24 November, 2024
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La vertenza AIAS non si sblocca ed i lavoratori incrociano nuovamente le braccia con una giornata di sciopero, domani, giovedì 19 dicembre.

«In questi ultimi giorni da diverse strutture AIAS di tutta la Sardegna, ci stanno arrivando delle segnalazioni secondo le quali, alcuni solerti coordinatori e direttori sanitari, abbiano stilato delle circolari per stabilire i contingenti minimi essenziali per la giornata di sciopero, proclamata per il 19 dicembre – scrivono in una nota i segretari FP CGIL Roberta Gessa, FP CISL Davide Paderi e UIL FPL Fulvia Murru –. Il tutto in barba alle vigenti normative in materia di sciopero e di contingenti minimi. Sì, perché la maggior parte di queste strutture che erogano prestazioni di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare che non devono garantire un’assistenza h24. Se ciò non bastasse, in questi giorni, anche uno dei legali del concordato sta facendo il giro delle maggiori strutture a ciclo continuativo per convincere i lavoratori che lo sciopero è sbagliato e che danneggia i lavoro che loro stanno facendo per evitare il fallimento. Tutto ciò sta creando forte sconcerto e confusione perché molti di questi lavoratori, per paura di incorrere in sanzioni disciplinari che in AIAS sono la norma, stanno decidendo di non aderire più allo sciopero.»

«Per fare un po’ di chiarezza ribadiamo che, così come ha scritto la Commissione Nazionale di Garanzia sullo sciopero nella nota prot. n. 0016804/SNT/PVT del 30/10/2019 inviata alle segreterie regionali di categoria, in cui nella stessa si dice che l’accordo di regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero nel comparto del Servizio Sanitario Pubblico del 20/09/2001, è applicabile anche al settore Sanità Privata, come da delibera n. 04/612 del 11 novembre 2004 – aggiungono Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru -. In modo particolare l’art. 2 chiarisce quali sono i servizi che si possono considerare servizi essenziali e ancora meglio l’art. 3 comma 3 recita testualmente quanto segue “per contingenti di personale da impegnare nelle altre prestazioni indispensabili, va fatto riferimento ai contingenti impiegati nei giorni festivi, ove si tratti di prestazioni normalmente garantista in tali giorni”. Quindi vanno garantiti solo i servizi H24 ed il personale individuato per i contingenti minimi, e quindi esonerato dallo sciopero, deve essere individuato di norma, e di volta in volta, con criterio di rotazione.»

Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru hanno chiesto al prefetto di Cagliari, Bruno Corda, al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, «un immediato intervento affinché vengano a cessare queste azioni di ostruzionismo/terrorismo messe in campo da AIAS e che si dia piena libertà ai lavoratori di decidere se aderire o meno allo sciopero regionale del 19 dicembre, con manifestazione sotto l’assessorato regionale alla Sanità di via Roma, a Cagliari. Si evidenzia, purtroppo, una continua e mai cessata ingerenza ed attività gestionale diretta dei vertici Aias e dei loro fiduciari, nonostante siano in atto procedure formali che avrebbero richiesto atteggiamenti diversi e più rispettosi di una disperazione dei lavoratori ormai certificata e oggettiva, negata per anni».

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Anche la Lega scende in campo e chiede chiarezza sulla vicenda dell’impianto di Magomadas. Lo fa attraverso un’interrogazione, prima firmataria Annalisa Mele, che, come si legge nel testo, richiede accertamenti sul rispetto delle prescrizioni previste e se le attività di stoccaggio risultino autorizzate, considerata la provenienza peraltro extra regionale. «Il grido lanciato dalla popolazione locale esasperata da un crescente disagio provocato da miasmi maleodoranti e un’aria sempre più irrespirabile non è, quindi, caduto nel vuoto.»

I consiglieri del Carroccio concordano all’unisono «sull’inaccettabilità di questa situazione che, a causa di scellerate scelte perpetrate nel passato, rischia di trasformare la nostra isola nella discarica d’Italia in barba a tutti i programmi di risanamento e recupero ambientale di territori compromessi».

