19 July, 2024
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«Per ragionare e poi decidere sui temi urbanistici non servono freddi approcci settoriali basati su semplici regole e parametri o ancor peggio impostazioni fondate su pregiudizi ideologici, ma un confronto con tutte le parti che porti a una sintesi in linea con una più ampia visione strategica finalizzata allo sviluppo della Sardegna.»
Lo ha detto la vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda, intervenendo questa mattina a un convegno organizzato dalla Sezione Sardegna dell’Inu (Istituto Nazionale di Urbanistica) nel corso del quale è stato assegnato al professor Enrico Corti il riconoscimento di “Maestro dell’Urbanistica in Sardegna”.

«Il governo del territorio – ha sottolineato l’assessore regionale del Lavoro – deve essere supportato da progetti di formazione e dal lavoro qualificato di tecnici e operatori e dalle competenze di tutti gli attori, pubblici e privati, che interagiscono con le attività di pianificazione. Oltre alla necessità di costruire un insieme di buone regole bisogna quindi investire anche all’interno della Pubblica amministrazione su coloro che gli strumenti li studiano, li producono e li gestiscono.»

«L’assessorato del Lavoro – ha evidenziato Alessandra Zedda – ha già messo in campo progetti concreti investendo in formazione e favorendo tutte le iniziative che possano creare occupazione in tutti i settori. E questa Giunta ha dimostrato di saper ascoltare, di essere aperta al dialogo con tutti, professionisti, studiosi, imprese, sindacati, amministrazioni locali e cittadini, ed è pronta a fare tesoro dei contributi offerti per realizzare l’idea di Sardegna che abbiamo proposto e stiamo proponendo per i prossimi anni.»

 

     

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La Giunta Regionale, su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Andrea Biancareddu, ha destinato la somma complessiva di 1 milione e 200mila euro per contributi agli Enti locali per la costituzione, il funzionamento e l’incremento delle Biblioteche di ente locale.

«La Regione riconosce le Biblioteche quale servizio primario alla comunità per l’accesso alla conoscenza e all’informazione, cura e promuove lo sviluppo della rete delle biblioteche di ente locale sostenendo l’incremento del patrimonio librario e documentario e la diffusione di servizi innovativi – dice l’assessore Andrea Biancareddu -. Le risorse stanziate sul bilancio 2019, sono state incrementate. I vigenti criteri di valutazione, prevedono che gli importi dei singoli contributi siano determinati sulla base di 4 parametri: popolazione (30% del budget), prestazioni di servizio (60%), perequazione (10%).»

«In particolare – conclude Andrea Biancareddu -, la quota riferita alle prestazioni di servizio viene misurata mediante indici di performance tratti dagli standard internazionali di settore e consolidati dalle esperienze di valutazione dei servizi bibliotecari maturate a livello nazionale e regionale.»

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«Mi arrestarono a 16 anni per motivi politici, fui torturato e in me si formò una rabbia antisociale. Decisi che se fossi rientrato ancora in carcere in futuro, il motivo lo avrei dato senza sconti.»

All’International Gramsci Festival di Ghilarza, l’ex attivista dell’Ira, Sam Millar ha messo a nudo la sua duplice vicenda di prigioniero politico prima e di detenuto per ragioni criminali poi, quando fu arrestato negli Usa per aver commesso il “colpo del secolo”. Per poi chiarire la svolta da scrittore di successo.

Dalle risposte date a Seba Pezzani, che lo ha intervistato alla Torre Aragonese per il pubblico dell’IGF, si è capito in poche parole come la sua vita, quella vissuta, sia forse più incredibile di uno dei suoi romanzi dalle tinte noir.

Durante il Bloody Sunday, cioè quel terribile 30 gennaio 1972 che nella città di Derry fu ricordato come la domenica di sangue, l’esercito britannico aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili.

Sam racconta di aver visto con i suoi occhi l’assassinio di tredici innocenti irlandesi. Fu un’esperienza tremenda. Ma il momento che lo spinse a passare alla lotta armata arrivò qualche tempo dopo, quando vide assassinare ancora un altro ragazzo: «Eravamo trattati come cani in casa nostra dalle forze di occupazione. Mi accorsi che di opzioni pacifiste non ce n’erano».

