20 July, 2024
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Con la cerimonia inaugurale sono ufficialmente scattati questo pomeriggio i Campionati Mondiali IBSA di Showdown, disciplina sportiva dedicata ad atleti ciechi e ipovedenti che terrà banco al Geovillage di Olbia fino al prossimo 6 ottobre. La kermesse, organizzata dalla ASD Disardinia di Laura Albanese, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Olbia e con la collaborazione di Fispic IBSA e CIP, vedrà gareggiare circa 100 atleti provenienti da 11 nazioni diverse (Finlandia, Slovenia, Germania, Danimarca, Russia, Slovacchia, Bulgaria, Corea del Sud, Svizzera e, ovviamente, Italia). A dare il benvenuto nell’Isola alle delegazioni è stata l’adsessore allo Sport del comune di Olbia Silvana Pinducciu: “Siamo orgogliosi di poter ospitare per la prima volta questo evento – ha dichiarato – speriamo che la permanenza degli atleti a Olbia sia piacevole. Sappiamo che molti di loro hanno voluto già scoprire le bellezze del nostro territorio, e questo ci riempie d’orgoglio”. In rappresentanza della FISPIC (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ciechi e Ipovedenti) è invece intervenuto il presidente Sandro Di Girolamo: “Nel 2016, in occasione dell’Europeo di Tirrenia, avevo promesso al movimento italiano l’organizzazione del Mondiale – ha detto – e oggi eccoci qui. Desidero ringraziare il Comitato Organizzatore e tutto lo staff di Dario Della Gatta, che ci ha permesso di mettere in piedi un evento di grande portata. Per la FISPIC si tratta della terza manifestazione internazionale nel giro di un anno, e questo ovviamente non sarebbe possibile senza uno staff federale che lavora con grande passione e serietà. In bocca al lupo a tutti gli atleti, con la speranza che i nostri Azzurri dimostrino una volta di più la loro competitività sulla ribalta mondiale”. Cariche d’orgoglio e di emozione anche le parole di Massimo Sanapo, presidente del sottocomitato Showdown di IBSA (International Blind Sport Federation: “Ogni volta è come la prima – ammette – sono molto emozionato nello stare di fronte a una platea così vasta di atleti. Ringrazio il presidente Di Girolamo, Dario Della Gatta e tutto il comitato organizzatore, che fin dai giorni scorsi ha intrapreso un grande lavoro. E non voglio dimenticare anche lo sforzo messo in campo dai classificatori, capaci in un giorno e mezzo di esaminare ben 33 atleti. Il loro impegno merita un grande encomio. Perché assistere ai Mondiali IBSA di Showdown? Perché sarà uno spettacolo avvincente – aggiunge – e mi basta citare due fatti che lo testimoniano: innanzitutto si tratta di una disciplina nata dalla volontà di due atleti ciechi di praticare lo sport senza aiuti, e poi perché sono presenti a Olbia i migliori esponenti internazionali della disciplina, capaci di scagliare la palla oltre i 170 km/h”. L’assessore Pinducciu ed i presidenti Di Girolamo e Sanapo hanno, dunque, dichiarato in maniera solenne l’apertura ufficiale della manifestazione. La cerimonia inaugurale dei Mondiali IBSA è stata infine allietata dalla performance del tenore bolognese Alessandro Goldoni, che deliziato la platea di atleti e accompagnatori con ben due classici brani della tradizione italiana: O Sole Mio e Nessun dorma. Domani, giovedì 3 ottobre, a partire dalle 8 del mattino, avranno inizio le gare sui 7 tavoli allestiti dall’organizzazione. I match andranno avanti a ritmi serrati fino alla serata di sabato, quando sono in programma le finali individuali maschili e femminili. Per tutti le giornate di gara sarà attivo un live streaming grazie al supporto media partner Directa Sport Live Tv, che curerà inoltre tutti gli approfondimenti giornalistici relativi all’evento. Lo showdown è uno sport praticato da non vedenti e ipovedenti. I giocatori vengono bendati affinché non vedenti e ipovedenti possano gareggiare nelle stesse condizioni. L’incontro viene disputato tra due giocatori su un tavolo rettangolare, con angoli arrotondati, che ad ogni estremità possiede un’area di porta. Al centro del tavolo vi è uno schermo centrale che divide il tavolo da gioco in due parti uguali. Questo schermo alto 42 cm dalla sommità delle sponde laterali forma un limite di 10 cm di altezza dal piano del tavolo per il passaggio della palla. I giocatori utilizzano racchette di legno (o altri materiali sintetici) di solito di forma rettangolare o stondata sui quattro bordi. Con queste racchette i giocatori colpiscono una palla sonora (al suo interno ha dei sonagli) di plastica dura del diametro di 6 cm. Nel muoversi la palla sonora produce un suono in modo tale da poterne percepire la direzione e la velocità. Lo scopo del gioco è lanciare la palla nella porta dell’avversario facendola passare prima sotto lo schermo centrale. L’organizzazione dell’IBSA 2019 Showdown World Championship è possibile grazie al supporto dei partner istituzionali, ma anche di quelli privati, che con grande sensibilità verso il mondo dello sport paralimpico hanno deciso di sostenere l’iniziativa. Primo tra tutti il Geovillage Sport&Wellness Resort, struttura ricettiva di primo livello che consentirà agli atleti e ai loro accompagnatori una piacevole permanenza a Olbia durante i giorni di gara. Parimenti importante è il sostegno di Vitali Spa, Keep It – Olbia Airport for Sustainibility, Fast, Croce Rossa Olbia, Aspo e Dedalus.

