19 November, 2024
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«La sfida è anticipare il futuro con scelte politiche che aprano uno scenario favorevole per chi fa impresa o amministra una comunità.»

Lo ha detto Giuseppe Fasolino, assessore regionale della Programmazione, durante i lavori dell’autorità di gestione del programma operativo 2014-2020, tenutasi questa mattina a Cagliari presso la sala della biblioteca regionale. «Raggiungere gli obiettivi intermedi fissati dall’Unione Europea – ha aggiunto l’assessore della Programmazione – è importante, ma lo è ancor di più farlo con una linea che, accelerando i processi avviati con la programmazione territoriale, accentuando la cooperazione tra i territori, riconosca sempre di più il ruolo dell’impresa. L’impresa ha tempi che non possono essere quelli della politica né della burocrazia: ecco perché dobbiamo essere capaci di sprigionare le potenzialità e le professionalità della nostra macchina amministrativa per dare risposte in tempi certi e celeri. Il lavoro svolto sulla programmazione territoriale, cui ho partecipato con l’angolo visuale del sindaco in passato, è il modello da seguire e che ci consentirà di assicurare la massima partecipazione della categorie, dei sindacati oltre che dei sindaci. Vogliamo creare un clima di fiducia reciproca tra i vari interlocutori, di dialogo costante per seguire i progressi passo dopo passo e misurare i risultati concreti nel tessuto sociale ed economico della nostra isola. C’è molto da fare – ha concluso Giuseppe Fasolino -, ma rafforzando le positività, lavorando sulle cose che non hanno funzionato, e con il contributo di tutti sapremo costruire una Sardegna capace di essere alla pari con le altre regioni italiane ed europee».

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Timori sull’effettivo rispetto della norma che richiede per i vertici amministrativi della struttura regionale il possesso della qualifica dirigenziale, acquisita secondo le modalità di legge e svolta per almeno cinque anni in strutture – pubbliche o private – di livello adeguato. Perplessità sulla scelta della Giunta di limitare a sei mesi la durata degli incarichi dei nuovi direttori generali, con scadenza al 31 dicembre 2019 (ad eccezione di un caso).

La segretaria generale dello SDIRS, Cristina Malavasi, ha scritto al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore del personale, Valeria Satta, per ricordare la necessità di trasparenza e di controlli rigorosi in particolare sulle nomine di soggetti esterni: «La legge riconosce alla Direzione politica la facoltà di scegliere i propri vertici amministrativi sulla base di un rapporto fiduciario, ma, a garanzia dell’interesse pubblico generale, limita questa scelta tra coloro che sono in possesso dei requisiti minimi per dirigere una struttura pubblica», scrive il sindacato dei dirigenti e direttivi della Regione Sardegna.

Perplessità anche sulla scelta di approvare le delibere di nomina dei 22 direttori generali (più il direttore del Centro Regionale di Programmazione) e di “congelarle” in attesa della verifica sui requisiti, affidata all’assessorato del personale: «Un’inversione logica e procedurale rispetto alle precedenti esperienze», scrive lo SDIRS. Il sindacato comunque ha preannunciato che «a tutela dei propri iscritti che hanno risposto agli avvisi per la copertura delle diverse Direzioni generali, a conclusione delle procedure in corso avvierà la richiesta di accesso agli atti».

Quanto poi alle nomine valide per soli sei mesi, «è difficile comprendere, data anche l’assenza di qualsivoglia motivazione, la logica che giustifica detta scelta – aggiunge lo SDIRS –. Qualunque valutazione della performance viene incentrata sul raggiungimento degli obiettivi assegnati in un arco temporale adeguato e, considerato che siamo già nel periodo estivo feriale, il semestre assegnato appare ancor più illogico e non funzionale rispetto alle esigenze operative delle strutture tecnico amministrative».

Nel documento datato 10 luglio 2019 c’è anche un richiamo alla «paradossale situazione che vede numerosi dirigenti privi di incarichi organizzativi, in taluni casi da oltre tre mesi, a fronte di una conclamata carenza di figure dirigenziali che si continua a tamponare, con innegabili disagi funzionali, con attribuzioni di servizi ad interim».

