20 July, 2024
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Un solo incendio oggi in Sardegna ha richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale. Nelle campagne di Macomer, i località “Funtana Giaga”, sono intervenuti due elicotteri: uno proveniente dalla base del Corpo forestale di Bosa e uno proveniente dalla base di Anela. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Macomer coadiuvato dall’intervento di 2 squadre di Forestas. Il fuoco ha interessato un’area costituita da pascoli arborati e cespugliati. Le operazioni di spegnimento, si sono concluse alle ore 15.00 circa.

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E’ stata presentata istanza da 23 consiglieri regionali, primi firmatari Emanuele Cera ed il gruppo consiliare di Forza Italia, per chiedere l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna, con la specifica finalità di verificare le conseguenze e le ripercussioni sulla salute degli abitanti della Sardegna e in particolar modo dei lavoratori e delle comunità locali interessate dalla presenza di stabilimenti dedicati a suo tempo alla lavorazione e alla produzione di prodotti di amianto. Come è noto in Italia ci sono 96mila siti contaminati da amianto, censiti e presenti nel database del ministero dell’Ambiente, e l’Osservatorio Nazionale Amianto rileva che sono ancora 6.000 le persone che muoiono ogni anno di patologie legate all’amianto, e che inoltre migliaia di italiani si ammalano di tumore polmonare e altri tumori a carico del sistema respiratorio, nonostante siano ormai 27 anni che l’uso di amianto sia stato bandito nel nostro Paese. Anche la Sardegna non è esente dalla esposizione all’amianto, che causa ogni anno numerosissime vittime per via di una presenza diffusa di questo materiale fibroso, sia negli edifici privati residenziali, negli edifici pubblici o aperti al pubblico che negli impianti industriali attivi e dismessi. Basti pensare ai lavoratori sardi che hanno lavorato nelle fabbriche di manufatti in cemento amianto, sottolinea il consigliere Emanuele Cera, quali la «Sardit di Oristano e la Ce.Ma Sarda di Marrubiu, oppure ai lavoratori di altri stabilimenti quali ad esempio Ottana, Porto Torres, etc. che seppur esposti indirettamente alla presenza di amianto, hanno lavorato in stabilimenti che hanno utilizzato la fibra come componentistica». «Occorre acquisire definitivamente i dati della presenza di amianto in Sardegna soprattutto negli edifici privati residenziali – prosegue il consigliere Emanuele Cera -, al fine di contrastare definitivamente il problema amianto attraverso la messa a regime nel tempo di un intervento risolutore, che metta in sicurezza la popolazione e le famiglie in Sardegna». Viene evidenziata inoltre dal consigliere Emanuele Cera la necessità di «avviare azioni finalizzate ad attivare la procedura di inserimento dei siti Sardit di Oristano e Ce.Ma Sarda di Marrubiu, fra i Siti di interesse nazionale per la bonifica dall’amianto, con la precisa finalità diusufruire dei benefici di legge, alla stessa stregua dei siti della penisola, che mediante l’uso di risorse pubbliche, sono stati quasi tutti bonificati e riconvertiti in strutture pubbliche di pregio culturale e paesaggistico, come ad esempio Eternit Casale, in cui al posto della fabbrica adesso sorge un parco».