Dopo diverse vicissitudini, la realtà carceraria lo portò nei famigerati blocchi H della prigione di Long Kesh. Tra la sua cella e quella del celebre Bobby Sands c’era solo un muro divisorio. Come tutti i suoi compagni, non sentendosi un criminale rifiutò di indossare l’uniforme carceraria e preferì restare nudo.

«Mi sentivo davvero in un campo di concentramento – ha detto -. In inverno le celle non erano riscaldate e in estate le riscaldavano apposta per farci star male. Era una tortura. Un missionario proveniente da una missione a Calcutta, che credeva di essere abituato a vedere condizioni disumane, vomitò immediatamente non appena visitò una delle nostre celle.»

Il momento più drammatico e straziante arrivò quando i compagni di lotta decisero di fare lo sciopero della fame, perché chi aveva aderito sapeva che non ne sarebbe uscito vivo. Era una situazione di non ritorno, anche perché eravamo consapevoli che Margaret Thatcher non avrebbe concesso nulla: «Ogni volta che uno dei detenuti perdeva la vita, era un po’ come vedere un tuo parente che ti moriva davanti agli occhi».

In America l’arresto avvenne per aver partecipato alla rapina di un furgone portavalori che conteneva diversi milioni di dollari. Fu considerato il colpo del secolo. L’esperienza carceraria è costata a Sam Millar tra i 16 e i 18 anni di galera in totale.

«Anche negli Usa le condizioni carcerarie sono durissime. Lì incominciai a scrivere per staccare con la realtà, per non impazzire. Quando ritornai in Irlanda, con il manoscritto, iniziai a credere di poter riuscire a diventare scrittore. Penso che il solo fatto di togliere la libertà sia la peggior punizione a cui una persona possa essere sottoposta. La società non trae alcun trae alcun vantaggio dalle condizioni insostenibili del carcerato, che anzi può maturare una rabbia controproducente per l’intera società.»

L’autore de “I cani di Belfast” ha espresso grande soddisfazione per essere stato invitato a un evento dedicato a un’icona internazionale dell’antifascismo come quella di Antonio Gramsci. Si è detto quindi profondamente colpito, nell’aver scoperto dell’esistenza «di un’indipendentista sardo morto per sciopero della fame, dopo essere entrato in carcere con la biografia di Bobby Sands tra le mani» Il riferimento è chiaramente a Doddore Meloni, morto nel 2017 all’ospedale di Cagliari dopo due mesi di digiuno volontario in un istituto penitenziario. Sam Millar ha aggiunto che farà di tutto per far conoscere questa storia ai parenti e agli amici di Bobby Sands una volta rientrato in Irlanda.

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«Dignità e speranza sono le due colonne d’ercole con le quali deve essere trattato il tema del carcere.»

Lo ha sostenuto venerdì sera Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, nel corso del convegno a tema “Costituzione e carcere” realizzato per l’International Gramsci Festival, in un luogo altamente simbolico come la Torre Aragonese di Ghilarza, una volta adibita proprio a luogo di detenzione.

L’ex ministro della Giustizia ha parlato con parole semplici e profonde di fronte a un pubblico numeroso (anche in piedi), non facendo mistero dell’amarezza per il clima con il quale si stia trattando in Italia il tema Giustizia.

Nel ricordare i contenuti del film-documentario di Fabio Cavalli, la cui proiezione stasera (14 dicembre) chiuderà l’intera kermesse, Giovanni Maria Flick ha affermato che, proprio ora che la Corte Costituzionale ha deciso di visitare le carceri entrando dalla porta, la Costituzione sta rischiando di uscirne dalla finestra.

«Chi dice di volerla cambiare, spesso non l’ha nemmeno letta», ha scherzato il giurista. Secondo Giovanni Maria Flick, si sta rapidamente passando dal principio per cui «la legge non ammette ignoranza»,  a quello per il quale «l’ignoranza non ammette legge». E la politica in questo ha una grossa responsabilità.

