19 November, 2024
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Alle prime ore del mattino i carabinieri della stazione di Sant’Avendrace, della compagnia di Cagliari, sono intervenuti a seguito di segnalazione da parte della locale centrale operativa, in via Trincea dei Razzi, dove era stato segnalato un incendio sviluppatosi poco prima. L’esercizio commerciale “Da Stefano e Ignazia”, gestito da due conviventi cagliaritani, entrambi classe 1975, infatti, intorno alle cinque di stamane, era stato dato alle fiamme da soggetti in corso di identificazione da parte dei carabinieri, che dopo aver forzato la saracinesca di ingresso, avrebbero versato del liquido, verosimilmente benzina, all’interno della macelleria per poi scatenare un incendio che ha causato la distruzione di tutti gli arredi e delle attrezzature interne del locale. Unitamente ai militari intervenuti, la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri ha richiesto l’intervento anche dei vigili del fuoco. L’incendio è stato gestito, non risulta alcun ferito ed è in corso l’attività di sopralluogo da parte dei carabinieri che al momento hanno rinvenuto una tanica contenente del liquido infiammabile, subito sottoposta a sequestro. I danni sono in corso di quantificazione. Proseguono le indagini.

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Questa mattina i carabinieri della stazione di Pula della compagnia di Cagliari hanno denunciato per il reato di resistenza pubblico ufficiale due giovani cagliaritani classe 1996 e 1994, entrambi residenti a Sarroch. Intorno alla mezzanotte, i due giovani a bordo di un ciclomotore, sono fuggiti al segnale di alt intimato dai militari impegnati in un posto di controllo nei pressi di villa San Pietro. I due, dopo aver trasgredito l’ordine dei carabinieri sono fuggiti per le vie limitrofe, abbandonando il ciclomotore e nascondendosi in un’aria agreste. Sono stati però immediatamente rintracciati e bloccati ai fini identificativi. Il ciclomotore è stato sequestrato, in quanto sprovvisto del relativo titolo assicurativo.

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Nuovi sbarchi di migranti, nel corso della notte, a Porto Pino. Alle ore 2.00, i carabinieri delle stazioni di Calasetta e Cortoghiana, nel corso del servizio perlustrativo, hanno rintracciato 10 algerini a piedi. Tutti maschi, adulti e in buone condizioni di salute, sono stati accompagnati al Centro di identificazione ed accoglienza di Monastir da una pattuglia del commissariato di Carbonia. Ancora, all’alba di questa mattina, altri 2 algerini sono stati sorpresi da alcuni residenti/turisti, sempre a Porto Pino, mentre facevano colazione al bar. I carabinieri sono immediatamente intervenuti e li hanno bloccati sul posto, dove stanno ancora ultimando le attività di rito per accompagnarli successivamente a Monastir.

Nelle fotografie allegate, scattate da Alessandro Mascia, il barchino utilizzato dai migranti, abbandonato nell’ultimo tratto della prima spiaggia, privo di motore.

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Il nuovo Carbonia di Andrea Marongiu si presenta sabato pomeriggio (inizio ore 17.30) a Villamassargia, in un’amichevole con la squadra di Titti Podda. Si tratta del primo vero test dopo le prime tre settimane di preparazione, iniziata lunedì 5 agosto. La squadra si presenta profondamente rinnovata dopo la fusione con il Samassi che ha determinato il salto in Eccellenza e le novità potrebbero non essere ancora finite. Da qualche giorno, infatti, si allena con la squadra il giovane attaccante gambiano Suku Kassama Sariang, 20 anni (è nato a Serrekunda il 28 marzo 1999), in Italia da due anni che lo hanno visto protagonista nel Budoni, nel campionato di serie D. 13 presenze e due goal nella stagione 2017-2018, 19 presenze e 1 goal nella stagione 2018/2019. Le prime impressioni son buone ed è probabile che Suku Kassama Sariang venga tesserato e inserito nell’organico a disposizione di Andrea Marongiu, da fuoriquota, primo cambio con Andrea Renzo Iesu (altro fuoriquota del 2000 con esperienza maturata a Carloforte e Villamassargia, nelle cui fila ha realizzato 13 goal nell’ultimo campionato di Promozione regionale).