Il contesto ambientale nel quale viviamo influisce direttamente sulla nostra salute e può creare percorsi personali di disagio e sofferenza in grado di produrre sintomi che definiamo stato di “malattia”. Alla luce di questa visione occorre ridisegnare l’organizzazione del pensiero medico per favorire una visione unitaria e d’insieme sia del malato che della malattia. Nella pratica quotidiana del medico è, infatti, sempre più importante la necessità di ampliare la visione clinica verso l’indagine e la comprensione delle dinamiche causali polifattoriali che caratterizzano l’evoluzione patobiografica individuale. In parti colare negli ultimi decenni una maggior incidenza di alterazioni dello stile di vita e alimentare, disagi psicosociali e relazionali, disfunzioni del microbiota intestinale, incremento del carico tossico da veleni ambientali sempre più di frequente si sommano nel tempo nel produrre patologie infiammatorie croniche ad evoluzione autoimmune. Il 2° congresso Nazionale dell’AIMES (Associazione Italiana di Medicina Sistemica), da sempre impegnata nel promuovere e diffondere il pensiero sistemico in medicina, si terrà il 5 ottobre presso l’Hotel Michelangelo di Milano. Nel corso dei lavori si parlerà non solo della centralità del paziente e della perso nalizzazione della terapia ma di tutte le strategie sistemiche di cura nelle patologie autoimmuni. Dai patogeni intestinali come possibile origine dell’autoimmunità, alla gestione della malattia autoimmune in gravidanza; dalla infiammazione cronica connettivale alle cause di disregolazione immunitaria di riconoscimento del “self”, dall’alimentazione immuno disfunzionale fino al valore fisiopatologico dell’esercizio fisico nella prevenzione e cura delle patologie autoimmuni. La salute è espressa da equilibrio dinamico caratterizzato da processi continui di cambiamento. Ne abbiamo parlato con il presidente AIMES, dott. Giampiero Di Tullio, specialista in Medicina Preventiva, Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, medico espertoin Omeopatia e Omotossicologia. Ideatore e fondatore della Medicina Sistemica. La salute – afferma – è uno stato di adattamento a tutto ciò che riceviamo dall’esterno. Le risposte adattative del nostro organismo ai numerosi stimoli stressogeni ambientali dipendono da due importanti fattori individuali: attitudine reattiva e capacità di funzione regolativa. Entrambe sono di natura individuale, modulate dalle interazioni tra genetica ed epigenetica ambientale e basate sulla costante interazione tra i nostri sistemi metabolici, immunitari, ormonali e neuropsichici. La capacità adattativa, e di conseguenza la salute – specifica Giampiero Di Tullio – può essere alterata sia da un eccesso di stimoli ambientali, definiti da quantità e tempo di interazione, che dalla nostra progressiva incapacità nel produrre un ““cambiamento adattativo”” sia fisico che psicoemotivo. Secondo lo studioso, per recuperare il proprio equilibrio e benessere è necessario “riabilitare” i sistemi preposti alla regolazione della reazione adattativa. Dopo una prima fase di definizione del livello di sofferenza individuale, che si compie attraverso un’ attenta ricostruzione del percorso anamnestico patobiografico, è indispensabile elaborare una strategia terapeutica multilivello che induca un nuovo potenziale di guarigione, coinvolgendo tutti i sistemi adattativi sia biologici che psichici. Ad esempio, ricorda il presidente AIMES, ripristinando la corretta funzione degli organi emuntoriali preposti all’ eliminazione dei tossici, rigenerando l’eubiosi intestinale, recuperando la fisiologica composizione corporea e l’efficienza dello stato nutrizionale, operando modifiche delle abitudini di vita nella direzione di ridurre lo stress e l’infiammazione sistemica, riequilibrando il sistema immunitario e ormonale. “È importante nella pro pria quotidiana alimentazione – sottolinea – evitare i cibi eccessivamente manipolati dall’agricoltura intensiva e dall’industria alimentare, recuperando cibi naturali e “veri” con caratteristiche di freschezza, di non eccessiva cottura, integri e, soprattutto, ancora ricchi di energia vitale. È inoltre indispensabile – ribadisce l’esperto – ridurre il carico di tossicità quotidiana che non si riferisce solo al carico tossico ambientale ma anche alle abitudini emozionali tossiche e ai pensieri negativi. In sintesi una strategia sistemica di cura per ritrovare dunque l’energia non solo attraverso il cibo ma anche nella libera espressione delle nostre emozioni (intelligenza emotiva) e nel recupero del “senso” della propria vita. Guarire da se stessi – conclude il dottor Giampiero Di Tullio – è possibile. Significa uscire dai propri schemi cristallizzati, superare le primitive reazioni automatiche diventate abitudinarie. Il nuovo e l’imprevisto, compresa la malattia, possono essere trasformati in una utile opportunità di cambiamento e quindi di guarigione.

