La commissione Agricoltura s’è impegnata a garantire a tutte le organizzazioni una rappresentanza nella neonata Associazione allevatori della regione Sardegna.
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«Ci impegneremo da subito per garantire a tutte le organizzazioni di allevatori la rappresentanza democratica all’interno della neonata Associazione allevatori della regione Sardegna. E’ del tutto evidente che questo settore, che è davvero nel patrimonio culturale prima che economico della Sardegna, abbia bisogno di democrazia e soprattutto di servizi efficienti per tutti i produttori, che devono assicurati direttamente e indirettamente dalla Regione.»
Lo ha detto l’on. Piero Maieli, presidente della commissione V, al termine dell’audizione di tutte le organizzazioni di produttori tranne la Coldiretti, assente per altri improrogabili impegni.
E’ stato Pietro Tandeddu, direttore regionale di Coopagri a rivolgersi per primo ai commissari, evidenziando i limiti della neonata Associazione allevatori della Regione Sardegna e contestando il fatto che «servizi pubblici, pagati con i soldi pubblici, possano diventare strumenti di potere in mano a qualcuno. Nessuno intende dipendere dall’Associazione italiana allevatori, con al quale si può collaborare ma in un rapporto chiaro».
A seguire, il rappresentante della Cia Nord Sardegna, Michele Orecchioni ha aggiunto: «Sono evidenti le manovre dell’Associazione italiane allevatori, non alla luce del sole». Luca Sanna, in rappresentanza di Confagricoltura, ha toccato il tema della rappresentanza in seno al governo di Aars: «La prevalenza è di Coldiretti, non c’è un rappresentante della Regione nonostante sia previsto. Nel consiglio di amministrazione siede un funzionario che non mi risulta allevi nemmeno un gatto o una cocorita. In questo scenario mancano i servizi per gli allevatori e persino le analisi sul latte vaccino e ovino vengono effettuate fuori dalla Sardegna, nonostante abbiamo i tecnici formati e pagati per fare questo. Siamo in un momento molto difficile, negli ultimi 15 anni la Sardegna ha perso un milione e mezzo di capi a causa della Blue tongue e nessuno si preoccupa di far ripartire il miglioramento genetico delle nostre greggi».
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