Raccolta di informazioni di diversa origine, rielaborazione e incrocio dei dati (i cosiddetti “Big data”), condivisione delle conoscenze e identificazione delle azioni prioritarie per meglio contrastare tempestivamente le malattie animali in tutto il pianeta. Su queste parole d’ordine si sono articolati i lavori nella due giorni di convegno organizzato, tra ieri e oggi a Cagliari, dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) della Sardegna, dall’OIE (Office International des Epizooties, oggi denominata OIE-World: Organization for Animal Health) e dal ministero della Salute. Circa 150 esperti provenienti da 25 Paesi dell’area mediterranea (Europa, Africa e Medioriente), i rappresentanti del ministero della Salute e di organizzazioni internazionali come l’OIE, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e la FAO, i direttori generali dei 10 Istituti zooprofilattici italiani, si sono riuniti per la prima volta in Sardegna per fare il punto sulle nuove sfide che attendono le autorità veterinarie mondiali. Il messaggio ribadito con forza dal Summit di Cagliari punta sulla “One health”, una sola salute, che consiste in un approccio interdisciplinare che affronti i problemi di sanità umana, animale e ambientale in modo coerente e sinergico. Una strada nuova per meglio orientare la ricerca scientifica visto che oggi circa il 75% delle malattie trasmissibili che colpiscono l’uomo sono di origine animale. A causa dei cambiamenti climatici e ambientali gli agenti di queste patologie si stanno moltiplicando nella loro diversità, dimostrandosi sempre più difficili da controllare con i soli approcci tradizionali comunemente utilizzati dai servizi sanitari. L’aumento degli scambi, dei movimenti di merci e di animali in tutto il mondo, compreso il bacino del Mediterraneo, sta ulteriormente contribuendo ad aumentare la diffusione delle malattie. Epidemie come la Blue tongue e la Peste suina africana sono un esempio di tali “malattie emergenti” che stanno preoccupando, oltre che la Sardegna, l’Europa e il mondo intero. La PSA è attualmente l’emergenza veterinaria numero uno a livello internazionale, a seguito della epidemia che da alcuni anni sta imperversando in Europa Orientale e in Asia, con danni sanitari ed economici enormi. Nella sola Cina, primo produttore e consumatore al mondo di carne di maiale, sono state stimate perdite per circa 140 miliardi di dollari, con un calo delle produzioni rispetto al 2018 che per la fine dell’anno rischia di raggiungere un meno 50%.Il convegno si è aperto ieri con i saluti istituzionali dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e del direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, a cui sono seguite le introduzioni della direttrice generale dell’OIE, Monique Eloit, e del direttore generale e responsabile dei servizi veterinari del ministero della Salute, Silvio Borrello, che ha letto inoltre una lettera inviata dal ministro Roberto Speranza. “Le moderne tecnologie consentono di raccogliere, analizzare e correlare tra loro enormi quantità di informazioni di diversa origine. Questi ‘Big Data’ ci possono permettere di prevedere, prevenire e controllare in modo sempre più preciso le malattie animali. Alla Conferenza di Cagliari sono intervenuti studiosi con conoscenze ed esperienze tra loro molto differenti, ma tutti convinti che mettere insieme le informazioni provenienti da diversi settori e condividerle quindi fra i centri di ricerca internazionali, può portare a sinergie importantissime da un punto di vista sanitario”. Lo ha detto ieri la direttrice generale dell’OIE, Monique Eloit, che ha poi aggiunto: “La Peste suina africana è diventata una emergenza della sanità animale a livello mondiale, in particolare in numerosi Stati dell’Europa dell’est e in Asia. Il lavoro fatto qui in Sardegna sta portando a risultati molto favorevoli che possono rappresentare un modello per numerosi altri Paesi”. Da ultima della classe, la Sardegna è salita oggi in cattedra con due relazioni importanti e notevolmente innovative sul piano dell’approccio scientifico e dei risultati raggiunti in questi anni sul campo. Prima è stato il turno del direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, sul tema della Peste suina africana, e poi di Sandro Rolesu, dell’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale, che ha illustrato un report sulla Blue tongue (lingua blu). Nel 2013 c’erano stati 109 focolai di PSA in tutta l’Isola, scesi a 6 nel 2018 e a zero nel 2019. Trend in forte decrescita anche nel selvatico. Lo dicono i risultati delle analisi di laboratorio dell’IZS che controllano i campioni raccolti dai cacciatori nei