22 November, 2024
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Il deputato del M5S Nardo Marino ha presentato un’interrogazione al Governo in commissione Trasporti a Montecitorio per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori sulla strada provinciale 38 bis e – in particolare- sulla ricostruzione del ponte di Monte Pino crollato il 18 novembre del 2013 sotto la furia del ciclone Cleopatra. Si tratta di una situazione molto importante per il nostro territorio, che non può essere trascurata. Sei anni fa tre persone sono morte a seguito del crollo del ponte e, da allora, due centri importanti del nord Sardegna come Olbia e Tempio sono privi di un collegamento infrastrutturale importante.

In risposta all’interrogazione urgente dell’on. Nardo Marino, il Ministero ha confermato che molto presto si potranno riavviare i lavori. L’Anas ha confermato di aver avviato la procedura di risoluzione del contratto nei confronti dell’impresa appaltatrice IMP Costruzioni Generali di Carloforte e che prevede di ultimare le attività relative alla redazione dello stato di consistenza entro la fine del prossimo mese di ottobre. Successivamente, sarà possibile interpellare la seconda impresa in graduatoria e quindi si potrà procedere alla stipula del contratto di subentro e alla ripresa dei lavori.

«Recentemente ho effettuato un sopralluogo sul posto, in accordo con i vertici di Anas Sardegna – ha spiegato Nardo Marino -. In quell’occasione è emerso che i lavori sono conclusi solo per il 30 per cento. È dunque evidente che sia indispensabile attivare delle procedure d’urgenza, per garantire la sicurezza e il diritto alla mobilità degli abitanti della zona e dei sardi in generale. Durante l’interrogazione ho rimarcato – ha concluso Nardo Marino – che, laddove non ci fossero le condizioni per la riattivazione celere del cantiere, sarà indispensabile pensare alla possibilità di commissariare l’opera.»

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NVITO CONFERENZA STAMPA

Mercoledì 2 ottobre, ad Iglesias, alle ore 11.00, presso la Sala Riunioni del Centro Direzionale, in via Isonzo, si terrà la conferenza stampa di presentazione della 27ª edizione del “Trofeo del Minatore”, la gara di atletica organizzata dalla “ASD Atletica Iglesias”, con la collaborazione dell’assessorato dello Sport del comune di Iglesias e del Comitato Regionale Sardo della FIDAL.

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Come coinvolgere i giovani nel volontariato? Un progetto e una ricerca offrono un contributo importante per chiarire il tema e offrire indicazioni alle associazioni. Il progetto GioeVo (Giovani e Volontariati), promosso dalla Convol e finanziato da Fondazione CON IL SUD, ha sperimentato un percorso per sensibilizzarli e coinvolgerli, accompagnandolo con un’indagine per rilevarne e monitorarne i risultati. Il progetto si è svolto in quattro regioni (Campania, Sardegna, Puglia e Sicilia) e ha coinvolto 16 istituti superiori e 36 associazioni. I risultati del progetto e della ricerca verranno presentati durante il seminario di riflessione

Interverranno Ermes Carretta, presidente ConVol; Emma Cavallaro, responsabile Progetto GIOeVO; Emmanuele Pavolini, dell’Università di Macerata, Giovanni Battista Sgritta, professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma, e soprattutto insegnanti, studenti e associazioni che hanno partecipato al progetto.

Il progetto GioeVo ha proposto agli studenti delle scuole superiori un percorso in tre tappe: inizialmente sono state presentate nelle classi le attività delle organizzazioni di volontariato del territorio; in secondo luogo sono state proposte esperienze di coworking nelle associazioni stesse, all’interno delle quali gli studenti sono stati accompagnati da un tutor e formati per svolgere attività di peer education (cioè educazione tra pari) su questi temi; infine è stato chiesto ai giovani di presentare ai compagni di classe l’esperienza di volontariato fatta, facendosi “propagatori” dell’esperienza stessa.

Parallelamente, l’indagine ha coinvolto 720 studenti per mettere a fuoco gli effetti del progetto. Effetti che sono stati certamente positivi sui ragazzi che hanno fatto l’esperienza nelle associazioni e che hanno potuto così vedere crescere, oltre alla propria civicness (cioè l’orientamento civico), la percezione di essere informati sul volontariato a scuola, un atteggiamento positivo verso il volontariato, il coinvolgimento e l’orientamento a fare volontariato in futuro. I ragazzi infatti si sentono informati e si dicono disponibili in percentuale molto più alta dei loro compagni che non hanno fatto la stessa esperienza, e questo sia nel breve che nel lungo termine. L’esperienza nelle associazioni, tra l’altro, ha permesso loro di costruire anche dentro la scuola contatti e relazioni con altre persone coinvolte nel volontariato, e queste relazioni si sono mantenute anche alla fine dell’esperienza.

