Lunedì 29 luglio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, Tuili ha vissuto una serata “magica” con il concerto “Vivere e Rinascere Tour” di Michele Zarrillo.
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Lunedì 29 luglio, a Tuili, in piazza Vittorio Veneto, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, si è tenuto il concerto “Vivere e Rinascere Tour” del cantautore e chitarrista italiano Michele Zarrillo, con ingresso libero. L’artista nasce come componente di alcuni gruppi per poi esordire, con successo, come solista, vincendo il Festival di Castrocaro nel 1979. Negli anni successivi continua la sua carriera e inizia anche collaborazioni importanti, sino al 1987, anno in cui partecipa e vince il Festival di Sanremo nella sezione “Nuove Proposte” con il brano “La notte dei pensieri”. Da quel momento il suo particolare timbro di voce e le sue doti interpretative lo rendono presto popolare e la sua notorietà lo porta per mano al Festival di Sanremo nel 1994, dove presenta la canzone “Cinque giorni” che risulterà nel tempo un brano molto gettonato.
Ancora un Sanremo nel 1996, dove il cantante partecipa con il pezzo ”l’elefante e la farfalla”. Le sue partecipazioni al Festival di Sanremo continuano e si susseguono nel tempo con pezzi che diventano immediatamente noti. Sono, infatti, molte di più le canzoni di Michele Zarrillo che lasciano un segno nel cuore dei suoi fan. Non solo un cantautore ma anche un polistrumentista che passa con disinvoltura dal pianoforte alla chitarra elettrica, mostrando insieme alla sua voce un’energia travolgente e contagiosa. Per questi motivi sono accorsi in tanti, a Tuili, ad applaudirlo e a duettare con lui che, per l’intero concerto, non ha smesso di sorridere e ringraziare il pubblico che dimostrava per lui un affetto indescrivibile.
Una serata veramente intensa dal punto di vista emotivo, in quanto l’artista ha ripercorso nella scaletta proprio i suoi pezzi forti, riportando tutti indietro nel tempo sulla scia di quei ricordi che per sempre tutti conservano nel cuore.
Un’atmosfera magica che solo un artista di questo spessore poteva creare, mostrandosi umile e modesto e prestandosi ad un lungo “bis”, richiesto a gran voce dal pubblico che festoso acclamava il suo nome.
Nadia Pische
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