cinghiali abbattuti. Proprio la preziosa collaborazione del mondo venatorio e delle loro associazioni ha permesso di delineare la presenza e i possibili spostamenti della malattia. Lo scorso anno sono stati controllati, non solo per la PSA ma anche per la Trichinella, 13mila cinghiali di cui oltre 5mila provenienti dalla zona infetta della Sardegna. “La PSA è uno dei problemi più sentiti a livello planetario e l’esperienza che abbiamo maturato in questi ultimi anni in Sardegna, dove la situazione è nettamente migliorata rispetto al passato portandoci molto vicini alla eradicazione del virus, può essere anche di aiuto per altri Paesi nel capire come venire a capo della malattia”. Così Alberto Laddomada che ha spiegato come “i traguardi tagliati dall’Unità di Progetto regionale per l’eradicazione della PSA sono il frutto di una pianificazione di attività pensate sul piano sanitario, economico, culturale e della comunicazione. Oggi in Sardegna – ha proseguito – disponiamo di un patrimonio di dati e conoscenze derivanti dalla rielaborazione di tali informazioni che in pochi al mondo possono vantare. Possiamo dimostrare scientificamente che al calo del pascolo brado illegale dei suini, e quindi della circolazione del virus, corrisponde una fortissima riduzione dei focolai nel domestico e anche della malattia nei cinghiali. La strada che abbiamo intrapreso, con sacrifici da parte di tutti i soggetti coinvolti nel comparto, ci ha permesso di arrivare a 13 mesi senza focolai negli allevamenti sardi e a un radicale declino nel selvatico: l’ultimo cinghiale con malattia in corso è stato individuato ad aprile. In questa fase, forse la più difficile, non bisogna abbassare la guardia. Dobbiamo chiudere la partita e portare a casa l’eradicazione finale, che possiamo raggiungere tra il 2020 e il 2021”, ha concluso il direttore generale dell’IZS. Anche sul versante della lingua blu il quadro è notevolmente migliorato rispetto al recente passato. In poco più di dieci anni, centinaia di migliaia di capi sono stati colpiti dalla febbre catarrale degli ovini causando enormi perdite per il comparto. Fra i primi anni 2000 e il 2013 ben 10mila delle 13mila aziende presenti in Sardegna sono state vittime dell’epidemia. Oggi, grazie ai dati raccolti e all’elaborazione di sistemi matematici specifici, si possono definire le mappe di rischio per area, se non addirittura per azienda, così da poter prevenire in anticipo l’insorgenza della Blue tongue e agire di conseguenza. “Sono ben 29 i diversi sierotipi in cui si articola la febbre catarrale degli ovini. In Sardegna abbiamo avuto a che fare con queste varianti: 2, 4 e 1 sul versante delle grandi epidemie; la 8, la 3 e la 16 con problemi contenuti. Grazie a milioni di informazioni raccolte in 19 anni, abbiamo predisposto modelli di analisi che ci permettono di costruire le cosiddette mappe di rischio epidemiologico nei diversi territori dell’Isola”. Lo ha detto Sandro Rolesu dell’Osservatorio epidemiologico veterinario regionale. “La base del nostro ragionamento – ha proseguito lo studioso – parte dal presupposto che gli animali siano stati sottoposti a vaccinazione quando serve e soprattutto nei tempi giusti. La patologia infatti è molto condizionata da tante altre variabili che interessano aspetti ambientali, dinamici nel tempo e nello spazio, condizioni metereologiche (umidità dell’aria, temperatura, vento e quantità di pioggia caduta a terra) e altitudine dove si trovano le greggi. A questi fattori si può inoltre integrare la realtà socioeconomica del territorio in cui opera una determinata azienda. Messe assieme queste informazioni + ha concluso Sandro Rolesu – e tenuto conto dei riscontri provenienti dagli animali sentinella posizionati nelle zone più sensibili, possiamo definire e aggiornare le nostre mappe di rischio che gli allevatori possono consultare ogni 10 giorni”. L’evento ha rappresentato un’opportunità per promuovere e aggiornare programmi e roadmap di ricerca transnazionali e globali. Sono stati inoltre diffusi i risultati di diverse ricerche scientifiche e promosse soluzioni per migliorare il controllo dei patogeni attraverso programmi sostenibili di controllo delle malattie. E poi la promozione di nuove tecnologie disponibili, il rafforzamento di reti e attività regionali, la creazione di sinergie e la costruzione di azioni e programmi comuni per garantire la sostenibilità degli interventi sanitari supportati dalle capacità di analisi dei big data. Da qui la sfida che il mondo veterinario riunito a Cagliari mette in campo per capire e rispondere alle minacce sanitarie del prossimo futuro, con particolare attenzione all’area mediterranea.

