22 November, 2024
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Francesco Porcu ed Antonello Mascia (Cna): «Gli incentivi per il rinnovo, generico o finalizzato all’efficienza energetica, sono strategici per il rilancio del settore».

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Gli incentivi per il rinnovo continuano a sostenere il recupero edilizio in Sardegna: nel triennio 2016-2018 i lavori incentivati – per un importo medio annuo pari a circa 440 milioni di euro – hanno rappresentato circa un terzo della spesa complessiva per la riqualificazione edilizia privata, quota che supera il 50% se riferito al solo segmento residenziale (ambito di applicazione principale degli incentivi).

E’ quanto si evince da un report della Cna Sardegna che – analizzando l’andamento storico degli incentivi – offre una prospettiva positiva anche per il prossimo anno alla luce del fatto che la finanziaria nazionale 2020, attualmente in esame in commissione bilancio al Senato, prorogherà con tutta probabilità per tutto il 2020 una serie di preziose detrazioni per gli interventi di recupero e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

«Gli incentivi per il rinnovo, generico o finalizzato all’efficienza energetica, hanno nel tempo consolidato il proprio ruolo fornendo uno stimolo fondamentale alla spesa per manutenzione del patrimonio edilizio esistente – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni -. I dati del report dimostrano che la politica degli incentivi ha sostenuto il settore con grandi benefici per le piccole e medie imprese di costruzioni e per l’indotto. Eppure, non va trascurato il rischio di una strategia “a tempo” che ogni anno apre la possibilità di un ritorno alle aliquote normali o di una cancellazione di alcune formule di incentivazione. Sarebbe piuttosto necessario un disegno strategico, una azione finalizzata alla definizione di linee coerenti e integrate di politica industriale per tutto il settore delle costruzioni. Un settore che in Sardegna come in tutto il Paese, necessita di un piano di interventi integrato che tenga conto delle nuove criticità ambientali, dell’obsolescenza, dei radicali processi tecnologici di innovazione in atto e dei nuovi obiettivi dello sviluppo

Tabella 1. – Investimenti in riqualificazione incentivati1 in Sardegna – Importi in milioni di euro correnti

Investimenti privati in manutenzione edilizia straordinaria Investimenti veicolati dai provvedimenti di defiscalizzazione
Totale edifici di cui in edifici residenziali Totale % su totale riqualificazione % su riqualificazione edifici residenziali
2002 1.015 596 96 9,4% 16,1%
2007* 1.212 738 147 12,1% 19,9%
2013 1.276 777 405 31,8% 52,2%
2014 1.306 792 433 33,2% 54,7%
2015 1.340 814 383 28,6% 47,1%
2016 1.302 827 438 33,6% 52,9%
2017 1.357 839 442 32,6% 52,7%
2018 1.310 835 437 33,4% 52,4%
TOTALE 2002-2018 20.766 12.777 4.086 19,7% 32,0%
TOTALE 2007-2018 15.414 9.564 3.635 23,6% 38,0%

Fonte: elaborazione Cna Sardegna su fonti varie

1: Per le detrazioni finalizzate al recupero edilizio, le stime riferite agli anni 2011-2018 si basano sul peso regionale delle spese per recupero patrimonio edilizio di cui alle dichiarazioni IRPEF. Per le detrazioni finalizzate al risparmio energetico, dati ENEA dal 2007

* Anno di entrata in vigore degli incentivi per il rinnovo energetico

L’impatto sull’occupazione

Il report della Cna Sardegna evidenzia come il ruolo strategico svolto dagli incentivi per il rilancio dell’edilizia dell’Isola emerga con evidenza dal relativo impatto occupazionale. Considerando che un investimento di 200.000 euro in riqualificazione edilizia è in grado di assorbire due occupati diretti e uno nell’indotto, si può stimare che il meccanismo di agevolazione abbia dato lavoro, nel periodo 2016-2018, a circa 6.600 occupati (includendo anche l’indotto); numero che rappresenta il 17% degli occupati nelle costruzioni in Sardegna (fonte Istat, 2018).

Dall’analisi della dinamica di lungo periodo del rinnovo incentivato, ottenuta dai dati ufficiali di fonte ENEA per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione energetica e frutto di una stima per quanto riguarda il rinnovo generico, emerge una generale tendenza espansiva. Dopo il rallentamento registrato nel 2015, legato all’incertezza sull’effettiva proroga degli incentivi alle aliquote maggiorate e all’aumento dell’aliquota della ritenuta d’acconto sui bonifici effettuati dai promotori dell’intervento (passata a gennaio 2015 dal 4 all’8%), il triennio successivo mostra un livello salito a quasi 30 mila domande l’anno. Motore della ripresa nel 2016 è stato, in base alle stime, il rinnovo generico, mentre nel 2017 il segmento più vivace è stato quello degli incentivi finalizzati al risparmio energetico. Nel 2018 invece per quest’ultimo segmento i dati ufficiali di fonte ENEA rilevano un calo delle domande (da circa 6.800 del 2017 a meno di 5.400 lo scorso anno, per un ammontare dei relativi investimenti sceso da 50 a 36 milioni, una tendenza registrata anche a livello Italia), a fronte di una importante tenuta stimata per il ricorso agli incentivi per la riqualificazione generica delle abitazioni private.

La dinamica del mercato nazionale nell’anno in corso definisce un rafforzamento del trend espansivo che potrebbe quindi caratterizzare anche la situazione regionale.

Grazie alla dinamica recente, il ricorso agli incentivi per intervenire sul patrimonio edilizio residenziale in Sardegna sta progressivamente assorbendo il divario con il resto del Paese, in termini di quota dei lavori incentivati sul totale dei lavori di riqualificazione, pari al 53% in media nell’ultimo triennio, contro il 56% della media nazionale.

Proiezioni 2020: la Finanziaria regionale

Venendo al periodo recente – evidenzia il report della Cna Sardegna – per il 2020 le proiezioni sono all’insegna di un maggiore dinamismo e si ritiene che gli incentivi possano svolgere un ruolo più decisivo nel sostenere il mercato del rinnovo edilizio.

Come detto, la legge finanziaria 2020, attualmente all’esame della commissione bilancio al Senato, proroga per tutto il 2020 le detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio (“bonus ristrutturazioni” nella misura del 50% su una spesa massima di 96mila euro per unità immobiliare), per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti (ecobonus) e per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici a basso consumo energetico destinati all’arredo di un immobile ristrutturato (bonus mobili). Introduce inoltre il “bonus facciate”, che prevede che le spese sostenute nel 2020 per interventi edilizi, inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o al restauro della facciata degli edifici, daranno diritto a una detrazione del 90% sul loro intero ammontare.

Francesco Porcu.

Clamoroso al Carboni

giampaolo.cirronis@gmail.com

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