I portavoce del Comitato Riconversione Rwm hanno chiesto un incontro alla Regione e alle Amministrazioni di Iglesias, Domusnovas, Villamassargia e Musei.
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I portavoce del Comitato Riconversione Rwm, Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita, hanno scritto una lettera aperta con richiesta di incontro urgente al presidente della Regione Sardegna, agli assessori dell’Industria e del Lavoro, ai Sindaci, alle Giunte, ai Consigli comunali di Iglesias, Domusnovas, Villamassargia e Musei.
«A seguito della mozione parlamentare che, in applicazione delle leggi vigenti – in primis la L.185/90 – e dei trattati internazionali, impegna il governo a sospendere l’esportazione di armamenti (bombe e missili) destinati all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, il Comitato Riconversione Rwm chiede di essere ascoltato in merito alla possibilità di salvaguardare l’occupazione dei lavoratori della stessa Rwm senza che si debba perciò rinunciare a perpetuare la vocazione pacifica, accogliente e solidale della nostra terra e dei suoi cittadini e senza che la nostra reputazione nel mondo venga intaccata, con grave danno di immagine nel contesto globale – scrivono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -. Rincorrere semplicemente l’obiettivo di preservare lo status quo occupazionale, senza uno sguardo lungo sulle fragilità strutturali che la produzione degli armamenti comporta, in particolar modo quando è svolta da una società il cui gruppo (Rheinmetall Defence) ha già predisposto, in vari paesi del mondo, altre fabbriche analoghe a quella sarda, pronte a sostituirne la produzione, e, soprattutto, senza considerare gli enormi problemi etici che certe produzioni implicano, potrebbe essere dannoso per molti aspetti e, in primo luogo, per gli stessi lavoratori della fabbrica e per il tessuto socio-economico della Sardegna.»
«Prima o poi la mozione parlamentare, e l’applicazione integrale delle norme vigenti e dei trattati internazionali ratificati dall’Italia, avranno effetti importanti sul fatturato della Rwm, che al momento è determinato in maniera rilevante da esportazioni verso l’Arabia Saudita, e per l’azienda, sarà facile decidere di delocalizzare la produzione senza preoccuparsi del futuro delle risorse umane, costituite, per la maggior parte da interinali facilmente “scaricabili”, assunti probabilmente per far fronte alla imponente commessa saudita – aggiungono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -. Il problema etico che deriva, per le istituzioni coinvolte, dal sapere di concorrere a sostenere l’economia di un territorio, alimentando la devastazione di un altro territorio, seppure a migliaia di chilometri di distanza, è del tutto evidente ma non è nemmeno l’unico aspetto morale che ci deve preoccupare. Assistiamo, infatti, ad un’accentuarsi della fragilità e del degrado del tessuto sociale dell’area interessata, altrimenti noto per la sua solidità, nonostante l’altissimo tasso di disoccupazione.»
«Nell’attesa di una convocazione, che riteniamo urgente e necessaria – concludono i due portavoce del Comitato Riconversione Rwm -, confermiamo la nostra più ampia disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni e con le rappresentanze sindacali al fine di costruire insieme un presente ed un futuro migliore per tutti.»
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