La vicenda è balzata all’attenzione generale sui social e, conseguentemente, su quasi tutti i media regionali e nazionali, a seguito dell’iniziativa dell’ex presidente della Regione Mauro Pili che ha documentato con video e fotografie le fasi dello scarico dei rifiuti.

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La figlia di Ilham Tohti, Jewher Ilham, ha ricevuto oggi il premio Sacharov per la libertà di pensiero in nome del padre, attualmente in carcere in Cina per il suo attivismo.

Tohti è un accademico uiguro che si batte per i diritti della minoranza uigura in Cina. Si trova in carcere dal 2014, con accuse di separatismo, sebbene sia sempre stato una voce moderata per la convivenza pacifica: «Da oltre vent’anni lavora instancabilmente per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra gli uiguri e gli altri popoli cinesi. Ciononostante, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di ‘separatismo’», ha ricordato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel discorso di premiazione.

«Oggi dovrebbe essere un giorno di festa per celebrare la libertà di pensiero, e invece è un giorno triste. Ancora una volta questa sedia è vuota, perché nel mondo in cui viviamo essere liberi di pensare non significa sempre essere realmente liberi», ha aggiunto David Sassoli ricordando i tanti vincitori che non hanno potuto ritirare il Premio, perché in prigione o perseguitati.

Jewher Ilham ha ritirato il premio in nome di suo padre a Strasburgo: «E’ un onore essere al Parlamento europeo oggi per ricevere il Premio in nome di mio padre. Sono grata di poter raccontare la sua storia, perché lui non lo può fare. A dir la verità, non so dove sia mio padre. La mia famiglia ha ricevuto sue notizie per l’ultima volta nel 2017».

«Oggi non c’è libertà per gli uiguri in Cina: non c’è libertà a scuola, in pubblico, e neanche a casa. Mio padre come molti uiguri è stato etichettato come un violento estremista, con una malattia da curare e un cervello che deve essere ripulito», ha raccontato Ilham. Sotto la pretestuosa accusa di estremismo il governo cinese ha internato almeno un milione di persone in «campi di concentramento dove gli uiguri sono obbligati a rinunciare alla propria religione, lingua e cultura, dove le persone vengono torturate e alcuni sono morti».

Da aprile 2017 più di un milione di uiguri sono detenuti in una rete di campi di concentramento dove vengono obbligati a rinunciare alla propria identità culturale e alla propria religione e a giurare fedeltà al governo cinese.

Jewher Ilham ha chiesto un sostegno attivo e concreto per suo padre: «Chiedo a voi in questa sala e a tutti quelli che stanno ascoltando: pensate che ci sia un problema nel modo in cui il governo cinese tratta gli uiguri? Se pensate che ci sia un problema, lavorate per trovare una soluzione».

Il presidente del Parlamento europeo Sassoli ha chiesto il rilascio immediato e senza condizioni di Ilham Tohti, con un pensiero anche ad altri attivisti detenuti nel mondo: «Vorrei ricordare la sorte dei vincitori delle scorse edizioni del premio, che sono attualmente in carcere e sono perseguitati per aver difeso i diritti umani e le libertà fondamentali».

Il vincitore

Ilham Tohti è un economista uiguro che lotta per i diritti della minoranza uigura in Cina. Tohti è un sostenitore del dialogo e delle leggi sull’autonomia regionale in Cina. Nel 2014 è stato condannato all’ergastolo per accuse di separatismo. Anche dalla prigione resta una voce moderata della riconciliazione.

La cerimonia di premiazione

Il premio, un certificato e la somma di 50.000 euro, è stato consegnato a Jewher Ilham durante la cerimonia che si è tenuta a Strasburgo il 18 dicembre 2019, in presenza anche degli altri finalisti al Premio Sacharov 2019 – o di loro rappresentanti.

I finalisti

Gli altri due finalisti del 2019 sono stati gli attivisti brasiliani Marielle Franco (candidatura postuma), Raoni Metuktire e Claudelice Silva dos Santos e le studentesse keniane The Restorers che lottano contro le mutilazioni genitali femminili. I due gruppi sono stati entrambi invitati e rappresentati a Strasburgo. Ecco come vengono selezionati i vincitori.