L’effetto peer è invece più sfumato: evidentemente la capacità dei ragazzi di trasmettere la propria esperienza non è stata sufficiente a cambiare gli atteggiamenti.  Gli aspetti positivi sono evidenti sul piano della civicness, cresciuta anche negli studenti che non hanno fatto l’esperienza di coworking: e questo è importante, perché lo sviluppo di un orientamento civico positivo, è comunque il presupposto per una disponibilità all’impegno. Ci sono aspetti positivi anche riguardo la percezione di essere informati sul volontariato a scuola (più alta a breve termine, in calo a medio termine): questo significa che c’è stato un confronto, una discussione in cui si sono sentiti coinvolti. Dall’altra parte, gli effetti della comunicazione tra pari non ha fatto venire voglia di coinvolgersi attivamente nelle associazioni.

Altri aspetti interessanti emergono dalla lettura dei “Diari di Bordo” che i ragazzi hanno compilato durante il progetto, per raccontare la loro esperienza. Qui hanno dichiarano di avere acquisito competenze trasversali e di avere imparato che cosa è un’associazione, cosa significa essere volontari, cosa vuol dire sentirsi responsabili, come si devono gestire le emozioni quando si lavora con le persone fragili, e di essere gratificati dalle relazioni instaurate tra pari, con gli utenti delle associazioni e con i tutor.

«In generale, possiamo dire che offrire ai giovani la possibilità di entrare in un’associazione per fare un’esperienza viva, anche se limitata nel tempo, rimane la via privilegiata per coinvolgere i giovani, i quali poi possono trasmettere la loro esperienza ai compagni, favorendo la sensibilità e la conoscenza del volontariato, anche se poi anche i compagni hanno bisogno di un’esperienza più determinante – commenta Emma Cavallaro, responsabile del progetto GioeVO -. Occorre dunque costruire rapporti sistematici e continui fra scuole e organizzazioni di volontariato, per offrire percorsi più articolati. E, naturalmente, sullo sfondo resta l’impegno, da parte delle associazioni, per accogliere e formare gli studenti con cui entrano in contatto». Per quanto riguarda il senso del progetto, secondo Emma Cavallaro, la speranza è che «i giovani che hanno fatto questa esperienza abbiano capito correttamente cosa è il volontariato e soprattutto che esso, prima di essere una disciplina, prima di essere una tipologia di attività, è una categoria dello spirito.»

I risultati del progetto e della ricerca sono stati pubblicati in un volumetto intitolato “Giovani e volontariati”. La versione elettronica di può scaricare dal sito www.gioevo.org .

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Export regionale in frenata in Sardegna. Nel primo semestre dell’anno in corso, al netto del settore petrolifero, il volume complessivo dell’export regionale ha segnato un calo del 1,3% rispetto allo stesso periodo 2018. Il dato peggiora (-3%) se si include anche il comparto petrolifero che, da solo, rappresenta l’82% delle esportazioni dell’Isola. Eppure, come attesta un report della Cna Sardegna, qualche segnale positivo arriva dal settore agroalimentare. In particolare, il lattiero-caseario (legato principalmente all’export del Pecorino) dà finalmente segni di ripresa (+4%) dopo un triennio disastroso.

Il calo del primo semestre dell’anno arriva dopo un 2018 complessivamente positivo. L’anno passato si era infatti chiuso con una crescita (sempre al netto del comparto petrolifero) pari al +3,3%, trainata dalle vendite di prodotti chimici e farmaceutici (+27%) e dell’industria metallurgica (+8,3%). Molto male era andato anche lo scorso anno il settore agroalimentare, che ha proseguito il suo trend negativo di durata ormai triennale. Viceversa, nei primi sei mesi del 2019 le vendite di prodotti agroalimentari sono andate in controtendenza segnando un aumento del +4% rispetto allo stesso periodo del 2018, pari a 3 milioni di euro in più.