 

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«Serve una legge di riforma agraria in grado di fissare e determinare le linee guida di un nuovo Piano di Rinascita dell’agricoltura sarda. Linee guida che già trovano fondamento nelle dichiarazioni programmatiche presentate dal Presidente Solinas.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che ha ribadito la sua posizione in Consiglio regionale nel corso della discussione della mozione – firmatari Stefano Tunis e Valerio De Giorgi – che chiede all’Esecutivo l’adozione di una nuova legge di riforma agraria, la modifica e l’integrazione della legge regionale del 17 novembre 2010, n. 15, e la modifica, riorganizzazione e snellimento del sistema burocratico per dare un supporto reale agli operatori del settore.

Replicando nel merito, oltre a condividere l’urgenza di una nuova legge di riforma, l’assessore Gabriella Murgia ha spiegato che «diversi interventi contemplati dalla legge 15 possono essere ripresi e rifinanziati, aggiornandoli al mutato quadro normativo in materia di aiuti di Stato, e se necessario adeguandoli alle valutazioni emerse successivamente alla loro esecuzione». Quanto alla modifica, riorganizzazione e snellimento delle strutture dell’assessorato dell’Agricoltura e della governance delle agenzie regionali agricole Argea, Agris e Laore, sollecitato per alleggerire l’aggravio burocratico a carico delle imprese del comparto, «è già stato avviato un attivo e proficuo confronto interno, ma al momento nulla è stato definito».

«Una legge che riorganizzi le strutture preposte all’esercizio delle funzioni in materia di agricoltura – ha aggiunto l’assessore Gabriella Murgia – deve vedere il coinvolgimento massimo della Giunta e del Consiglio, delle Organizzazioni professionali agricole e delle parti sociali, e deve essere orientata da un lato a migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi erogati, ma dall’altro anche a garantire i lavoratori che al loro interno operano.»

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Dopo il successo dei Seminari di Musica, Canto e Danza Popolare andati in scena a Portoscuso dal 25 al 30 giugno, Mauro Palmas, direttore artistico di Mare e Miniere, torna dal vivo a Sant’Antioco il 13 luglio per la prima nazionale del suo nuovo album “Palma de Sols” che inaugurerà la terza edizione dell’Arena Fenicia Festival. La rassegna, che ospiterà tra gli altri Vinicio Capossela, Carl Brave ed un omaggio a Fabrizio De André della Polifonica Santa Cecilia con Antonella Ruggiero, si aprirà con l’atteso concerto del musicista e compositore sardo, per l’occasione, accompagnato da una formazione di ben dodici elementi composta da Simonetta Soro (voce), Fabio Rinaudo (cornamuse), Andrea Ruggeri (percussioni e batteria), Silvano Lobina (basso), Marco Argiolas (clarinetto e sax), Marcello Peghin (chitarre), Alessandro Foresti (pianoforte e organo) e gli Archaea Strings con Mauro Fabbrucci, Damiano Puliti, Riccardo Capanni e Marcello Puliti, ai quali si aggiungeranno alcuni ospiti d’eccezione. Mauro Palmas darà, così, vita ad un viaggio evocativo e senza tempo sulle antiche rotte del Mare Nostrum, testimone di molteplici destini e custode di inestimabili bellezze, ma anche teatro di indicibili sofferenze e veicolo di sogni e promesse di vita, tanto individuali quanto di interi popoli. Al centro della narrazione ci sarà, dunque, il Mediterraneo un tempo culla di civiltà diverse e di dialogo ed ora specchio di egoismi feroci ed intolleranza.

