19 July, 2024
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«La recente tracimazione del rio Siligheddu, uno dei tanti che attraversano Olbia, ci ricorda drasticamente la situazione di pericolo reale che incombe sui cittadini dalla tragica alluvione del 18 novembre del 2013. Tra poco più di due mesi saranno trascorsi sei anni da quella devastante giornata e ancora si aspetta una decisione definitiva sulla strada da percorrere per mettere in sicurezza Olbia e i suoi cittadini. Abbiamo assistito a una diatriba infinita incentrata su progetti alternativi, addirittura all’indizione di un referendum che avrebbe scaricato sui cittadini responsabilità tecniche e progettuali che dovrebbero essere in carico ai professionisti e ai politici.»

Lo scrive, in una nota, Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle.

«Sono state spese solo parole, ma neanche un euro dei fondi già disponibili – aggiunge Nardo Marino -. E’ doveroso ricordare che il primo atto integrativo tra ministero dell’Ambiente e Regione Sardegna, relativo alle “opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia”, è stato interamente finanziato. L’atto risale al 29 gennaio scorso. Si tratta di 125,3 milioni di euro, di cui 42,1 milioni a valere su risorse regionali. Ricordo che il progetto è suddiviso in quattro lotti. Il primo vale 25,3 milioni, disponibili già dal novembre 2015 e comprende le famose vasche di laminazione; il secondo, il terzo e il quarto lotto riguardano, invece, gli interventi sui corsi d’acqua Gadduresu (21 milioni, lotto 3), San Nicola (19,5 milioni, lotto 2) e Siligheddu (57,5 milioni, lotto 4). L’atto integrativo siglato nello scorso gennaio riguarda appunto il finanziamento dei lotti 2,3 e 4 per un ammontare complessivo di 98 milioni. I restanti 2 milioni, necessari per raggiungere l’importo finale di 125,3 milioni, sono stati stanziati con un altro provvedimento. Ricordo anche che il lotto 1, nonostante i fondi siano disponibili da ben quattro anni, risulta ancora in corso di progettazione. Ora Olbia vive un doppio rischio: vedere svanire i finanziamenti elencati a causa del tergiversare delle istituzioni, locali e regionali, e quello di subire ancora dei danni dalle piogge che arriveranno. In tutti questi anni, la città è stata costretta a fare i conti con la paura di essere nuovamente bersaglio di eventi climatici tanto improvvisi quanto frequenti sapendo di essere ancora vulnerabile – conclude Nardo Marino -. E’ arrivato il momento di prendere una decisione.»

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Il racconto di una Sardegna poco visibile, attraverso un viaggio in siti e paesi di particolare impatto emozionale, rivisitati mediante gli interventi di un gruppo di artisti non direttamente legati al territorio. Si chiama Magic Bus il progetto ideato dalla cooperativa cagliaritana Vow Day: una residenza artistica itinerante, concepita per sviluppare la conoscenza del patrimonio narrativo popolare esistente nelle piccole comunità dell’isola, e rendere visibile la realtà e le storie legate al territorio e ai suoi abitanti.

Con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Collinas, e in collaborazione con Sardex, Magic Bus fa base, da mercoledì scorso, e per quattro giorni, nel paese della Marmilla con l’obiettivo di creare una narrazione che prendendo spunto da fatti storici – alcuni dei quali avvenuti tra l’8 settembre 1943 e la primavera successiva, oltre a altri eventi riguardanti il territorio – potesse essere rielaborata da artisti professionisti non direttamente legati al territorio – in questo caso un regista documentarista e un graphic novelist, Renato Chiocca e Andrea Ferraris – per culminare nella realizzazione di un cortometraggio e di una graphic novel.

L’individuazione di Collinas e dell’area urbana circostante come sede della residenza è motivata dalla presenza di elementi di particolare interesse, come la valenza storica e architettonica del borgo, la sua contiguità con siti di rilevanza archeologica e ambientale, oltre all’eredità culturale e filosofica del suo cittadino più illustre, Giovanni Battista Tuveri.
Nei tre giorni di residenza, e con la preziosa collaborazione degli abitanti del paese, sono stati elaborati i materiali che saranno presentati in anteprima, e naturalmente in una versione non ancora definitiva, domani, sabato 14, nel corso della giornata finale. La proiezione dei contenuti video, alla presenza dei due autori, Renato Chiocca ed Andrea Ferraris, è in programma alle 18.30 nella sala Ex Monte Granatico, in apertura di una serata che conta altri appuntamenti in scaletta: cibi e gusti della tradizione alle 20.00 in piazza G.B. Tuveri; un’installazione audiovisiva di Emanuele Bardi e Paolo Pastorino alle 21.30 nel Chiostro del Municipio; un concerto del gruppo Mambo Django, alle 22.30 in piazza G.B. Tuveri; e, in chiusura, un solo set di Stefano Cherchi: a mezzanotte all’ex Monte Granatico.