Il Villamassargia, sesto classificato nell’ultimo campionato di Promozione, riparte da Titti Podda. Cambiato il vertice societario e cambiata la guida tecnica (Giampaolo Murru ha scelto il Guspini, in Eccellenza), è destinato a cambiare sostanzialmente anche l’organico. Alcune operazioni sono state già concluse, altre sono ancora in itinere e verranno definite a breve. La squadra ha iniziato la preparazione lunedì 19 agosto e, inevitabilmente, domani pomeriggio la valutazione a fine partita non potrà non tenere conto, oltre che della differenza di categoria, dei differenti tempi di preparazione.

                                             

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Giornata di tregua sul fronte degli incendi. Sono stati quattro quelli registrati sul territorio regionale (Samassi “Pontana Cossu” – Quartu Sant’Elena “Pitzicoi” – Decimoputzu “Campus de Monte Idda” – Talana “Rio de Gillauro”), nessuno dei quali ha richiesto l’intervento dei mezzi aerei del Corpo Forestale.

 

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«Negli ultimi mesi si è tanto parlato delle problematiche del Porto Canale di Cagliari, ma è giunta l’ora di prendere iniziative concrete, siamo tutti consapevoli che il sistema dei porti costituisce un comparto fondamentale, per l’economia sarda e cagliaritana, e che l’area portuale, è il fulcro per lo sviluppo di Cagliari e di tutta la Sardegna.»

Lo sostiene Francesco Stara, consigliere regionale del gruppo dei Progressisti.

«E’ necessario l’impegno di tutta la classe politica, affinché vengano tutelati i lavoratori sia del concessionario che delle imprese appaltatrici, che con serietà, professionalità in tutti questi anni hanno contribuito alla crescita del Porto Canale – aggiunge Francesco Stara -. E’ doveroso restituire la dignità e quelle garanzie che sono principi fondamentali della Costituzione Italiana. Per questo, è necessario introdurre immediatamente gli ammortizzatori sociali e, successivamente, mettere in atto tutte le strategie possibili per il rilancio ed il potenziamento del porto canale.»

«Apprezziamo il recente interessamento del ministro dell’economia Giovanni Tria in missione in Turchia per un incontro con grandi imprenditori interessati ad investire sul Porto di Taranto -sottolinea Francesco Stara -. Ci auspichiamo lo stesso livello di interventismo per il porto canale di Cagliari. Quindi, dovrebbero essere impiegati gli stessi strumenti utilizzati a Taranto (istituzione della Agenzia di transhipment) al fine di poter garantire la salvaguardia dei lavoratori della CCT, ITERC e degli altri lavoratori licenziati dalle altre imprese autorizzate, ex art. 16, operanti all’interno del porto canale di Cagliari. Inoltrebisogna lavorare, per attrarre nuove compagnie mettendo in campo tutti gli strumenti che possano incentivare gli armatori a scegliere Cagliari, come porto di Transhipment. Un ruolo fondamentale riveste l’attivazione della fiscalità di vantaggio, che ci renda competitivi nel Mediterraneo, e l’operatività  della Zona Franca e della Zona Economica Speciale, in modo che anche da quel versante possano arrivare nuove occasioni di lavoro e sviluppo.»

«Il problema è di estrema attualità ed urgenza, non può più essere rimandato e contestualmente è opportuno lavorare sul rilancio che consentirà la ripartenza di un terminal lasciato ormai allo sbando. Tra le varie polemiche degli ultimi mesi, si è parlato del fatto che i porti di transhipment non hanno futuro, ci si chiede come mai negli altri porti di transhipment sono pieni di container, con  navi che aspettano anche giorni per esser scaricate? Vedi porto di Malta, ecc. Quindi ci sorge un dubbio: un altro disegno? Il porto canale destinato ad altro? Un concorrente nel Mediterraneo in meno? Spero di sbagliarmi. Il porto canale di Cagliari – conclude Francesco Stara – deve tornare protagonista, è nato come porto container di transhipment, e come tale deve rimanere!»