Il tema carcere andrebbe trattato con molto più equilibrio: «Se da un lato anche il peggior delinquente una volta condannato ha diritto di vedere rispettata la propria dignità, dall’altro, se viene meno la speranza di un futuro libero, si passa dalla pena alla tortura».

Più volte è stato citato il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione (le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato), ma è stato anche specificato quanto sia doveroso dare attuazione anche agli articoli  2 e 3, che prevedono pari dignità sociale anche per i detenuti.

Nella visione di Giovanni Maria Flick il tema carcere presenta tre paradossi. Il primo è quello dell’ergastolo, perché se la pena non finisce si leva la speranza e non si consente la rieducazione. Il secondo riguarda il sovraffollamento, che rende la vita impossibile. Basti pensare che la Corte di Strasburgo ha condannato due volte l’Italia per trattamento inumano dei detenuti.

L’ultimo paradosso è rappresentato dal fatto che – nonostante la pena di morte sia stata abolita anche dai codici militari – in carcere si continui a morire. E si muore talvolta per violenza subita ma molto più spesso per suicidio, sia da parte dei detenuti che del personale.

Nel dirsi soddisfatto per l’elezione di una donna a presidente della Corte Costituzionale, per la prima volta nella storia, il giurista ha elencato tra i vari esempi di non parità sociale gli ebrei, i migranti e le donne, aggiungendo a questi la categoria dei detenuti.

Durante l’incontro, moderato dall’avvocato Antonello Arru, sono intervenuti anche Antonello Spada, presidente dell’Unione Regionale degli ordini forensi della Sardegna, Aldo Luchi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cagliari e Giuseppe Conti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Sassari.

«Credo che nel momento in cui si riapre la casa di Gramsci, una persona che in carcere ha vissuto e ha sofferto, ed è morta non appena è uscita, in nome della libertà e delle proprie idee – ha affermato in conclusione Giovanni Maria Flick – sia importante riflettere su queste tematiche per capire quanto oggi sia urgente riaprire un dibattito sul carcere, che sembra essere stato abbandonato e dimenticato di fronte alle esigenze della sicurezza.»

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal Comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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Lunedì 16 dicembre cala il sipario sul IX Festival pianistico del Conservatorio, in questa edizione dedicato agli ottant’anni dell’istituto musicale cagliaritano. L’appuntamento è alle 18.00 nell’auditorium dove Stefano Figliola, pianista e docente delG.P. Da Palestrina, sarà protagonista di  “Una vita per la musica, recital  dedicato alle figure della pianista Anna Paolone Zedda e del musicologo Ernesto Paolone. Il programma della serata proporrà brani di L.V. Beethoven, F. Chopin e F. Listz.

Anna Paolone Zedda, nata a Cagliari nel 1917, e morta lo scorso anno a 101 anni, è stata una figura di spicco del Conservatorio cagliaritano, dove ha insegnato per quasi tutta la sua vita. Intensa fu anche la sua attività di compositrice e pianista, apprezzata nei maggiori teatri italiani e del mondo. Una carriera condivisa con il marito, l’apprezzato musicologo molisano Ernesto Paolone, scomparso nel 2002.

Il IX festival pianistico del Conservatorio, sottotitolato quest’anno80 ma…non li dimostra è ideato dal pianista, e docente dal “G.P. Da Palestrina”, Stefano Figliola.

L’ingresso agli appuntamenti è libero e gratuito.

 

 

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Dopo il successo in Russia, un minitour tra Italia e Gran Bretagna per “Come Se Non ci Fosse un Domani”, Il secondo film del duo comico Pino e gli Anticorpi, al secolo Michele e Stefano Manca, diretto da Igor Biddau.

Un salto in Piemonte per l’Asti Film Festival, subito dopo un passaggio oltremanica, a Londra, per una proiezione-evento e poi a tutta dritta verso la Toscana, a Reggello, per una serata interamente dedicata al film e ai suoi protagonisti.