 

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Ieri un solo incendio, in Sardegna, ha richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale.

Alle ore 15.20, nelle campagne di Olbia, in località “San Nicola”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Limbara. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Olbia coadiuvata dagli elitrasportati, dalla pattuglia forestale di Padru, 1 squadra di vigili del fuoco, 1 di volontari, 3 squadre di Forestas, i carabinieri di Olbia per la viabilità. L’incendio ha bruciato una superficie limitata limitrofa al centro abitato. Le operazioni di spegnimento, grazie al tempestivo arrivo delle squadre sul posto, si sono concluse alle ore 16.50.

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Al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza della Festa della Beata Vergine Addolorata, in corso di svolgimento, il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, ha disposto fino a domenica 15 settembre, dalle ore 18.30 fino all’1 del mattino del giorno successivo, la chiusura del traffico veicolare in via Liguria, nel tratto compreso tra via Umbria (piazza Marinai d’Italia) e via Lombardia; via D’Annunzio, nel tratto compreso tra via Messina e via Liguria.
Domenica 15 settembre è prevista la chiusura del traffico veicolare dalle ore 18.00, in concomitanza con il passaggio della processione religiosa, nelle seguenti strade: via Liguria, via Umbria, via Costituente, piazza Repubblica, via Dalmazia (lato interno in prossimità del Supermercato CRAI), via Barbagia, via D’Annunzio.

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Mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias, interviene sulla vicenda dello stabilimento RWM di Domusnovas.

«Con dispiacere e con grande apprensione ho appreso degli imminenti licenziamenti alla RWM di Domusnovas per la riduzione di commesse, conseguente alle decisioni ministeriali sul traffico d’armi verso l’Arabia Saudita.

Con questa prospettiva non vince nessuno.

Non vince lo Stato, che pensa di aver risolto il conflitto costituzionale con un intervento vago e con modalità che sanno di atteggiamento pilatesco.

Non vince il Comitato per la riconversione RWM, perché il loro progetto rimane incompiuto nella sola rivendicazione, finora teorica, di una riconversione.

Non vince un certo tipo di pacifismo ideologico, perché la pace resta lontana e purtroppo laggiù si continuerà a morire.

Così sono perdenti, unicamente e malamente, le maestranze in odore di licenziamento, senza neppure il conforto, per molti, degli ammortizzatori sociali.

Sono ben lontano dal perorare un ritorno alla situazione precedente e riconfermo nella loro interezza le considerazioni espresse varie volte nei mesi scorsi.

Come Vescovo della Chiesa Diocesana sento il dovere di esprimere il più preoccupato dissenso nei confronti della gestione del problema, a mio giudizio assai approssimativa ed unilaterale e non adeguata alla doverosa tutela del diritto ad un lavoro degno per tutti.

Esorto pertanto la Politica a non limitarsi al mero blocco, peraltro limitato nel tempo, delle esportazioni belliche, ma a ideare progetti immediati di sostegno ai lavoratori e a preparare ipotesi serie di riconversione e di progresso, con attenta responsabilità per lo sviluppo dell’intero territorio.

Invito il Comitato per la riconversione RWM a non pensare di aver già raggiunto un risultato positivo, ma a continuare a spendersi con determinazione per una seria ricerca di valide e urgenti soluzioni lavorative, anche per non sentirsi pericolosamente addosso il fiato dei diseredati e delle loro famiglie.

Invito, infine, la stessa RWM, nel rispetto delle sue competenze, a indirizzare produzione e progetti di ampliamento verso manufatti eticamente sostenibili e a sentire la responsabilità di una tutela del diritto al lavoro per i propri dipendenti, con attenzione non solo ad una professionalità tecnica, né tanto meno nell’unica ricerca del profitto economico, ma anche all’offerta di un’occupazione finalizzata alla dignità personale e sociale di ogni lavoratore.

Faccio pressante appello a tutta la Chiesa diocesana perché si unisca nella preghiera e nell’aiuto fraterno verso i lavoratori e le loro famiglie attualmente in difficoltà.»

