19 November, 2024
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«Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall’Unesco nel 1998 come il primo parco al mondo della rete dei geositi-geoparchi, ancora oggi, ventuno anni dopo questo importante riconoscimento, non ha assunto le importantissime funzioni di guida, coordinamento, promozione e valorizzazione del territorio alle quali ambiva. Il suo ruolo purtroppo è rimasto marginale, e ciò è dovuto in particolar modo alla sua struttura organizzativa. La mancanza di un intervento di riforma del Consorzio del Parco rischia di vanificare le lotte, le speranze e le aspettative riposte dai cittadini. Per questo è necessario dare nuova vita al Parco geominerario attraverso una serie di provvedimenti, a partire dalla rimozione delle sovrapposizioni di ruoli e di competenze che negli anni ne hanno limitato la crescita.»

Punta all’efficienza ed all’azione concreta la consigliera regionale del M5S Carla Cuccu, prima firmataria di una mozione che ha il grande obiettivo di dare nuova vita al Parco geominerario. Un atto presentato dell’esponente dei Cinquestelle in concomitanza con la visita delle Commissarie scelte dall’Unesco Global Geoparks per controllare l’attività in Sardegna.

In particolare, Carla Cuccu fa notare un’incongruenza nell’assegnazione delle competenze: «Sarebbe stato opportuno istituire sin dall’inizio il Parco Geominerario nell’ambito del Ministero dell’Industria (l’attuale ministero dello Sviluppo Economico) anziché in quello del ministero dell’Ambiente. In questo modo si è generata una confusione di competenze e di ruoli che ha creato notevoli problematiche di carattere gestionale e organizzativo, facendo percepire il Parco Geominerario come un ostacolo e non come un’opportunità per lo sviluppo del territorio».

La mozione promossa da Cuccu impegna il presidente Christian Solinas, la Giunta, l’assessore dell’Industria e l’assessore della Difesa dell’Ambiente ad avviare quanto prima un dialogo costruttivo con le amministrazioni competenti ed i soggetti interessati. Il ruolo del Consorzio del Parco sarà quello di un’agenzia di sviluppo alternativo e sostenibile, con funzioni di guida, coordinamento e promozione delle attività e dei soggetti regionali e comunali che devono concorrere alla riqualificazione e alla valorizzazione delle aree minerarie dismesse della Sardegna.

Carla Cuccu chiede, infine, che la Regione Sardegna solleciti stanziamenti nazionali adeguati per consentire al Consorzio del Parco di disporre di un organico qualificato e sufficiente e per supportare i Comuni nel loro indispensabile ruolo di gestione e valorizzazione delle strutture museali locali.

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Proseguono gli appuntamenti musicali organizzati dall’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno che venerdì 2 agosto 2019, a partire dalle ore 21.00 in via Cagliari, sarà nuovamente presente ad Iglesias con un imperdibile live, nell’ambito della manifestazione “Notteggiando”, shopping, musica, cultura, spettacolo e mercatini per le vie del Centro Storico, a cura del Centro Commerciale Naturale “Centro Città” con il contributo del comune di Iglesias.

Si tratta del concerto “Azzurra – A Light Blue Trio” che porta la firma di uno dei talenti più interessanti del panorama musicale isolano, Azzurra Parisi, giovane vocalist e musicista dall’inesauribile energia e qualità performatiche.

Il concerto, Azzurra Parisi voce solista – Federica Parisi Cajon e cori – Daniele Serpi piano/rhodes e cori, è un’inebriante viaggio tra i generi più disparati, in cui si intrecciano melodie soul, country, blues a ritmi swing e rock’n roll. La musica d’impatto e la voglia di ballare che questi generi trasmettono, si coniugano armoniosamente ai contenuti delle liriche che portano messaggi sociali e umani di alto valore.

Racconta Azzurra Parisi: «Molti temi del mio repertorio si riferiscono ad un percorso personale che ho fatto di introspezione, legata alla spiritualità e al valore immenso di credere in noi stessi. Nel guardarsi dentro, gestirsi, nel proiettarsi all’esterno per positività e poterla ricevere di nuovo positiva e pulita. Molti dei miei brani parlano di questo, di un lavoro interiore, poi c’è qualche brano d’amore, che non poteva mancare! E ovviamente affronto anche temi legati al sociale, di come le persone siano cambiate seguendo i meccanismi del sistema, temi a cui tengo molto e che fanno anche parte della black music».