«Il dato è doppiamente significativo se si osserva che ad incrementare il dato delle vendite sono stati i prodotti lattiero caseari ed in particolare il pecorino – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -: la cosa fa ben sperare perché si tratta di un comparto che rappresenta l’unica realtà industriale regionale con una filiera “quasi” completamente locale e che assorbe una quota del 62% di tutto il settore agroalimentare isolano

Tabella 1 – Export regionale (milioni di euro) e variazione percentuali tendenziali

2015 2016 2017 2018 II 2018 II 2019 Var.% 2018 Var.% II 2019
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca 10 12 13 18 7 6 37,4% -19,9%
Industria estrattiva 57 55 58 63 31 24 7,9% -24,2%
Settore Agroalimentare 196 182 180 148 73 76 -17,8% 4,0%
Tessili e abbigliamento, pelli 19 20 21 20 10 8 -2,5% -20,3%
Legno e carta 30 26 24 23 12 12 -3,5% -5,8%
Industria petrolifera 3.910 3.423 4.427 4.763 2.204 2.185 7,6% -0,9%
Industria chimica e farmaceutica 169 141 221 281 137 122 27,1% -11,1%
Plastiche non metallifere 23 19 17 20 10 9 18,0% -8,9%
Industria metallurgica 191 196 221 240 126 133 8,3% 5,5%
Elettronica, ottica e apparecchi elettrici 20 16 22 22 9 9 -2,3% -4,1%
Altri macchinari 48 39 56 52 27 14 -6,6% -49,3%
Mezzi di trasporto 18 35 77 32 14 32 -58,6% 127,4%
Altro manifatturiero 4 8 8 4 2 2 -51,0% 3,2%
Energia e trattamento rifiuti 21 30 19 27 9 9 42,7% 8,1%
Altro 8 7 6 25 11 10 313,0% -14,2%
Totale 4.723 4.209 5.371 5.738 2.683 2.649 6,8% -1,3%
Totale senza petrolifera 812 786 944 975 478 464 3,3% -3,0%

Fonte: Elaborazioni Cna Sardegna su dati Istat.

In un semestre nel complesso negativo, le vendite di prodotti agroalimentari segnano dunque un +4% rispetto allo scorso anno: 3 milioni di euro in più. Tutto ciò grazie ad un incremento delle vendite dei prodotti lattiero caseari, comparto che come detto assorbe una quota del 62% del settore agroalimentare isolano (al secondo posto si colloca il comparto delle bevande, con il 15%, al terzo quello dei prodotti da forno e farinacei, 9%, seguito dalle carni lavorare, 5,7%).

Quando si parla di esportazioni nel comparto lattiero-caseario si fa ovviamente riferimento soprattutto al mercato del pecorino. Sotto questo profilo , rileva lo studio della Cna Sardegna, si può affermare che sono state le dinamiche negative delle vendite all’estero di questo prodotto DOP (il Pecorino Romano e il Fiore Sardo) a determinare le vicende dell’intero comparto agroalimentare sardo. Il calo è stato importante: considerando le esportazioni nazionali complessive di Pecorino e Fiore Sardo (il 95% relative a prodotto lavorato in Sardegna) si è passati dai 162 milioni del 2015 ai 124 milioni del 2018.

Per spiegare questa performance negativa è possibile isolare due fattori: la fluttuazione dei prezzi di vendita e la scarsa diversificazione in termini di mercati di sbocco.

La fluttuazione dei prezzi. Il 2015 aveva rappresentato il picco massimo dell’ultimo decennio, quando, secondo i dati Istat, il livello medio del prezzo all’export era arrivato ad oltre 9 euro al chilo, salvo poi letteralmente crollare nel biennio successivo e risalire leggermente attestandosi nel 2019 abbondantemente al di sotto della soglia di riferimento di 8,5 euro/Kg. Si tratta di una dinamica che trova conferma nelle quotazioni ufficiali mensili della piazza di Milano per prodotto con oltre 5 mesi di stagionatura (il prezzo s’intende quello praticato nelle transazioni commerciali tra operatori economici del settore, prezzo franco caseificio, merce nuda I.V.A. esclusa), che indicano attualmente (settembre 2019) una quotazione di 6,75 euro al Kg (il livello del prezzo dipende, ovviamente, dalla quantità di prodotto presente sul mercato e dalla domanda espressa dai principali mercati di sbocco).

Il report della Cna sarda confronta le dinamiche del prezzo del pecorino con quelle del prodotto caseario per eccellenza dell’export nazionale, ovvero il parmigiano (Grana Padano e Parmigiano Reggiano), che rappresenta un mercato estero da quasi un miliardo di euro di export nel 2018 (932 milioni, contro i poco più di 120 milioni del pecorino): nel 2015, secondo i dati Istat, il prezzo medio di vendita del pecorino era superiore a quello del parmigiano. Negli anni successivi, tuttavia, le dinamiche sono state opposte: il pecorino, come detto, ha mostrato un calo vertiginoso dei prezzi unitari (da 9,5 a circa 7 euro al kg nel 2019), mentre il secondo ha visto lievitare i prezzi fino a oltre 11 euro al kg (da 8,9 del 2015). Si può affermare che esiste un problema di tenuta del prezzo nel mercato del pecorino.

