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Verrà presentato martedì sera, alle 21.00, presso Casa Spiga, a Teulada, il libro “Santu Sidoriu – TEULADA Fede, culto, storia e tradizione del Santo Agricoltore”, di Enrico Cambedda, Giampaolo Cirronis Editore. Interverranno il sindaco di Teulada Daniele Serra, il parroco della chiesa della Beata Vergine del Carmelo don Ignazio Porcu, l’editore Giampaolo Cirronis e, infine, l’autore Enrico Cambedda. Coordinerà la presentazione Stefano Urru.
Pubblichiamo la prefazione al libro, dell’autore Enrico Cambedda.
Non ho mai pensato di scrivere un libro. Neppure questo lo è. Da tempo volevo offrire, prima di tutto a me stesso, poi ai Teuladini, una riflessione su Sant’Isidoro Agricoltore, il più amato dalla gente del mio paese. Ho cercato, allora, di preparare una sorta di diario che contenesse notizie sulla vita del Santo madrileno, sul suo culto nel Mondo, in particolare in Sardegna e, naturalmente, a Teulada. Mi sono servito delle notizie gentilmente offerte dalla Real Congregacion de San Isidro de Madrid e da altre pubblicazioni, in lingua spagnola, che sono state utili per capire e documentare la sua figura. Sono state altrettanto indispensabili alcune chiacchierate con amici, persone anziane, uomini di chiesa ed un’attenta lettura delle pagine web dei tanti comuni, in tutto il mondo, che festeggiano Sant’Isidoro. Il mio diario, per scelta personale, non ha valenza scientifica. Altri, molto meglio di quanto possa aver fatto io, consulteranno archivi e documenti ufficiali e potranno fornire notizie sulla storia del culto a Teulada e sulla chiesetta rurale. Mi è stata utile la collaborazione dei tanti amici che hanno provveduto ad inviarmi la documentazione fotografica sul simulacro del santo; alcuni mi hanno contattato da paesi lontani: Messico, Uruguay, Argentina, Colombia, Panama, Filippine, etc. Altri, anche attraverso le biblioteche, mi hanno aiutato qui in Sardegna. è servita la mia passione per la fotografia che mi ha consentito, nel corso degli anni, di seguire, a maggio ed agosto, le tante feste di Sant’Isidoro a Teulada. Non è stato facile fare una selezione fra migliaia di immagini conservate in archivio. Spero di aver utilizzato quelle più significative. Sono stato a lungo in dubbio sulla sistemazione dei vari capitoli. La logica avrebbe voluto che iniziassi con la presentazione della Vita di Sant’Isidoro e proseguissi con tutte le altre notizie inerenti la diffusione del suo culto. Ma l’obiettivo di questo mio lavoro è, soprattutto, quello di mettere in risalto la grande fede, la religiosità, il folclore e le tradizioni che animano ed uniscono, uomini e donne del mio paese. Senza voler sminuire l’importanza di Isidro Labrador, la sua vita, i miracoli e la devozione degli Spagnoli, soprattutto dei Madrileni, a cui ho dedicato le pagine più significative di questo diario, ho scelto di far luce, soprattutto, sul rapporto fra questa figura e Teulada ed aprire così il racconto. Per presentare il mio paese mi sono servito degli splendidi versi di un amico poeta e del “sogno letterario” di un altro amico giornalista, conosciuto circa trent’anni fa. Tutto questo, per conservare quella splendida magia dei luoghi e delle persone di Teulada. Ho voluto accogli-re la collaborazione dei bambini della Scuola Primaria “Taddeo Cossu“, che hanno illustrato con disegni semplici e spontanei la loro idea del santo. Ho dedicato qualche capitolo allo svolgimento della festa, dando grande spazio alle foto e limitando all’essenziale la parte narrativa. Anche se le immagini, spesso, sanno raccontare più delle parole o di qualsiasi prosa. Insomma, una cronaca fotografica essenziale per cercare di cogliere le sensazioni, i colori, le tradizioni, la religiosità. In altre parole: la Festa. Mi è sembrato opportuno riproporre, grazie all’autorizzazione del figlio Gabriele, quanto su Sant’Isidoro scrisse Ovidio Addis: un testo ricco di colore, di poesia e di leggenda che rientra nel sentimento più profondo della popolazione. Ho dedicato qualche pagina a delle curiosità legate al finanziamento della festa, attraverso “sa circa“ (la questua) ed “is progettus” (una sorta di asta). Non ho potuto ignorare il fascino e l’importanza della Confraternita del Rosario che, erede dei primi fedeli della Teulada settecentesca, ancora oggi accompagna le più importanti espressioni del culto religioso, compresa la festa di Sant’Isidoro. Alla Confraternita ho riservato diverse immagini. Nella seconda parte del diario ho scritto della vita del protettore degli agricoltori, della moglie Maria Toribìa (Santa Maria de la Cabeza) e del figlio Illàn. Su quest’ultimo, spesso, sono state scritte cose errate. Anche importanti studiosi ed uomini di chiesa hanno sempre ignorato che Illàn non morì bambino ma sopravvisse ai genitori sino a tarda età. Una parte importante è stata riservata alle preghiere ed alle invocazioni, tradotte dalla lingua spagnola. Tre diversi capitoli hanno accennato, rispettivamente, al culto di Sant’Isidoro Agricoltore, nel Mondo, in Italia e in Sardegna. Il capitolo finale ha riguardato “Is goccius“, quei canti religiosi dedicati al Santo. Mi sono dovuto limitare a quelli cantati a Teulada, senza trascurare un qualche accenno ad altri della Sardegna (Sedilo) ed ai gosos spagnoli. In questo capitolo ho anche sintetizzato alcuni motteti e versi a lui dedicati. Ho accolto, in altrettante pagine strategiche, due poesie di un’amica, espressione della più genuina anima popolare, manifestazione autentica dell’amore e del culto e di grande sensibilità poetica. Ribadisco che il mio è un lavoro modesto, senza alcuna velleità letteraria, pensato e scritto col cuore, per far conoscere il santo madrileno, il suo modello di vita, l’amore per la famiglia e la fede. Nello stesso tempo, ho voluto offrire ai miei concittadini, se lo vorranno, l’opportunità di approfondire ulteriormente questo argomento con criteri scientifici ed una maggiore eleganza letteraria.