Claudia Zuncheddu (Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica): «Abbiamo chiesto all’assessore della Sanità azioni concrete per il ripristino dei servizi ospedalieri e territoriali».
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Nella tarda serata di ieri, la Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica ha avuto la prima interlocuzione con l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu. Una rappresentanza dei comitati presenti in tutti i territori dell’Isola dopo aver illustrato lo stato di degrado degli ospedali pubblici sardi, sempre più declassati, svuotati di servizi, di personale sanitario ed avviati alla chiusura, ha consegnato all’assessore una documentazione sulle carenze prodotte dai tagli esercitati in questi anni e le proposte risolutive.
La Rete, nata nel 2015 per la confluenza di diverse esperienze in ambito sanitario e per la necessità di coordinare i numerosi comitati sorti come risposta ai tagli della Sanità in tutti i territori, in questi anni ha portato nelle piazze decine e decine di migliaia di cittadini, ha organizzato numerose assemblee, ha approfondito la propria conoscenza su un tema così sensibile e complesso. Ha dialogato con le istituzioni di ogni ordine e grado senza che nessuna parte politica abbia manifestato sino ad oggi alcuna sensibilità.
Gli ammalati sono in stato di totale abbandono. Le attività ospedaliere sono ovunque paralizzate. I sardi che hanno rinunciato alle cure sono oltre il 14,6%. I servizi territoriali, di cui citiamo come simbolo quelli della neuropsichiatria infantile, sono stati ovunque soppressi. I nostri bambini con disagio mentale, privi di assistenza, saranno i pazienti psichiatrici di domani con maggiore sofferenza e più alti costi sociali.
Chi governa, a Cagliari come a Roma, ha il potere di cambiare le cose. Il Piano di riordino della rete ospedaliera sarda, che ha condannato i nostri ospedali pubblici alla chiusura e al caos, deve essere rimessa in discussione.
Con l’accordo Prodi/Soru del 2006 è stato decretato il regime di autogestione della Sanità sarda. Il 50% del bilancio Regionale va alla Sanità per cui le soluzioni alle carenze non si cercano a Roma ma all’interno delle scelte politiche della Regione Autonoma.
“Nella tutela della salute la Specialità della Sardegna c’è ma non si vede” – così bacchettò la classe politica sarda, l’ex ministro Balduzzi del governo Monti, in un corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna.
Un’accusa che richiede una svolta locale nell’amministrare la nostra Autonomia in materia Sanitaria.
All’assessore che ha manifestato un’apertura inusuale alla collaborazione con la Rete, anche in previsione della stesura della legge sanitaria, chiediamo azioni concrete per il ripristino dei servizi ospedalieri e territoriali. Non basta la volontà espressa per il decentramento dell’ATS, come promesso dall’assessore. A breve un nuovo incontro.
Claudia Zuncheddu
Portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica
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