Le origini del Premio Sacharov

Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, dedicato alla memoria del fisico e dissidente sovietico Andrej Sacharov, viene conferito ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 e viene assegnato agli individui o alle organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali nel mondo.

Il vincitore del 2018 è stato il regista ucraino Oleg Sentsov che, al momento della premiazione, era detenuto in Russia. Ha finalmente potuto ricevere il Premio a novembre 2019, dopo il suo rilascio.

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La dottoressa Claudia Zuncheddu è stata nominata presidente della sezione ISDE di Cagliari, nel corso dell’assemblea degli iscritti del 10 dicembre scorso.

L’associazione medici per l’ambiente – ISDE Italia, affiliata all’International Society of Doctors for the Environment – ISDE (organizzazione internazionale presente ed attiva in circa 30 Nazioni al mondo, riconosciuta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), lavora per diffondere ed approfondire conoscenze sul legame tra il degrado ambientale e la salute umana. Claudia Zuncheddu, da numerosi anni medico ISDE, svolge l’attività clinica di medico di Medicina generale e di specialista in malattie infettive e tropicali a Cagliari, operando nei quartieri di Castello e Sant’Elia, occupandosi, oltre che dei residenti, anche di cittadini immigrati.

Grande soddisfazione è stata espressa dai medici di ISDE Sardegna per tale incarico.

«L’affidamento di un incarico così importante per la dottoressa Claudia Zuncheddu, è un valore aggiunto a tutte le battaglie ambientali che ha sostenuto e continua a sostenere con impegno, dedizione e grande competenza da anni – afferma il presidente di ISDE Sardegna Domenico Scanu -. La scelta della dottoressa Claudia Zuncheddu, insieme al Consiglio direttivo, determinerà da subito le prime strategie operative a riguardo degli interventi più urgenti relativi alle problematiche ambientali del territorio provinciale, certo che da questa importante nomina i medici ISDE trarranno maggior forza ed autorevolezza.»

Tutte le sezioni della Sardegna (Sassari, Nuoro, Oristano ed ora Cagliari) faranno il punto del lavoro svolto finora da ISDE e programmeranno insieme le future attività anche alla luce delle scelte in materia di ambiente che stanno portando avanti i governi regionale e nazionale, tra cui, per citare i più recenti, il progetto di metanizzazione e la tecnologia 5G, per i quali ISDE Sardegna sta producendo una netta opposizione con rigoroso razionale scientifico.

Il coordinamento del Sulcis Iglesiente in difesa della sanità pubblica «ringrazia il dottor Domenico Scanu per il lavoro professionale ed umano svolto in questi anni in qualità di consigliere prima e di presidente poi dei medici ISDE. Ed esprime i complimenti augurando buona strada alla dottoressa Claudia Zuncheddu (referente della Rete sarda in difesa della sanità pubblica) per la nomina a presidente medici ISDE Regione Sardegna. In relazione al suo spessore scientifico, umano e politico – conclude il coordinamento del Sulcis Iglesiente in difesa della sanità pubblica – offrirà il giusto contributo al popolo sardo e ad una terra che ha necessità di persone libere e ricche di spessore. Certi del suo lavoro, auguriamo alla dottoressa Claudia Zuncheddu un buon lavoro». 

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«Il Piano casa prorogato questa sera dal Consiglio regionale è una buona notizia per i cittadini, imprese, professionisti e comuni della Sardegna. L’avevamo suggerito già da alcuni mesi, che sarebbe stato meglio prorogare il piano casa approvato nella scorsa legislatura, piuttosto che avventurarsi nella moltiplicazione di testi presentati dal centrodestra e magari illudersi che un’ esame convulso e schizofrenico delle proposte già depositate potesse produrre in poco tempo ciò che la maggioranza non è riuscita a fare in 9 mesi di governo, ossia un testo di sintesi da approvare in Aula entro l’anno.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri del gruppo Progressisti del Consiglio regionale.