I mercati di sbocco. Un elemento che contribuisce a spiegare dinamiche de prezzi così sfavorevoli è la scarsa diversificazione dei mercati di sbocco del pecorino. Ad esempio, se si considerano solo i primi due mercati (Stati Uniti e Germania, sia per il pecorino, sia per il parmigiano), il valore delle esportazioni rappresenta il 70% delle vendite all’estero di pecorino, contro il 36% per il parmigiano; se poi si estende il calcolo ai primi 5 mercati (USA, Germania, Francia, Regno Unito e Canada) si arriva all’83% per il formaggio sardo e ad appena il 59,7% per il parmigiano. Proprio questo carattere fortemente specializzato espone il prodotto sardo a maggiori rischi derivanti dalle fluttuazioni dei tassi di cambio e a situazioni sfavorevoli dal lato delle politiche commerciali dei partner. Si pensi alle conseguenze di una politica di sempre maggiore chiusura verso le importazioni europee da parte degli USA, o ai rischi, ancora totalmente da decifrare, derivanti dalla Brexit.

I nuovi mercati. Altro punto di debolezza del Pecorino è la sua minore capacità di penetrare i Nuovi Mercati, ovvero i mercati delle economie emergenti, come Cina, India, Turchia, Russia, Sud Est Asiatico e Sud America (Brasile in testa). Considerando gli ultimi dieci anni, ad esempio, la quota sull’export totale dei Nuovi Mercati per il parmigiano è cresciuta dal 10 al 13%, mentre per il pecorino a fatica ha superato il 6%.

«Questi mercati, seppure ad ora poco inclini all’import agroalimentare di prodotti occidentali, sono destinati a crescere rapidamente – evidenziano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu -. La nuova classe media di paesi come India o Cina (senza dimenticare la Russia o il Sud America) rappresenta il potenziale consumatore di prodotti italiani in un futuro ormai prossimo. E’ una partita che le produzioni sarde, non solo quella casearia (si pensi al vino o all’olio di grande qualità prodotto nell’Isola) non possono non giocare. Non possiamo non ricordare che a partire dal 2009 la Cina ha sperimentato un vero e proprio boom di importazioni di prodotti agroalimentari (+362%, +48% nel caso dell’India, +60% il Brasile), in particolare dall’Italia. E’ un trend di crescita destinato, nei prossimi anni, a proseguire ininterrotto nel quale la Sardegna potrebbe avere un ruolo importante a patto che la Regione sarda investa sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali anche di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie

 

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Migliaia di persone che hanno affollato Luogosanto, le sue vie, le piazze. Una partecipazione popolare, che ha accompagnato le celebrazioni religiose e gli eventi laici. Un programma ricco, variegato, che ha dimostrato come il turismo religioso sia una risorsa per il territorio. Luogosanto e la Gallura hanno celebrato la “Festa Manna” con il corollario di una grande affluenza di pubblico, sia di curiosi e devoti provenienti da ogni parte dell’Isola, sia di turisti sbarcati da ogni parte del mondo per il rito atteso da sette anni. E’ stata l’apertura della Porta Santa il momento di più grande fascino, sentimento ed espressione di devozione di un percorso lungo, che ha messo Luogosanto al centro della Sardegna per gli ultimi giorni di agosto e le prime due settimane di settembre.

«Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti per una manifestazione che ha riscosso un grande successo – sottolinea Agostino Pirredda, sindaco di Luogosanto -. Il merito va certamente a tutta l’organizzazione, con un plauso speciale per chi ha collaborato alla preparazione degli eventi, a partire dall’associazione “Fidali del 1975″ e a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento delle varie manifestazioni. Le presenze registrate mi fanno affermare come l’evento sia cresciuto. Un premio per coloro che in questi anni hanno creduto e investito tanto, in termini di risorse economiche ed impegno, sulla Festa Manna della Gallura. Che rappresenta l’evento religioso più importante per Luogosanto, ma è una festa per tutta la Gallura e va visto come il più importante evento turistico di questo periodo. Un momento dell’anno che si colloca al termine della stagione estiva, per questo crediamo in un investimento e un evento anche turistico, che porta visitatori da ogni parte della Sardegna e turisti da ogni parte d’Europa e del mondo.»

Luogosanto città mariana, dunque, rappresenta un pilastro di quel turismo religioso che punta ad attrarre visitatori anche fuori dai classici e tradizionali mesi estivi.