Assunzioni a tempo pieno e a tempo indeterminato di 14 Collaboratori Professionali Sanitari Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro – Cat. D: il concorso è lanciato dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) Brianza di Monza. L’ente si è costituito nel 2016 in seguito alla fusione delle due ex aziende sanitarie ASL Lecco e ASL Monza e Brianza e svolge funzioni di gestione, programmazione e controllo, oltre che di supervisione sulla continuità delle cure ai malati cronici e gravi. Per partecipare alla selezione, oltre ai requisiti previsti dalla legge per prendere parte ai concorsi pubblici, i candidati devono essere in possesso di almeno uno dei seguenti titoli di studio:

  • laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (classe di appartenenza L/SNT04 – Professioni Sanitarie della Prevenzione);
  • diploma Universitario di Tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro;
  • diplomi conseguiti in base al precedente ordinamento e riconosciuti equipollenti e/o equiparati al diploma universitario ai fini dell’esercizio dell’attività professionale e dell’accesso ai pubblici uffici;
  • iscrizione al relativo Albo professionale.

E’ possibile presentare la propria candidatura fino al 17 Ottobre 2019.
Una volta terminata l’eventuale preselezione, le procedure selettive prevedono la valutazione dei titoli ed il superamento di tre prove d’esame, due scritte ed una orale, sui seguenti temi:

  • argomenti relativi alla qualificazione professionale richiesta;
  • esecuzione di tecniche specifiche o nella predisposizione di atti connessi alla qualificazione professionale richiesta;
  • conoscenza del codice di comportamento aziendale;
  • elementi di informatica;
  • verifica della conoscenza della lingua straniera inglese.

Per la Giornata Mondiale della Terra del 22 aprile, la Fondazione UniVerde e la Società Geografica Italiana Onlus hanno lanciato l’undicesima edizione del concorso fotografico ‘Obiettivo Terra’. Un viaggio per immagini che mette al centro il tema della natura e che assegnerà all’autore della foto vincente un premio di 1.000 euro. L’iniziativa mira a valorizzare il patrimonio ambientale e la biodiversità dei parchi nazionali e regionali italiani. Sarà un’occasione per esprimere solidarietà nei confronti delle aree protette, per promuovere il turismo sostenibile e responsabile e per conservare le tradizioni locali agricole, enogastronomiche, artigianali e storico culturali. Il soggetto fotografato deve fare riferimento infatti ad un Parco Nazionale o Regionale , un’Area Marina protetta o una Riserva Statale o Regionale. La partecipazione è del tutto gratuita; per inviare la propria fotografia basta accedere al sito ufficiale e seguire le indicazioni, inviando l’immagine entro il 2 febbraio 2020. Saranno ammesse al concorso solo foto in formato digitale, a colori, di risoluzione minima 1600×1200 in formato orizzontale o verticali, non superiori ai 15 Mb. Le foto in concorso devono essere gli ‘originali’ ottenute da un unico scatto. Per partecipare è necessario essere cittadini italiani maggiorenni o stranieri residenti in Italia. L’autenticità e la titolarità della fotografia viene certificata con la candidatura al concorso e la fotografia presentata al concorso non deve essere già stata premiata in concorsi italiani o esteri.
Il concorso prevede alcune categorie speciali come:

  • alberi e foreste;
  • animali;
  • area costiera;
  • fiumi e laghi;
  • paesaggio agricolo;
  • turismo sostenibile.

Per l’edizione 2020 sono state inserite anche le sezioni: borghi; patrimonio geologico; Mother Earth Day; Plant Health e obiettivo mare. E’ previsto anche un Premio Accessibilità per l’area protetta che si è distinta per aver favorito l’accessibilità a la fruibilità alle persone con disabilità e a mobilità ridotta, in collaborazione con FIABA ONLUS.

Con il Premio Internazionale VELUX 2020 si dischiude un’interessante opportunità rivolta agli studenti di Architettura che vogliano approfondire e sviluppare il tema della luce naturale. L’obiettivo è creare una comprensione più profonda di questa fonte specifica e rilevante di energia, luce e vita. E’ richiesta la realizzazione di progetti che abbiano un’impostazione ‘fuori dagli schemi’, che ripensino i valori del design con attenzione all’illuminazione diurna in relazione alla salute delle persone negli ambienti di vita e di lavoro. L’iniziativa mira a riconoscere non solo l’impegno degli studenti dell’anno in corso, 2019/2020, ma anche degli insegnanti che parteciperanno alla realizzazione dei progetti.
Il premio, infatti, è aperto a qualsiasi studente di architettura – individualmente o in team – in tutto il mondo, supportato da un insegnante di un istituto di architettura. Il montepremi totale arriva fino a 30.000 euro. Verrà assegnato un premio di 5.000 euro per categoria (4.000 EUR per lo studente e 1.000 euro per l’insegnante) per i progetti più meritevoli.
Inoltre sarà attribuito un premio di 1.250 euro per categoria per i migliori progetti (1.000 euro per lo studente e 250 euro per l’insegnante). Alla giuria sarà concesso un numero di premi speciali, inclusi contributi per l’uso innovativo dei prodotti VELUX. Il termine per effettuare la registrazione sul sito è il 1°aprile 2020. I progetti dovranno essere inviati entro il 15 giugno 2020.

