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Ieri sera, nella sala consiliare del comune di Sant’Antioco, il Comitato Porto Solky ha ribadito le ragioni della contrarietà alla realizzazione del nuovo ponte.
I tre portavoce del Comitato, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, nello specifico, hanno contestato «con atti, documenti, progetti e pianificazioni alla mano, finanziamenti destinati per un totale di 137,2 milioni di euro su inutili e deleterie opere pubbliche che addirittura, se realizzate, impedirebbero la vera riconversione economica del territorio. L‘opera più assurda contestata è il nuovo ponte di Sant’Antioco, l’enorme viadotto di 2 km che da solo impegna 57,5 milioni di euro del Piano Sulcis e che per essere finanziato ha letteralmente spolpato economicamente l’intera riqualificazione viaria di tutto il Sulcis, ovvero l’asse stradale Sirai-Nuxis – hanno denunciato -. E’ bene precisare che una simile quantità di denaro pubblico non arriva tutti i giorni, quindi se non si revocherà l’appalto per rimodulare i finanziamenti su opere utili, il Sulcis dovrà rassegnarsi alla sua disastrata e pericolosa viabilità chissà per quanti altri decenni».
«In merito alla revoca dell’appalto gli atti parlano chiaro, così come confermato dall’assessorato dei Lavori pubblici della RAS e dalla stessa ANAS, la stessa deve essere richiesta circostanziando, con valide motivazioni atte ad individuare uno spazio giuridico di intervento – hanno sottolineato Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Relazioni valide non prodotte in 28 mesi dall’insediamento dall’intero Consiglio comunale di Sant’Antioco che invece si è limitato a delle semplici delibere che si sono dimostrate ininfluenti a contrastare il Nuovo Ponte – dichiarato opera Strategica a livello Regionale e reinserita nelle 77 opere Strategiche Nazionali da commissariare con il decreto Sblocca Cantieri -.»
«Durante l’assemblea, sono stati resi pubblici i documenti prodotti dal comitato Porto Solky che, se condivisi dai Sindaci del territorio interessati dalla valenza strategiche delle proposte, potrebbero realmente fermare le opere scellerate, quindi dare avvio ad un vero e proprio piano di sviluppo della nautica nel Sulcis. Nel dettaglio si fa leva sul porto di Sant’Antioco, sulle bonifiche delle aree ex Sardamag ma, soprattutto, sugli interventi nella viabilità primaria dell’intero territorio, nessuno escluso.»
I portavoce del Comitato Porto Solky hanno quindi così ricostruito quella che viene definita «un’inspiegabile vicenda che va contro la coesione territoriale».
«12 febbraio 2019, viene inviata dal comitato a 15 Sindaci del Sulcis una PEC con oggetto: “Tavola rotonda in merito alle opere del Piano Sulcis inerenti alla nautica e viabilità”, con la quale si invitava i primi cittadini ad organizzare una tavola rotonda al fine di illustrare le osservazioni e le proposte inviate dal comitato, auspicando quindi una ragionevole condivisione da parte delle stesse amministrazioni.
6 marzo 2019, L’Unione dei Comuni del Sulcis aderendo alla richiesta fatta dal Comitato cittadino Porto Solky aveva convocato un incontro presso la Sede dell’Unione dei Comuni in San Giovanni Suergiu, per discutere in merito al tema: “Opere del Piano Sulcis inerenti alla nautica e viabilità”.
All’incontro non partecipa il Sindaco di Sant’Antioco, ma in sua rappresentanza invia l’assessore dei Lavori pubblici.
Nella lunga e partecipata discussione a seguito della dettagliata esposizione da parte del Comitato era emersa la piena condivisione delle criticità esposte e la volontà unanime dei Sindaci partecipanti di attivare tutte le iniziative necessarie per rimodulare i finanziamenti delle opere programmate dal Piano Sulcis, accogliendo favorevolmente la proposta di condividere le osservazioni e le integrazioni proposte dal Comitato sia quelle prodotte dal comune di Sant’Antioco ma che inspiegabilmente non erano state messe a disposizione.