«Aspettavamo in Consiglio, e lo aspettavano anche all’esterno dei palazzi della Regione, l’annunciato testo sul nuovo piano casa varato dalla Giunta regionale. Avevamo detto che non sarebbe arrivato, non è arrivato. Purtroppo, per chi governa, però, la necessità degli operatori di avere certezze su norme e regolamenti applicabili non è compatibile con i tempi laschi dell’esecutivo regionale. L’ennesima proroga votata oggi dal Consiglio regionale – concludono i Progressisti – permetterà quantomeno di non stravolgere il principio generale della legge vigente, che riguardava la qualità dell’abitare e non la quantità, fine a se stessa, di incrementi volumetrici.»

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«Abbiamo fatto un passo avanti importante per la programmazione del futuro energetico della Sardegna, che potrà avere il gas in tempi rapidi e a basso costo. È una tappa fondamentale del percorso che ci avvicina sempre di più a una nuova fase, che vedrà la realizzazione delle grandi infrastrutture legate al metano. Grazie alle proposte presentate dalla Giunta è stato così riconosciuto il diritto dei sardi a pagare l’energia alle stesse tariffe degli abitanti del resto d’Italia, perché le nostre imprese e le nostre comunità non siano più costrette a subire gli svantaggi strutturali che derivano dall’isolamento.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando il via libera della Conferenza delle Regioni, alla quale era presente l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, all’inserimento nel Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima, di importanti misure per la Sardegna richieste dagli assessorati dell’Industria e dell’Ambiente.

«È il risultato del lavoro coordinato con le altre Regioni – sottolinea l’assessore Anita Pili – che consente di garantire le condizioni di perequazione tariffaria del gas in linea con il resto d’Italia, tutelando le nostre comunità sia in termini di disponibilità di metano sia dei costi per il suo utilizzo. In particolare è stata definita la modalità di approvvigionamento del Gnl ai depositi costieri grazie a una ‘virtual pipeline’, che prevede il trasporto con le navi gasiere. Sarà successivamente individuato – conclude l’assessore regionale dell’Industria – l’intervento più efficace per il trasporto del Gnl dai rigassificatori costieri ai bacini di distribuzione

 

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Miro Bilan. Fonte: www.dinamobasket.com .

La Dinamo in campo alle 20.30, al PalaSerradimigni, contro la Turk Telecom, per Gara9 di Champions League. La squadra di Gianmarco Pozzecco arriva a questo appuntamento con il morale molto alto, dopo le ultime vittorie ottenute sia in campionato sia in campo europeo, decisa a riscattare la sconfitta subita all’esordio in Turchia e quindi a mantenere il primato in classifica nel girone, oggi condiviso proprio con la squadra turca. Sarà importante guardare anche alla differenza punti, considerato che all’andata la Dinamo perse di 8lunghezze: 56 a 64.

«Quella con Ankara sarà una sfida tosta, difficile e fisica – ha sottolineato l’assistant coach Giorgio Gerosa alla vigilia -. All’andata abbiamo tirato con percentuali basse, merito della loro difesa che ci ha portato a prendere tiri con poco ritmo, togliendoci qualità e chiudendoci il post basso. Il loro sistema difensivo ti porta a giocare una pallacanestro che non ci è congeniale, a ritmo basso, ma noi dobbiamo fare come nel 3° quarto ad Ankara a tenere ritmo alto in attacco, portando maggiore aggressività sia offensivamente sia in difensivamente. Dovremo trovare soluzioni non per forza in contropiede ma anche in transizione, cercando di avere un ritmo di esecuzione molto alto senza focalizzarci solo su gioco di metà campo. Dovremo essere bravi a non snaturarci, restando lì e non accontentandoci delle prime occasioni di tiro.»

 

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Anche il Movimento 5 Stelle interviene sulla vicenda dei fanghi fognari “importati” dalla Campania e dalla Puglia per essere scaricati nella piana di Magomadas, denunciata con documentazione video-fotografica dall’ex presidente della Regione Mauro Pili.