Una grande partecipazione di pubblico ha accompagnato un ricchissimo calendario di eventi, fin dalla prima giornata dedicata ai festeggiamenti in onore della Madonna di Luogosanto: appuntamento che ha segnato il via ufficiale, con la novena, alla “Festa Manna” che da 791 edizioni commemora “la Regina incoronata di Gaddura”. Giovedì 29 agosto, nella Basilica di Nostra Signora di Luogosanto, dopo il Santo Rosario e il Vespro, ha avuto luogo la celebrazione della Santa Messa. Al termine della funzione, attorno al santuario, si è svolto il tradizionale rito popolare de “lu caracólu di li bandéri”, il corteo automobilistico delle bandiere religiose. Questo e molti altri eventi, tra appuntamenti religiosi e laici, sono stati gestiti dal Comitato dei Fidali che, dalla classe dei ’50, ha assunto un ruolo sempre più importante nell’organizzazione della festa. La classe ’75 festeggia un quarto di secolo dall’istituzione dell’organismo. La Festa Manna è composta da eventi laici e religiosi, il comitato organizzatore dei Fidali ogni anno ha una classe che si occupa di organizzare la festa. Quest’anno è toccato ai Fidali del ’75. «Voglio ringraziare sentitamente il presidente Massimo Pirredda, perché il comitato lavora tutto l’anno ininterrottamente promuovendo iniziative di vario genere per la ricerca di fondi – conferma il sindaco di Luogosanto -. Tutti danno il loro contributo, a volte con grande difficoltà. Alla fine tutto il paese contribuisce attraverso i Fidali per un intero anno».

«Il programma è stato articolato in spettacoli, processioni, il caracollo, i riti dei giorni fondamentali della festa – 7, 8, 9 e 15 settembre – ed i momenti dedicati alla novena – conferma Agostino Pirredda -. Il progetto, patrocinato dalla Regione Sardegna e dal comune di Luogosanto, ha raggiunto l’obiettivo di estendere i giorni di festa proponendo nelle giornate di spalla numerose forme di intrattenimento. La Festa Manna rappresenta per la nostra comunità l’evento più importante tra tutti i festeggiamenti che si svolgono nel corso dell’anno: la maggiore attrazione religiosa, culturale e turistica di cui disponiamo – spiega il primo cittadino di Luogosanto -. Sono queste alcune delle ragioni che ci hanno spinto a estendere l’impegno dell’amministrazione anche ai giorni che hanno preceduto la Festa Manna. Speriamo di aver centrato l’obiettivo offrendo anche al visitatore, che ha deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza a Luogosanto, diversi elementi di attrazione: alcuni consolidati nella tradizione e altri completamente inediti». Luogosanto, già Città Mariana, è stata inserita nei Percorsi Francescani e nei Percorsi di Pellegrinaggio: riconoscimenti importanti che fanno del centro gallurese uno dei pilastri del turismo religioso della Sardegna.

Il 7 settembre ha poi visto svolgersi un altro evento importante: l’ingresso del nuovo parroco, don Efisio Coni, cerimoniere vescovile e delegato regionale per la liturgia. Ha sostituito don Francesco Cossu, già parroco di Santa Maria della Neve ad Arzachena, che questa primavera aveva sostituito don Sandro Serreri. «I nostri più affettuosi ringraziamenti vanno a monsignor Sebastiano Sanguinetti, per averci onorato con la sua presenza in questa ricorrenza dell’apertura della Porta Santa – sottolinea il sindaco Agostino Pirredda –. Lo ringraziamo per aver presieduto la celebrazione dell’Eucaristia all’apertura della 791ª edizione della Festa Manna di Gaddura, in onore della Natività della Beata Vergine Maria di Luogosanto. Grazie anche per il dono di una nuova guida spirituale alla comunità di Luogosanto, nella persona di don Efisio Coni, figura di alta personalità nel presbiterio diocesano·»

Il calendario della Festa Manna ha poi visto svolgersi concerti, giochi, parate, conferenze, presentazioni di libri, fino al momento topico del 7 settembre, il giorno dell’apertura della Porta Santa con il rito presieduto dal vescovo Sebastiano Sanguinetti. Il giorno 8 settembre si è poi celebrata la Festa Manna di Gaddura. Il via la mattina con l’incontro del vessillo di San Simplicio, patrono della Diocesi, con quello della Regina della Gallura; i presidenti dei comitati si sono scambiati i saluti e hanno consegnato ai cavalieri in costume le bandiere per la solenne processione, che si svolge per le vie del paese. I cavalieri hanno una grande importanza storica nella processione, che si tramanda di generazione in generazione e che vede numerosi partecipanti provenienti da diversi paesi del territorio, insieme ai gruppi folk provenienti da tutta la Gallura. La processione ha poi ospitato le autorità civili e militari insieme ai sindaci dei diversi paesi della Gallura. «La loro presenza è stato motivo di onore e di arricchimento per la nostra comunità – sottolinea Pirredda -. Sento il dovere di ringraziarli a nome di tutti». Il 7 e l’8 settembre poi ci sono stati i due grandi concerti con star di livello nazionale: Bianca Atzei salirà sul palco sabato 7 settembre, i The Kolors la sera successiva. Eventi musicali che hanno attirato sotto il palco un pubblico numeroso ed entusiasta.