La IV commissione, presieduta da Giuseppe Talanas (Fi), a conclusione dell’audizione dell’assessore dei Lavori Pubblici, Roberto Frongia, ha espresso, a maggioranza, il parere favorevole alla rimodulazione del programma degli interventi, contenuti nel piano regionale delle infrastrutture (deliberazione n. 38 del 12.09.2019). Favorevoli i consiglieri del centrodestra (Oppi, Udc; Mura, FdI; Salaris, Rif; Caredda, Misto; Mula e Usai, Psd’Az; Ennas, Lega), astenuti i due consiglieri del gruppo Progressisti (Piu e Orrù) mentre hanno votato contro i rappresentanti del Pd, Piscedda e Deriu. La rimodulazione dei fondi, così come ha spiegato l’assessore Frongia, rende disponibile la somma di 7.640.000 euro e gli interventi definanziati hanno copertura finanziaria garantita dal piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico per l’importo finanziato sul muto per le infrastrutture, a suo tempo contratto dalla Regione, al netto dell’anticipazione già erogata al soggetto attuatore dell’opera. «È una variazione – ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo regionale – senza alcuna conseguenza per gli interessati che vedono modificata solo la fonte del finanziamento ed invariate però le risorse a disposizione per realizzare le opere». I Comuni interessati dal definiziamento sono: Montresta (1 milione), Ulassai (2 milioni) e Bosa (5.190.000). I fondi sono stati riprogrammati, per realizzare opere immediatamente cantierabili e da ultimare entro il 2023, nei comuni di Barisardo (600.000 euro), Tonara (200.000), La Maddalena (1.785.000), Iglesias (1.575.000), Bosa (300.000), San Giovanni Suergiu (250.000), Cuglieri (200.000) Busachi (120.000), Arzachena (900.000), Fonni (850.000) Portoscuso (500.000), Valledoria (60.000) e la provincia di Nuoro (300.000). L’assessore, sollecitato anche dagli interventi dei consiglieri presenti, ha preannunciato una nuova rimodulazione del piano regionale delle infrastrutture per importi più significativi (circa 40 milioni di euro) derivanti dal definaziamento di opere che non possono essere concluse entro il 2023: il ponte a Sant’Antioco e la Statale 130. «In ogni caso – ha concluso Roberto Frongia – anche per queste opere le risorse saranno garantite da altra fonte di finanziamento».