«Un presunto sversamento di rifiuti fognari provenienti da altre regioni italiane e interrati nella piana di Magomadas, in piena campagna – scrive in una nota l’on. Alessandro Solinas -. È una vicenda inquietante quella denunciata in questi giorni dagli organi di stampa e dagli abitanti della zona dell’Oristanese, stanchi di dover sopportare soffocanti miasmi e preoccupati dal continuo viavai di camion provenienti dai porti di Cagliari e Olbia, presumibilmente carichi di fanghi di dubbia provenienza. Sembrerebbe si tratti di residui fognari che arrivano principalmente da Puglia e Campania e che andrebbero smaltiti a norma di legge all’interno di appositi impianti certificati. Sempre secondo quanto riportato dalla stampa, sembrerebbe invece che questi fanghi vengano trattati in assenza delle apposite vasche in cemento, ovvero pericolosamente riversati in una buca profonda non meno di due metri e a contatto con il terreno.»

«La Sardegna è già balzata alle cronache per aver smaltito rifiuti speciali pericolosi, tra cui fanghi di depurazione, provenienti da altre zone d’Italia: a fine 2018 la Procura di Tempio ha notificato l’apertura delle indagini al Cipnes per la discarica di Spiritu Santu. La Regione Sardegna è al corrente del rischio che si sta correndo? – aggiunge Alessandro Solinas -. Cosa sta accadendo oggi nella piana a pochi chilometri da Bosa, una delle zone più rinomate della Costa nord-occidentale della Sardegna in cui sono presenti diverse aziende agricole? Gli assessori all’Ambiente Lampis e alla Sanità Nieddu sono a conoscenza di quanto sta accadendo? È necessario avviare urgenti e specifiche indagini per accertare la natura dei materiali depositati e l’eventuale pericolo per la salute pubblica.»

Alessandro Solinas ha presentato un’interrogazione sottoscritta dai colleghi Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, con l’appoggio dei portavoce alla camera dei deputati Lucia Scanu, Luciano Cadeddu ed Alberto Manca, per chiedere che venga fatta assoluta chiarezza su questa vicenda sconcertante.

«Non siamo contrari al riuso e al riciclo se queste pratiche consentono di far nascere nuove realtà produttive ma alla luce di quanto accaduto chiediamo venga fatta chiarezza. Dobbiamo bloccare una volta per tutte questo circuito di smaltimento di rifiuti speciali provenienti dalle altre regioni italiane. La Sardegna – conclude Alessandro Solinas – non diventerà la pattumiera d’Italia, non lo permetteremo.»

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Dopo l’interrogazione di 6 consiglieri del gruppo PSd’Az, una mozione dei consiglieri regionali di LeU Sardigna Daniele Cocco e Eugenio Lai hanno sul conferimento e smaltimento di fanghi e di altri rifiuti speciali nel territorio del comune di Magomadas.

«Da diverso tempo nel territorio del comune di Magomadas si registra un’intensa attività di macchine operatrici e mezzi pesanti che giornalmente trasportano,  scarico e movimentano rifiuti speciali con spargimento sul terreno naturale, in alcuni casi anche con interramento, dei fanghi – dichiara il capogruppo di LeU Sardigna in Consiglio regionale -. E’ fondamentale la massima tutela dell’ambiente nello svolgimento delle attività di  recupero e smaltimento di qualsiasi rifiuto di provenienza urbana o speciale sia di natura pericolosa o non pericolosa – devono essere messi in atto di tutti gli accorgimenti e le misure di mitigazione necessarie per il contenimento degli impatti sulle componenti atmosfera, suolo e sottosuolo, ambiente e idrico, vegetazione e fauna.»

Daniele Cocco ed Eugenio Lai impegnano il presidente della Regione e l’assessore della Difesa dell’Ambiente di riferire immediatamente in Aula sull’attività di smaltimento dei fanghi nel territorio del comune di Magomadas e sull’opportunità di limitare/interrompere il conferimento dei fanghi, anche in merito alle segnalazioni da parte dei cittadini, e di alcune testimonianze video – (realizzate e pubblicate dall’ex presidente della Regione Mauro Pili, ndr) -, su possibili inquinamenti ambientali e sui disagi di natura visiva, acustica ed olfattiva. I due consiglieri regionali di LeU, infine, chiedono di «prevedere un’azione di controllo e monitoraggio, anche in collaborazione con le Autorità e gli Enti preposti, allo scopo di prevenire condotte lesive dell’ambiente e della salute dei cittadini».