Dal 13 agosto al 7 settembre, a Pula, si allunga la stagione degli spettacoli estivi con quattro eventi fuori festival.
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Si scrive Nora e si legge festival Jazz. Ma non solo: dal 13 agosto al 7 settembre, a Pula, si allunga la stagione degli spettacoli estivi con quattro eventi fuori festival. Quattro spettacoli e tre diverse – e suggestive – ambientazioni a fare da cornice. La rassegna è organizzata dall’Associazione Enti Locali per le attività Culturali e di Spettacolo, insieme alla Fondazione di Sardegna, il Comune di Pula, la Regione Sardegna e il Mibac, Turing Club Italiano Sardegna e Sardinia Ferries.
Il programma prevede il 13 agosto, alle ore 22.00, in Piazza del Popolo “Claudia Aru e le sue Tzias”. Il 14 agosto, sempre in Piazza del Popolo, alle ore 22.00, si esibiranno Guillermo Espinosa, in arte “ElGuille”, ed i suoi musicisti: dalla Cumbia alla Timba.
Il 24 agosto, alle ore 21.00, alla Torre di Cala D’Ostia, Black Lands, Silvia Belfiore ed Andrea Morelli e, infine, il 7 settembre, alle 21.00, a Sa Caliscedda, Punta Santa Vittoria, l’ultimo appuntamento con Francesca Corrias e Filippo Mundula.
“Claudia Aru e le sue Tzias”, 13 agosto, alle ore 22.00, Piazza del Popolo. In Sardegna, come in altre parti del mondo, esiste una realtà che è il micro mondo di persone e “personaggi” che si muovono, rumoreggiano e brulicano come le formiche, dentro le piccole comunità: i paesi, “la bidda”.
L’artista Claudia Aru porta in scena – insieme ai suoi musicisti – in maniera ironica e allegra le vite e le vicende dei singoli e della collettività. Lo spettacolo, tra musica e teatro, vuole puntare la luce su un modo di vivere che è stato il minimo comune denominatore – sotto il segno del quale – sono cresciute intere generazioni, e tutt’ora in alcune zona della Sardegna resiste come realtà viva e consolidata.
«Esistono regole non scritte che animano la vita “de sa bidda e de su bixinau” – ha detto Claudia Aru – tra le comunità della Sardegna. E poi, una sorta di figura mitologica, che si muove raramente da sola e più facilmente in gruppo: le “Tzias”, ovvero tutte quelle donne che, passata una certa età, diventano “zie” ed entrano nella vita di tutti, a volte con garbo, altre a gamba tesa e con acidità. Ma sempre con un affetto di fondo che segna il passaggio tra il vivere dentro una famiglia allargata, e un mondo che si fa sempre più globale ma, purtroppo, tristemente individualista. Sulla base di queste riflessioni e dei miei viaggi, ho pensato di mettere in scena uno spettacolo itinerante fatto di “canzoni, chiacchiere e discorsi”, in grado di coinvolgere il pubblico e di riportare la gente dentro i centri storici “de sa bidda”. L’idea, infatti, è quella di ritornare nei “bixinaus”, senza palchi o sovrastrutture.»
Il pubblico avrà modo di ripercorrere i preparativi minuziosi de “Sa processioni”, le operazioni che stanno dietro “Sa meixina de s’ogu” o “Su fogu de Sant’Antoni”, la paura di Momoti, l’arte de su “frastimmu” in salsa sarda. E, infine, ma non da ultimo, il pettegolezzo che regna nei paesi e che, come dice Claudia Aru, «è anch’esso un modo per sentirsi comunità e prendersi cura l’uno dell’altro: una bellezza che si sta perdendo e che vogliamo recuperare».
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