Da tempo immemorabile, in queste acque si addensano vite e destini che Mauro Palmas ha messo in musica traducendolo in composizioni suggestive e di grande lirismo, trasfigurando nelle pieghe del mito vicende che riguardano ancora le cronache dei nostri giorni. Ad incorniciare i brani il suggestivo dialogo tra corde, fiati e pianoforte sarà il racconto, scritto appositamente per questo lavoro da Maria Gabriela Ledda ed affidato alla voce di Simonetta Soro, che accompagnerà il pubblico attraverso quadri sonori di grande suggestione.
Pubblicato da Squilibri e molto apprezzato dalla critica nazionale, Palma de Sols è ispirato a Sant’Antioco, isola delle migrazioni per antonomasia, e intessuto nelle storie di quanti al mare affidano la propria vita e le proprie speranze, ai tanti che ce la fanno e ai troppi che invece vedono il proprio sogno frantumarsi tra le onde.  I protagonisti del racconto, Antoni e Adrià, assieme al timoniere Juan Edmond Ravel e al giovane mozzo Mohamed, sono in viaggio verso Palma de Sols dove si sono dati convegno i più grandi suonatori del mondo per una competizione senza eguali in onore di Sant’Antioco.

Il disco si apre con il Valzer degli increduli, un’accattivante melodia musicale a tempo di valzer, suonata tra liuto cantabile, organo ed organetto per accompagnare la danza vorticosa durante la festa in onore del santo “moro”. Ed è poi un susseguirsi continuo di suoni ed emozioni che prendono per mano l’ascoltatore e lo guidano alla scoperta di tutto un mondo: Éspero, a indicare la malinconia che accompagna l’inizio del viaggio, il tramonto e anche il vento di ponente; Juan Edmond Ravel, il mare aperto, l’audacia, la speranza e la musica nei pensieri del timoniere; Est, il desiderio di un ritorno a casa secondo nostalgie sempre fortissime, la struggente Suonata del corso, ispirata alla Corsicana, e poi a seguire ancora gli altri brani fino ai Gozos San Antìogo, l’unico brano cantato, affidato alla suadente voce di Simonetta Soro, esito di un lungo studio sui Cantìgas de Santa Maria, vale a dire oltre 500 componimenti popolari dedicati alla Vergine, per lo più voti per ottenere una liberazione o per guarire da qualche malattia.

Insomma, quello che andrà in scena il 13 luglio sarà evento unico e, per molti versi irripetibile.

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Ci sarà da ridere, questa estate, a Sarroch: in cinque serate, tra il 14 luglio ed il 23 agosto, ritorna a distanza di dodici anni Cabaret al Parco, la rassegna dedicata alla comicità che ha tenuto banco dal 2002 al 2007; un appuntamento divenuto subito di successo, e che nell’arco di sei edizioni ha portato nella cittadina costiera sul golfo di Cagliari nomi del calibro di Paolo Rossi, Antonio Albanese, Maurizio Crozza, Ficarra e Picone, Giobbe Covatta, Enrico Bertolino, Dario Vergassola, tra gli altri, non senza dare il giusto spazio ai talenti sardi, come i Lapola, Pino e gli anticorpi, BAZ.

Organizzata dalla cooperativa Forma e Poesia nel Jazz grazie al contributo del comune di Sarroch, è proprio con un artista isolano che Cabaret al Parco – ora con l’aggiunta del suffisso 2.0 nel titolo – riapre i battenti domenica prossima (14 luglio): all’Anfiteatro del Parco Pubblico, sede di tutte le serate (e tutte con inizio alle 21.30), riflettori puntati su Jacopo Cullin e il suo nuovo spettacolo, “È inutile a dire!”, che ha debuttato a fine aprile con tre sold out al Teatro Massimo della sua città, Cagliari. Affiancato da Gabriele Cossu e, per la parte musicale, da un decano dello spettacolo in Sardegna come Giampaolo Loddo, chitarrista, cantante, attore e autore dall’esperienza ultrasessantennale, Jacopo Cullin (di recente apprezzato anche sul grande schermo nei film “La stoffa dei sogni”, di Gianfranco Cabiddu, e come protagonista in “L’uomo che comprò la luna” di Paolo Zucca) si muove sapientemente tra ironia, comicità e riflessione su alcuni temi propri del nostro tempo: la società liquida, la fragilità delle relazioni e la costante crisi esistenziale che pervade l’essere umano.

