L’on. Roberto Li Gioi (M5S) ha presentato un’interrogazione sull’allarme veleni nella discarica Spiritu Santu di Olbia.
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Dopo una prima richiesta di chiarimenti all’assessore all’Ambiente sul grado di conoscenza delle problematiche relative alla discarica di Spiritu Santu in vista di un suo eventuale ampliamento richiesto dal Cipnes (avanzata tramite un’interpellanza del 9 maggio scorso alla quale era seguita una risposta colma di contraddizioni), il consigliere del M5S Roberto Li Gioi ha presentato un’interrogazione per chiedere allo stesso assessore all’Ambiente e a quello alla Sanità se abbiano tenuto in considerazione i risultati del Piano di caratterizzazione della discarica dal quale emerge un gravissimo inquinamento della zona interessata.
«Appena un mese fa abbiamo scoperto l’esistenza di una relazione contenente dati allarmanti. Un dossier redatto dalla società Arcadis di Milano, incaricata dal Cipnes (che gestisce la discarica di Spiritu Santu) di analizzare tra l’altro anche le acque sotterranee interessate dalla discarica consortile. Questa relazione ufficiale del Piano di caratterizzazione (indagini dal 2013 al 2018) mette nero su bianco numeri spaventosi che descrivono un grandissimo inquinamento ambientale. Ciononostante, gli uffici del Servizio di valutazione ambientale della Regione hanno espresso giudizio positivo alla compatibilità ambientale. Ragion per cui, l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, preso atto di questo parere favorevole, il 22 ottobre scorso con la delibera n° 42/39 ha autorizzato l’ampliamento della discarica olbiese.»
«Quello che chiedo a gran voce all’assessore e alla Giunta è di fare chiarezza su questa situazione al limite dell’assurdo – aggiunge Roberto Li Gioi -. Chiedo che riferiscano il motivo per il quale nel dare l’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Spiritu Santu non è stato preso in considerazione l’esito del report della Arcadis. Un report dal contenuto scioccante, in cui viene individuata la presenza di diverse sostanze inquinanti in concentrazioni che superano di gran lunga le soglie di contaminazione previste dal decreto legislativo 152/2006 per la qualità delle acque di falda. In particolare le analisi effettuate dalla SGM – incaricata dalla Arcadis – hanno evidenziato che 24 dei 29 campioni di acque di falda sottoposti ad esame presentavano un abnorme superamento delle concentrazioni delle soglie di contaminazione, CSC. Stiamo parlando di arsenico, antimonio, cromo VI, piombo, cloroformio, benzene, idrocarburi, floruri, nitriti e nitrati. Veleni che quasi certamente stanno contaminando le nostre acque e i nostri terreni.»
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