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Il gruppo consiliare di minoranza Genti Noa ha diffuso una nota con la quale segnala «il malcontento dei cittadini di Sant’Antioco circa la gestione della raccolta differenziata, con particolare riferimento al sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti».

«La nuova gestione, infatti, garantisce una frequenza inferiore della raccolta rispetto al passato con conseguenze negative prevalentemente sul decoro urbano e sull’economia locale – aggiunge Genti Noa -. Nei giorni più importanti della stagione turistica il paese, infatti, si è trovato letteralmente invaso, di volta in volta, dalla plastica, dal secco, dalla carta, ecc. Questa situazione ha impattato non solo sull’immagine della città e complessivamente sulla qualità della vita dei cittadini, ma anche sulle attività economiche che hanno dovuto reperire nuovi spazi per stoccare i rifiuti o, in alcuni casi, che si sono dovute procurare un mezzo di trasporto autorizzato per l’ecocentro.»

«Ciò che appare essere grave è l’inversione di tendenza rispetto al passato. Le amministrazioni che si susseguono nel tempo dovrebbero migliorare i servizi partendo dall’esistente, cercando di abbattere gli oneri a carico dei cittadini – sottolinea Genti Noa -. Con l’amministrazione Locci, invece, abbiamo assistito alla raccolta dei rifiuti una volta alla settimana anche in pieno agosto, quando la popolazione aumenta tantissimo per la presenza dei turisti. Ciò è accaduto nonostante i gruppi di opposizione abbiano reiteratamente contestato a tempo debito nel dibattito consigliare, anche con delle proposte concrete, il bando della differenziata giudicandolo più costoso e meno efficiente.»

«Non vogliamo tuttavia affermare semplicemente che “lo avevamo detto”. Oggi vorremmo che l’assessore competente e la giunta si prodigassero immediatamente per rimediare a questo grave disservizio. Non escludiamo di portare la questione all’attenzione del Consiglio comunale. Intanto – conclude Genti Noa -, è necessario istituire immediatamente un tavolo tecnico nel quale, nel rispetto degli impegni contrattuali assunti con l’appaltatore, si rimodulino le condizioni di esecuzione del servizio informandosi ai principi del buon andamento e della efficienza.»

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E’ stata presentata questa mattina, nello spazio della Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, l’XI edizione del Nurarcheofestival. Un traguardo che testimonia l’ormai chiaro consolidamento e radicamento nei territori coinvolti della rassegna organizzata dal Crogiuolo, che, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, prosegue i suoi Intrecci nei teatri di pietra. Il patrimonio storico e culturale della Sardegna si sposa, infatti, ancora una volta con il teatro, dal 25 agosto al 13 settembre, in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, fra Ogliastra e Nuorese, Sulcis Iglesiente, Marmilla ed Oristanese, e altri centri importanti come Olbia e Bosa.

«Il tratto distintivo della nostra programmazione è da ricercare nell’organicità della proposta culturale, pensata e ideata, con i territori, come volano della valorizzazione dei diversi e peculiari patrimoni archeologici della Sardegna – dice Rita Atzeri –. Gli spettacoli nei siti archeologici non sono certo stati un’invenzione del NurArcheoFestival, ma una programmazione capillare composta da tanti appuntamenti nelle diverse regioni geografiche della Sardegna, in sinergia con i territori e le associazioni locali, portata avanti senza interruzioni per undici anni consecutivi, credo sia una peculiarità che solo il NurArcheoFestival può vantare. Il NAF è luogo di conoscenze e incontro di culture e saperi diversi – spiega ancora Rita Atzeri – dove le tematiche sarde si affiancano a temi classici e contemporanei proposti da compagnie del panorama nazionale con l’obiettivo di evidenziare gli elementi di connessione tra le culture del Mediterraneo. E, in tempi in cui il mare “divide” e diventa luogo di “respingimento”, sottolineare le comuni matrici e favorirne la conoscenza è un atto politico e poetico preciso e consapevole.»