Azzurra nasce artisticamente nel 2013 quando, dopo oltre 10 anni di concerti come solista, corista turnista, e Musicals portati in scena con alcune delle bands e compagnie teatrali di spicco sarde, decide di dedicarsi all’auto-produzione del suo primo prodotto discografico. Nel 2014 pubblica gratuitamente online un EP di 7 tracce intitolato “Blue Eyed Soul” che spazia tra i numerosi sotto-generi della Black Music e riscuote discreto successo nell’ambiente indipendente italiano, aggiudicandosi l’attenzione di addetti ai lavori (Hip Hop Tv, MEI Faenza, radio nazionali ed indipendenti) ed amanti del genere. Nel 2017 auto-produce il secondo lavoro discografico, dal titolo “My Sides”, molto meno elettronico e ricco di influenze Nu Soul e Jazz. Azzurra, accompagnata da turnisti d’eccezione, o con il suo affiatatissimo progetto acustico “Blue Eyed Soul Trio”, si esibisce nei festival più rinomati nel panorama sardo (Mondo Ichnusa, Nora Jazz, Jazz Expo’) e nei Clubs di tutta la Sardegna riscuotendo sempre grande apprezzamento ed attenzione.  La dimensione acustica diventa effettivamente la formula con cui l’artista, tra solidi grooves e pregiate soluzioni armoniche, trova la sua perfetta forma espressiva e comunicativa.

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«Ho incontrato una comunità che chiede alla politica regionale di non essere abbandonata. Perciò, d’intesa col presidente Solinas, chiederemo al Governo nazionale il riconoscimento dello ‘stato di emergenza’, auspicando ampia condivisione e sostegno da parte della politica regionale e nazionale.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, a Siniscola, durante il colloquio con il sindaco Gianluigi Farris e l’intera Amministrazione comunale, prima di effettuare un sopralluogo nelle aree interessate dall’incendio delle ultime ore.

«Circa 600 ettari andati in fumo, danni alle infrastrutture tecnologiche e aziende agricole fortemente danneggiate, senza pecore, foraggio e stalle – ha evidenziato l’assessore Gianni Lampis -. Bisogna lavorare anche sui piani comunali di protezione civile e sui sistemi di evacuazione degli animali dislocati nell’agro. Infatti, ogni animale che muore in Sardegna per gli incendi è una famiglia che rischia di non avere più il pane per la propria tavola. Non possiamo accettarlo.»

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«Il tavolo tecnico è servito a fissare un punto importante nella vertenza energetica e industriale della Sardegna, ovvero l’impossibilità, visti i ritardi del piano di metanizzazione e degli altri obiettivi previsti nella Sen (Strategia energetica nazionale) come nel Pniec (Piano nazionale energia e clima) e nel Pears (Piano energetico ambientale regionale), di fissare la data di uscita dal carbone al 2025.»

Lo hanno detto Cgil, Cisl e Uil al termine del tavolo convocato al Mise. Per tutta la durata della riunione una delegazione di lavoratori ha atteso sotto il palazzo del Mise l’esito dell’incontro giudicato complessivamente positivo da Cgil, Cisl e Uil: «Il riconoscimento da parte del direttore generale del Mise che non si può fissare quella data oggi perché non si conoscono gli iter progettuali e autorizzativi delle opere da realizzare e la stessa ammissione dell’importanza della fonte metano per la Sardegna, rappresenta un passo importante ma è chiaro che nei prossimi tavoli previsti per settembre vigileremo sul prosieguo della discussione e continueremo a sollecitare un confronto politico per capire se il governo nazionale intende rispettare gli accordi sul piano di metanizzazione e dare risposte concrete alle richieste del sindacato su energie e industria».

«La continuità produttiva dell’industria in Sardegna e le sue potenzialità di crescita – nel settore metallurgico così come nella chimica verde, nelle attività manifatturiere dall’agroindustria alla ceramica – sono legati alla stabilità e sicurezza della della rete elettrica – hanno spiegato i sindacalisti – e questo può essere garantito solo attuando gli accordi già sottoscritti sul piano di metanizzazione, con la dorsale e la rigassificazione, accompagnando l’uscita dal carbone con adeguati piani di riconversione degli impianti di produzione elettrica.»

In conclusione, Cgil, Cisl e Uil prendono atto positivamente dell’impegno da parte del Mise di attuare un programma specifico per la Sardegna che contempli la realizzazione della pluralità di interventi infrastrutturali necessari per dotare l’Isola di un sistema moderno, efficiente, sostenibile, che punti alla riconversione degli impianti di produzione esistenti e garantisca ai sardi la disponibilità di energia alle stesse condizioni del resto del Paese, superando le attuali penalizzazioni. Solo così potrà essere fissata una data obiettivo per il phase out dal carbone, che ovviamente non potrà considerare il 2025 come data ultima ma prevedere un termine congruo per tutti gli interventi da realizzare: da questi punti condivisi oggi al tavolo ripartirà il confronto a settembre.