La Festa Manna di Gaddura è stata patrocinata dal Comune di Luogosanto, con il contributo dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna e la collaborazione della Pro loco. I riti religiosi sono stati celebrati dalla Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria, mentre i grandi eventi in Piazza Incoronazione sono stati organizzati e finanziati dal Comitato Festa Manna 2019 “Fidali 1975”, presieduto da Massimo Pirredda. Gli eventi culturali sono stati organizzati dall’Ufficio turistico comunale, dalla Biblioteca comunale e dalla Scuola di archeologia e comunità dell’Università di Cagliari. La direzione tecnico-organizzativa è stata affidata a Sémiti di Parauli, la direzione artistica a Riccardo Mura. La comunicazione è stata seguita dalla società Dodify di Olbia. Si ringraziano i cavalieri, i gruppi folk, le confraternite, i falegnami, i campanari, i fucilieri del Tav di Luogosanto, le associazioni “Lu Juali” e  “Civitas Mariana” e tutte le forze dell’ordine.

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Da trent’anni il Cada Die Teatro si dedica, oltre che alla produzione di spettacoli, alla formazione teatrale con un’ampia offerta di laboratori. Dal mese di ottobre riparte l’attività della Scuola di Arti Sceniche de La Vetreria e sarà possibile iscriversi ai corsi, ben sette, dedicati a varie fasce d’età, dalla prima infanzia all’età adulta, tenuti dagli attori, e registi, della storica compagnia  cagliaritana, che si svolgeranno nel centro comunale d’arte e cultura La Vetreria di Pirri. Un laboratorio – è una novità – che prenderà il via quest’anno è “Spazio alla creatività, istruzioni per l’uso”, dedicato ai bambini dai 7 ai 10 anni e condotto da Francesca Pani. I giovanissimi allievi, attraverso un lavoro che mette insieme il gioco, la costruzione e l’osservazione dell’ambiente urbano, impareranno un nuovo modo di guardare e ascoltare e, soprattutto, a scoprire nuovi spazi per giocare. Ne “Il gioco del teatro”, di Silvestro Ziccardi, bambini dai 5 ai 13 anni si alleneranno a essere più sciolti nei movimenti, balleranno, canteranno, parleranno, discuteranno, in una parola, faranno teatro. Verranno proposti esercizi che stimolano l’attenzione e la fiducia; lo spazio scenico non sarà il luogo della finzione ma un’area protetta dove si può provare, sbagliare, essere se stessi.

“Cuori di panna smontata”, progetto diretto da Mauro Mou e dedicato agli adolescenti, nasce nel 2004 durante un laboratorio sui percorsi possibili delle arti sceniche, organizzato per la manifestazione “Ogliastra teatro”. Anche quest’anno si concentrerà sulla ricerca e lo studio di linguaggi innovativi e sullo sviluppo di nuove tematiche, cercando una metodologia collettiva di elaborazione e di stimolazione del percorso creativo.

Ne “Il mestiere dell’attore”, condotto da Alessandro Lay e rivolto ad allievi dai 20 anni in su, si lavorerà sul corpo e sulla sua preparazione a un’azione teatrale. Si darà vita a dei quadri teatrali usando le varie possibilità attoriali: il linguaggio del corpo, l’uso dell’immagine e della composizione visiva, il testo scritto che diventa vivo, partendo dal monologo alle tecniche di narrazione, dal dialogo alla coralità. “Spirito guida“del percorso sarà il bardo per antonomasia, William Shakespeare.

“Con passione” è il titolo del laboratorio diretto da Pierpaolo Piludu, dedicato a giovani ed adulti.

Verrà sviluppato il lavoro portato avanti nel corso che si è concluso nel mese di maggio con la presentazione dello studio “Se non son gigli”. I partecipanti verranno invitati a mettersi nei panni degli abitanti delle palazzine di Piazzetta Sirboni: donne e uomini egoisti, cinici e menefreghisti, cresciuti con il coltello fra i denti in un ambiente dove le parole gentilezza e bontà sono sinonimo di stupidità.

Ancora Pierpaolo Piludu riprenderà il progetto “La guerra dentro casa”. Ogni anno a febbraio, nei giorni dell’anniversario dei bombardamenti, il gruppo di 20 allievi che frequenta il laboratorio porta in scena “Cagliari 1943. La guerra dentro casa”, un lavoro incentrato sulle tragiche giornate in cui la città venne quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale.