Da Elena Bucci a Lucilla Giagnoni, da Iaia Forte ad Arianna Scommegna, a Laura Curino, da Gianluigi Tosto a Matteo Belli, a Paolo Panaro: questi solo alcuni degli ospiti – nomi di spicco della scena nazionale – del NurArcheoFestival 2019. Che propone tre produzioni originali, ideate a pensate ad hoc: il lavoro su Antigone di Arianna Scommegna; il primo studio di un testo di Sonia Antinori, interpretato da Iaia Forte e Rita Atzeri; il debutto nella scrittura teatrale di Giulia Balzano, archeologa del Museo dell’Ossidiana di Pau. E che presenta per la prima volta al pubblico sardo l’attrice Lidia Vitale, che darà vita a uno spettacolo dedicato ad Anna Magnani, e la cantautrice Rebi Rivale.

Un importante appuntamento di riflessione è rappresentato dalla tavola rotonda “Arcipelaghi del Mediterraneo. Isole come Beni Culturali”, che porterà il modello del NAF all’attenzione di realtà museali nazionali e internazionali. Altra novità è costituita dall’inserimento nel programma di un appuntamento letterario, “Incontro con l’autore”, per avvicinare anche un pubblico di non addetti ai lavori ai temi dell’archeologia.

NurArcheoFestival si lega non solo alla cultura ma anche alla coltura, in un disegno organico di saperi vitali che si fondono fra loro. E lo fa promuovendo una storia esemplare: quella dell’azienda Tela Fertile, nell’agro fra Villamar, Las Plassas e Tuili, nel cuore della Marmilla, dove Francesca Masala ha rilevato l’attività agricola del padre e oggi favorisce al suo interno il reinserimento sociale di persone dal vissuto difficile al termine di un percorso di recupero.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, un cartellone particolarmente fitto, con ancora un mix fra cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia e alla tradizione letteraria sarda. «D’altra parte, la nostra rassegna – conclude Rita Atzeri – è nata con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico e per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono solitamente, insieme agli spettacoli serali, le visite guidate ai siti o escursioni naturalistiche».

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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La tratta ferroviaria Alghero-Olmedo riapre in tempo per riportare a bordo del treno dell’Arst gli studenti (il primo viaggio è previsto intorno al 15 settembre) mentre per arrivare fino a Sassari bisognerà attendere almeno la fine del mese di ottobre. Ad un anno di distanza dallo stop imposto dalla direzione generale dell’ufficio speciale dei Trasporti (che fa capo al ministero delle Infrastrutture) per la mancanza delle condizioni di sicurezza e dei necessari interventi di manutenzione, sembrano dunque avviati a soluzione i disagi patiti da pendolari e viaggiatori, costretti a rinunciare forzatamente al collegamento su rotaia e trasportati sui bus sostitutivi messi a disposizione dall’azienda regionale dei trasporti che ha visto però, nel frattempo, dimezzate le presenze a bordo.

La riapertura della strada ferrata è stata accolta con soddisfazione dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che ha partecipato al sopralluogo in stazione ad Olmedo e nel cantiere di Mamuntanas, insieme con l’assessore dei Trasporti, Giorgio Todde, il sindaco e gli amministratori di  Olmedo e Alghero, Toni Faedda e Mario Conoci, l’amministratore straordinario della Provincia di Sassari, Pietrino Fois, ed i vertici dell’Arst guidati dal direttore generale, Carlo Poledrini.

«La conclusione dei lavori e quindi l’imminente ripartenza del treno per Olmedo e Sassari sono una bella ed importante notizia – ha dichiarato Michele Pais – ma il sogno resta l’allungamento del collegamento ferroviario fino all’aeroporto di Fertilia».

Centodieci giorni di lavori, cinquecentomila euro di investimento, tre ponti metallici completamente ristrutturati, sono invece i principali dati snocciolati dal direttore dell’Arst Carlo Poledrini per testimoniare la complessità dell’intervento sulla Sassari-Alghero e confermare l’impegno dell’azienda per garantire collegamenti sempre più efficienti e in sicurezza sull’intera rete ferroviaria gestita dalla società dei trasporti a totale partecipazione regionale.