Asti – Grande accoglienza e lunghi applausi anche nella città piemontese, nella Sala Pastrone del Teatro Alfieri, location ormai storica per l’Asti Film Festival: l’evento cinematografico giunto quest’anno alla sua nona edizione, è un appuntamento con il cinema di qualità organizzato dal Circolo Cinematografico Sciarada in collaborazione con il Comune di Asti ed il Circolo Vertigo, col patrocinio della Torino Piemonte Film Commission.

“Come Se Non ci Fosse un Domani”, è stato proiettato in un evento speciale fuori concorso, ma il Michele e Stefano Manca non erano nuovi all’ambiente: infatti nel 2016 parteciparono in concorso con la prima pellicola “Bianco di Babbudoiu” vincendo il Premio Speciale “Vino è cultura”. Non solo proiezioni: tra gli eventi collaterali del festival, anche gli incontri con le scuole. Michele e Stefano Manca sono stati, quindi, accolti a furor di popolo in un istituto scolastico comunale ed hanno intrattenuto gli studenti e le studentesse con i propri cavalli di battaglia, oltre alla proiezione dei video making off che raccontano il lungo e intenso lavoro della troupe e di tutte le maestranze durante le fasi di lavorazione del film.

Londra – Un film che racconta e promuove la sua terra: “Come Se Non ci Fosse un Domani” è sbarcato oltre Manica per la proiezione evento organizzata da Fine Solution Consulting e Ideas dell’imprenditore sardo Roberto Zicconi. Prima una passeggiata promozionale nella famosissima Portobello Road e in serata la proiezione nel teatro al numero uno di Thorpe Close a Kensington. Una grande occasione di incontro e confronto, focalizzando l’attenzione non solo sul film e sul fare cinema in Sardegna, ma anche sulle tipicità e specialità dell’Isola.

Panadas, formaggi, salumi, vino e tanti altri frutti dell’agroalimentare nostrano sono stati apprezzati dal numeroso pubblico italo-inglese, presente alla proiezione.

Reggello – Il Cinema Excelsior di Reggello, in Toscana, ha ospitato la terza tappa del mini tour promozionale del film fuori dai confini regionali. Un evento speciale che ha fatto registrare il consenso del numeroso pubblico in sala. Prova superata, quindi, anche in Toscana, terra della società Firenze Produzioni che ha co-prodotto il film, insieme alla Babbudoiu Corporation.

Si saluta il 2019 con un bilancio più che positivo e già si pianifica l’uscita del film nelle sale della penisola per gli inizi del 2020: primo obiettivo in cantiere sbarcare in Piemonte, Liguria e Lombardia all’interno di un circuito di proiezioni dedicate al cinema indipendente.

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La torre di Capo Falcone si è rifatta il look. Sono terminati, infatti, i lavori di restauro conservativo e messa in sicurezza della torre aragonese che svetta sul promontorio che domina il golfo dell’Asinara. A disposizione per i lavori l’amministrazione comunale aveva poco meno di 100 mila euro. Adesso si punta a recuperare la ex casa matta, parte del compendio di Capo Falcone.

Gli interventi sono serviti a mitigare i processi di degrado e dissesto avvenuti negli anni, che hanno portato a distacchi e crolli, anche importanti, di molte parti della struttura originaria. Lo scorso inverno era crollata la garitta costruita sul tetto della torre e il maltempo aveva anche provocato la caduta dell’architrave della porta d’ingresso, oltreché della muratura sovrastante. La ditta incarica dei lavori, la Serf Costruzioni srl, ha ripulito la copertura dai detriti quindi ha creato una chiusura in acciaio e vetro, sono stati recuperati i merli sporgenti. Le mura esterne, che si presentavano dilavate e sgretolate, sono state recuperate. Le scale sono state messe in sicurezza, rese accessibili quindi la porta di ingresso rinforzata in acciaio corten così da ripristinare l’architrave. Sono state ripristinate e rinforzate le scale esterne e rifatte quelle interne che conducono al tetto dove sono stati posizionati anche dei parapetti in acciaio.