Verrà sviluppato anche lo studio Cari simpatici vecchini, proposto, con gli stessi allievi, nello scorso mese di giugno.

“Migranti” è il progetto curato da Alessandro Mascia, un laboratorio teatrale integrato che si rivolge all’area del disagio psichico, fisico e sociale. “Migranti” ha preso le mosse dall’incontro di anime cosiddette diversabili con i presunti normali. E’ nato così un laboratorio permanente, che dal 2003 è ospitato nella Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Pirri.

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Uffici pubblici off limits per i disabili. Succede a Sassari, Alghero, Arzachena e Tempio, dove, nelle sedi amministrative di Abbanoa le barriere architettoniche impediscono l’accesso alle persone in carrozzina o con mobilità ridotta. A denunciare questa grave inadempienza alle prescrizioni di legge è la capogruppo del M5S Desirè Manca, attraverso un’interrogazione in Consiglio regionale: «Sono state portate avanti tantissime battaglie per l’abbattimento delle barriere architettoniche, e nonostante ciò, ancora oggi c’è chi si permette di ignorare la legge non applicandola e di snobbare completamente i diritti dei cittadini con disabilità. Fatto ancora più grave è che non stiamo parlando di esercizi commerciali o sedi di attività di privati, ma degli uffici del gestore idrico della Sardegna, interamente partecipato da Enti pubblici e dalla Regione in primis».

«Con l’assenza di uno scivolo per disabili, di ascensori e corsie dedicate per l’accesso ai suoi uffici, Abbanoa sta negando palesemente l’ingresso ai suoi utenti. Non aver mai abbattuto le barriere architettoniche presenti è una manifestazione di menefreghismo e di assoluta noncuranza che ben si accosta alle altre azioni irrispettose e scorrette compiute dall’Azienda negli ultimi anni. Compresa l’ultima, costata all’Azienda una maxi multa di 3,8 milioni di euro per pratiche commerciali aggressive», ha aggiunto Desirè Manca.

La capogruppo del M5S si rivolge al presidente Christian Solinas e l’assessore de Lavori pubblici Roberto Frongia per sapere se e in che modo intendano intervenire affinché Abbanoa ottemperi agli obblighi previsti dalla legge. Ma non solo: Desirè Manca chiede se intendano segnalare alle autorità preposte al controllo questa grave situazione.

«Al giorno d’oggi le barriere architettoniche all’ingresso di un ufficio pubblico equivalgono a una porta sbattuta in faccia. Sono un’offesa per i disabili, per gli accompagnatori, ma anche e soprattutto per gli stessi dipendenti Abbanoa. I lavoratori che quotidianamente, con grande spirito di abnegazione aiutano i cittadini disabili a entrare – ha concluso Desirè Manca -. Lavoratori che quotidianamente sono costretti a provare la vergogna di lavorare in un ufficio pubblico che aperto al pubblico non è.»

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Ritorna il “Forum del giornalismo musicale” il 5 e 6 ottobre, al MEI di Faenza. Il Forum riunisce ogni anno oltre 100 giornalisti e critici di diversa provenienza ed età, che una volta all’anno si ritrovano per confrontarsi fra loro e con molte altre figure della filiera musicale.

Gli appuntamenti sono previsti nel palazzo comunale di Faenza. Si comincerà sabato 5 ottobre alle 14 con l’assemblea dell’AGIMP, l’Associazione dei Giornalisti e critici Italiani di Musica legata ai linguaggi Popolari, nata da un’idea lanciata nel 2016 durante il Forum. All’associazione, in via di consolidamento, possono aderire coloro che scrivono di musica senza necessariamente essere iscritti all’Ordine dei giornalisti, ma che dimostrino di svolgere attività su differenti media (giornali, radio, tv, web compresi i blog e le emittenti). Attualmente l’associazione è rappresentata da un direttivo (formato da Fabio Alcini, Simona Cantelmi, Luciano Lattanzi, Michele Manzotti, Alex Pierro), eletto durante il Forum 2018.

Alle 16.30, verrà presentata la rivista “Olifante”, mentre alle 17.00 sarà la volta dell’incontro con Ginevra di Marco e Cristina Donà, che racconteranno del loro rapporto con la critica e il giornalismo musicale, presenteranno il loro progetto insieme tra tour e disco e parleranno della musica al femminile.

