La segretaria regionale CNA FTA denuncia la nuova stangata sull’Autotrasporto del caro traghetti “green”.
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Non c’è pace per l’Autotrasporto in Sardegna. Il nuovo caro traghetti “green” da gennaio 2020 porterà un aumento medio tariffario del 25%, dovuto alla scelta unanime dei principali armatori operanti in Sardegna di utilizzare un costoso carburante che ridurrà le emissioni di zolfo, come richiesto dal Regolamento europeo IMO 2020. Scelta unanime delle compagnie di navigazione anche sul valore da “ribaltare” all’utenza che trasporta merci per rientrare del proprio costo di esercizio: da 5 a 8 €/mt, con stesso importo sulle medesime tratte (ad es. sulla Livorno-Cagliari e sulla Civitavecchia-Cagliari, sia Gruppo Onorato che Grimaldi Group operano identico aumento di 8€/mt), che significa circa 250 € in più ad autocarro o semirimorchio per andare e venire dalla Sardegna e tariffe che lievitano fino a oltre 750€ + Iva per singola tratta (1.500 € + Iva in andata e ritorno).
Tante sono le segnalazioni di protesta ed esasperazione che arrivano in questi giorni dagli autotrasportatori all’Unione di Trasporto FITA della CNA.
«I calcoli sui sovraccosti tariffari restituiscono cifre da capogiro per le aziende artigiane di autotrasporto, che come è doveroso ricordare rappresentano ben il 73% del totale delle imprese in Sardegna – spiega Valentina Codonesu, responsabile regionale CNA FITA -. Abbiamo svolto un approfondimento sui volumi di traffico settimanale, mensile e annuale di diverse nostre aziende, certificando aumenti per centinaia di migliaia di euro all’anno in capo ai singoli operatori, che segneranno una distanza incolmabile dei nostri operatori con le aziende concorrenti della penisola e siderale con la concorrenza europea.»
«Da anni abbiamo fatto nostra la battaglia per la mobilità delle merci da e per la Sardegna e la riduzione dei sovraccosti generati dal dover necessariamente utilizzare i trasporti marittimi – aggiunge Francesco Pinna, presidente CNA FITA -. E in verità ci siamo spesso sentiti soli, come se questo fosse un problema del solo Autotrasporto e non dell’intera economia isolana. Oggi finalmente anche le imprese di altri comparti dialogano con noi riconoscendo che questa è una priorità dell’intero mondo produttivo e dei servizi, e che le rivendicazioni di condizioni di competitività paritarie sono interesse comune e condiviso.»
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