Tutti i rappresentanti dei Consorzi della Sardegna sentiti questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” hanno chiesto una riforma complessiva dei Consorzi di Bonifica a partire da una rivisitazione della normativa vigente.
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Una riforma complessiva dei Consorzi di Bonifica a partire da una rivisitazione della normativa vigente. E’ la richiesta avanzata da tutti i rappresentanti dei Consorzi della Sardegna sentiti questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale.
«Le modifiche apportate dalla legge 48 del 2018 alla precedente disciplina (legge n.6 del 2008) hanno creato situazioni di confusione che si ripercuotono sui servizi offerti all’agricoltura – ha detto Pietro Zirattu presidente dell’Anbi, l’associazione che riunisce tutti i Consorzi di Bonifica dell’Isola – tra queste il passaggio di competenze nella gestione delle dighe e negli interventi di infrastrutturazione del sistema irriguo. Occorre avere un quadro normativo chiaro. I Consorzi, insieme alle associazioni agricole, hanno elaborato una proposta. Siamo pronti a un confronto con la Regione che permetta di migliorare i servizi in agricoltura.»
Criticità e disagi vengono segnalati da tutti i territori. I presidenti dei Consorzi della Sardegna Meridionale, Nurra, Nord Sardegna, Gallura ed Ogliastra ed il Commissario del Consorzio di Oristano li hanno elencati nel dettaglio alla Commissione presieduta da Piero Maieli. Tra questi la necessità di un’accelerazione nelle procedura per la stabilizzazione dei lavoratori precari, l’esigenza di una congrua dotazione finanziaria per gli interventi di manutenzione straordinaria della rete irrigua, un piano per l’accorpamento e il riordino fondiario.
I presidenti dei Consorzi hanno poi illustrato alcune specifiche situazioni di emergenza. Come il mancato collaudo dell’impianto per il riutilizzo delle acque reflue a Sassari, opera terminata e mai entrata in funzione. A differenza di quella della Gallura, indicata come esempio virtuoso del riciclo delle acque. Il Consorzio gallurese è pronto a mandare avanti un progetto analogo nella fascia costiera Santa Teresa-Palau, a patto che dalla Regione arrivino i finanziamenti richiesti.
In Ogliastra e nei sub comprensori del Nord Sardegna (Chilivani, Perfugas e Bassa Valle del Coghinas) il principale problema per gli agricoltori è rappresentato dalle difficoltà di approvvigionamento idrico. Dai Consorzi sono arrivate richieste specifiche: lo sblocco di 5 milioni di euro per ampliare le aree irrigue in Ogliastra nei territori di Cardedu e Barisardo, un intervento di ristrutturazione della diga di Pattada, collaudata per 72 milioni di metri cubi nel 2002 e oggi, a causa di problemi strutturali, con un invaso autorizzato di appena 34 milioni.
L’operato dei Consorzi, ma questo è un fatto noto da tempo, deve inoltre scontrarsi con l’obsolescenza delle reti irrigue. Gli impianti, costruiti nella stragrande maggioranza dei casi negli anni 50-60, sono ormai arrivati a fine ciclo. I continui interventi di manutenzione costano alla Regione decine di milioni di euro. «Servirebbe un piano straordinario per il rifacimento della rete che però richiederebbe un’ingente quantità di denaro – ha aggiunto Pietro Zirattu – intanto però si potrebbe intervenire per abbattere i costi dell’energia, magari con progetti di utilizzo delle rinnovabili. L’obiettivo finale deve essere sempre quello di dare acqua agli agricoltori a costi accessibili».
Il presidente Piero Maieli, ha assicurato il massimo impegno della Commissione: «E’ nostra intenzione procedere a una riforma complessiva del settore, nelle prossime settimane convocheremo anche i vertici di Enas, dei Distretti irrigui e le associazioni di categoria per ascoltare altri suggerimenti e proposte».
Successivamente la Commissione ha ascoltato anche i rappresentanti dell’associazione dei produttori di carciofi di Ittiri che da tempo lamentano continui disservizi nell’erogazione dell’acqua per i campi.
«La Regione aveva finanziato un intervento di 2,2 milioni di euro su una vecchia condotta del Bidighinzu per l’irrigazione della Valle dei Giunchi, quegli interventi non sono stati ancora portati a termine – ha spiegato il presidente dell’Associazione Salvatore Sanna – la nostra è una zona dove si produce un carciofo di altissima qualità, molto apprezzato nei mercati del Nord Italia. Potremmo produrre di più e meglio ma non possiamo farlo senza certezze.»
Agli agricoltori ha dato rassicurazioni Pietro Zirattu, questa volta nella veste di presidente del Consorzio della Nurra: «I lavori erano stati assegnati a Enas e poi girati al nostro Consorzio. Difficoltà burocratiche hanno impedito finora di portare a termine l’intervento – ha concluso Pietro Zirattu – adesso la situazione si è finalmente sbloccata. Interverremo nei punti critici della condotta per risolvere l’emergenza. Contestualmente presenteremo il progetto per il rifacimento complessivo dell’infrastruttura idrica. I primi lavori cominceranno al più presto».
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