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«Chiederemo all’assessore Mario Nieddu di bloccare i bandi del 19 luglio scorso che consentono sulla carta anche agli psicologi di dirigere i centri di salute mentale. Con tutto il rispetto per questa importante professione riteniamo che ci debba essere uno psichiatra al vertice di strutture come queste. E lo dico da medico, prima ancora che da presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale che si sta occupando di tracciare il riordino della materia, in stretta collaborazione con l’assessore. Questa è una commissione che sino a oggi ha lavorato unita per affrontare i problemi, non ha fatto parti politiche.»

Parole dell’on. Domenico Gallus, a capo del “parlamentino” della Sesta commissione che ieri ha audito la professoressa Liliana Lorettu (direttrice della Clinica psichiatrica dell’Università di Sassari), Graziella Boi (Direttrice del centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici correlati ad alcol e gioco d’azzardo, Cagliari) e Chicco Trincas (direttore del servizio psichiatrico del sud Sardegna.

I tre professionisti, anche in rappresentanza di un vastissimo numero di colleghi sin sono rivolti alla commissione Sanità per segnalare «l’enorme difficoltà di funzionamento del servizio» e hanno denunciato «accorpamenti effettuati senza criterio con gravissimi disagi per i pazienti e per le loro famiglie». In questo scenario «la Sardegna conta il più alto numero di suicidi in Italia rispetto alla popolazione mentre in mancanza di strutture territoriali i pazienti arrivano in emergenza al Servizio psichiatrico, con evidente e pericoloso sovraffollamento».  

In commissione Sanità sono stati auditi anche i medici di famiglia che fanno parte del Simeg e del Sigm, rappresentati dal dottor Carlo Piredda.

A seguire, l’associazione Audiente Onlus con la presidente Luisa Guarenti, che ha portato all’attenzione dei commissari il problema della riabilitazione dei bambini sardi affetti da sordità (una ventina di casi ogni anno) e ha ricordato l’importanza dello screening neonatale e della diagnosi precoce. «Il rischio – ha detto Alfio Desogus, presidente Fish Sardegna – è che la sordità non curata provochi il mutismo e quindi l’handicap. Il diritto alla parola è costituzionalmente garantito e deve essere assicurato a tutti.»

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Artigianato, formazione professionale, istruzione inclusiva, promozione culturale e territoriale, rafforzamento dei rapporti fra enti ed organizzazioni dei due territori, questi i campi di intervento del progetto di cooperazione con la Bielorussia sostenuto dalla LR 19/96 che in questi giorni vede una serie di attività realizzarsi contemporaneamente in Sardegna, in un rapporto sinergico con iniziative di scambio professionale avviate fra specialisti sardi e bielorussi.

La collaborazione con il Palazzo dell’Arte di Bobruysk (cittadina bielorussa di 240.000 abitanti) ha portato nei giorni scorsi in Sardegna 5 artigiani che hanno allestito lo stand bielorusso alla Fiera dell’Artigianato Artistico di Mogoro dove sarà possibile ammirare sino al primo settembre una serie di manufatti di artigianato bielorusso in legno, lino, cartoncino, lana ed altri tessuti.

Le attività di formazione realizzate in territorio bielorusso dall’ente di formazione “Sardegna Global” di Minsk in possesso dell’accreditamento statale hanno portato all’individuazione dei 5 migliori allievi che dagli inizi di luglio stanno avendo l’opportunità di svolgere un tirocinio formativo estivo in una primaria struttura 5 stelle dell’Isola .

Nell’ambito di questa intensa attività progettuale, lo scorso 29 luglio si è svolto un incontro di lavoro presso il Servizio Rapporti internazionali e con l’Unione europea, nazionali e regionali della Direzione Generale della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna che cura il monitoraggio delle progettualità LR 19/96 alla quale hanno partecipato gli artigiani bielorussi Lutsyia Rudakouskaya, Natallia Kulikova,  Siarhei Silich, Hulnara Kachan ed il direttore del Palazzo dell’Arte di Bobruysk Ina Novikavai e gli allievi dell’Ente di formazione “Sardegna Global” di Minsk in tirocinio formativo in Sardegna Darya Zuyeva, Aleksei Dolidovich, Darya Saroka, Hanna Kazak, Dziyana Aleinik.