Iglesias, 13 settembre 2019

+ Giovanni Paolo Zedda

Vescovo di Iglesias

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Sulla vicenda RWM il leader di Sardegna Pulita, Angelo Cremone, grida all’irresponsabilità politica di Governo regionale e nazionale.
L’uomo contro l’uomo, questo è quanto riesce a realizzare il Governo regionale della Sardegna al pari del Governo nazionale – secondo Angelo Cremone -, su quello che definisce il vergognoso caso della fabbrica bombe RWM di Domusnovas.
«Vuoi lavorare in Sardegna per dar da mangiare alla tua famiglia? – aggiunge Angelo Cremone -, allora devi costruire bombe che serviranno a massacrare altri esseri umani innocenti, bambini, donne e uomini. A distanza di oltre quattro anni dal nostro impegno civico contro la produzione di ordigni di morte nella fabbrica RWM di Domusnovas, per una riconversione di quel lavoro malato e l’indifferenza e complicità politica regionale e nazionale, hanno solo prodotto il risultato di mettere “Uomo contro Uomo”, di creare lo scontro, una guerra locale tra poveri, non impegnandosi minimamente, neanche ad accennare la possibilità di discutere politicamente, progetti di lavoro alternativi, evitando così di dare dispiacere alla multinazionale Rehimetall ed i suoi lauti guadagni.»
«E tutto ciò – sottolinea ancora Angelo  Cremone – nonostante la Comunità Europea mette a disposizione finanziamenti pubblici per le aziende che intendono riconvertire proprie produzioni dall’uso militare ad uso civile. Ancora non c’è stato nessun impegno  del Governo nazionale a tal fine dopo il voto alla Camera dei Deputati, evitando di mettere a disposizione un capitolo di spesa per la riconversione della fabbrica, dopo la farsa del blocco temporaneo dell’esportazione bombe RWM all’Arabia  Saudita, vergognandosi anche soprattutto di rendere noto il “dispositivo a tempo” del Governo, dove prescrive i termini che impongono alla RWM il blocco esportazione bombe all’Arabia Saudita.»
«Questa – conclude Angelo Cremone – è la trasparenza di un Governo che non ha nessuna intenzione di assumere una posizione chiara e netta, facendosi attore principale e svolgendo un ruolo determinante ,soprattutto per una forma di rispetto nei confronti di tutte quelle vittime innocenti che hanno pagato con la vita a causa di una Guerra sporca, dove a farla da padrona sono sempre le superpotenze, ma è in questa situazione che ci si augura che questo mercato di morte abbia fine!»
Armando Cusa

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Un abbraccio commosso con il presidente della confraternita Beata Vergine delle Difesa, Giuseppe Benenati, e un altro ancora ricco di commozione con il primo cittadino di Stintino Antonio Diana, perché, sebbene fosse «un’occasione per ricordare i nove anni trascorsi alla guida della parrocchia e non un addio», i saluti portano con sé sempre un po’ di tristezza. E questo è vero soprattutto se, per nove anni, si sono condivisi momenti di vita che hanno segnato una comunità.

Nei giorni scorsi gli stintinesi si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale dell’Immacolata Concezione per salutare il parroco don Andrea Piras che proprio il 10 settembre terminava il suo incarico a Stintino. Ad attenderlo, adesso, c’è quello di rettore del seminario. Per il sacerdote, però, la data dei giorni scorsi è stata anche l’occasione per celebrare i 14 anni di vita consacrata, e «questo giornoha dettonon avrei pensato altro che condividerlo con la mia famiglia e con voi. Qui che sono stato abbracciato da una comunità preziosa ricca di talenti, desiderosa e intelligente».

Nel suo intervento, don Andrea Piras non ha dimenticato di ricordare i suoi predecessori che a Stintino hanno lasciato un importante segno nella comunità. A partire quindi da don Vittorio Prunas, il più “longevo” tra i parroci del paese, e a seguire don Piergiorgio Currelidon Franco Manunta, don Antonio Cuccureddu per finire con don Salvatore Fois. A sostituirlo, dal 29 settembre, sarà don Daniele Contieri.

È stato Giuseppe Benenati a tracciare alcuni momenti importanti del rapporto tra parroco e confraternita, tra questi: il gemellaggio con la confraternita di Santa Croce di Bastia, i due pellegrinaggi all’Asinara, le celebrazioni per i 150 anni del sodalizio e la pubblicazione del libro, la cerimonia per gli 80 anni della chiesa parrocchiale. «Si dice che il tempo voli quando si è in grata compagniaha sottolineato Giuseppe Benenati e questo è quello che provo oggi, nel ricordare il suo ingresso qui a Stintino. Sin da subito sorretto da determinazione, operosità e cura dello spirito».