Oggi tre incendi hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei del Corpo forestale. Nelle campagne di Pabillonis, in località “S’Acqua Cotta”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Fenosu. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Guspini coadiuvato dall’intervento di una squadra di volontari Prociv di Pabillonis e da una squadra di Forestas. Le operazioni di spegnimento, grazie al tempestivo arrivo delle squadre sul posto, si sono concluse alle ore 18.00 circa. Nelle campagne di Gergei, in località “Sant’Isidoro”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di San Cosimo. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Isili coadiuvato dall’intervento di una squadra di Forestas. Il fuoco ha interessato un’area costituita da cisteti e macchia sparsa. Un terzo incendio si è sviluppato nelle campagne di Burgos, in località “Giuanne Pes”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Anela. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Bono, coadiuvato dall’intervento di 2 squadre di Foresatas e da una dei barracelli, si sono concluse alle ore 19.30 circa.

La settimana scorsa il via libera del ministero dell’Ambiente alla realizzazione della dorsale Sud del metano aveva riacceso la fiducia tra i lavoratori che attendono da anni la soluzione delle vertenze Sider Alloys ed Eurallumina; oggi le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, nel corso della visita a Cagliari, sembrano rimettere tutto in discussione. “Attendiamo, a questo punto, risposte concrete e conseguenti all’attenzione mostrata nel colloquio, in particolare sui temi dell’insularità, della continuità territoriale, delle infrastrutture, degli svantaggi che caratterizzano il sistema produttivo, economico e sociale sardo – hanno detto i segretari Caterina Cocco e Samuele Piddiu (Cgil) Gavino Carta (Cisl), Francesca Ticca (Uil) aggiungendo che “siamo perplessi riguardo alle dichiarazioni rese alla stampa sul tema energetico, del metano e della dorsale perché, dopo il primo via libera del ministero alla realizzazione dell’infrastruttura, il presidente del Consiglio ha nuovamente parlato dell’elettrodotto che collegherebbe la Sardegna alla Sicilia: un progetto inutile, almeno tre volte più costoso, impossibile da realizzare in tempi rapidi e compatibili con i progetti e gli investimenti già in atto, che presuppone una nuova generazione energetica a gas ed è in contrasto con gli obiettivi di autosufficienza energetica della Sardegna”. Rispetto alla questione del carbone, è evidente che Cgil, Cisl e Uil considerano necessario “realizzare nei tempi più rapidi possibili il phase-out dal carbone ma compatibilmente con le esigenze del sistema produttivo ed energetico sardo che risente, almeno per il momento, dell’assenza del metano, l’unica fonte indispensabile a traguardare quell’obiettivo alle stesse condizioni del resto del Paese e d’Europa, che su questo, infatti fondano la propria strategia di uscita dal carbone”. L’auspicio dei sindacati è che queste contraddizioni siano presto chiarite e che sia confermato l’impegno a garantire ai sardi l’arrivo del metano e l’avvio della fase di transizione a parità di condizioni con il resto d’Italia e, quindi, attraverso la realizzazione dei rigassificatori e della dorsale, che sono essenziali alla strategia energetica e ambientale della Sardegna – decisamente più avanzata di quella nazionale – e garantiscono il controllo pubblico dell’infrastruttura e del prezzo della risorsa”. I sindacati hanno sottolineato che “di certo la frammentazione della distribuzione affidata a camion cisterna in giro per le strade renderebbero vana quella strategia”.

