La Giunta regionale ha ha approvato la programmazione dei contributi per l’organizzazione ed il funzionamento dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza della Sardegna.
[bing_translator]
Un milione di euro dalle risorse regionali e 545mila euro dal Fondo nazionale relativo alle politiche sui diritti e pari opportunità. Con due differenti delibere la Giunta, su proposta dell’assessore regionale della Sanità e delle Politiche sociali, Mario Nieddu, ha approvato la programmazione dei contributi per l’organizzazione ed il funzionamento dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza della Sardegna.
«In Italia – spiega l’assessore Mario Nieddu – ogni giorno oltre cento donne si rivolgono ai centri anti violenza e quasi una su tre, fra i sedici e i settanta anni, ha subito una qualche forma di abuso fisico o sessuale. Molto spesso le violenze si consumano in ambito familiare, per loro natura più difficili da dichiarare e denunciare. Come Regione abbiamo il dovere, istituzionale e morale, di dare aiuto e sostegno a tutte le donne che si trovano in questa condizione.»
Sulla violenza di genere, l’assessore della Sanità, aggiunge: «È importante che sempre più donne denuncino le situazioni di violenza, nella consapevolezza di poter contare sulle istituzioni. Noi oggi lanciamo un segnale importante in questa direzione».
Destinatari delle risorse regionali (pari a un milione di euro) sono gli enti gestori degli istituti “storici”, nati in seguito alla legge regionale del 2007, con una ripartizione del 70% alle case d’accoglienza e per il 30% ai centri antiviolenza. «Gli otto centri antiviolenza sul territorio regionale – precisa Mario Nieddu – sono luoghi nei quali si costruiscono progettualità per le donne di tutte le età e i loro figli e figlie minorenni, che abbiano subito abusi o che si trovino esposte alla minaccia di ogni forma di violenza. Sostengono i singoli percorsi di fuoriuscita dalla condizione di vittima, intervengono sulla formazione e la prevenzione sensibilizzando il territorio e strutturando importanti reti. Le cinque case di accoglienza sono strutture dedicate, a indirizzo segreto, che forniscono alloggio sicuro alle donne e ai loro bambini vittime di violenza, con l’obiettivo di proteggerli e di salvaguardarne l’incolumità fisica e psichica. Riteniamo quindi che sia fondamentale dare continuità alla loro attività».
Programmate anche le risorse statali. Dal Fondo relativo alle politiche sui diritti e pari opportunità, 545mila euro, il 77% delle risorse andrà a rafforzare i contributi regionali, mentre il 33% (195 mila euro) è stato destinato all’istituzione di nuovi centri antiviolenza.
NO COMMENTS