Il direttore del Servizio Rapporti internazionali e con l’Unione europea, nazionali e regionali d.ssa Giovanna Medde unitamente ai collaboratori d.ssa Simona Pilleri e dott. Marco Crotti, ha accolto non solo gli ospiti bielorussi in trasferta ma anche il gruppo di lavoro composto dal presidente dell’Associazione Cittadini del Mondo nonché Console onorario bielorusso in Sardegna Giuseppe Carboni, il giovane Ihar Likhtarovich, che dall’età di 7 anni è stato ospitato nell’ambito del progetto Chernobyl da una famiglia sarda, e che dopo l’adozione si è trasferito stabilmente in Sardegna dove ha aperto il suo laboratorio di lavorazione del legno, riprendendo i rudimenti dell’arte artigiana imparata da bambino in patria, trasformandola in una occasione di realizzazione professionale facendo una splendida sintesi fra tradizioni sarde e bielorusse, Irina Razuvanava cooperante bielorusso punto di riferimento nell’organizzazione del progetto Chernobyl, Carlo Altea segretario dell’Associazione Cittadini del Mondo organizzazione capofila del progetto di cooperazione, Luciano Bonino, stimato stilista ed artigiano della moda che sarà protagonista di alcune delle attività progettuali in territorio bielorusso.

Alla conclusione dell’incontro di monitoraggio sono stati consegnati agli artigiani e ai giovani tirocinanti bielorussi gli Attestati di partecipazione alle attività progettuali.

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Oggi nella sala conferenze della biblioteca regionale, a Cagliari, è stato presentato in conferenza stampa il progetto Memory Wefts, finanziato tramite Bando IdentityLAB_2 internazionalizzazione delle imprese culturali sarde e alla valorizzazione del patrimonio identitario della Sardegna – Regione Autonoma della Sardegna- Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e Bando ROL (Arte, Attività e beni culturali) della Fondazione di Sardegna per l’annualità 2019.

Un progetto dell’ATI TRAMAS, formata da Teatro Tragodia di Mogoro (capofila), l’Effimero Meraviglioso di Sinnai e ditta Luigi Spano, ideato e progettato in collaborazione con Lara Melis e Ismaele Marongiu.

Il progetto, dal nome inglese che significa Trame di Memoria, ha come obiettivo quello di riscoprire la storia locale raccontando la tessitura tradizionale sarda ad un pubblico internazionale attraverso uno spettacolo teatrale evocativo, multidisciplinare, fatto di gesti, danze e di suoni, ispirato al racconto “Il cervo in ascolto” di Salvatore Cambosu, che narra in chiave allegorica la nascita delle varie tradizioni tessili della Sardegna.

Il cuore del progetto è lo spettacolo Istós (in  greco telaio),  composto da vari prodotti culturali che consentono agli spettatori di entrare completamente nel mondo delle tessitrici sarde da diverse prospettive. Parti essenziali del progetto sono: lo spettacolo in sé e la musica inedita realizzata ad hoc per lo spettacolo e suonata dal vivo; le scenografie, costruite anche con tappeti e arazzi realizzati da una selezione dei migliori artigiani del settore, che diventeranno una mostra visitabile sul palco alla fine dello spettacolo; i costumi, ispirati alle varie tradizioni tessili dell’Isola; uno show realizzato con la penna grafica che verrà proiettato durante lo spettacolo per stupire il pubblico; il Mondo Nuovo (strumento di pre-cinema), che sarà visionabile prima e dopo lo spettacolo.

Fiore all’occhiello del progetto è il videogioco narrativo, la cui pubblicazione sulle piattaforme Android e IOS è prevista per dicembre 2019,  che porterà l’utente in un viaggio alla scoperta della tessitura tradizionale sarda attraverso un percorso fatto di luoghi, personaggi e tradizioni identitarie della Sardegna.  Legato allo spettacolo teatrale, è anch’esso ispirato al racconto di Cambosu ma ambientato in epoca contemporanea. Il videogioco sarà progettato anche in ottica turistica e promosso nei vari luoghi dell’Isola protagonisti del viaggio interattivo.

«Abbiamo voluto dare dei tratti innovativi al videogioco inserendo tra i personaggi  delle persone reali», sottolineano i progettisti Ismaele Marongiu e Lara Melis. «Gli utenti potranno contattarle e incontrarle di persona, per prenotare una visita guidata o un’altro tipo di esperienza che gli consenta di conoscere meglio i luoghi di questo viaggio e quindi la cultura identitaria dell’Isola.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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«Il rilancio del Meridione, attraverso uno specifico Piano concordato con le parti sociali, è una necessità sempre più improcrastinabile, dettata dai segnali di forte crisi che vengono dal Sud del Paese. Ben venga, quindi, l’inserimento nella prossima manovra economica di un organico ‘Piano per il Sud’ che vada a intervenire sulle tante criticità che insistono sul Mezzogiorno, quali l’alto tasso di disoccupazione, con il dato record di quella giovanile, il crollo del PIL pro capite, il forte deficit infrastrutturale, sia con riferimento alle reti fisiche che a quelle digitali, il calo dell’export e la frenata fatta registrare dalla crescita del numero delle imprese.»

Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina, intervenendo al tavolo di confronto con le parti sociali sul Piano per il Sud, svoltosi a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

«Quello che a nostro avviso bisogna fare a livello politico, inoltre, è continuare a lavorare per andare a rovesciare il triste paradigma comune che vede il Sud del Paese come un peso e andare invece nella direzione di considerare il nostro Mezzogiorno come una risorsa ineguagliabile, in termini ad esempio di turismo, ma anche e soprattutto in ragione delle numerose eccellenze agroalimentari che esso esprime e che sono un vero e proprio vanto del Made in Italy nel Paese, in Europa e nel mondo», ha aggiunto Franco Verrascina.

«In tal senso, possiamo e dobbiamo considerare il grande ruolo giocato dal primario del Meridione, che se adeguatamente supportato può rappresentare il vero volano di una sicura ripresa economica, nonché un elemento di coesione sociale, fondamentale per la tenuta dei territori, e in modo particolare di quelli svantaggiati», ha aggiunto il presidente della Copagri.

«Un ‘Piano per il Sud’ non può quindi prescindere da misure che favoriscano l’accesso al credito delle aziende agricole e il supporto all’internazionalizzazione, così come da interventi per la semplificazione e per la sburocratizzazione; analoga attenzione andrà destinata al ricambio generazionale e alla gestione delle risorse idriche», ha concluso Franco Verrascina.

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Mirtò punta sempre di più sulla Sardegna. Un marchio che diventa incubatore di eccellenze artigiane, promotore di iniziative e veicolo di marketing per i campioni della manifattura artistica dell’Isola. Nasce da qui l’accordo tra il Festival internazionale del mirto, il comune di Samugheo e la Confartigianato Gallura. Una partnership che punta dritta alle iniziative di Mirtò, a partire da Ollolai dove il 10 agosto ci sarà la presentazione ufficiale del Festival del mirto e che si svolgeranno tra Olbia e Porto Rotondo. Un inizio a suo modo emblematico, significativo dell’idea di Mirtò di valorizzare i paesi dell’interno. Progetti sostenuti dal sindaco di Olbia, Settimo Nizzi e dall’assessore della Cultura, Sabrina Serra. Nasce così un vero e proprio Expò itinerante che valorizza i borghi della Sardegna, i piccoli paesi dell’entroterra, portando l’artigianato al centro della scena turistica. A cominciare dall’accordo con Samugheo, che ha visto come promotore Valerio Oliva, artista.

«Partendo da Tessingiu, la mostra dell’artigianato artistico di Samugheo inaugurata la scorsa settimana, abbiamo accolto l’invito di Mirtò per portare ad Olbia la nostra tradizione dell’artigianato tessile, ma anche ceramica, legno e ferro – spiega il sindaco Antonello Demelas -. Saremo rappresentati da una selezione dei migliori interpreti della nostra tradizione dell’artigianato di qualità: oltre al tessile avremo la coltelleria, l’oreficeria e la cestineria. Olbia per noi rappresenta una scommessa, è una piazza turistica molto importante nella quale potremo raggiungere un pubblico nuovo. Samugheo potrà farsi conoscere per le sue eccellenze.»

Un progetto condiviso da Confartigianato Gallura, grazie alla collaborazione tra il presidente Giacomo Meloni, il segretario Federico Fadda e Piermario Pirina, maestro del legno, artigiano molto conosciuto in Costa Smeralda, che fa parte del direttivo di Mirtò.

«La nostra collaborazione con Mirtò nasce sulla base del progetto di valorizzare le imprese dell’artigianato artistico di qualità, vogliamo raccontare questo mondo, la sua identità, il patrimonio culturale che riveste per il nostro territorio – sottolinea Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Gallura -. Mirtò rappresenta un attrattore straordinario, all’interno di un progetto di alto livello, una filosofia che valorizza il territorio, le sue imprese e le loro specificità.»

Il progetto prevede come centro nevralgico il teatro Michelucci di Olbia, che si trasformerà in un’area espositiva, dove gli artigiani galluresi e quelli di Samugheo allestiranno i loro stand con prodotti che rappresenteranno la grande capacità manifatturiera della Sardegna. Un’ occasione per proporsi con uno spirito nuovo a livello commerciale, raccontando le storie di eccellenza del territorio.