«Grazie all’accordo con il Demanio dello Stato, con il dottor Giovanni Zito, e alla fattiva collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, nella persona della dottoressa Daniela Scudino – afferma il sindaco, Antonio Diana – siamo riusciti a recuperare un bene di grande rilevanza per il nostro territorio. La torre, per la sua posizione nel vertice del triangolo del Santuario dei cetacei, può essere considerata anche un punto di osservazione privilegiato.»

«Si trova, inoltre, all’interno di un’area Sic rilevante per le biodiversità e dove lo spettacolo delle falesie del mare di fuori rendono unico questo territorio che merita di essere salvaguardato e diventare patrimonio dell’Unesco, assieme alla Pelosa», chiude Antonio Diana.

«Prosegue il nostro progetto di recupero del compendio di Capo Falcone – afferma l’assessore dei Lavori pubblici, Antonella Mariani – e per noi è un orgoglio aver dato una seconda vitalità alla storica torre che guarda il nostro territorio. E adesso punta a recuperare la “casa matta“ un tempo della Marina, poco distante dalla torre.»

Qui l’amministrazione comunale vuole realizzare una foresteria, un punto di ristoro per i numerosi turisti, e non soltanto, che ogni anno percorrono la strada per arrivare in cima al promontorio.

A disposizione ci sono i fondi della Rete metropolitana, circa 330mila euro che consentiranno anche di recuperare la strada di accesso.

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Questa mattina, in piazza Carta, a Cortoghiana, si è svolto il primo dei tre appuntamenti con “Alberi per il Futuro”, l’iniziativa organizzata dal comune di Carbonia con la collaborazione di decine di volontari, al fine di mettere a dimora un albero per ciascun bambino nato nella nuova città nel 2018. Anno in cui sono venuti alla luce 111 bambini residenti a Carbonia.

Nel futuro polmone verde di piazza Carta, alla presenza dei bimbi, dei loro genitori e parenti, sono stati piantati 25 alberi, dotati di un’apposita etichetta identificativa di ciascun piccolo nuovo nato.

Una giornata di festa che si ripeterà sabato 21 e sabato 28 dicembre.

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Tipicità, la manifestazione che unisce l’artigianato di eccellenza con l’agroalimentare a km zero, compie tre anni. E per questo terzo compleanno spegne le candeline alla Passeggiata Coperta del Bastione Saint Remy, a Cagliari. Dal 19 al 23 dicembre l’artigianato e l’agroalimentare saranno protagonisti tra gli archi del bellissimo spazio della Passeggiata. Un luogo della città che riapre al pubblico, dalle ore 10.00 alle 21,30, con ingresso libero e orario continuato, con un evento che offre ai cittadini cagliaritani, ai visitatori e ai turisti la possibilità di conoscere meglio i manufatti di eccellenza, la loro storia, la vera lavorazione, e ancora i prodotti dell’agroalimentare e dell’enogastronomia regionale tipici e di partecipare al contempo ad attività culturali legate alle tradizioni sarde. Le precedenti edizioni di Tipicità sono state organizzate in Manifattura nel Natale 2017 e nella primavera del 2018.

Tipicità 2019 è stata presentata questa mattina durante una conferenza stampa nella sala del Retablo, secondo piano del comune di Cagliari via Roma 145, dal sindaco Paolo Truzzu, l’assessore delle Attività Produttive Alessandro Sorgia, Barbara Fanunza presidente dell’Associazione Imparis e promotrice della manifestazione Tipicità, insieme alla responsabile della comunicazione Daniela Deidda. Ancora, Maria Antonietta Dessi responsabile CNA Artistico e Tradizionale e CNA Alimentare Sardegna, Antonello Piras, presidente del gruppo folklorico di Cagliari “Quartiere Villanova”, ed Alessandra Polo, responsabile di Igers-Sardegna. In occasione della manifestazione si è deciso infatti di realizzare un evento speciale con gli instagramers.

