Carla Cuccu (M5S): «Non abbiamo bisogno di un manager d’oltremare a tempo, adesso Solinas valuti la possibilità di nominare un manager sardo».
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«Sono sempre più convinta che la politica debba stare fuori dalle nomine di coloro che devono gestire la Sanità. Non abbiamo bisogno di un manager d’oltremare a tempo che non conoscendo il nostro territorio e la nostra popolazione debba addirittura reclutare i suoi collaboratori nella Penisola, continuando così a mortificare i professionisti sardi che tutti i giorni fanno turni massacranti senza poter fare riposi o ferie, e che portano avanti il loro lavoro solo per abnegazione e senso di responsabilità. È questa la tanto decantata sardità che il presidente Solinas intende realizzare? Accolgo di buon grado la rinuncia di Mantoan che darà l’opportunità al presidente Solinas di ritornare alle sue dichiarazioni programmatiche, auspicando quindi che possa essere un manager proveniente dal campo medico sardo.»
Questo il commento della consigliera del M5S Carla Cuccu, segretaria della Commissione Sanità, dopo la rinuncia del nuovo commissario dell’ATS Domenico Mantoan.
«Non è più tollerabile il disinteresse nel garantire l’efficienza dell’offerta sanitaria nel Sulcis Iglesiente. Iglesias vanta una tradizione di eccellenza con i suoi tre nosocomi, oggi sabotati e abbandonati: il C.T.O., il Preventorio (F.lli Crobu) ed il Santa Barbara, dove si erogavano fin dai primi del ‘900, prestazioni di eccellenza, uniche perfino in campo nazionale, sia per la qualità delle strutture che per il personale ospedaliero – aggiunge Carla Cuccu -. Capace di dare servizi di altissimo livello con un’organizzazione ed una programmazione del lavoro da fuoriclasse che non consentiva di conoscere la tanto oggi nominata mobilità passiva e che, invece, realizzava la tanto oggi ricercata mobilità attiva. E il Sirai che a tutt’oggi garantisce la dialisi notturna, specificità unica e di standard elevatissimi.»
«Sarebbe bastato conoscere la storia e la grandezza della Sanità del Sulcis Iglesiente per continuare a garantire ai suoi abitanti quanto hanno sempre avuto e che, invece oggi, consente che rinuncino a curarsi. Tutto ciò grazie al terrorismo sanitario che è stato attuato col silenzio delle Giunte regionali precedenti, complici di tanto sfacelo. Non c’era nulla di nuovo da dover inventare ma, c’era solamente – conclude Carla Cuccu – da custodire le ricchezze sanitarie già esistenti, modernizzarle per portarle al passo con i tempi e svilupparle ulteriormente custodendo ogni singola vita umana che sta all’interno della metallica parola paziente.»
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