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Venerdì 12 luglio, a partire dalle ore 17.00, nella sala conferenze dell’Horse country Ala Birdi di Arborea, si svolgerà l’assemblea di Confagricoltura “Quale futuro per l’Agricoltura, la Pac da Bruxelles alla Sardegna”.
Parteciperanno:
Paolo Mele, presidente Confagricoltura Oristano
Vincenzo Lenucci, area economica Confagricoltura
Gabriella Proietti, Caa Confagricoltura
Felice Assenza, Direttore generale delle politiche internazionali e dell’Ue
Gabriella Murgia, assessore regionale Agricoltura
Christian Solinas, presidente Regione Sardegna
Massimiliano Giansanti, presidente nazionale Confagricoltura.

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«Differenziare il contributo al Conai a carico dei produttori e degli utilizzatori secondo la qualità dell’imballaggio prodotto o utilizzato, così da disincentivare la produzione di imballaggi difficilmente riciclabili.»

E’ la proposta dell’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, coordinatore della commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni, durante l’audizione odierna presso la commissione Ambiente della Camera dei deputati, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sui rapporti tra il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) e l’Anci, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.

«E’ anche opportuno – ha aggiunto l’assessore Lampis – introdurre una serie di parametri per la fissazione dei corrispettivi che i consorzi di filiera versano ai Comuni, tenendo conto della percentuale di raccolta differenziata e del quantitativo complessivo di rifiuti gestiti, superando quindi l’attuale modalità che prevede invece un corrispettivo fisso seppur differenziato per frazioni. Diventa cruciale stabilire un corretto valore per tale contributo, estremamente basso se confrontato con quello applicato in altri paesi europei.»

«Le Regioni non sono coinvolte – ha sottolineato l’assessore della Difesa dell’Ambiente – non essendo tra le parti contraenti, in quanto l’accordo è stipulato tra Anci e Conai. Per superare le criticità sul fronte dell’efficace utilizzo delle risorse per progetti territoriali, di comunicazione locale e di banca dati ed osservatorio degli enti locali, occorre valorizzare proprio il ruolo delle Regioni, come intermediari tra Comuni e Conai, in accordo con Anci regionale. Così da diffondere le iniziative di comunicazione del Conai e dei consorzi di filiera. Inoltre, è importante che il Conai confermi e implementi fra le sue azioni la possibilità di finanziare una progettualità regionale di area vasta.»

«Insomma – ha concluso Gianni Lampis – aumentare le percentuali di raccolta differenziata è obbiettivo comune, compreso e condiviso dalle stesse Regioni. I Comuni possono e devono avere maggiori contributi per poter migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata. Le Regioni, che da anni hanno maturato un’esperienza su larga scala di gestione del ciclo dei rifiuti, daranno tutta la propria disponibilità, sia all’Anci che al consorzio Conai, perché insieme si possano veramente raggiungere quantità elevate di raccolta differenziata.»

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Piazza Roma a Carbonia, piazza Venezia a Cortoghiana e piazza Santa Barbara a Bacu Abis, ospiteranno nei mesi di luglio e agosto la manifestazione “Carbonia Summer Sport Contest 2019”.

«Si tratta di un evento inedito – denominato Carbonia Summer Sport Contest 2019 – attraverso il quale intendiamo favorire la pratica dello sport e il divertimento collettivo, coinvolgendo enti, federazioni e associazioni sportive, oltre a soggetti che operano nel volontariato con finalità di tipo ricreativo», ha detto il sindaco Paola Massidda.

«La prima edizione del Carbonia Summer Sport Contest 2019 potrà svolgersi in giornate stabilite dall’organizzatore – ad eccezione del mercoledì – consentendo agli operatori partecipanti di ruotare la loro presenza, di volta in volta, nelle tre diverse sedi della manifestazione – ha sottolineato l’assessore dello Sport Valerio Piria -. A tal fine, l’Amministrazione comunale intende individuare il soggetto promotore dell’iniziativa, il quale dovrà garantire la pianificazione, il coordinamento e lo svolgimento delle attività proposte, che potranno spaziare dalle gare di danza agli spettacoli all’aperto, dalla musica agli stand fieristici e alle attività di food.»