Oltre 50 aziende tra artigiani e produttori. All’evento prenderanno parte circa 50 aziende tra artigiani e produttori. Sono previsti show coking e degustazioni guidate organizzate dal presidio Slow Food e Onav, aperitivi a km Zero, animazione e laboratori creativi per bambini. Una particolare sensibilità verso il sociale caratterizza l’associazione Imparis, per questo motivo all’interno dello spazio espositivo saranno accolte alcune associazioni che operano nel volontariato. Le cinque giornate saranno animate da momenti itineranti di musica tradizionale sarda. Tipicità vuole offrire alla città metropolitana, ai turisti e ai sardi tutti, un ulteriore momento di incontro e relazione nel ritrovato spazio della Passeggiata coperta del Bastione Saint Remy. Si tratta inoltre di una mostra mercato, e sarà quindi anche un’ottima occasione per suggerire idee originali per regali di Natale e souvenir esclusivamente creati in Sardinia.

«L’organizzazione dell’evento nasce da una professionalità maturata sul campo in anni di attività nel settore della promozione locale. L’associazione Imparis – ha sottolineato Barbara Fanunza, presidente di Imparis e promotrice della manifestazione Tipicità – non ha finalità di lucro ma offre ai produttori e agli artigiani sardi l’opportunità di poter promuovere e vendere i propri prodotti.»

All’evento è stato concesso il patrocinio dal Comune di Cagliari e della Regione Sardegna, mentre partner del progetto sono CNA e Confartigianato. Sponsor: Siete Fuentes e Caffè Graffina, entrambe aziende isolane.

Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari. «Sono felicissimo di inaugurare la nuova passeggiata coperta del Bastione di Saint-Remy uno dei luoghi più belli, suggestivi e ricchi di storia di Cagliari. Nei nostri progetti, la Passeggiata coperta è il luogo ideale per iniziative, scambi, mostre, concerti e molto altro ancora. Apriamo con Tipicità, una intelligente rassegna nella quale diamo la possibilità ai nostri cittadini di vedere le migliori e più originali produzioni artigianali e acquistare prodotti buoni e sani, provenienti dai nostri territori

Alessandro Sorgia, assessore della Attività produttive. «Oggi più che mai l’artigianato ha un ruolo centrale nell’economia della Sardegna. Si può e si deve trovare uno sviluppo concreto per il futuro, e questa di tipicità è una iniziativa che può funzionare come apripista per concordare altro di simile con le associazioni di categoria.»

Barbara Fanunza, Barbara Fanunza presidente di Imparis e promotrice della manifestazione Tipicità. «La manifestazione nasce da una esperienza diretta lavorativa che ho avuto in Provincia, dove mi sono potuta avvicinare al mondo delle produzioni e dell’artigianato. Un lavoro che è diventato per me una vera passione: da qui nasce, infatti, Imparis, l’associazione che si occupa di promozione del territorio. Ho sempre creduto nell’importanza della rete e dell’azione collettiva, e che le singole eccellenze che ho avuto modo di conoscere potessero mostrarsi in un’unica vetrina che potesse dar la possibilità ai visitatori di conoscere piccole realtà locali di produzioni e artigianato. La manifestazione di Tipicità è questa vetrina sul mondo. Un momento di incontro con gli artigiani nel quale la cittadinanza si riappropria anche di uno spazio bellissimo della città: la Passeggiata coperta. Sono molto felice che la manifestazione abbia trovato qui la sua “casa”. Tipicità sarà così l’occasione per incontrarsi, passeggiare tra le meravigliose colonne di uno spazio storico e poter pensare agli acquisti natalizi frutto della creatività isolana. Oltre alle produzioni e all’artigianato che rappresentano il cuore della manifestazione, Tipicità è arricchita da tanti eventi che ci raccontano la nostra terra: un vero e proprio momento di promozione del territorio. In ciascuna di queste cinque giornate i visitatori potranno vedere al lavoro alcuni artigiani che riprodurranno la loro bottega, potranno partecipare attivamente a vari laboratori e gustare i nostri aperitivi a km 0 di Orange Caffè, con solo prodotti provenienti dalle aziende ospitate.»

