti i territori e operare con una pianificazione seria – ha detto il presidente dell’Associazione cacciatori sardi riuniti Pinello Cossu – oggi c’è una situazione di totale confusione, non si capisce se la legge 23 sia ancora operativa. Ciò che è certo, invece, è che le oasi faunistiche e le zone di cattura controllata sono in totale abbandono.»

Stesso discorso per i piani di ripopolamento, resi impossibili dalla normativa vigente: «Non si fa ripopolamento ma i cacciatori versano ugualmente le loro quote – ha affermato Bonifacio Cuccu, presidente dell’Unione cacciatori sardi – eppure la Regione continua a chiederci soldi per il censimento della fauna selvatica. C’è da chiedersi che fine abbiano fatto le nostre risorse».

Un colpo di spugna ha invece invocato il presidente di Sarda Caccia Alessandro Lisini: «Non si può chiedere ai cacciatori di operare sulla base di regole farraginose – ha detto Alessandro Lisini – i censimenti vanno fatti ma mettendo i cacciatori nelle condizioni di operare al meglio».

Una strada da percorrere, secondo il presidente di Arci Caccia, Nanni Columbano, potrebbe essere quella della ricostituzione dei comitati venatori comunali: «In passato hanno operato egregiamente, solo chi conosce bene il territorio è in grado di dare un contributo al monitoraggio delle fauna selvatica».

Il presidente della Commissione, Piero Maieli, ha suggerito alle associazioni di produrre un documento unitario con osservazioni e proposte da sottoporre all’attenzione della Giunta: «E’ nostro intento procedere a un’attenta analisi della situazione e trovare una soluzione condivisa con le associazioni dei cacciatori – ha detto Maieli – la Sardegna è l’unica Regione dove si possono ancora cacciare specie selvatiche presenti in natura e non animali allevati per essere immessi nelle riserve di caccia. Abbiamo un patrimonio faunistico e ambientale che tutti ci invidiano e che non va disperso. Ora va risolta la questione dei censimenti per consentire la definizione del calendario venatorio. In seguito decideremo, dopo un’attenta riflessione, se e come intervenire per una rivisitazione complessiva della legge regionale sulla caccia».

La discussione proseguirà la prossima settimana: in programma l’audizione dell’assessore all’Ambiente, Gianni Lampis, a cui saranno presentate le richieste delle associazioni venatorie che contano tra le loro fila circa 35mila doppiette.

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Ieri pomeriggio, a San Gavino Monreale, i carabinieri del NORM della Compagnia di Villacidro hanno arrestato in flagranza di reato M.G., 48enne di Sanluri, disoccupato, pregiudicato, per il reato di furto. L’uomo, dopo essersi introdotto all’interno del reparto di Rianimazione dell’ospedale “Nostra signora di Bonaria”, si è impossessato di due portafogli di due medici, per poi dileguarsi. I militari, intervenuti prontamente sul posto su richiesta dei sanitari, hanno rintracciato l’uomo all’interno del bar della Stazione ferroviaria, dove, dopo averlo sottoposto a perquisizione personale, sono riusciti a recuperare la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato trasferito presso la sua abitazione, in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida prevista per questa mattina.

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Nel corso della nottata a Dolianova in località “Nanni Axiu”, per cause in corso di accertamento, si è sviluppato un incendio che interessava una vasta zona di agro. Le fiamme si sono propagate ai limiti delle abitazioni, distruggendo alcuni alberi, due container e un’autovettura. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del radiomobile di Dolianova, che hanno messo in sicurezza la zona, e quattro squadre dei vigili del fuoco di Cagliari che sono riusciti, dopo un’ora, a domare le fiamme.