I soggetti che potranno partecipare alla manifestazione di interesse per la ricerca di un soggetto promotore della prima edizione del “Carbonia Summer Sport Contest 2019” sono associazioni sportive, enti di promozione sportiva e federazioni sportive.

Il plico contenente la documentazione dovrà pervenire all’Ufficio Protocollo di via Roma entro le ore 12.00 del 15 luglio 2019, indicando nell’oggetto della busta il seguente testo: “Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la ricerca di un promotore per l’organizzazione del Carbonia Summer Sport Contest 2019”.

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Prosegue incalzante l’attività estiva dell’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno che venerdì 12 luglio 2019, a partire dalle ore 22.00, sarà presente ad Iglesias con ben tre nuovi progetti, nell’ambito della manifestazione “NOTTEGGIANDO”, shopping, musica, cultura, spettacolo e mercatini per le vie del Centro Storico, a cura del Centro Commerciale Naturale “Centro Città” con il contributo del comune di Iglesias.

Una serata speciale, serrata ed intensa  che vedrà su tre diversi palchi, artisti ed autori che da tempo lavorano sulle sonorità cubane con risultati originalissimi, conquistando il gradimento di pubblico e critica.

Nel dettaglio si esibiranno: Anabelle Rodriguez e Stefano Casti con “Il live di Anabelle” in Piazza Lamarmora,  il gruppo Sones De Cuba in Via Cagliari ed il duo Guillermo Espinosa – Yoris Beltran con “Piel Canela” in Piazza Pichi.

“Il live di Anabelle” è un sentito e prezioso omaggio alla rivisitazione del son, della salsa, della bachata e del merengue: nuclei sonori da cui gli artisti partono per allargare i consueti orizzonti tradizionali, amalgamando ritmi cubani con matrici spagnole e afro-americane. Mescolanze, sperimentazione, virtuosismi, accompagnano l’inimitabile voce di Anabelle Rodriguez in uno spettacolo che gioca con l’ibridazione musicale tra tradizione, contemporaneità e folklorico.

Anche la performance “Piel Canela” di Guillermo Espinosa e Yoris Beltran, offre al pubblico uno spaccato sonoro caraibico di altissimo livello, in cui gli artisti approfondiscono lo studio della Timba, esplorando influenze andine in accostamenti musicali frutto di anni di studio e ricerca. Guillermo Espinosa, che ormai da qualche anno vive in Italia, canta salsa sin dalla più tenera età con innato talento arricchito poi nel tempo da passione e ricerca. “El Guille”, infatti, negli anni ha sviluppato e perfezionato le sue doti, offrendo così al pubblico favolosi concerti all’insegna del ritmo coinvolgente e divertimento. Già fondatore del gruppo Tabaco y Salsa, infine, è salito agli onori delle cronache e critica musicale come voce solista dell’orchestra La Maxima 79, di cui fa parte anche Yoris Beltran.

I Sones de Cuba poi, con la splendida voce di Petra Haluskova accompagnata da Ausilio Camboni al piano e Rinaldo Pinna al basso, tratteggeranno un percorso sonoro sul filo del bolero, del son e cha cha cha, mirato a coinvolgere il pubblico nelle emozioni e nel movimento spontaneo. Il trio già da tempo anima con successo le più belle notti musicali isolane dedicate ai ritmi latini, per un viaggio alla scoperta di Cuba, dove la musica non è intesa solo come espressione artistica, bensì come compagna fedele di vita, tra passione, voglia di libertà e ballo.

Tutti e tre i concerti si inseriscono nell’ampio progetto “Sardegna e Cuba si incontrano” che da oltre dieci anni l’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno sviluppa in ambito nazionale e internazionale, affiancata e sostenuta da prestigiosi partner privati ed istituzionali, tra cui la Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali Informazione Spettacolo e Sport.