On line il bando per la selezione di 401 tirocinanti da inserire presso le sedi estere del MAECI. L’iniziativa è promossa dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dalle Università Italiane, insieme al supporto fornito dalla Fondazione CRUI. Il termine per presentare le domande, che dovranno essere inviate esclusivamente per via telematica, è il 14 ottobre 2019. Per accedere al beneficio è necessario essere studenti di Università italiane aderenti alla Convenzione che risultino iscritti a uno dei corsi di laurea previsti dal bando ed indicati di seguito. Lo status di studente deve essere posseduto al momento della candidatura e mantenuto per tutta la durata del tirocinio, pena l’esclusione dal programma.

  • LMG/01-Giurisprudenza
  • LM-16 Finanza
  • LM-52 Relazioni internazionali
  • LM-56 Scienze dell’economia
  • LM-62 Scienze della politicaù
  • LM-63 Scienze delle pubbliche amministrazioni
  • LM-76 Scienze economiche per l’ambiente e la cultura
  • LM-77 Scienze economico-aziendali
  • LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo
  • LM-87 Servizio sociale e politiche sociali
  • LM-88 Sociologia e ricerca sociale
  • LM-90 Studi europei
  • LMG/01-Giurisprudenza
  • LM-01 Antropologia culturale ed Etnologia
  • LM-02 Archeologia-LM-05 Archivistica e Biblioteconomia
  • LM-10 Conservazione dei beni architettonici e ambientali
  • LM-11 Conservazione e Restauro dei beni culturali
  • LM-14 Filologia moderna
  • LM-15 Filologia, Letterature e Storia dell’antichità
  • LM-16 Finanza
  • LM-19 Informazione e Sistemi editoriali
  • LM-36 Lingue e letterature dell’Asia e dell’Africa
  • LM-37 Lingue e letterature moderne europee e americane
  • LM-38 Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale
  • LM-39 Linguistica
  • LM-43 Metodologie informatiche per le discipline umanistiche
  • LM-45 Musicologia e beni culturali
  • LM-49 Progettazione e gestione dei sistemituristici
  • LM-52 Relazioni internazionali
  • LM-56 Scienze dell’economia
  • LM-59 Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità
  • LM-62 Scienza della politica
  • LM-63 Scienze delle pubbliche amministrazioni
  • LM-64 Scienze delle religion
  • LM-65 Scienze dello spettacolo e produzione multimediale
  • LM-76 Scienze economiche per l’ambiente e la cultura
  • LM-77 Scienze economico-aziendali
  • LM-78 Scienze filosofiche
  • LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo
  • LM-84 Scienze storiche
  • LM-87 Servizio sociale e politiche sociali
  • LM-88 Sociologia e ricerca sociale
  • LM-89 Storia dell’arte
  • LM-90 Studi europei
  • -LM-91 Tecniche e metodi per la società dell’informazione
  • LM-92 Teorie della comunicazione
  • LM-94 Traduzionespecialistica e interpretariato
  • LMR/02 Conservazione e restauro dei beni culturali.
  • I tirocinanti si occuperanno di realizzare ricerche, studi, analisi ed elaborazione di dati utili all’approfondimento dei dossier trattati da ciascuna sede. E’ previsto un rimborso spese nella misura minima di 300 euro mensili. Gli studenti potranno essere coinvolti nell’organizzazione di eventi e assistere il personale del MAECI nelle attività esterne.

