Il Parlamento europeo ha approvato una modifica al Fondo di solidarietà FEG per includere il sostegno ai lavoratori colpiti da una Brexit senza accordo.
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Il Parlamento europeo ha approvato una modifica al Fondo di solidarietà FEG per includere il sostegno ai lavoratori colpiti da una Brexit senza accordo.
Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) finanzia le politiche attive per il lavoro come la riqualificazione dei singoli lavoratori, l’orientamento professionale, la formazione, le indennità di trasferimento e la creazione di nuove imprese. Finora, i governi UE hanno potuto richiedere il sostegno finanziario del FEG solo per i lavoratori dipendenti e autonomi che hanno perso il posto di lavoro a causa della globalizzazione o di una crisi economica.
La modifica approvata oggi dal Parlamento fa sì che rientrino nel campo di applicazione del FEG anche i licenziamenti causati da un ritiro del Regno Unito dall’UE senza accordo: la tutela del Fondo europeo è estesa anche a coloro che perderanno il lavoro in seguito alle ripercussioni sui modelli aziendali, sulla crescita e sull’occupazione derivanti da una Brexit senza accordo.
La legislazione è stata adottata con 516 voti favorevoli, 23 contrati e 17 astensioni.
In assenza di un accordo di recesso, la modifica del regolamento si applicherà a partire dal giorno successivo a quello in cui i Trattati cesseranno di applicarsi al Regno Unito. Nel caso in cui si arrivi ad un accordo entro la data di ritiro del Regno Unito, il presente regolamento non verrà applicato.
La relatrice Vilija Blinkevičiūtė (S&D, Lituania) ha dichiarato: «Il FEG è operativo dal 2007 e ha aiutato molti lavoratori in esubero a trovare un nuovo lavoro. Questo fondo funziona molto bene. Dobbiamo fare del nostro meglio per prepararci agli eventuali effetti negativi che le nostre imprese e i nostri lavoratori potrebbero subire a causa di un Brexit senza accordo».
Tutte le domande di intervento rivolte al FEG devono essere approvate da Stati membri e Parlamento europeo. Una volta accolte le domande, i pagamenti sono così ripartiti: il 60% spetterà all’UE e il 40% ai Paesi. Dal 2007, 70mila lavoratori hanno beneficiato dei fondi del FEG. Fino al 2020, i fondi a disposizione ammontano a 170 milioni di euro l’anno.
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