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Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con il “Carbonia Film Festival: How to Film the World”, un evento organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria con il patrocinio del comune di Carbonia. Il Festival si svolgerà nella nostra città dal 10 al 13 ottobre ed avrà tra le sue principali location il Teatro Centrale di piazza Roma, dove confluiranno, come da tradizione, importanti registi del cinema contemporaneo.

Saranno quattro giorni caratterizzati da proiezioni, incontri, iniziative di formazione per i giovani, Masterclass per riflettere sul cinema e sulla sua capacità di raccontare la realtà.

Tutti i dettagli della nuova edizione del “Carbonia Film Festival” verranno svelati domani, giovedì 3 ottobre, alle ore 16.00, nella sala riunioni della Torre Civica, nel corso di una conferenza stampa a cui parteciperà, per l’Amministrazione comunale, l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

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La Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu, in collaborazione con la Cooperativa Socioculturale di Mestre, organizza la manifestazione «Biblioteca dell’identità» dedicata al pastoralismo e al canto a tenore, riconosciuto dall’Unesco, già dal 2005, come patrimonio culturale intangibile dell’Umanità.
L’evento prevede:
– una Mostra fotografica sul pastoralismo «Nel nome del latte – I pastori sardi tra protesta e lavoro quotidiano», a cura di Francesco Pintore, giornalista dell’Unione Sarda, e già esposta a Strasburgo presso la sede del Parlamento Europeo (15–18 aprile 2019). Si tratta di un percorso fotografico che alterna immagini della recente lotta dei pastori per il prezzo del latte ovino a istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde.
– un Concerto del Tenore Murales di Orgosolo, con una presentazione didattica storico-tecnica e con testi poetici di secolare bellezza, espressione di una civiltà imperniata sulle campagne e sull’allevamento. Il Tenore Murales, vincitore del premio discografico Mario Cervo 2019 per il CD «No sias isciau» («Non essere schiavo»), eseguirà tutte e dieci le modalità del canto di Orgosolo, affrontando diversi temi: identità, autodeterminazione, anticolonialismo, antimilitarismo, emigrazione, religione, amore, educazione e tradizioni popolari.
– una Mostra bibliografica sul pastoralismo, a cura del personale bibliotecario della Cooperativa Socioculturale.
Obiettivi: Promuovere il Sistema Bibliotecario di Monte Claro oltre l’area metropolitana di Cagliari, i suoi servizi e il suo patrimonio librario e multimediale. Valorizzare la storia e l’identità della nostra terra, attraverso l’arte fotografica ed il canto a tenore. Stimolare la lettura e la conoscenza del mondo pastorale, come carattere fondamentale della Sardegna, economico, umano, ambientale e culturale.
Le mostre e il concerto sono aperti a tutti e l’ingresso è gratuito.
L’evento si svolgerà venerdì 4 ottobre 2019, alle ore 18.00.
L’esposizione della mostra fotografica sarà aperta al pubblico da venerdì 4 a domenica 13 ottobre, presso la Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu, al Parco di Monte Claro. Ingresso in auto e a piedi da via Romagna (Cittadella della Salute), a piedi da Via Mattei e da Via Cadello 9/b.