Lettera aperta di Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa (Comitato riconversione Rwm) al Governo, alla Regione, alle organizzazioni sindacali e a quelle datoriali, alla vigilia dell’incontro al ministero degli Esteri sul futuro della fabbrica di Domusnovas. “Per quanto si è potuto sapere dai giornali e dai contatti che abbiamo avuto con autorevoli rappresentanti delle istituzioni, una delle ipotesi sostitutive riguarderebbe ulteriori commesse nell’ambito bellico. Si potrebbe cadere così, proprio nella Giornata nazionale della Pace, nella
tragica decisione di dare il via ad ulteriori pesanti coinvolgimenti della Sardegna nei conflitti internazionali – scrivono Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa -. Si costituirebbero inoltre i presupposti per ulteriori danni a discapito dei lavoratori stessi, per anni ingannati e convinti di lavorare per la Difesa, fino al momento in cui si sono ritrovati senza lavoro, quando il Parlamento ed il Governo hanno finalmente preso atto dell’inaccettabilità giuridica e morale di quel traffico. Abbiamo sentito parlare di dual-use e di alte tecnologie ma le industrie belliche si nascondono dietro le possibili ricadute civili delle loro produzioni e, complice anche il segreto militare, risultano ben poco trasparenti e controllabili dai cittadini. I prodotti bellici non possono essere trattati alla stregua di altri prodotti, messi in campo per lo sviluppo. Sono stati necessari quattro anni di duro lavoro per dimostrare il coinvolgimento
dell’industria bellica italiana in una guerra devastante che non abbiamo voluto e che non era certo una guerra di difesa! A fronte di questi pericoli, vogliamo rivolgere un accorato appello a quanti si siederanno domani intorno a quel tavolo; la Sardegna paga da tempo un alto tributo alla causa bellica, in termini di territorio occupato, suolo avvelenato, ambiente deturpato e anche vite umane spente o irrimediabilmente danneggiate per le conseguenze dell’uso spregiudicato e irresponsabile di armamenti e sostanze pericolosissime: abbiate la lungimiranza di spezzare il tragico legame tra la nostra terra e le guerre, puntiamo invece a diventare, come regione, un riferimento internazionale per le politiche di pace, un esempio di riconversione economica e culturale. Ne beneficeranno la fama della Sardegna nel mondo e anche l’economia ed il lavoro in quanto l’industria degli armamenti non produce vero sviluppo, come dimostrano importanti studi economici. Riteniamo che i lavoratori sardi meritino un’occupazione non legata ai bisogni delle multinazionali della guerra, ma alle esigenze dello sviluppo sostenibile della loro terra. Perciò, mentre ribadiamo la massima disponibilità ad offrire tutto il supporto possibile ad iniziative che vadano nella direzione della tutela del lavoro mediante alternative che siano pacifiche, durature e sostenibili per l’ambiente, chiediamo, a tutti i partecipanti, di portare al tavolo lroposte “green”, in sintonia con la svolta in tal senso annunciata dal Governo. Pensiamo alle tantissime opportunità di lavoro rivolte al ripristino ambientale, alle bonifiche indispensabili in tutta l’area ex mineraria della Sardegna, alle filiere agroalimentari, artigianali, turistiche, culturali e anche all’industria verde, compresa quella delle protesi tecnologiche che hanno proprio sul nostro territorio, il supporto di studiosi di alto livello – aggiungono Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa -. Non vogliamo vivere di guerre! La nostra gente, la sua salute, la possibilità di un lavoro duraturo, utile e degno per tutti, ci stanno a cuore. Come ci stanno a cuore le persone dello Yemen che hanno pagato duramente il prezzo del nostro lavoro.”

