22 November, 2024
HomeSocialeVincenza Palmieri: «La filiera diagnostica e psichiatrica, ferita, cambia vestito e torna ad attaccare i nostri bambini; la scuola si conferma il bacino prediletto».

Vincenza Palmieri: «La filiera diagnostica e psichiatrica, ferita, cambia vestito e torna ad attaccare i nostri bambini; la scuola si conferma il bacino prediletto».

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Il momento è ora.

E se il momento è ora – per quanti stanno chiedendo Giustizia e Verità – la Filiera Psichiatrica, ferita e dolorante, cerca, come ha sempre fatto in passato, un nuovo vestito da indossare per allungare i propri tentacoli.

Da un lato, l’intento è quello di spostare l’attenzione dalla cronaca, dalla stretta attualità.

Dall’altro, continuare ad alimentare il business più vergognoso, quello sui bambini.

Svelata Reggio Emilia (Bibbiano) – e la sua estensione e replica su tutto il territorio nazionale – il vestito nuovo della filiera diagnostica rispolvera merce che aveva temporaneamente messo in soffitta: i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (di cui, guarda caso, soffrono anche quasi tutti i bambini collocati in Case-famiglia e Case ad alto contenimento).

Ma ancora più velenoso è il fatto che, al momento dell’emanazione di tale orrida disposizione – quando buona parte anche della comunità scientifica vi si scagliò contro, paventando quelli che ne sarebbero stati gli effetti nefandi – sia i legislatori dell’epoca che i sostenitori passati e presenti sostennero a gran voce come con “DSA” non si intendessero disturbi della sfera sanitaria o “di interesse mentale”.

Invece – dal 2010 ad oggi – leggiamo dati progressivamente sempre più inquietanti. Già da noi documentati nel dossier “Troppi per essere vero” e in numerose altre ricerche, come anche nelle audizioni in Commissione Infanzia.

Oggi, per esempio, su Il Messaggero: “Scuola, boom di certificati: dislessici 177 mila ragazzi”. Proprio in un momento in cui la nostra attenzione è rivolta ai bambini fantasma, si parla abbondantemente di DSA, sistemi compensativi e dispensativi e, addirittura, si pone l’accento sui “risultati positivi” di questo abuso diagnostico. Si parla di un aumento del 450% di diagnosi in soli 7 anni, dal 2012 ad oggi.

Dunque il disagio (di chi?) è diventato malattia; ma, addirittura, si plaude al fatto che ci sia una estrema medicalizzazione della scuola e si gioisce nei casi in cui i Minori vengano dispensati dallo studio, come se li si stesse, così, “curando”.

Ma c’è di più. Addirittura, possiamo stare tranquilli, noi Italiani, perché al di sotto della media di altri Paesi! Non bastano le statistiche gravissime che ci riguardano, ma segue un invito a diagnosticare sempre di più i nostri ragazzi, a farli camminare attraverso i corridoi degli ospedali anche solo per una difficoltà di apprendimento (o di insegnamento?). E, soprattutto, ci si spinge ad affermare con entusiasmo il fatto che il Legislatore abbia “riconosciuto” i DSA: come se una norma potesse sancire l’esistenza di una patologia.

Non lo abbiamo mai visto accadere per il diabete, il colesterolo o per i calcoli alla cistifellea, che sono malattie statisticamente più ricorrenti nella popolazione italiana.

Il leone ferito sta cercando nuovi bacini?

Vuole rispolverare un vecchio vestito?

Lo abbiamo sempre scoperto, denudato e denunciato.

Quando praticava la lobotomia pre-frontale, quando faceva le docce ghiacciate, e ancora oggi, quando lega i ragazzi al letto, quando li elettro-shocka, quando ricorre a una puntura per domarli tutti.

E quando, con l’ausilio di 25 persone – fatto recentemente accaduto in una città del Piemonte – ha rapito un’adolescente, catturata davanti alla scuola, per portarla in una casa ad alto contenimento, soltanto perché litigava con sua madre.

E lì, ora, la stanno drogando con psicofarmaci.

Ecco perché non ci siamo stupiti quando il leone, oltre al vestito, ha indossato il grembiule, il colletto bianco e il fiocco. Ed è entrato nella scuola.

È entrato nelle scuole per l’infanzia, negli asili nido, fino ai bambini strappati dal seno materno: “I bambini senza latte”, peggio dei cani, dati in adozione ancora prima della nascita.

Non ci stupiamo di questi 177mila; e siamo preparati anche per aiutarli ad uscire dai reparti e dalle diagnosi opportunistiche.

L’Italia è una Nazione fatta di brave persone, di una comunità scientifica attenta e lungimirante, di politici che sanno metterci la faccia; di tecnici instancabili e di numerosi volontari totalmente dedicati alla causa, perché questo posto sia un luogo dove si possa vivere, ci si possa fidare e affidare. Che è il primo bisogno di ogni bambino.

Guardiamo con attenzione anche alle Commissioni di inchiesta che si stanno costituendo in alcune Regioni. Come in Emilia Romagna, dove notiamo il fatto che i membri di una Commissione istituita (e non certo gratuita) per la tutela dei Minori, a seguito dei fatti noti, siano neuropsichiatri e psichiatri esperti in dipendenze patologiche, che poco sono attinenti con l’Infanzia.

È come dire “il problema è affrontato da chi lo ha creato”.

Se non c’è Scienza, non può esserci nemmeno Verità. Ma se tutto questo fino a poche settimane fa era sottaciuto con l’idea che fosse impossibile fare qualunque cosa a riguardo, oggi non è più così. I riflettori rimangono accesi. La brava gente parla alla luce del sole, racconta, si organizza, manifesta, grida e scrive sui giornali, va in TV. E la luce dei riflettori si allarga fino al punto in cui diventa impossibile spegnerla. Un effetto domino inarrestabile.

Così è.

L’Italia s’è desta. Il momento è ora.

Vincenza Palmieri

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