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Nell’ambito delle attività culturali e di divulgazione della storia e delle tradizioni locali svolte dalla nostra Associazione, abbiamo colto l’occasione per ricordare e commemorare la figura politica e umana di Luciano Alimonda, nel decennale della scomparsa di una delle personalità che hanno sicuramente inciso e lasciato un segno importante nella crescita di Portoscuso e dei suoi cittadini.

Luciano, figlio di fu Giorgio e fu Maria, era nato a Portoscuso il 7 settembre del 1937 e fin da giovanissimo, pur rimasto orfano di madre all’età di 13 anni, si mostrò molto attivo con i coetanei dell’epoca in iniziative culturali, interessato alla storia di Portoscuso ed al suo sviluppo sociale ed economico. La mancanza prematura della madre, aveva indotto la famiglia a trasferirlo prima a Santu Lussurgiu dai Salesiani, dove prese la licenza media e poi a Cagliari al Liceo Dettori dove conseguì brillantemente la maturità classica non senza difficoltà legate soprattutto alla lontananza dai propri familiari.

Preso dal desiderio di rientrare nella sua Portoscuso, interruppe momentaneamente gli studi universitari e si dedicò ad avviare nel proprio paese alcune attività imprenditoriali tra le quali si ricorda l’albergo ristorante Mistral insieme con i cugini Sibono e successivamente il Cinema Ideal (1960-1987). In quest’arco di tempo, insieme ad altri amici, fu uno dei fondatori della Pro loco portoscusese. Nello stesso periodo, essendo uno dei pochissimi giovani locali istruiti fu chiamato ad insegnare nella scuola media di Portoscuso.

La passione per la politica e per l’impegno sociale, lo videro da giovanissimo aderire al partito Socialista Democratico italiano fondato da Saragat, di cui condivideva profondamente la visione di uno Stato che dovesse garantire uguali possibilità a tutti i cittadini e volta al sostegno di un’economia regolata basata però sulla libera intrapresa privata. Nel contempo divenne per la prima volta consigliere comunale nel 1967, e da allora lo rimase ininterrottamente fino al 1999, quando decise di lasciare l’incarico per favorire la partecipazione e il ricambio alla vita pubblica di nuovi aspiranti consiglieri.

Dopo aver messo su famiglia, concluse gli studi e si laureò in Scienze politiche nel 1969, presentando una tesi di laurea dal titolo “Portoscuso” con relatore prof. Enrico Leone; un importante lavoro da cui traspare il suo interesse e passione per la storia antica e recente di Portoscuso che ancora oggi rimane uno dei testi di riferimento per tanti studenti e ricercatori con particolare riferimento alla pesca del Tonno.

Nell’arco di questo periodo si distinse da Consigliere di maggioranza e di minoranza per la correttezza istituzionale e le proposte sempre volte a migliorare la condizione del proprio paese di cui intravvedeva le grandi possibilità. Dopo le varie esperienze anche da Assessore ai lavori pubblici, diventò Sindaco della cittadina dal 1981 al 1985, dando un grandissimo contributo sia nella realizzazione delle opere infrastrutturali come strade fogne, impianti sportivi e illuminazione pubblica su tutto il territorio frazioni comprese, sia incidendo in maniera più efficace che in passato nelle decisioni operative che riguardavano l’allora operante polo industriale, nel senso di una maggiore tutela del proprio territorio e dell’occupazione dei propri cittadini. Si ricorda in particolare il suo grande impegno per la rivalutazione della tonnara “Su Pranu” che riteneva un patrimonio fondamentale, ancorché storico, di Portoscuso.