«In questi nove anni sei entrato nelle nostre famiglie portando i sacramentiha detto Antonio Diana e non solo. Hai lasciato un segno, e per questo Stintino ti ringrazia. Con te abbiamo scoperto e ridato vita alle feste religiose del nostro paese. Abbiamo valorizzato il lavoro fatto con la festa per la nostra chiesa. Abbiamo trascorso 9 anni e adesso l’amministrazione e i cittadini ti augurano di trovare nuove soddisfazioni nel tuo nuovo incarico.»

Prima dei saluti finali, da una parte il consiglio della Confraternita e dall’altra l’amministrazione comunale, con il sindaco, il vice sindaco Angelo Schiaffino e l’assessora comunale al Turismo Francesca Demontis, hanno voluto omaggiare don Andrea Piras con alcuni doni in ricordo dell’amicizia e del sincero legame che ha unito Stintino al suo parroco.

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«Il Consiglio regionale, nella seduta di ieri, ha approvato un provvedimento importante che destina oltre dieci milioni di euro per le prestazioni aggiuntive del personale del sistema sanitario regionale e degli specialisti convenzionati interni. Questi fondi consentiranno di aumentare le ore di specialistica ambulatoriale anche nei presidi territoriali del Nuorese.»

Lo ha detto Pierluigi Saiu, consigliere regionale della Lega e presidente della Commissione Autonomia e Riforme.

«Grazie a questo intervento – aggiunge Pierluigi Saiu – sarà possibile dare una risposta concreta alle esigenze che vengono dal nostro territorio, dalla nostra provincia. In questo mesi ho avuto modo di ricevere moltissime sollecitazioni da chi chiedeva proprio il potenziamento di strutture poliambulatoriali. Non è chiudendo ospedali e reparti, come faceva il centrosinistra, che il sistema sanitario regionale può crescere. Attraverso queste risorse sarà possibile potenziare servizi essenziali che costituiscono, fra le altre cose, autentici presidi contro lo spopolamento delle zone interne.»

«La provincia di Nuoro – conclude Pierluigi Saiu – per anni è stata costretta a subire tagli e ridimensionamenti. Razionalizzazioni che altro non erano che chiusure. Finalmente adesso arrivano nuove risorse anche per il nostro territorio.»

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna, nel corso dell’ultima seduta, ha deciso il rinvio della data delle elezioni dei presidenti dei Consigli provinciali, inizialmente fissata per il 5 ottobre prossimo. La nuova data verrà stabilita dal presidente della Regione, Christian Solinas, con proprio decreto, in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno del 2020.

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Anche la UGL sarda rivendica l’insularità in Costituzione.
«La Costituzione del 1948 contemplava al terzo comma dell’art. 119 un puntuale riferimento all’insularità – si legge in una nota del segretario territoriale Simone Testoni -. Le isole venivano considerate realtà svantaggiate dal punto di vista geografico, economico e sociale, da valorizzare ed alle quali destinare incentivi. Il legislatore costituzionale del 2001 ha, sprovvedutamente, eliminato dall’art. 119 ogni riferimento all’insularità, senza ridisciplinare la distintiva condizione delle zone insulari, dimenticando la loro evidente condizione di disequilibrio, dovuta alla collocazione nello spazio; situazione che incide sul trasporto, sul commercio, sul diritto alla salute e sull’istruzione. Dunque le Isole non hanno più avuto un trattamento specifico che tenesse conto della loro peculiarità e fragilità. Per di più, nonostante i trattati comunitari e internazionali, che riconoscono il principio di insularità, gli abitanti delle isole continuano ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale che impedisce di avere pari opportunità con il resto dei connazionali e dei cittadini europei. Ciò accade in considerazione della disciplina della concorrenza, elemento essenziale dell’integrazione europea, articolata su due aspetti principali: il controllo sul comportamento delle imprese in materia d’intese e concentrazioni; la limitazione degli aiuti di Stato ai produttori nazionali. Dunque, per l’Europa, la disciplina degli aiuti di Stato è prevalente rispetto a qualsiasi altro diritto.»
«La questione dell’insularità – conclude Simone Testoni – è stata affrontata più volte nel Parlamento europeo che, infatti, nel 1997 adottò una risoluzione per avviare «una politica integrata adeguata alla specificità delle regioni insulari dell’Unione europea» e poi, nel 1998, con il Trattato di Amsterdam, con il quale l’Europa riconobbe il principio che è necessario ridurre il divario esistente tra i livelli di sviluppo dei vari territori e colmare il ritardo delle regioni meno favorite, come le isole. Oltre non si è andati, nell’arco di più di dieci anni. Oggi la Sardegna la rivendica a gran voce e la nostra organizzazione sarà al fianco del Sardi nella legittimità richiesta.»