No, noi lavoratori CICT del Porto Industriale di Cagliari, non ci stiamo. Non ci stiamo ad una prospettiva di fallimento.
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NON CI STIAMO
No, noi lavoratori CICT del Porto Industriale di Cagliari, non ci stiamo.
Non ci stiamo ad una prospettiva di fallimento.
Alla resa all’imminente licenziamento, portato a compimento da un’azienda con la complicità di qualche scaltro approfittatore.
Non ci stiamo a barattare la nostra dignità per un pugno di briciole.
La sola concessione di ammortizzatori sociali non riporta i container nelle banchine, che è quello che chiediamo ed è quello per cui, con serietà e sacrifici, lavoriamo da vent’anni.
Non ci stiamo alla svendita delle nostre banchine.
Sì, nostre. Perché vent’anni di lavoro, di professionalità acquisita, di competenze difficilmente reperibili nel mercato del lavoro rappresentano un patrimonio per la Regione Sardegna. Vent’anni che non possono essere cancellati e svenduti in una dequalificante gara ad accaparrarsi una fetta di porto che nelle intenzioni di qualcuno andrebbe spartito tra pochi amici.
Non ci stiamo alla nostra svendita.
Il prezzo della nostra professionalità e della nostra dignità non va quotato a ribasso per pochi interessi personali.
Non ci stiamo a questo silenzio.
Rigettiamo queste manovre di basso cabotaggio che ci priveranno e priveranno tutta la Sardegna, di una possibilità di sviluppo più unica che rara.
Vogliamo che la nostra vertenza acquisti una rilevanza Regionale, non di “quartiere”.
Non ci stiamo a lasciare il lavoro che rappresenta il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli.
Chiediamo chiarezza su quanto sta avvenendo all’interno delle aree portuali che verranno a breve destinate alla movimentazione di container di merci destinate all’import/export nelle mani di chi, in passato, ha già rovinato questo futuro ad altre famiglie.
Non ci stiamo.
Chiediamo investimenti, stabilità, sviluppo.
Chiediamo lavoro.
Chiediamo container.
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