Maria Antonietta Dessì, responsabile CNA Artistico e Tradizionale e CNA Alimentare Sardegna. «Siamo lieti che uno spazio elegante e prestigioso come la Passeggiata Coperta del Bastione Saint Remy venga inaugurata con una mostra mercato dell’artigianato

artistico, tipico e tradizionale, e con le nostre più pregiate specialità alimentari.
Il meglio della produzione isolana avrà, a ridosso delle festività natalizie, uno scenario

unico in cui verranno espressi saperi, arte, cultura e sapori. Invitiamo tutti a visitare questo spazio dove troveranno interessanti idee regalo, ma soprattutto manufatti originali della nostra terra. Questa è una manifestazione che sostiene la Sardegna più autentica.»

Pietro Paolo Spada, segretario Confartigianato Sud Sardegna. «E’ fondamentale che Cagliari, principale vetrina della Sardegna, si doti di uno spazio come questo dedicato alle diverse forme dell’artigianato. Una vetrina che funzioni da immagine per le produzioni e le imprese e che dia maggior visibilità ai territori, magari anche invogliando i compratori e i turisti a visitare le diverse zone dell’isola. Cagliari, quindi, dovrà prendersi questa responsabilità e impegno: veicolare l’immagine delle eccellenze di tutta la Sardegna.

I mestieri che vediamo rappresentano un importante legame con la nostra storia e cultura. Un legame che non va perduto e che si fonde con i prodotti che i nostri artigiani creano e vendono, elevando il valore delle nostre produzioni. In questo senso sono quindi fondamentali i percorsi di valorizzazione del settore – da attuare in rete – per creare circuiti virtuosi dal punto di vista economico, turistico e socio-culturale. Un’azione che implica, inoltre, la valorizzazione degli artigiani quali attori e protagonisti di un lavoro utile e ricco di significato. Abbiamo un patrimonio immenso e prezioso, da sostenere e valorizzare, che deve intercettare nuovi mercati, creare un ponte tra imprese artigiane e operatori commerciali, per offrire al turista, e non solo, una varietà tale di eccellenze che possano coinvolgerlo e attrarlo, in maniera da creare un fruttuoso scambio economico-culturale che garantisca a tutti un beneficio economico e promozionale. Per questo noi diciamo che tutto questo va visto nell’ottica di un processo che unisca imprese, territori e turismo.»

Il calendario degli eventi di Tipicità. Si parte giovedì 19 dicembre alle ore 14.00 con l’inaugurazione della manifestazione, che sarà seguita alle ore 18.00 da un brindisi inaugurale con spumante Brut Chardonnay Caralis offerto dalle cantine di Dolianova insieme alla degustazione del croccante della sposa e del prelibato torrone di Aritzo preparato al momento da Fausto Maxia. Musica dal vivo con i Dejavu.

17.30/20 – Spettacolo di magia bolle e burattini, con Babbo Natale e i suoi elfi, dell’Associazione Brullas. Fino alle ore 21.30 – Aperitivi a Km 0 di Orange caffè con i prodotti delle aziende isolane.

Venerdì 20 dicembre. Ore 10.00/21.30 – Aperitivi a Km 0 con i prodotti delle aziende sarde, proposto da Orange caffè.

Ore 15.00 – Al lume di candela. Come nasce una candela in pura cera d’api. Di Maria Vittoria Sanvido. Alle ore 17.00 Presentazione del libro “Cibo identitario della Sardegna“. Territori, tipicità e tradizionalità in cucina: ricette e menù. Di Alessandra Guigoni.

Ore 17.30 – Laboratorio del gusto Slow Food Cagliari.

Olio, olive e aromi: ricchezze delle biodiversità sardecon Raimondo Mandis.

Max 25. Iscrizioni: slowfood.cagliari@gmail.com o messaggio WhatsApp al 3405529332.

Sabato 21 dicembre. Ore 10.00 – Esposizione di vecchie 500 e Vespe d’epoca.