 

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Export regionale in netta frenata in Sardegna. Nel primo trimestre dell’anno in corso, al netto del settore petrolifero, il volume complessivo dell’export regionale si è fermato a 219 milioni di euro, segnando un calo tendenziale del -2,9% rispetto allo stesso periodo 2018. Le cose non vanno meglio se si include anche il comparto petrolifero che, con una contrazione del – 20,9%, ha portato l’export complessivo a poco più di un miliardo di euro, determinando un calo tendenziale del -17,8%.

A contenere, anche se parzialmente, il crollo del comparto petrolifero (219 milioni di euro in meno nel primo trimestre 2019), va evidenziato il buon risultato dell’export agroalimentare che, dopo un triennio in calo e un disastroso 2018 (-17,8%), nel primo trimestre 2019 ha dato segnali di inversione di rotta: rispetto al primo trimestre del 2018 il bilancio è di un milione di euro in più, pari ad una variazione tendenziale del +4,2%.

Tabella 1 – Export regionale (milioni di euro) e variazione percentuali tendenziali

2015 2016 2017 2018 2018

I trim

2019

I trim

Variazione percentuale
2015 2016 2017 2018 I trim 2019
Prodotti agricoli, silvicoltura e pesca 10 12 13 18 2 3 30,4% 20,0% 8,3% 38,5% 44,9%
Industria estrattiva 57 55 58 63 16 12 -20,1% -3,5% 5,5% 8,6% -23,4%
Settore Agroalimentare 196 182 180 148 40 41 13,8% -7,1% -1,1% -17,8% 4,2%
Tessili e abbigliamento, pelli 19 20 21 20 6 5 4,2% 5,3% 5,0% -4,8% -14,9%
Legno e carta 30 26 24 23 6 6 8,0% -13,3% -7,7% -4,2% -3,0%
Industria petrolifera 3.910 3.423 4.427 4.763 1.049 829 3,0% -12,5% 29,3% 7,6% -20,9%
Industria chimica e farmaceutica 169 141 221 281 67 64 -20,6% -16,6% 56,7% 27,1% -5,0%
Plastiche non metallifere 23 19 17 20 4 5 -17,4% -17,4% -10,5% 17,6% 9,3%
Industria metallurgica 191 196 221 240 51 52 7,0% 2,6% 12,8% 8,6% 1,1%
Elettronica, ottica e apparecchi elettrici 20 16 22 22 5 4 -30,8% -20,0% 37,5% 0,0% -13,3%
Altri macchinari 48 39 56 52 11 6 4,8% -18,8% 43,6% -7,1% -42,5%
Mezzi di trasporto 18 35 77 32 7 14 -51,6% 94,4% 120,0% -58,4% 98,5%
Altro manifatturiero 4 8 8 4 1 1 13,3% 100,0% 0,0% -50,0% -3,3%
Energia e trattamento rifiuti 21 30 19 27 6 2 8,2% 42,9% -36,7% 42,1% -61,2%
Altro 8 7 6 25 5 4 37,6% -12,5% -14,3% 316,7% -8,2%
Totale 4.723 4.209 5.371 5.738 1.276 1.048 1,6% -10,9% 27,6% 6,8% -17,8%
Totale senza petrolifero 812 786 944 975 227 219 -5,0% -3,2% 20,1% 3,3% -2,9%

Fonte: Elaborazioni Cna Sardegna su dati Istat

Sebbene incoraggiante, si tratta soltanto di un timido segnale di recupero, e rimangono distanti i brillanti risultati del triennio 2012-2015, quando, anche beneficiando di un cambio favorevole, la domanda USA aveva trainato l’export agroalimentare sardo ad un ritmo medio annuo del +12,3% (la performance più brillante tra le regioni italiane).

Nella fase attuale, invece, i prodotti sardi sembra abbiano beneficiato marginalmente di una congiuntura tornata favorevole, realizzando dinamiche di crescita assai distanti da quelle di Molise (+30,4%), Piemonte (17,8%), Emilia (12,3%) e Marche (12,2%). Con un +4,2% la Sardegna rappresenta l’undicesima regione per intensità di crescita dell’export agroalimentare. Il dato rimane comunque significativo, evidenziando il consolidamento di un comparto strategico per l’economia regionale che, al netto del settore petrolifero, vale un quinto dell’export manifatturiero isolano.