Domenica 6 ottobre, dalle 9.30, in collaborazione con il settimanale “Il Piccolo”, ci sarà spazio per un seminario sul giornalismo musicale che vedrà tra i docenti Vincenzo Cimino, musicista e membro commissione cultura Ordine dei giornalisti (che parlerà di “Musica e giornalismo”), Federico Durante, direttore di Billboard (“Realizzare un mensile musicale oggi”), Cinzia Fiorato, caposervizio e conduttrice TG1 (“Giornalismo musicale in Tv. Ieri, oggi e domani”), Marco Mangiarotti, critico musicale, già vicedirettore de “Il Giorno” (“Dalla critica al selfie. La musica, le pagine, il web”), Vincenzo Martorella, critico musicale (“Ascoltare/scrivere”). Si tratta di un corso accreditato come “formazione professionale continua” per gli iscritti all’ordine dei giornalisti (che devono iscriversi sulla piattaforma Sigef), ma aperto anche ai non iscritti in qualità di uditori. A coordinare sarà Enrico Deregibus.

Il Forum ha ospitato nei suoi primi tre anni numerose iniziative: tavoli di lavoro, assemblee, lezioni, corsi di aggiornamento, incontri con figure professionali. Sono stati coinvolti sino ad oggi oltre 300 giornalisti, da quelli delle grandi testate a quelli delle webzine, sino alle radio e tv. Una occasione unica per affrontare da molti punti di vista i temi centrali del giornalismo musicale di oggi: il rischio di estinzione, il nuovo ruolo, la carenza di spazi, l’interazione fra media diversi e molto altro.

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15 esponenti di minoranza hanno presentato in Consiglio regionale un’interrogazione all’assessore del Lavoro per sollecitare la conclusione del concorso per 89 funzionari ASPAL. Il bando, pubblicato dall’Agenzia regionale per il Lavoro nel mese di Luglio dello scorso anno, ha visto nel mese di dicembre la partecipazione di oltre 3.800 laureati per il test preselettivo. Dal 4 marzo 2019, data in cui quasi 1000 idonei hanno svolto la prova scritta, non si sa più niente.

Francesco Agus, primo firmatario, evidenzia l’urgenza di concludere definitivamente il procedimento avviato oltre un anno fa: «Il concorso ASPAL è l’unica rilevante selezione di personale laureato attualmente in campo in tutta la Regione. Ritardare ancora la conclusione del concorso rischia di esporre l’agenzia a pesanti difficoltà organizzative. I recenti interventi statali su pensionamenti e politiche attive del lavoro, da un parte riducono progressivamente il personale in organico nelle pubbliche amministrazioni, dall’altra compartano aumenti dei carichi di lavoro nelle agenzie del lavoro non gestibili senza adeguati interventi di reclutamento di nuovo personale.»

«Si tratta, soprattutto – sottolinea Francesco Agus – di dare un risposta definitiva a centinaia di laureati che hanno investito tempo ed energie, a volte anche sacrificando lavori precari per dedicarsi a tempo pieno alla speranza di conquistare un posto di lavoro definitivo e all’altezza del loro bagaglio culturale e professionale.»

Con l’interrogazione, inoltre, si chiede alla Giunta di verificare la possibilità di utilizzare le graduatorie che si formeranno all’esito delle procedure selettive ASPAL anche per l’acquisizione del personale per il rafforzamento dei Centri per l’Impiego previsto con norme e risorse statali a partire dal 2019.

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«Il ministro mi ha assicurato che sarà in Sardegna in tempi brevi per riaprire il tavolo del latte.» Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che stamattina a Roma, insieme ai colleghi delle altre Regioni, ha incontrato il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.

«Sulla questione del prezzo del latte – ha aggiunto l’esponente della Giunta Solinas – ho fatto presente che esiste un’emergenza di natura sociale alla quale bisogna dare una risposta immediata trovando una soluzione che riconosca ai pastori la giusta remunerazione per il loro lavoro. Ho chiesto anche che vengano sbloccate le risorse previste dalla legge 44 accelerando l’approvazione dei decreti attuativi senza i quali la ‘legge sulle emergenze’ non è operativa. Abbiamo anche lanciato l’allarme per i danni causati dalla fauna selvatica ai nostri agricoltori e pescatori, e con gli altri assessori abbiamo condiviso il programma d’azione nazionale per il contrasto della cimice asiatica, un insetto che ora sta causando grossi problemi nel nord Italia ma che prima o poi potrebbe arrivare in Sardegna.»

«Per quanto riguarda poi il prossimo ciclo di programmazione della Pac, la Politica agricola comune, abbiamo ribadito – ha concluso Gabriella Murgia – la necessità di garantire l’autonomia delle Regioni, perché possano notificare direttamente a Bruxelles i propri programmi rafforzando così il principio di sussidiarietà.»