Per quanto sopra, i Sindaci presenti avevano convenuto che prima di predisporre un loro documento di condivisione, si dovessero prendere in visione le osservazioni presentate dal comune di Sant’Antioco. A tal fine l’assessore dei Lavori pubblici di Sant’Antioco si era impegnato nel mettere a disposizione quanto richiesto. I Sindaci quindi, di comune accordo, hanno deciso di convocare una ulteriore riunione per il giorno mercoledì 13 marzo 2019.
Al secondo incontro, l’inspiegabile ed immotivata assenza del comune di Sant’Antioco ed il mancato ricevimento della documentazione promessa, avevano fatto sfumare la possibilità di sottoscrivere un documento da inviare al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, finalizzato (come già ribadito) a rafforzare la posizione unanime del territorio per revocare l’appalto del progetto.
I Sindaci avevano comunque apprezzato e ringraziato all’unanimità il Comitato per la dettagliata esposizione delle vicende (si ricorda sempre supportate dai documenti e atti ufficiali), nonché per la valenza territoriale delle proposte finalizzate ad un effettivo sviluppo economico dell’intero Sulcis.
Alla luce di quanto accaduto, quattro giorni dopo l’immotivata e ingiustificata diserzione da parte del comune di Sant’Antioco, si inviava una lettera via PEC a tutti i componenti dell’intero Consiglio comunale di Sant’Antioco mettendoli a conoscenza che il gravissimo comportamento del primo cittadino che, con la sua irresponsabile assenza, aveva fatto sfumare una delle poche opportunità di fare coesione territoriale per vincere le battaglie.
La lettera quindi invitava ad un’attenta riflessione sull’effettiva validità dei progetti e delle programmazioni in corso, ricordando che ci si trovava di fronte ad vicenda cruciale per tutto il Sulcis, che richiede costantemente impegno, perseveranza e attenzione. Veniva allegata tutta la documentazione tecnica che poteva essere utilizzata per revocare l’appalto e per poter pianificare correttamente il nuovo porto di Sant’Antioco.
A seguito della lettera, non ci fu nessuna reazione, silenzio totale sia dalla maggioranza che dall’opposizione del comune di Sant’Antioco.
I recenti fatti hanno poi dimostrato che la documentazione tecnica dimostrante le contestazioni in merito alle opere portuali appaltate dal Piano Sulcis e che hanno inficiato negativamente la pianificazione portuale, sono state totalmente ignorate dell’intero Consiglio comunale, così come recentemente dimostrato con l’adozione di una variante al Piano Regolatore Portuale studiata appositamente per non ostacolare la realizzazione del viadotto, lo stesso che gli stessi amministratori dicono, con atti ad oggi inefficaci, di non volere.
Variante tra l’altro pianificata con l’inspiegabile estromissione dal coinvolgimento dalla pianificazione portuale di tutta una serie di soggetti portatori di interesse diretto e diffuso quali operatori marittimi, portuali, della nautica, pescatori, confederazioni di imprese, parti sociali, i cittadini, ma soprattutto i Sindaci interessati dalla valenza territoriale strategica del porto di Sant’Antioco.
In 28 mesi dall’insediamento del Consiglio comunale si è fatto tutto quello che umanamente era possibile per avere un qualunque tipo contatto, quindi a fronte di atteggiamenti di rigetto, anche del semplice confronto dialettico sui temi in discussione, il Comitato pone fine ai tentativi di interlocuzione costruttiva, finora ricercata e sempre negata mettendosi a disposizione di chiunque abbia voglia di lavorare per la rinascita del Sulcis.»
L’intera documentazione esposta verrà inviata ai sindaci dei Comuni del territorio interessati dagli investimenti sullo sviluppo della Nautica nel Sulcis; alla Regione Sardegna: Presidente Solinas, Assessorati Lavori pubblici, Industria e Ambiente; al Governo: MISE – Ministero dello Sviluppo economico, MIT – Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, MTATM – Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.