Ma quali sono i fattori che hanno determinato la ripresa? Non l’inversione di tendenza delle destinazioni tradizionali; l’export agroalimentare verso USA, Germania e Francia, infatti, conferma un andamento in calo anche nei primi tre mesi del 2019. La nuova fase di crescita dell’export agroalimentare trova spiegazione nella prepotente affermazione di due nuovi mercati di sbocco: in Europa, è interessante l’incremento del mercato spagnolo che, passando dagli 1,8 miliardi di euro del primo trimestre 2018 ai 3,2 miliardi dell’anno in corso (+82%), è diventato il secondo mercato per volume di export dopo gli Stati Uniti. Tuttavia, è da evidenziare la crescita continua del mercato cinese, passato dai 446 milioni di euro dei primi tre mesi dell’anno scorso a 1,5 miliardi, un mercato che, nell’arco di un anno, è praticamente triplicato, facendo della Cina il quinto partner commerciale in termini di volumi importati, subito dopo Germania e Francia.

Il comparto lattiero-caseario rappresenta attualmente circa il 60% dell’export agroalimentare sardo. Dal 2015 (anno di picco) al 2018, i prodotti caseari hanno perso un terzo del volume dell’export (da 136,2 milioni di euro a 91,4) registrando una caduta verticale proprio tra 2017 e 2018 (-24%). Ma i dati del primo trimestre 2019 mettono in evidenza timidi segnali di ripresa: dai 24,7 milioni di euro del primo trimestre dell’anno scorso, l’export di prodotti caseari è passato a 25,7 milioni, una variazione su base annua dell’1,5%. Il contributo più rilevante alla crescita dell’agroalimentare nella prima parte del 2019, tuttavia, è venuto dal comparto delle carni lavorate che rispetto al primo trimestre 2018 ha visto raddoppiare le vendite all’estero.

Tornando al settore caseario, la ripresa della domanda statunitense (circa il 73% della domanda) è senza dubbio una questione rilevante, ma da ribadire è la rapida affermazione di nuovi mercati di sbocco, ed in particolare di Cina e Spagna.

Se nel primo trimestre 2019 il mercato statunitense ha registrato, rispetto alla prima parte del 2018, un aumento di 371mila euro (+2,1%), le esportazioni lattiero-casearie verso la Cina sono aumentate di 426mila euro e di 358mila quelle verso la Spagna. Nell’arco dell’ultimo anno la capacità di assorbimento di questi due mercati di sbocco è passata da pochi decimi di punto a quasi il 2% dell’export sardo di prodotti caseari.

«In un quadro generale abbastanza problematico, che al netto del settore petrolifero misura una contrazione del volume di export del -2,9% (-17,8% con il petrolifero), la crescita del comparto agroalimentare (+4,2%) costituisce un segnale importante – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. In quest’ambito assume grande rilevanza sia la rapida affermazione di nuovi mercati di sbocco, tra cui Cina e Spagna, sia il forte incremento dell’export di carni lavorate. Sebbene l’osservazione dei dati di un solo trimestre non sia sufficiente a definire con certezza una mutazione di scenario, si può esprimere una valutazione di prudente ottimismo. La diversificazione geografica e di prodotto è fondamentale per ridurre i rischi provenienti dalla fluttuazione dei prezzi delle materie prime e dei tassi di cambio, oltre che da politiche commerciali sfavorevoli messe in atto da importanti partner commerciali come gli USA. Gli scenari di mercato evidenziano bene quanto oggi sia fondamentale investire sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie. I buoni risultati del comparto delle carni lavorate sono decisamente incoraggianti, e qualcosa di positivo si rileva anche per le produzioni regionali di qualità del settore pastaio e dei prodotti da forno, mentre sono ancora molto poco conosciute all’estero ed hanno un ampio potenziale di crescita prodotti di elevata qualità del comparto enologico ed oleario.»