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Secondo appuntamento per Stagione Nomade, la rassegna autunnale organizzata da Cada Die Teatro, la storica compagnia cagliaritana diretta da Giancarlo Biffi. Sarà questa volta il Teatro Leopardi dell’Istituto Comprensivo 1-2 di Pirri, in via della Resistenza, a ospitare domenica 24 novembre, alle 18.00, IN CAPO AL MONDO. In viaggio con Walter Bonatti, una produzione di Teatro Invito (Lecco), dedicata al racconto di vita del grande alpinista ed esploratore.
Lo spettacolo è scritto da Luca Radaelli e Federico Bario, vede in scena lo stesso Radaelli, con Maurizio Aliffi alla chitarra (progetto luci e tecnica di Michele Napione e Marco Mantella; video installazione di Daniele Lorenzo Fumagalli). Le immagini e le riprese video sono curate dalla regista lecchese Paola Nessi, con la quale aveva trascorso gli ultimi mesi di vita per montare e promuovere il film “W come Walter” l’attrice Rossana Podestà, a lungo compagna di Walter Bonatti (per lui abbandonò il cinema), morta nel 2013, due anni dopo la scomparsa del celebre scalatore.
«Lecco, la città dove sono nato, è una delle capitali mondiali dell’alpinismo. A Lecco tutti vanno in montagna, parlano di montagna. Io amo la montagna, ma ho scelto di occuparmi di teatro. Qual è il nesso? Carlo Mauri, un grande alpinista lecchese, diceva: ‘L’avventura, l’amore e l’arte sono le tre cose che ti fanno battere il cuore – spiega nelle sue note Luca Radaelli -. L’incontro con Walter Bonatti è avvenuto, non a caso, in una sala teatrale in una serata a lui dedicata: incontravo un eroe del nostro tempo. Che cos’è un eroe? Chi conduce una vita esemplare, e quale vita è più esemplare di quella di Walter Bonatti? Ma dietro ogni vita ci sono mille contraddizioni, così ho voluto scavare per capire. Per trovare l’uomo, come avrebbe detto lui.»
Luca Radaelli nello spettacolo racconta l’epoca degli alpinisti pionieri, «priva di grandi sponsor e di grandi mezzi tecnologici. Racconto le grandi scalate del Dru, del Cervino, del Gasherbrum IV, i successi internazionali così come le sconfitte: la tragedia del Monte Bianco e quella sfiorata del K2. Il passaggio dall’esplorazione in verticale a quella in orizzontale, nel vasto mondo. La celebrità, l’amore, la morte».
Dietro Walter Bonatti non ci sono solo le leggendarie imprese alpinistiche o le celebri esplorazioni condotte per il settimanale Epoca, dietro Walter Bonatti c’è una filosofia di vita. «C’è la volontà di arrivare alla meta senza compromessi, in un confronto leale con la Natura. C’è la curiosità, la voglia di conoscere, quella che condusse Ulisse oltre le Colonne d’Ercole. C’è l’umiltà di confrontarsi con culture diverse dalla nostra, magari da noi considerate arretrate e invece più sagge perché in armonia con gli elementi naturali. C’è un grande senso della giustizia, quello che portò Bonatti a lottare per cinquant’anni, ostinatamente, per ristabilire la verità sulla spedizione del K2. Così, ripercorrendo la vita di un uomo, noi compiamo una riflessione sulla vita di ogni uomo. Ognuno di noi, anche se non arriverà a compiere le imprese di Bonatti, si dovrà confrontare con le proprie sfide, con i propri traguardi, dovrà scegliere tra la purezza e il compromesso, tra la giustizia e l’opportunismo. Ognuno di noi dovrà ricordare che non si è fatti “per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» (Dante, Divina Commedia, canto XXVI dell’Inferno, il Canto di Ulisse).