Finita l’esperienza politica diretta, non smise mai di seguirla e parteciparla perché ne era profondamente appassionato e con la stessa passione e ardimento ha seguito fino alla fine dei suoi giorni le vicende amministrative e politiche locali. Il suo impegno politico e le capacità amministrative sono state molto apprezzate anche a livello regionale e nazionale allorquando fu nominato, al fianco del noto Economista Paolo Savona, vicepresidente del CIS (Credito Industriale Sardo) e successivamente alla SFIRS (Società Finanziaria Regionale Sardegna) e all’ICE (Istituto Commercio Estero).

Persona di cultura laica, sempre aperto ed informato degli avvenimenti sociali e amministrativi, costituiva un punto di riferimento nei dibattiti pubblici. La sua apertura di vedute lo vedeva nei confronti attento e capace di mediare anche nei momenti più difficili. Riteneva che in politica occorresse trovare, necessariamente, una via mediata per tutte le decisioni da assumere. Era proprio questa sua caratteristica che lo distingueva rispetto alle posizioni preconcette di altri.

Luciano, ci ha lasciati improvvisamente e prematuramente la notte del 13 agosto 2009 all’età di 71 anni, ed ha lasciato un grande vuoto nella Comunità di Portoscuso.

Di questo impegno sociale e politico, anche il sottoscritto ne è stato testimone diretto quando l’amico Luciano Alimonda ha guidato il paese in qualità di Sindaco. In particolare di lui, mi colpì la spiccata naturale inclinazione per la Cultura e la Politica, qualità che, a dire il vero, erano riconosciute oltreché dai propri concittadini anche dagli avversari politici.

Come Associazione anziani di Portoscuso, abbiamo sentito la necessità di rendere pubblico questo ricordo e testimonianza in maniera sincera di fronte alla figura di una personalità, la cui esperienza di vita meriterebbe più accurati approfondimenti che per ora non è stato possibile effettuare, non solo quale esempio di comportamenti socialmente limpidi e improntati al bene comune e per questo proponibili all’attenzione dei giovani del paese di Portoscuso, ma anche per ripercorrere la storia del paese di cui è stato protagonista, grande estimatore, storiografo e ricercatore.

Cogliamo questa occasione del decennale dalla scomparsa di Luciano, per porgere il più sincero cordoglio a nome dell’Associazione Culturale della 2ª e 3ª Età che mi onoro di rappresentare in qualità di Presidente e mio personale.

Nino Lugas

Cavaliere della Repubblica

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Appuntamento con i canti tradizionali sardi domenica 5 ottobre, a Sennori. All’auditorium “Antonio Pazzola”, nel centro culturale di via Farina, si svolgerà la terza edizione della rassegna “Canta… non timas, canta”, organizzata con il patrocinio del comune di Sennori dall’associazione culturale “Sonos de Coro”, presieduta da Franco Senes. Oltre al coro Sonos de Coro, diretto dal maestro Vittorio Manca, sul palco dell’auditorium si esibiranno altri tre complessi vocali: il Coro di Ittireddu, diretto dal maestro Ciro Cau, la neo-formazione tutta al femminile “Sa ᾿oghe de sos feminos Sennaresos” di Sennori, diretta dal maestro Francesco Santino Scognamillo e, ospiti d’onore, i “Tenores de Bitti – Remunnu ᾿e locu”. La serata, a ingresso libero, sarà presentata dall’associazione culturale “Il Lentischio” di Sennori. «La rassegna è arrivata alla terza edizione e possiamo considerarla un appuntamento fisso del cartellone culturale sennorese – commenta l’assessore della Cultura, Elena Cornalis – l’amministrazione comunale non può che essere al fianco di manifestazioni di questo genere, che contribuiscono a coltivare e tramandare le radici culturali del nostro territorio e di tutta la Sardegna».