E’ andata in archivio la prima giornata di gare al 2019 IBSA World Championships di Olbia. Dalle 8.00 fino alle 20.00, oltre 100 atleti provenienti da 11 nazioni, si sono affrontati a ritmi serratissimi sui 7 tavoli di gara allestiti al Geovillage di Olbia. La kermesse è iniziata nel migliore dei modi per la delegazione italiana, che si è tolta numerose soddisfazioni a cominciare dal torneo individuale maschile. Marco Carrai e Luciano Florio, inseriti nel terribile Girone C, sono infatti riusciti a strappare l’accesso alla seconda fase. Per entrambi è stato decisivo il successo sul forte polacco Krystian Kiesel, testa di serie numero 3 al mondo. Tra i migliori atleti di giornata c’è anche l’olandese Twan Kruis, capace di vincere il Girone J davanti a Hozanijazov, Kubosko e Olsen. Tra le donne, invece, brilla la stella di Graziana Mauro. La campionessa italiana ha strappato l’accesso alla seconda fase vincendo ben 3 gare su 4. La portacolori azzurra ha capitolato solo contro la favoritissima finlandese Hannah Vilmi, campionessa in carica che punta a confermarsi per la quarta volta sul tetto del mondo. Dempre nel torneo individuale femminile è interessante l’esito del Gruppo C, che ha visto la russa Irina Lavrova ottenere il primo posto ai danni di Jaana Pesari, giunta in Sardegna con i favori del pronostico. Non hanno tradito le attese, invece, la già citata Vilmi e la polacca Elzbieta Mielczarek. In serata ha preso il via anche il torneo a squadre, e pure in questo caso gli Azzurri di Marco Spinelli si sono fatti rispettare, superando per 32-28 la Germania al termine di un match molto equilibrato. Segnali incoraggianti sono giunti anche dalla nazionale sudcoreana, battuta dalla Slovenia ma capace di rimontare ben 20 punti ai rivali. Domani si entra nel vivo con le seconde fasi dei tornei individuali maschili e femminili, che decreteranno il quadro dei quarti di finale. Sui tavoli di gara del Geovillage andrà inoltre avanti il tabellone del torneo a squadre, chiamato a eleggere le delegazioni che accederanno al secondo turno.

Dopo le dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte in occasione della sua visita in Sardegna, aumentano le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali sugli effetti di una transizione energetica non attentamente gestita. La Flaei Cisl, Federazione dei Lavoratori delle Aziende Elettriche, conferma che la
decarbonizzazione dell’economia sia un obiettivo da perseguire, per preservare ambiente e territorio per le future generazioni. Ma questo processo non deve provocare
ulteriori danni economici e sociali, soprattutto in realtà già duramente provate dalla crisi economica come appunto la Sardegna. “Noi valutiamo positivamente l’accelerazione della transizione dall’uso di carbone ad
altre fonti energetiche per la produzione di elettricità dove ciò è possibile – dichiara il segretario generale della Flaei Cisl, Salvatore Mancuso -. Siamo, infatti, favorevoli e
sosteniamo i progetti di trasformazione delle centrali a carbone in impianti a gas metano, come si sta prospettando, anche in tempi rapidi, nelle centrali presenti nel continente italiano”. “Le dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte ci preoccupano molto – afferma Mario Marras – segretario generale della Flaei Cisl Sardegna -. mettere contemporaneamente in discussione l’arrivo del gas metano tramite dorsale e rigassificatori ed il rinvio
motivato dell’uscita dal carbone nelle due centrali della Sardegna (Portoscuso e Fiumesanto) metterebbe immediatamente a rischio il tessuto produttivo industriale
dell’intera regione, azzerando le possibilità di ripresa delle produzioni”. Eurallumina, Sider Alloys (ex Alcoa) come il tessuto industriale di Porto Torres sono
strettamente connessi alla possibilità di avere energia elettrica e vapore a prezzi convenienti, con continuità e sicurezza di approvvigionamento. Se già da oggi non si prevede un percorso certo con tempi adeguati per la transizione energetica garantendo
la sicurezza del sistema elettrico e le forniture al sistema industriale, si corre il serio rischio del tracollo immediato di buona parte del settore industriale Sardo. “La Flaei sollecita – ribadiscono Salvatore Mancuso e Mario Marras – la convocazione
presso il ministero dello Sviluppo del nuovo incontro del tavolo Sardegna per proseguire il confronto sul processo di decarbonizzazione ed il conseguente aggiornamento del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) in base alle esigenze prioritarie di sviluppo della Regione Sardegna”. La Flaei Cisl, insieme a tutti gli altri soggetti sindacali, imprenditoriali e istituzionali,
farà valere gli interessi della Sardegna e dei lavoratori del settore. La transizione energetica, che la Flaei vuole, non può essere causa di crisi, ma deve essere occasione di sviluppo e benessere.