A cura di Club 4 Mori, Vespa Club Cagliari e Vespa Club Parteolla Trexenta.

Dalle ore 10.00/21.30 – Aperitivi a Km 0 di Orange caffè. E si prosegue alle ore 11.00 con il Laboratorio del gusto Slow Food Cagliari: Sale e colori, tesoro della Sardegna con Fabrizio Mascia e Maria Carla Erdas. Max 25. Iscrizioni: slowfood.cagliari@gmail.com o messaggio whatsApp al 3405529332.

Ore 17.00 – Canti del Coro Terra Mea. E alle 18.30 – Laboratorio del gusto ONAV Cagliari.

Differenze di analisi sensoriali tra vini naturali e convenzionali“. Max 25. Iscrizioni: incontri.onavca@gmail.com

Domenica 22 dicembre. Ore 10.00 – Esposizione di auto d’epoca, dell’Associazione AutoMoto d’Epoca Sardegna.

Dalle 10.00/21.30 – Aperitivi a Km 0 di Orange caffè.

Dalle ore 10.30/13.00 e dalle ore 16.00/19.00 – Vittoriani in Passeggiata.

Alle ore 11.00 – Laboratorio del gusto ONAV Cagliari. “Guida alla degustazione di vini naturali/bio”. Max 25. Iscrizioni: incontri.onavca@gmail.com

Alle ore 17.00 Un the in Passeggiata. Di Theophile Boutique. Prenotazioni: info@theophile.it

Alle ore 18.00 “La filigrana d’oro e il mito delle janas”. Dell’associazione Archeofoto Sardegna. Foto e testi di Nicola Castangia, riprese aeree di Maurizio Cossu, letture di Daniela Deidda e workshop sulla filigrana dell’orafo Pierandrea Carta.

Ore 19.00 – Musica con le launeddas Andrea Pisu.

Lunedì 23 dicembre. Dalle 10.00/21.30Aperitivi a Km 0 con i prodotti delle nostre aziende, di Orange caffè.

Appuntamenti quotidiani. “Casteddu…e is Casteddaius”. Scorci di vita quotidiana che rendono unica la città e i suoi abitanti. Mostra fotografica e di abiti tradizionali. Allestimento di un set fotografico stile ‘800. A cura dell’Associazione Quartiere Villanova, gruppo folk.

Domus de Janas di Sardegna”. Mostra fotografica di Archeofoto Sardegna.

“I mestieri dimenticati”. Mostra fotografica di Gabriella Pira Photo.
“In bianco e colore – Le cuffie”. Mostra fotografica di Alessandro Spiga.

Orario continuato. Ingresso libero. Piazza Costituzione e viale Regina Elena, ingresso per persone con ridotte capacità motorie e disabilità.

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Ilaria Portas.

Anche quest’anno il comune di Masainas viene incontro alle famiglie e a suoi piccoli cittadini, sostenendo la partecipazione alle attività sportive. Il bando “Sport senza crisi”, giunto alla quarta edizione, permette di ottenere un contributo sulle spese sportive, di frequenza e di iscrizione, ed è rivolto ai residenti dai 5 ai 14 anni con un Isee fino ai 15.000 euro. L’assessorato dei Servizi sociali, in questo modo, intende non solo valorizzare l’importanza delle attività aggregative e i valori positivi insiti nello sport, ma anche e soprattutto sostenere le famiglie che si trovassero nella difficoltà di non poter far frequentare ai propri figli le attività sportive.

«Si tratta di un piccolo contributo – commentano il sindaco Ivo Melis e l’assessore dei Servizi sociali Ilaria Portas – ma è importante per questa amministrazione sostenere i cittadini in tutte le attività, cercando di eliminare anche quei piccoli ostacoli economici che pregiudicano le scelte di famiglie e ragazzi. Lo sport è importante sia come attività motoria, ma anche e sopratutto per i valori positivi che porta con sé. Auspichiamo anche quest’anno grande partecipazione e proseguiremo su questa strada per sostenere sempre i nostri ragazzi.»