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Passano i decenni, ma la festa di Sant’Isidoro non perde il suo fascino e la sua attrattiva. A Teulada, “Su Santu Gloriosu” è ancora talmente amato che persino i giovani dalle idee lanciate verso la modernità più spinta si “piegano” volentieri a condividere e celebrare una tradizione divenuta focus identitario nella secolare storia della comunità. Una tradizione che vede un lungo andare della sua effige dalla chiesa parrocchiale fino alla chiesetta campestre a Lui intitolata nella campagna di Tuerra, un posto bellissimo e suggestivo, che sa di arcaico e di mistero, dove, se ascolti attentamente, senti il silenzio parlare delle genti antiche che in quel luogo abitarono, conducendo una esistenza dura, condizionata dai ritmi faticosi che la natura imponeva a chi alla terra affidava la propria sopravvivenza. Un luogo che diresti magico, proprio per il silenzio che lo avvolge, rotto solo dallo stormire del vento tra gli alberi o dal richiamo degli uccelli in volo, che a volte paiono gridare il proprio disappunto per presenze che disturbino la loro incantata solitudine. Una solitudine che di forza si rompe per pochi giorni l’anno, quando frotte di devoti fedeli accorrono dal paese, sulle orme di coloro che, in primavera, solevano invocare un buon raccolto e ringraziare della sua abbondanza alla fine dell’estate. Ed accorrono a piedi, facendosi coraggio con antichi canti di osanna, o nelle traccas che, tutte ornate di fiori, di spighe e di pani dalle forme più svariate, aprono la strada al cocchio nel quale il Santo compie il suo cammino, rinnovando il rito antichissimo che lo vede intercedere nella benedizione delle campagne. Una piacevole occasione di incontro per tutta la comunità, un modo di rinverdire amicizia e confidenza, di provare a se stessi ed agli altri quanto ancora ci si senta bene ed a proprio agio nello stringersi tutti intorno a quella effige che risveglia sentimenti di attaccamento profondo alle proprie radici, in una cerimonia che vuole essere celebrazione di ricordi e di affetti, ma anche revival di costumi ancestrali. Un riandare, dunque, della memoria collettiva a tempi lontani, testimoniati dalla poderosa torre sorta a difesa di genti che lentamente, giorno dopo giorno, pietra su pietra, si ergevano in comunità, traendo di che vivere proprio dalla campagna tutt’intorno, sulla quale unicamente il sole, il vento e l’acqua imponevano le leggi della semina e dei raccolti. Una comunità che cercava e trovava consolazione e sostegno alla fatica proprio nel piccolo tempio che con riconoscente devozione aveva scelto di dedicare ad un Santo venuto da lontano, portando con sé messaggi di speranza e di fiducia nel futuro. Sant’Isidoro protettore della campagna e del lavoro che dalla campagna trae sostentamento e vita diventava, dunque, un emblema di coraggio e di forza spirituale, mai disgiunti da una profonda fede nell’Onnipotente. Ed anche se la Storia ha deciso, nei secoli, un destino di abbandono e di oblio per quel primo villaggio, sopravvivono e si ripetono ancora oggi gli antichi riti legati alla fatica nei campi, in cerimonie che ne rinnovano il fascino ed il vigore coinvolgente, mai artificiose, mai mera ripetizione di cliché scontati e banali, ma sempre espressione di fede e di amore autentico per la propria terra. E, non meno, di fedeltà ad una tradizione che anche quest’anno ha avuto di che rendere Teulada un paese splendidamente vestito a festa, in una esplosione di colori, di musica, di danze e canti che ben hanno fatto da cornice alla fantastica processione dei tanti gruppi in costume tradizionale, unico nella sua bellezza quello di Teulada, con cui si è voluto rendere trionfale il ritorno del Santo dal suo rifugio campestre. Una festa popolare che delle feste popolari ha espresso, anche stavolta, i valori più autentici, in un abbraccio corale che intende dar voce all’urgenza di vicinanza e di collaborazione all’origine di ogni buona comunità.   

Lucia Maria Tanas